FRANCESCO II 

RE DI NAPOLI

Dopo la morte di Ferdinando II (detto anche Re Bomba) sale al trono nel 1859 Francesco II, soprannominato dal popolo Franceschiello, figlio della prima moglie di Ferdinando II, Maria Cristina di Savoia a sua volta figlia di Vittorio Emanuele I. Su Francesco II l’anedottica, per spiegare la sua debolezza, si spreca. Gli furono affibbiati altri numerosi soprannomi a seconda del difetto che evidenziava in quel momento. Abulico, assente, dedito alla religione (ed alla venerazione della madre morta proprio per il suo parto e considerata dal Figlio la madre santa) etc... Spesso si ripeteva : "Dio mio come pesa questa corona!". Ma non tutta l'eredità di Ferdinando II era negativa : Francesco si ritrovò a governare un paese amministrato bene, ordinato (dall'indubbio rigore del padre), prospero nelle sue zone costiere, grazie anche ad una numerosa ed attiva flotta mercantile, finanziariamente stabile, con una polizia "efficiente" ed un buon esercito (privo però di generali degni di tal nome e carica). Ma il nuovo Re non aveva ricevuto alcuna educazione militare e sportiva, e finì col trascurare l'esercito. Dopo lo sbarco in Sicilia (1860), Giuseppe Garibaldi e i Mille sconfiggono a più riprese (ma ci mise lo zampino anche il denaro) l'esercito regio ed entrano a Napoli. Francesco II e la giovanissima moglie Maria Sofia di Baviera, chiamata affettuosamente "Spatz", cioè passerotto, si rifugiano nella fortezza di Gaeta, dove comincia la resistenza. Maria Sofia Amalia era sorella di Sissi poi Elisabetta d’Austria e come la sorella non era da meno in bellezza e in testardaggine. Povera di dote ma ricca di spirito, aveva sposato Francesco II per procura all’età di 18 anni. L’assedio di Gaeta terminò il 15 febbraio del 1861 quando l'ultimo re delle Due Sicilie salì insieme alla consorte, sulla "Mouette", una nave messa a loro disposizione da Napoleone III, per trasferirsi a Roma ospiti del Papa. Se la resistenza ai Savoia ebbe un seguito fu sicuramente per l'orgoglio e il piglio di Sofia. Francesco morì ad Arco di Trento il 27 dicembre del 1894, all'età di 58 anni. Gli si riconosce una figlia sola Maria Cristina Pina o Pia (chiamata come la nonna) nata nel dicembre 1869 e morta a marzo del 1870. Maria Sofia morìrà a Monaco nel 1925 dopo una vita spericolata.


http://www.realcasadiborbone.it/ita/archiviostorico/cs_074.htm  

http://it.narkive.com/2009/1/14/3451032-la-monarchia-tradizionale-il-equot-mondo-nuovoequot.html una voce a favore
http://wpage.unina.it/dellaval/Borbone%20di%20Napoli/inno%20delle%20due%20sicilie%20nf.mp3  inno borboni


La vita a Roma non trascorse nell'indifferenza. Oltre che tenere le fila con gli insorti meridionali, sembra che alla Regina accadessero vari e diversi contrattempi non ultimo quello che andiamo a raccontare non potendo citarne altri, dai risvolti boccacceschi. Nel 1862 vi fu un clamoroso processo contro due avventurieri che avevano distribuito in mezza Europa fotografie che rappresentavano Maria Sofia in pose scandalose. In quegli anni la fotografia muoveva i primi passi e non si sapeva che esistessero i fotomontaggi. La testa della regina era stata montata sul corpo di una giovane prostituta ritratta in pose lascive (oggi diremmo porno). Gli scatti erano stati diffusi a centinaia e spediti a tutte le personalità della ribalta internazionale, dal papa all' imperatore d'Austria, da Napoleone III allo Zar, sferrando nei suoi confronti una violenza morale prima che politica. Non era la sola che veniva attaccata con simili immagini. La lista è lunga e comprende tutti i personaggi noti dell'epoca. Non possiamo pubblicare le relative immagini per decenza. Gli autori dei fotomontaggi furono presto rintracciati: Antonio Diotallevi e Costanza Vaccari, ma non si seppe mai chi furono i mandanti, se ci furono. http://www.brigantaggio.net/Brigantaggio/Personaggi/Borboni.htm 

 

Un ufficiale di Stato maggiore dell'esercito italiano, di famiglia sardo-piemontese, Tommaso Argiolas, in un vecchio libro (1970), Storia dell'esercito borbonico (Edizioni Scientifiche italiane): "Era nei disegni del destino, nel processo ineluttabile della unificazione nazionale, che esso scomparisse. La sua agonia fu breve ma convulsa. (...) La ragione di ogni successo o di ogni sua disfatta è da ricercarsi unicamente nei capi che lo guidavano». Generali inetti. Un re, Francesco II, inadeguato e senza carattere.


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