Natale Palli
-Dove sono i nostri D'Annunzio, che allo scoppiar della guerra declamarono enfatiche poesie?- L' "Arbeiter Zeitung" all'indomani dell'impresa
"Egli era una volontà di vittoria. La sua carne non era stata messa al mondo se non per servire una volontà di vittoria….. Egli divenne un piccolo cadavere livido nel lenzuolo di neve, ma in tutta l’Alpe non v’era picco che fosse acuminato ed eccelso come la sua volontà di vittoria..".
così diceva D'Annunzio nel “Libro Ascetico della Giovane Italia” e cosi diceva Biondetti nel suo libro "Volontari ticinesi nel risorgimento" L’ultimo in ordine di tempo è la medaglia d’oro Natale Palli, di Pura (Svizzera), compagno di D’Annunzio nel volo di Vienna e caduto in terra savoiarda.
Poiché è mia abitudine sottoporre a riscontro sia i testi internet che i libri, specialmente quando noto imperfezioni, e Biondetti era già caduto in contraddizione una volta, per non fare il paio è partita la procedura di riscontro. Natale Palli è conosciuto per essere italianissimo, salvo dedurre che la sua fosse una delle tante famiglie originarie del Ticino scese in Piemonte e nel Nord Italia nell’800 (Biondetti dice da Pura) per avviare attività economiche o come semplici operai. (ndr: a Pura molti Palli erano artigiani fornaciai pratici del procedimento Hoffmann di cottura dei laterizi).
Ritornando a Palli, pilota nella "87a Squadriglia la Serenissima", restò memorabile la sua missione su Vienna (con D’annunzio vedi foto sopra), quando nel ritorno si spense il motore. D’annunzio percepì subito il pericolo e afferrò un taccuino* per lasciare ai posteri gli ultimi pensieri. I pensieri più alti in quei momenti "concitati" non venivano e qui c’è poco da ridere, avrei voluto vedere voi con l’aereo che scendeva in picchiata. Fortuna volle che i tentativi di Palli di riavviare il motore andassero a buon fine e l'aereo riprendesse quota. A terra Palli gli chiese il taccuino "in bianco" come ricordo. *Era una inveterata abitudine di D'Annunzio di avere sempre un taccuino per appunti a portata di mano in cui fissare le emozioni, i sentimenti sia delle grandi che delle "piccole" cose. Quella volta che sul Mas se lo era dimenticato, prese a scrivere con un gessetto sulle lamiere di bordo.
Era l'alba del 9 agosto 1918 quando alle 5,30 si levavano in volo da Padova gli apparecchi della "Serenissima" . Sette Sva monoposto pilotati da Granzarolo, Allegri, Locatelli, Massoni, Finzi, Sarti e Censi e un biposto Ansaldo SVA5 modificato pilotato da Palli e passeggero D'Annunzio (un po' diversa la disposizione dell'equipaggio nella fervida immaginazione dell'illustratore della rivista qui sotto, e il tipo d'aereo). Ogni Aereo portava 20 kg di volantini. Risalirono le valli dell'Isonzo sorvolando lo sterminato cimitero del Carso coi suoi 500.000 morti. Il volo procedeva secondo il piano quando Sarti si staccò e cominciò a perdere velocità. Erano 4 ore che erano in volo e Sarti non c'e l'aveva fatta. Alle 9, dopo 800 km, erano su Vienna: si abbassarono mentre la folla non sapeva se accorrere o nascondersi. "Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe, ma vi lanciamo un saluto... Noi non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne. Noi facciamo la guerra al Vostro Governo nemico delle libertà..." Dopo questo volantino lasciarono cadere un altro messaggio e dei manifesti. Per venti minuti si trattennero in volo radente poi presero la via del ritorno. Sarti prima della cattura aveva bruciato il suo aereo. Gli effetti morali furono incalcolabili. L'Arbeiter Zeitung si arrischiò a scrivere - Dove sono i nostri D'Annunzio, che allo scoppiar della guerra declamarono enfatiche poesie?.
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Palli era nato a Casale Monferrato nel 1895 ed era entrato nel servizio aeronautico come Tenente Pilota dalla Marina Militare ?. Aveva comunque passato la guerra indenne e non si aspettava di finire, dopo tante battaglie (oro al V.M., due medaglie d’argento, due di bronzo, l’Ordine Militare di Savoia), assiderato sui monti. Il 22 marzo 1919 il suo Sva cade in Savoia, a St. Foy Tarantaise, durante il raid (gara) Padova – Parigi –Roma –Padova per una tempesta di neve (qualcuno dice che il raid era per allenarsi al Roma-Tokyo che si svolgerà un anno dopo, un pò troppo in là per essere vero). Dopo un atterraggio di fortuna su un ghiacciaio a 3.400 metri d'altezza, vagò per due giorni e due notti senza cibo e riparo. Pietosamente raccolta dai montanari, la sua salma fu condotta a Casale, dove il 27 marzo furono celebrate le esequie. Erano presenti tutti gli eroi della "Serenissima", tranne Antonio Locatelli che si trovava in Argentina. Il Poeta-Soldato, l’Orbo Veggente, si sempre lui D’Annunzio, dopo aver deposto sul feretro un mazzo di garofani rossi pronunciò il discorso funebre che si concludeva così: |
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. "In piedi non saluto qui se non il guerriero acerrimo, non saluto se non l'aquila altivolante... Questo fanciullo bianco, dai capelli ondeggianti e dagli occhi di zaffiro, era l'ideal tipo latino del combattente, era l'esemplare perfetto della nuova giovinezza italiana in armi... Era tutto come la gemma del suo sguardo, era tutto tagliato in quel cristallo perspicace...". |
Natale Palli Medaglia d'oro al valor militare: Data del conferimento: R.D. 6/10/1925, motivo del conferimento "Intrepido, audace, sicuro pilota d’aeroplano, guidò oltre i mari ed oltre i monti, in terra nemica, il suo velivolo, sfidando ogni pericolo, superando ogni ostacolo. Nelle più rischiose imprese, forte della sua fede, forte del suo coraggio, fu magnifico esempio di valore, di prodezza e di perizia. Ogni missione di guerra, anche la più ardimentosa e difficile, egli condusse a termine, nonostante le avverse condizioni atmosferiche e gli attacchi nemici. Fornì preziose notizie che furono sempre elementi completi e sicuri per le decisioni dei nostri comandi. Cielo della Dalmazia e dell’Istria, del Tirolo e della Carniola, settembre - ottobre 1918".