I magnifici sette fratelli Brunetta d'Usseaux

Pietro BrunettaI 7 Brunetta d'Usseaux (De Brunet), originari di Francia, nobili dal 1734 sotto Carlo Emanuele III, sono figli del Conte Luigi e della contessa Cristina Cotti di Brusasco da Pinerolo.

Pietro

Pietro nasce nel 1831. Caporale nei granatieri viene promosso sul campo (S. Lucia di Verona) sottotenente e insignito della Menzione onorevole (bronzo). Nel 1849 è a Novara come Tenente dello stesso reggimento e in Crimea come volontario. Il 6 febbraio 1859 promosso capitano passa al 7° battaglione Bersaglieri. Per i fatti di Palestro viene insignito di Croce di cavaliere dell'OMS. Nella campagna dell'Italia centrale sotto Ancona per l'audacia con cui venne forzata una porta ebbe la Medaglia d'Argento. Menzione al Macerone e Cavaliere Ufficiale dell'OMS per l'assedio di Gaeta. Comandante del 24° bersaglieri nel 1866 fu trasferito a Palermo nel settembre per reprimere i disordini qui insorti. Per l'azione svolta ebbe la Medaglia d'Oro. Promosso Colonnello comandò il 7° reggimento fino al 1880. Da generale nella Riserva morirà a Genova nel 1904.

Borgo Vercelli  ferimento di Edoardo Brunetta d'UsseauxFederico

Federico nasce nel 1804. Ufficiale di fanteria partecipa alla campagna del 1848/49 dove viene promosso maggiore sul campo dopo aver comandato una compagnia del 18° Rgt. Acqui. Ferito a Santa Lucia morìrà nel 1879

Alessandro

Alessandro nasce nel 1808. Come il fratello partecipa alla I guerra di indipendenza come tenente del 12° Rgt. Casale. Promosso capitano sul campo, muore  nel 1858.

Carlo Augusto

Carlo Augusto nasce nel 1811. Capitano dei Carabinieri fu alla carica di Pastrengo il 30 aprile 1848. Per il comportamento tenuto viene insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Passato al Savoia cavalleria  combatte nell'estate a Valeggio e Custoza. E' alla seconda parte della guerra e alle campagne successive fino al 1859. Col grado di Maggior Generale è comandante la divisione Militare di Catanzaro durante il primo periodo del brigantaggio. Insignito anche della Legione d'onore muore a Torino nel 1863. Il figlio conte Eugenio Brunetta d’Usseaux entra nel CIO (Comitato Olimpico Internazionale) con De Coubertin dal 1896 e ne diventa segretario generale nel 1908 , carica che manterrà sino alla morte. Sua la regia delle Olimpiadi di Londra, visto anche allo sceneggiato su Dorando Pietri, e la precedente idea di svolgerle a  Roma. Muore, non si sa se a Parigi od a Nizza, in circostanze imprecisate l’8 gennaio 1919.

Edoardo

Edoardo nasce nel 1816. Tenente al Genova Cavalleria il 18 luglio 1848 si ritrova con 5 uomini del suo squadrone circondato da una compagnia di croati. Ferito gravemente cade al suolo. Sopraggiunge in quel momento il fratello Francesco già ferito che lo afferra in corsa dal cavallo e lo sottrae allo scempio degli austriaci. Per il fatto gli fu conferita la medaglia d'argento.  Passato al Nizza come capitano il 22 maggio 1859 al ponte sul Sesia a Borgo Vercelli viene attaccato dagli Ulani. 

Cosi la racconta Borgo Vercelli On line: La mattina del 22 maggio 1859, il Generale Enrico Cialdini sulla piazza d'armi della vicina città di Vercelli ordinava una perlustrazione da farsi al di là del fiume Sesia: era necessario occupare Borgo Vercelli al fine di proteggere i lavori di rifacimento delle due arcate del ponte fatte saltare dagli Austriaci durante la ritirata. Il compito di perlustrare viene affidato al primo squadrone di Nizza Cavalleria comandato dal Cav. Edoardo Brunetta d'Usseax, valido ufficiale che si era già tanto distinto, nel corso della Prima Guerra di Indipendenza, nella battaglia di Governolo, tanto da meritarsi la medaglia d'argento al valore militare. Lo squadrone passa a guado il Sesia, guadagna la riva sinistra del fiume e occupa Borgo Vercelli. Oltrepassa il paese e viene a sapere dagli abitanti del luogo che una grossa pattuglia nemica è forse nascosta nei campi vicini alla strada che porta a Novara. Il Capitano ordina a tre plotoni di sparpagliarsi a braccare il nemico. Egli rimane sulla strada maestra col plotone di riserva e procede verso Novara. In quel momento sbucano all'improvviso degli Ulani in gran numero. Il Capitano comanda la carica lanciandosi verso il nemico che fa largo uso di lance. Il Caporale Gatta di Borgo d'Ale fa presente al suo Capitano che, mentre lui adoperava solo la spada, il nemico combatteva anche con le lance. Ma il Capitano Brunetta, noncurante del pericolo,  lotta coraggiosamente insieme ai soldati. Nel furore della battaglia, viene colpito da una lancia che gli penetra nel costato sinistro fino al cuore; cavalca ancora per trecento metri, finché esausto, cade da cavallo vicino al portone dell'Albergo Reale. Viene trasportato moribondo in una camera dell'Albergo e la signora Luigia Serazzi, madre del sindaco Giovanni Serazzi, lo assiste fino al momento della morte. Anche Il caporale Gatta viene gravemente ferito; è soccorso e trasportato all'ospedale di Vercelli dove verrà curato. Un mese dopo è già in grado di combattere e di partecipare alla battaglia di San Martino.  Il 22 maggio 1903, venne inaugurato in Borgo Vercelli un piccolo monumento dello scultore vercellese prof. Luigi Gariboldi. a forma di piramide a cura del Conte Eugenio Brunetta d'Usseaux, nipote (figlio di Carlo Augusto) del Capitano Edoardo Brunetta 
Per l'atto di eroismo gli viene conferita un'altra medaglia d'argento.

Sul luogo venne eretto un monumento dello scultore Gariboldi. 

 

Francesco  

Francesco nasce nel 1821. Già tenente di cavalleria al Genova, viene decorato con medaglia d'argento per il salvataggio del fratello. Prese parte alla campagne successive e nel 1866 il 26 luglio era alla testa dei Lancieri di Firenze al Ponte sulla Versa, sulla strada di Gorizia, unitamente a 4 battaglioni di bersaglieri (10°-16°-26°-35°) Croce di cavaliere dell'OMS morirà a Treviso nel 1895 col grado di Tenente Generale.

Era passato da poco mezzogiorno nel lontano 26 luglio 1866, quando nei pressi del vecchio ponte in legno sul torrente Torre, a Versa, veniva scritta una pagina che andava a comporre un altro tassello della storia dell’unità d'Italia. Versa, infatti, dovette attendere la fine della Prima guerra mondiale per ricongiungersi alla madrepatria. Le truppe italiane, vittoriose, entrarono a Versa, che ritornò italiana, ma soltanto per pochi giorni, in quanto con l'armistizio di Cormons e la successiva Pace di Vienna, l'Austria cedette al Regno d'Italia il Veneto, ma la linea di confine tra Italia e Austria venne identificata e ripristinata con la sponda destra del torrente Torre, così com’era prima della battaglia di Versa. Nello scontro armato sul ponte furono coinvolti, da parte italiana cinque squadroni del Reggimento Lancieri di Firenze (circa 400 cavalieri), 14 compagnie di bersaglieri (1.600 uomini), e la 5a batteria dell’8° Reggimento d'artiglieria con sei pezzi, mentre da parte austriaca due squadroni e mezzo del reggimento Ussari Wurttemberg (300 cavalieri), 18 compagnie dei Reggimenti Arciduca Luigi Vittorio, Nagy e Granduca di Toscana (2.500 uomini) e una sezione della 7a batteria del 7° Reggimento d'artiglieria con due pezzi. Quando cessò il fuoco si contarono, da parte italiana 29 feriti, compresi due ufficiali, e 30 cavalleggeri dispersi, mentre da parte austriaca i morti furono 30, 51 i feriti e 83 i dispersi. da il Piccolo Edo Calligaris

Felice  

Felice nasce nel 1824. Tenente al Piemonte Reale viene ferito il 4 agosto 1848 nei pressi di Milano. Rientrato al reggimento ebbe la menzione onorevole. Capitano nel 1859 coi Cavalleggeri di Monferrato guadagna la Medaglia d'Argento a S. Martino. Coi Lancieri di Milano è alla III guerra di indipendenza. Colonnello l'anno dopo comanda il Nizza Cavalleria fino al 1877. Cavaliere Ufficiale della Corona d'Italia e dei SS. Maurizio e Lazzaro morirà nel 1886. 

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