"UCCIDETE GARIBALDI"

Dopo la fuga da Roma e la perdita di Anita, Pagliano: Garibaldi dal vero il pensiero più assillante di Garibaldi è sfuggire gli Austriaci, che non avrebbero avuto pietà di lui.  Per i francesi la situazione non cambiava di molto. I Piemontesi pur non avendo nulla contro di lui, in casa non lo volevano per evidenti motivi. I suoi figli (Menotti e Ricciotti) erano a Nizza affidati a  parenti.  La sua destinazione era quindi l'esilio in luoghi del mediterraneo non controllati dai francesi, e dopo che gli Inglesi gli avevano frapposto problemi, lontani anche da questi. Nel suo peregrinare, si trovò un giorno a navigare su una barca di pescatori nel mare di Sardegna alla Maddalena. Passando accanto a Caprera, Garibaldi rimase folgorato dalla sua selvaggia bellezza e si ripromise di costruire qui nell'arcipelago una casa. Cosi fece dopo le numerose peripezie che lo potarono in giro per il Mondo e a casa di Meucci a New York.

Qui a Caprera era quindi ritornato col suo sacco di sementi, dopo Teano. Per la verità era stato eletto anche deputato, ma il 18 aprile 1861 quando s'era presentato a Torino aveva litigato con Cavour, per vari motivi ma anche perché aveva sciolto il corpo dei Garibaldini e disconosciuto ogni diritto ai reduci (non era vero: molti ufficiali garibaldini faranno, non solo carriera militare ma anche politica). Qui la vita di Garibaldi era semplice, amava le sue bestie una per una e soffriva per esse. S'era portato la cavalla bianca della spedizione dei Mille (Marsala)  e lo stallone (Borbone), ma anche quattro asini poco onorevolmente battezzati Pio IX, Napoleone III, Oudinot e Immacolata Concezione. La dieta non poteva che essere Mediterranea e genuina. La sua camera al piano terra era ammobiliata con semplicità. All'inizio era senza sedie e bontà sua alcuni ufficiali americani avevano provveduto a fornirgliene per l'uso quando aveva gente in visita.

Già da allora si vede che la posizione strategica della Maddalena era conosciuta dagli Americani e apprezzata. Un letto di ferro un tavolino con la posta e un pianoforte completavano l'arredo. Andava a letto alle 10 di sera e alle 3 si alzava. Leggeva la posta e alle 5 svegliava il segretario per rispondere alle migliaia di persone che gli scrivevano.  Durante il giorno andava a caccia o a pesca se non doveva incontrare nessuno.  In effetti a Caprera c'era la fila di imbonitori, scocciatori, politici, rivoluzionari (Bakunin) e si temeva anche di sicari. Dall'archivio comunale:segue  

COME GARIBALDI CONOBBE LA MADDALENA (dalle memorie di Augusto Elia)

 

LA CASA BIANCA

Garibaldi dopo il "49" si era recato a New-York con la speranza di trovare imbarco come comandante od anche come secondo di nave mercantile; dopo lunga aspettativa una Società Italo-Americana gli diede il comando di un bastimento col quale doveva battere gli scali dell'America Centrale. Nel 1853 Garibaldi prendeva il comando del "Commonwealth"—un tre alberi destinato ai carichi di carbone dall'Inghilterra per l'Italia; arrivato a Genova, lasciava[211] il comando e si recava a Nizza per portare un saluto almeno, sulla tomba della sua santa madre e per restare qualche tempo presso i suoi figli, Menotti, Teresita e Ricciotti. Vi rimase immolestato l'anno 1854: quindi con altro piccolo bastimento detto "L'Esploratore" si mise a fare la navigazione del piccolo cabotaggio. In uno di questi viaggi, colto da grosso fortunale nelle bocche di Bonifacio dovette cercare rifugio nel porto della Maddalena, e dimorandovi alcuni giorni, per la prima volta gli balenò l'idea di comprare una parte dell'Isola di Caprera. Aveva riscossi alcuni residui dei suoi stipendi di Montevideo; nei suoi viaggi marittimi aveva messo da parte qualche cosa; dall'eredità del fratello Felice aveva raccolto una sommetta; onde gli parve venuto il momento d'impiegare i suoi modesti capitali e decise di comprare dal Demanio Sardo i lotti dell'Isola che erano vendibili e di fissarvi la sua dimora.

Non era esattamente così: l'isola aveva dei proprietari e coi soldi che aveva riuscì a rimediare un piccolo pezzo con sopra un ovile. Nel 1856 l’aveva riattato deciso a farne il nido d’amore per la fidanzata inglese Emma Roberts. I figli di questa però si opposero e a lui non restò che ribattezzare il cutter, con cui faceva cabotaggio, col suo nome. Col cutter poi trasportava anche quanto necessario per le riparazioni e un “box” di legno da aggiungere alle tre misere stanze. Poté così essere raggiunto dai figli accompagnati da Battistina Ravello che egli aveva assunto per accudirli. Ma il destino doveva ancor più legarlo alla sua isola. Il 7 gennaio 1857, al ritorno da un viaggio da Genova, l'"Emma", carica di calce, pozzolana, ferro e legnami, naufragò nei pressi di Caprera; fu una svolta decisiva nella sua vita, da quel momento egli decise di dedicarsi definitivamente all'agricoltura (per ora). Se intorno alla casa aveva costruito un muretto era per difendersi dalle capre selvatiche ma dai maiali di Collins, il coinquilino, che devastavano il suo orto non c’era altra soluzione che sparargli. Alle rimostranze di Collins Garibaldi propose un duello che l’inglese non accettò naturalmente. Anzi da quel momento divennero grandi amici. Alla morte di Collins, la vedova decise di disfarsi della proprietà ma Garibaldi era al verde come spesso gli capitava. La faccenda fu risolta dal Times di Londra, che aprì una sottoscrizione tra i numerosi ammiratori di Garibaldi, raccogliendo così la somma di denaro necessaria per l’acquisto della quota di Collins e anche per il rimpatrio in Inghilterra della vedova. Ora poteva dirsi re a casa sua e la corte si ingrandì ben presto con ambasciatori e gente di tutte le razze che venivano a prendere consigli. Bakunin che si recò in visita nel 1864 la definì "una vera repubblica democratica e sociale".

La casa  "Porto Vecchio, 7 dicembre 1855 

"Sono diretto per la Sardegna, …ove penso che sarà facile che scelga un punto di stabilimento, per passarvi alcuni mesi d'inverno, o forse per abitarvi definitivamente, se trovo un posto adatto” ….. Finì che egli fu ospite nuovamente dei Susini a La Maddalena e ogni giorno, con Pietro, passava in Gallura per cacciare e per sondare e verificare se proprio lì avrebbe voluto stabilirsi.. Perché - gli chiese Pietro - non stabilirsi in una delle isole de La Maddalena…. Infatti la sua scelta cadde a poco a poco su Caprera, a questa ancor più prossima di S. Stefano, ma più appartata, difesa dalla costa sarda dalle prime due. Prima di lasciare La Maddalena, il 29 dicembre 1855, egli diede a Pietro Susini la più ampia procura perché acquistasse per suo conto la metà circa dell'isola (l'altra metà era in mano a un inglese un certo Collins), tanta quanto ne consentiva comunque l'eredità di Felice. …Il primo ricovero di Garibaldi a Caprera fu una tenda sotto la quale bivaccò per due mesi con Menotti; ma egli aveva premura di riunire la famiglia, facendo trasferire nell'isola anche gli altri figli, Teresita e Ricciotti…si diede quindi a restaurare una casupola di tre vani appartenuta un tempo a qualche pastore. Ma gli spazi non erano sufficienti neppure per la provvisorietà: quindi con l'"Emma" (bastimento, cutter) trasportò da Nizza una piccola costruzione in legno smontata e la sistemò accanto all'altra. Cinse il territorio con un muro per tenere lontane le capre fameliche e finalmente nell'estate 1856, con gran gioia della piccola comunità, giunsero Teresita e Ricciotti, accompagnati da una servetta, Battistina Ravello, per accudirli. Ma non bastava. Si mise subito mano alla costruzione definitiva di una vera casa, la "Casa Bianca" e che come tale sarebbe stata poi ufficialmente nota. Il 7 gennaio 1857, al ritorno da un viaggio da Genova, l'"Emma", carica di calce, pozzolana, ferro e legnami, naufragò nei pressi di Caprera; da quel momento egli decise di abbandonare il mare.  da cronacheisolane.it 

segue  "Tutti i movimenti che si registravano a Caprera erano seguiti dagli occhi vigili della polizia segreta sotto copertura e dai carabinieri. La minaccia di un attentato era giunta il 6 maggio 1861 da Firenze. Un sicario nominato "Maschera di Ferro" sic !!. si sarebbe recato sull'isola per ucciderlo. Il sindaco, Susini, oltre a vietare la navigazione intorno all'isola richiese l'invio di un contingente di Bersaglieri. Garibaldi da questo momento non poteva essere protetto meglio dentro e fuori Caprera. Nessuno vide "Maschera di Ferro", Garibaldi stesso non aveva dato molto peso a queste minacce e aveva forse pensato alle solite manovre Piemontesi per interdire le sue azioni. Il 16 agosto Garibaldi scriveva al Sindaco. - ……sensibile alle dimostrazioni d'affetto che ella unitamente ad autorità e popolazione mi hanno dato in questi scorsi giorni, la pregherei di intervenire per il ritiro di quel distaccamento di Bersaglieri lasciato qua di stazione, perché io credo supreflua ormai la loro presenza…. Suo Dev.mo Giuseppe Garibaldi-"  

I "Baraccamenti militari agli Stagnali" di Caprera erano in origine un grande insediamento realizzato dal Ministero della Guerra (ramo Marina) all'inizio del secolo scorso ed utilizzato come caserma per ospitare i 630 uomini del Battaglione Bersaglieri ad uso alloggi, magazzini, uffici, cucine, refettorio e stalle per cavalli e muli. L'insediamento di Stagnali, sorto su terreni espropriati agli eredi di Giuseppe Garibaldi, è stato previsto per l'accasermamento di truppe mobili di soccorso al litorale, allo scopo di assicurarsi la difesa dell'arcipelago contro un tentativo di sbarco e impedire al nemico un ancoraggio sicuro nelle acque interne. All'interno di un lungo trinceramento furono approntati baraccamenti e magazzini per il ricovero di almeno 500 uomini, padiglioni per gli ufficiali, cucine, cisterne, lavatoi e tutti i servizi necessari, per un totale di 90 ambienti delle più varie dimensioni, una superficie coperta di 2.700 mq e una dotazione di servizi comprendenti 7 cisterne capaci di contenere più di 550 mc di acqua potabile.

GLI STAGNALI   

Agli inizi del '900 e successivamente, i capannoni dove oggi sorge il Centro di Educazione Ambientale, erano occupati dalla 3a Compagnia del Battaglione.

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