Aleksandr Ivanovič Herzen 

scrittore e filosofo (1812 † 1870).

Il Risorgimento in salsa russa

 

 

 

Herzen era nato a Mosca il 6 aprile 1812, figlio naturale di un ricco aristocratico di nome Ivan Jakovlev (da qui il suffisso Ivanovič). Il padre non gli diede il suo nome (cognome) ma gli permise di avere comunque una buona educazione. Nel 1833 Aleksandr terminò gli studi ottenendo un dottorato in ricerca. Nel 1834 fu arrestato per aver preso parte attiva in alcuni circoli politici studenteschi: fu esiliato prima a Perm, poi a Vladimir e a Novgorod. Herzen poté tornare a Mosca nel 1840 , dove si sposò con la prima cugina Natalja Alexandrovna Zakharyina (1814 -1852 Nice Cimetiére du Château). In breve tempo Aleksandr divenne una delle figure più eminenti della vita intellettuale russa, esprimendo nelle sue opere, articoli o racconti, i propri ideali progressisti. Pur avendo radici nella nobiltà si batté per i diritti del popolo dei contadini russi, e non solo.

Come espresso più sotto Herzen venne in contatto con le idee socialiste di Saint Simon, morto da pochi anni, note come Positivismo...In the early 1830s Herzen became familiar with socialist theories of the French philosophers Saint-Simon (1760-1825) and Charles Fourier (1772-1837). What particularly attracted Herzen in socialism was the idea of a brotherhood of people - liberated individuals - united in a free community for the sake of lofty and noble goals of goodness and justice. Era naturale per la gioventù piena di vita bloccata dallo statalismo indirizzare, canalizzare le proprie energie nelle nuove dottrine filosofiche sociali. Polevoi influente giornalista progressista, storico e critico, aveva introdotto il pensiero di Saint Simon (lo stesso che influenzerà Garibaldi vedi memorie) in un circolo ristretto a cui apparteneva anche Aleksandr Herzen. These passages, which Herzen wrote originally in 1856, tell us something of Polevoi's position among them, and oddly prophesy Herzen's troubled relationship with the younger forces in his own time: The new world was pushing at the door, and our hearts and souls opened wide to meet it. Saint-Simonism lay at the foundation of our convictions and remained so in its essentials unalterably. For us Saint-Simonism was a revelation for him [N. A. Polevoi] it was insanity, a vain Utopia, hindering social development.
- Herzen spent six years in prison and exile. By the time he was deemed to have expiated his sins sufficiently to be allowed abroad, Herzen was 34, married to his first cousin Natalie and, by the death of his father, rich. In January 1847 he left Russia with Natalie, their three children, his mother, a tutor, a nanny, and two female dependents, in two carriages, padded against the winter cold with fur'. Their ostensible reason for travel was to seek help for one of the children who was deaf (sordo) from birth.

da enciclopedia .......
Condannato al confino a Vjatka (1834).... per aver costituito con N. P. Ogarev un centro di diffusione del socialismo di Saint-Simon, nella lunga relegazione rifletté sull'esperienza rivoluzionaria francese e chiarì la propria ideologia; tornò a Mosca nel 1840 rafforzato nelle sue convinzioni socialiste e divenne presto noto per alcuni articoli scientifici, pubblicati sotto lo pseudonimo di Iskander. Quando, di lì a poco, si verificò la scissione tra slavofili e occidentalisti egli si schierò a favore di questi ultimi e prese a diffonderne le idee con novelle e racconti. I vari temi di questa narrativa polemica (servitù della gleba, condizione della donna, arretratezza economica e sociale della Russia) egli li riprese poi con intensità maggiore nel romanzo Di chi la colpa? (1847), in cui compare il personaggio (Bel'tov) dell'« uomo superfluo », già intuito da Puskin e ripreso poi da quasi tutti i romanzieri russi dell'800, soprattutto da Turgenev. L'« uomo superfluo» è il nobile o l'intellettuale che non riesce a sentirsi in pace con il mondo circostante, che vagheggia una vita migliore ma che non riesce a concretare le sue velleità riformatrici e assiste sgomento alla rovina sua e del suo Paese. Il romanzo ebbe vasta fama, ma attirò ancora una volta l'attenzione della polizia su H. che, ricevuta alla morte del padre una grossa eredità, preferì emigrare. .... Secondò idealmente la rivoluzione del 1848 in Francia e l'insurrezione polacca del 1863, ma l'una e l'altra si risolsero in amare delusioni per lui. Quando da Parigi si trasferì a Londra, vi iniziò la pubblicazione d'una rivista, divenuta celebre, di contenuto sociale: «La campana », che ebbe vita dal 1857 al 1861, e d'un almanacco: «La stella polare»; l'una e l'altro, scritti in russo, venivano spediti clandestinamente in Russia, guidando il movimento riformatore; ma dopo le riforme di Alessandro II (abolizione della servitù della gleba, 1861) l'influenza di H. diminuì notevolmente perché le giovani generazioni si rivolgevano ad altre guide intellettuali

 

Nel 1847, alla morte del padre, ricevette una considerevole eredità che gli consentì di lasciare la Russia per vivere, agiatamente, in Occidente. Tale decisione era dettata dal suo desiderio di libertà, dalla opportunità, intravista negli altri paesi europei, di poter lottare per la salvaguardia della dignità umana e per le ragioni sopra esposte da un autore. Inizialmente si stabilì a Parigi, ma l’anno di permanenza in Francia rappresentò un’amara delusione per Herzen che vedeva in questa nazione l’incarnazione di quella grettezza e di quell’egoismo che considerava tipico della classe borghese. Reputava invece gli italiani, un popolo amante della libertà, di quella libertà, individuale e collettiva, in nome della quale aveva abbandonato la patria. Per questo motivo, dopo essere stato espulso dalla Francia venne in Italia. Era il 28 novembre 1847 e a Roma si prefiguravano tante novità dopo l’elezione di Pio IX. La prima cosa che lo colpì di Roma, oltre al clima, era l’ambiente ricco di fermenti rivoluzionari (probabilmente li confrontava con quelli Russi perché a Roma non si tollerava molto qualsiasi fermento). Herzen approfondì l’italiano già studiato a Mosca e si dedicò alla città eterna conosciuta sui libri e ancora viva nei suoi ruderi e nelle raccolte d’arte opera dei cardinali e della famiglie nobili. Herzen riteneva che il valore dell’arte italiana stesse nella sua forza rigeneratrice e così scriveva: “quando nella vita un dubbio tormentoso strazia il cuore, quando smetti di vedere che gli uomini possano essere fatti per il bene, quando a te stesso la vita diviene ripugnante e vergognosa, allora consiglio di andare in Vaticano. Là l’uomo torna a essere sereno e riscopre un senso nelle cose.”
Il 1848 era alle porte e la rivolta siciliana (dura dal 12 gennaio 1848 al maggio 49) diede la stura anche a quella napoletana il 27 del mese tamponata con la concessione della costituzione da parte di Ferdinando II. Conseguenza pratica: la partenza di volontari e non (Pepe) per affiancare il Piemonte nella guerra contro l’Austria. Conseguenza ritardata. Ferdinando sconfessò la spedizione (15 maggio) e ritirò la costituzione. In febbraio Herzen volle recarsi a Napoli per vedere con i propri occhi la città “finalmente” libera. Giunse a Napoli con la famiglia la sera del 18 febbraio prendendo alloggio in uno degli alberghi su lungomare di Chiaia: la vista del golfo, del mare e del Vesuvio produsse su tutti una fortissima impressione. All’inizio di marzo Herzen tornò a Roma dove apprese della rivoluzione in Francia, con la cacciata di Luigi Filippo (24/2). Quella di Parigi era la rivoluzione che ora lo interessava maggiormente essendovi scacciato col vecchio regime. Così il 28 aprile 1848 Herzen lasciò Roma per Parigi dove fece in tempo a vedere la proclamazione della nuova Repubblica. Non aveva fatto in tempo ad incontrare i protagonisti di quegli eventi men che meno Mazzini e Garibaldi. L’interesse di Herzen per Mazzini risaliva al 1843, quando aveva scritto nel suo diario che Mazzini era una di quelle "nature infuocate" che potevano compiere "imprese gigantesche ". Lo vedrà a Ginevra (con altri esuli italiani come Carlo Pisacane, Felice Orsini e Aurelio Saffi sfuggiti alla caduta della Repubblica Romana), dove si raccoglievano esiliati Russi e Italiani. La parentesi rivoluzionaria Parigina si concluse con l’ascesa al trono del “traditore” Napoleone III nel 1852 (e le porte chiuse a molti "esiliati"). Aleksandr Herzen decise di vivere a Londra, dove pubblicava la rivista anti-zarista “Kolokol” (La campana), diffusa clandestinamente in Russia. Qui iniziò, da subito, a vedere Mazzini ad Hatton Gardens e i circoli italiani. Herzen ammirava l'abnegazione di Mazzini, la sua indomabile volontà di lottare per la liberazione della sua patria. Le sue opere e le sue lettere contengono molti giudizi entusiastici su Mazzini. Herzen seguiva con passione le vicende italiane, si preoccupava molto delle divergenze che insorgevano fra Mazzini e i suoi amici e si sforzava di fare opera di riconciliazione. Prestava al movimento di liberazione italiano un appoggio non soltanto morale, ma anche materiale. Si raccoglievano col 'Kolokol' sottoscrizioni lanciate fra gli emigrati russi a favore delle organizzazioni di Mazzini e Garibaldi. E’ in una delle sue residenze che riunì Garibaldi e Mazzini nella primavera del 1864.
- It was in a reflective mood that Herzen, living in exile in London, put pen to paper in 1852 and wrote the opening chapters of what would eventually become “My Past and Thoughts.” He was a lonely, isolated figure, struggling to make sense of his own history. His personal life was in ruins. His mother and son had recently drowned in a shipwreck, and his grief-stricken wife, who had been carrying on a ruinous affair with the radical German poet Georg Herwegh, soon fell ill and died as well. - Sua madre e suo figlio erano da poco annegati in un naufragio in sovrappiù sua moglie affranta dal dolore, aveva portato avanti una relazione rovinosa con il poeta tedesco Georg Herwegh e ben presto si ammalò e morì pure.
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In London Herzen first lived alone, then with his own family, accompanied by the German writer and painter Malwida von Meysenbug (friend of Friedrich Nietzsche and Richard Wagner), who acted as housekeeper, governess and surrogate mother to Herzen’s children from 1853 (for more on her see Carol Deithe’s essay in Exiles). In 1856 the entourage was extended by the arrival of his old friend Nikolai Ogarev and his wife Natalia Tuchkova Ogareva, and ultimately by the children she (Natalia) had with Herzen. Herzen aveva infatti avviato una relazione sotto gli occhi di Ogarev, cosciente o no, che lo porterà alla fine della loro amicizia. After Natalia Ogareva took up with Herzen, her husband’s position within the household was precarious, and Ogarev frequently took lodgings elsewhere, only to return to Herzen’s and then move out again. When the Ogarev’s arrive in London, Ogareva and Meysenbug are presented as mirror-images of each other: ‘The two childless women, both sexually unsatisfied and both possessed by an almost hysterical yearning for children, were predestined rivals.’ (p. 164) This rivalry ultimately causes the break-up of Herzen’s family: ‘Before Natalie returned from the Continent, Malwida asked and obtained permission to take Olga with her to Paris for the winter. The child never returned, except as an occasional visitor, to her father’s house. Natalia Tuchkova, the daughter of the general Tuchkov (the hero of the War of 1812). Tuchkova bore Herzen 3 more children. (Malwida von Meysenburg died in Rome in 1903 and is buried in the Protestant Cemetery in the city).

La famiglia Herzen era andata in pezzi: lui tornò in Italia nell’autunno del 1863 per fare visita alle figlie, Natalie e Olga, che l’anno precedente si erano trasferite a Napoli con la loro istitutrice. Herzen arrivò a Napoli col figlio Aleksandr Jr. (nato in Russia, a Vladimir, il 13/6/1839 e morto in Svizzera, a Losanna, il 24/8/1906 - Dopo di lui nascono Natalia, nel 1844 (morta nel 1936) e Olga, nel 1850 (morta nel 1953. Olga sposa Gabriel Monod, nel 1873 - Per le sue nozze Wagner compone "Monodie à deux") il 14 ottobre 1863 e vi rimase una decina di giorni visitando nuovamente Ercolano e Pompei e salendo ancora una volta sul Vesuvio. Stabilito il trasferimento dei figli a Firenze, il 25 ottobre 1863 Herzen lasciò Napoli per Firenze e non vi fece mai più ritorno. Avrebbero qui a Firenze vissuto per molti anni, le ragazze per poter studiare sempre guidate dalla loro istitutrice, e il ragazzo per proseguire la specializzazione in neurofisiologia. Herzen incontrò a Firenze molti suoi vecchi amici italiani, ma anche molti emigrati russi. La città gli piacque e pensò che fosse un ambiente migliore, più vivace rispetto a Londra dove far vivere i figli, ma non lo giudicò adatto per trasferire la sua attività pubblicistica sovversiva e quindi tornò a Londra. Olga a sx e MalvidaHerzen ritornò dai figli nel gennaio del 1867. Desideroso di meditare in solitudine, decise allora di andare anche a Venezia che non conosceva. Herzen vi arrivò il 18 febbraio 1867 e subì immediatamente il fascino della città. Scrisse, infatti, in una lettera: “La città è così bella, originale e grandiosa che non vale la pena morire senza averla vista.” A Venezia Herzen poté assistere al famoso carnevale, stupendosi della generale concitazione che pervadeva le strade (le calli). Herzen rimase a Venezia fino al 27 febbraio per poter incontrare Garibaldi poi tornò a Firenze per un mese. Herzen ritornò a Firenze nel novembre del 1869 al capezzale della figlia Natalja malata.

In marzo del 1869 il figlio, Alessandro teneva una conferenza (21 marzo) su "la parentela fra l’uomo e le scimmie". Herzen sostenne l’origine comune della vita animale sulla terra e quindi la parentela, dal punto di vista fisiologico, dell’uomo con le scimmie. Cose non ancora udite a Firenze: la prima divulgazione darwiniana in Italia avvenne a Torino, per opera del professor Filippo De Filippi l'11 gennaio 1964 e nemmeno Darwin era propenso a parlarne apertamente in pubblico, ancora dieci dopo la pubblicazione de “L'origine delle specie”. http://aldopiombino.blogspot.com/2011/06/lintroduzione-del-darwinismo-firenze-la.html
Con l’aiuto di un infermiere, Herzen padre si prese poi cura della figlia personalmente e alla fine prese la decisione di riunire la famiglia e quindi di riprendere i figli con se, desiderio che non aveva mai potuto realizzare a causa della sua vita raminga. Così il 18 novembre Herzen ripartì da Firenze assieme alle figlie, lasciando in Italia solo il figlio che, sposatosi con un’italiana e divenuto professore universitario, aveva ormai la sua vita nella penisola. La sua gioia durò poco perché due mesi dopo, a Parigi, morì a 58 anni d’età.

Herzen “L’Italia, il più poetico paese del mondo, ha abbandonato il suo fanatico amante Mazzini, ha tradito il marito Ercole-Garibaldi, non appena il geniale borghese Cavour, grassottello e occhialuto, le ha proposto di farne la sua mantenuta” http://www.adelphi.it/libro/9788845909924  - http://russiapedia.rt.com/prominent-russians/politics-and-society/aleksandr-herzen/ 
 

LIBRI DI HERZEN
Dall'altra sponda
Le fini e gli inizi.
Scritti 1857-1863
Il passato e i pensieri - “My Past and Thoughts”
Breve storia dei russi
Mazzini e Garibaldi
 

Until his death in 1870, Herzen worked on “My Past and Thoughts” in fits and starts, adopting an idiosyncratic approach that gave free reign to his restless, skeptical intellect and allowed him maximum freedom of movement. “My Past and Thoughts” includes bright vignettes, memorable set pieces, sharply drawn character sketches, observations on national customs, correspondence with friends and mini-treatises on various political thinkers. Digressive and wayward, it could be read as the outtakes from his more formal political writing, the “Letters From France and Italy,” “From the Other Shore” and “The Russian People and Socialism.” It is at the same time a mesmerizing self-portrait.
e
Aleksandr Herzen e il Risorgimento italiano di Scocozza Carmen
 

Menzioniamo anche Il dottor Krupou (1847), uno studio psicologico che rappresenta un medico umanitario, colpito dal fenomeno dell'infanzia abbandonata, e La gazza ladra (1848), storia di una fanciulla che, già serva della gleba, viene aiutata dal padrone a uscire dalla sua condizione disperata, riesce a costituirsi una propria personalità, ma, alla morte del benefattore, cade in dominio di un nuovo sordido padrone da cui è condotta alla rovina. H. risente di varie influenze (da Puskin a Schiller) e soprattutto di un atteggiamento romantico assai diffuso nel suo tempo; il grottesco, uno degli aspetti più caratteristici di tale atteggiamento, caratterizza le Memorie di un giovane, pubblicate postume: qui H. mira a mostrare l'assurdo della situazione sociale russa prendendo a esempio un grosso borgo di provincia dove 4700 persone tribolano per assicurare una vita d'ozio ai 200 benestanti. Il tema dell'« uomo superfluo» H. lo riprese anche in uno dei suoi scritti politici, Du développement des idées révolutionnaires en Russie (1851), che descrive l'evoluzione della letteratura russa da un punto di vista sociologico, attraverso cioè una galleria dei tipi sociali rappresentati da Puskin fino a Gogol.
 

"The English Republic" (1851 - 1855)
Rivista fondata a Londra e diretta da William James Linton, espressione dell'area radicale del movimento cartista inglese, costituisce il luogo di confronto e di riflessione fra tutte le diverse componenti repubblicane e democratiche dei movimenti quarantotteschi europei. Tra i suoi collaboratori Giuseppe Mazzini, Alexandre-Auguste Ledru-Rollin, Charles Stolzmann, Lajos Kossuth, Thomas Carlyle, Alexander Herzen, Theodore Parker.
http://meltonpriorinstitut.org/pages/kuk_diashow.php5?feature=24  a pag. 4 un articolo di Mazzini

 

Il ritratto di Garibaldi nelle parole di Aleksandr J. Herzen


"Conobbi Garibaldi di persona nel 1854, a Londra. allorché, tornando dall'America del Sud, si ancorò nei Docks delle Indie Occidentali. Andai da lui con un suo compagno d armi della guerra di Roma e con Orsini. Garibaldi, con un pesante pastrano chiaro, una sciarpa al collo a colori vivaci e col berretto in testa, mi fece l'impressione del vero uomo di mare più che di quel glorioso condottiero dei volontari romani, le cui statuette, in costume di fantasia, si vendevano in tutto il mondo. La semplicità bonaria del tratto, l'assenza d'ogni pretesa, la cordialità con la quale mi accolse, disponevano in suo favore. Il suo equipaggio era formato quasi per intero di italiani, egli era il capo e un'autorità, un'autorità severa, ne sono convinto, ma tutti guardavano a lui lietamente e con affetto, erano fieri del loro capitano. Garibaldi c'invitò a colazione nella sua cabina, ci offerse ostriche dell'America del Sud preparate in modo speciale. frutta secca, vino di Porto; ad un tratto balzò in piedi, dicendo: «Aspettate, berremo insieme un altro vino» e corse di sopra; dopodiché un marinaio portò una bottiglia. Garibaldi la guardò con un sorriso e riempì il bicchiere a ciascuno di noi... Che cosa non ci si poteva aspettare da un uomo giunto da oltre oceano? Era semplicemente il vino di Nizza, sua terra natale, che aveva portato con sé a Londra dall'America.
Intanto nel suo conversare semplice e alla buona a poco a poco si faceva sentire la presenza d'una forza: senza. frasi, senza luoghi comuni, il condottiero di popolo che aveva stupito i vecchi soldati col suo valore, si veniva rivelando, e nel capitano di mare era già facile ravvisare il leone ferito che, mostrando i denti a ogni passo: si ritirava dopo la caduta di Roma, e, avendo perso tutti i suoi seguaci, chiamò di nuovo a raccolta soldati, contadini, banditi e chiunque capitasse sotto mano in San Marino, a Ravenna, in Lombardia, nel Tirolo e nel Canton Ticino, per colpire di nuovo il nemico, mentre aveva accanto il corpo della sua compagna, che non aveva resistito agli strapazzi e alle privazioni della campagna. Nel 1854 le sue opinioni divergevano già sensibilmente da quelle di Mazzini, sebbene fosse con lui in buoni rapporti. In mia presenza egli disse che non bisognava irritare il Piemonte, che lo scopo essenziale era per allora di liberarsi dal giogo austriaco e dubitava molto che l'Italia fosse pronta all'unità e alla repubblica, come Mazzini riteneva. Era assolutamente contrario a ogni tentativo o esperimento d'insurrezione. Quando salpò per andare a far carbone a Newcastle e di là si diresse verso il Mediterraneo, gli dissi che la sua vita di mare mi piaceva moltissimo e che fra tutti gli emigrati, egli aveva scelto la parte migliore. «E chi gl'impedisce di fare altrettanto?» replicò con ardore. «Era questo il mio sogno prediletto, ridetene pure, se volete, ma mi è caro anche adesso. In America mi conoscono; potrei avere sotto il mio comando tre, quattro, cinque navi come questa. Vi imbarcherei tutti gli emigrati: marinai, ufficiali. operai, cuochi, tutti sarebbero emigrati. Che c'è da fare oggi in Europa? Avvezzarsi alla schiavitù, tradire se stessi oppure chieder l'elemosina in Inghilterra. Stabilirsi in America è peggio ancora; quella è la fine, è il paese de "1'oblio della patria". è una patria nuova; laggiù vi sono altri interessi, tutto è diverso; la gente che rimane in America esce dalle file. Che c'è di meglio della mia idea (e il suo volto s'illuminò), che c'è di meglio che raggrupparsi attorno ad alcuni alberi di nave e scorrazzare l'oceano, temprandosi nella dura vita del mare, nella lotta con gli elementi. col pericolo? Una rivoluzione navigante, pronta ad attraccare a questa o a quella sponda, indipendente e irraggiungibile:». In quel momento egli m'apparve come un eroe classico, un personaggio dell'Eneide... attorno al quale, se fossi vissuto in altra epoca, si sarebbe formata una leggenda, un Arma virumque cano!"
(A.J. Herzen, Mazzini e Gaibaldi, trad. it. di C. Coisson, Edizioni E/O, 1995)
 

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