..... Lloyd George riferisce, nelle sue "Memorie di guerra", di
essere arrivato a Rapallo la sera del 4 e dice la conferenza essere
iniziata il 5. Tale datazione, che si presenta in disaccordo con quella
di Orlando e Aldrovandi, che inoltre precisa che la sera del 4 "le
delegazioni britannica e francese tennero un incontro preliminare" e
che, a proposito della richiesta di sostituzione di Cadorna da parte
degli alleati, dice che questa fu avanzata "la mattina del 5 novembre,
nella prima seduta plenaria" .
Nel diario di Gatti leggiamo che francesi e inglesi
arrivano alle 19 del 5 e si riuniscono subito, tra loro. Il Generale
Gatti commenta: "il pensiero che vengono a radunarsi in casa nostra, per
decidere della nostra sorte, con esclusione nostra, ripeto, è
orribile"... il testo completo
http://www.castellano1869.it/veo/3-IL PRESIDENTE DELLA
VITTORIA/127.1-171105.htm
Ci si da appuntamento a Peschiera del Garda 3 giorni dopo: Presenti per
l’Italia, oltre al Re Vittorio Emanuele III, Emanuele Orlando Presidente
del Consiglio, Sidney Sonnino, il Generale Alfieri e l’On. Bissolati,
per l’Inghilterra il Primo Ministro Lloyd Gorge, il Generale Wilson,
capo di S.M. dell’Esercito, il Generale Robertson, il Generale Smutz, e
per la Francia, M. Painlevé Capo del Governo, M. Franklin Bouillon ed il
Maresciallo Foch. La vergogna della rotta e il non voler passare per
quelli che hanno sempre bisogno di qualcuno per tirarsi fuori dai guai
(risorgimento docet) fanno dare al Re uno dei suoi migliori messaggi
alla nazione e ai popoli europei in guerra. Senza ascoltare militari e
politici senza idee che si rimpallavano le responsabilità del momento,
vere o anche soltanto presunte, il Re prese la parola, e con cognizione
di causa, usando contemporaneamente e correttamente l’italiano il
francese e l’inglese, senza bisogno di interpreti convinse i suoi
alleati rilasciando l'ordine del giorno che segue sotto. Cadorna intanto
aveva fatto le valigie e al suo posto Diaz dalla sera dell'8.
http://www.peschieramuseo.it/storia.aspx
|
|
Formigine 19 novembre 1918
Catturato il 29 ottobre 1917 ore 14- Monte Cullar, Illeso
Dal 24 al 27 ottobre mi trovavo a riposo nella zona di Chianeipade in
Val Chiarsò comandante la Comp. Di marcia del battaglione assieme alla
4^ Comp. Il 28 alle 4 del mattino un ordine scritto a matita dal
Capitano Bruno sig. Aldo, Comandante la 1^ Compagnia, a riposo a Pian
del Bar ordinava a me ed al Ten. Fraci di spostarci con le compagnie
sulle pendici meridionali del Cullar. Prendemmo infatti posizione , di
fronte a Valle Aupa, e non più di fronte al nemico dove vi erano in
posizione due Compagnie del Battaglione la 2a e la 3a , collegandomi io,
a sinistra con la 4a e a destra con la 1a. La linea si estendeva dalla
Cima del Monte fino a Forca Griffon una serie di fortissime differenze
di altezza tali da formare una grande scala. Feci presente di avere un
tratto di linea molto esteso avendo pochi uomini (40) ed il Capitano
Sig.Bruno mi tranquillizzò dicendomi che trovandoci in seconda linea non
vi era ancora bisogno, di (di)stendere gli uomini. tanto più che la
pioggia continuava incessante dalla mattina e non essendovi ricoveri,
avessi attendato la truppa che non avesse corrisposto in caso di una
ritirata. Così si passò il giorno 28 e tutta la mattina sotto la pioggia
incessante. Durante la notte assistei agli incendi in Valle Aupa e alle
nostre spalle a Salino. Ciò che m’impensierì fortemente, convinto che si
ritiravano senza darci ordini. La mattina del 29 mi recai dal Capitano
Sig. Bruno per prendere ordini, visti che non ne venivano ed il Capitano
volle risalire con me. Gli feci osservare che avevo disposto gli uomini
in piccoli gruppi collegati con delle sentinelle alla miglior maniera
nascosti sotto gli alberi del bosco.
Raggiungemmo così il Comando della 4a Compagnia dove vi erano il Tenente
Fraci, Ten.Vismara della 4a, Ten. Virga, Sottotenente Traina,
Sottotenente (aspirante) Paparusso della 1a e la riunitici ed lesse un
ordine firmato dal Comando Tattico di M. Pizzul Ten. Colonnello Dina,
nel quale si ordinava una seconda linea che dallo Zouf per Chianeipade
risaliva al Cullar, ridiscendendo per Forca Griffon la suddivideva i 3
tratti l’ultimo del quale al Comando del Capitano Bruno Sig. Aldo e che
si stendeva dalla Cima del Cullar fino a Forca Griffon. Che bisognava
attendere un 1° ordine che ci avesse avvisati che la 2a linea diveniva
1a essendosi ritirate le Compagnie (3a e 2a), che ad un 2° ordine ci
saremmo ritirati diretti per Tolmezzo raggiungendo M. Corona nell’alto
Tagliamento. Il capitano Bruno ci disse ............. la truppa giacché
dovendo poi fare molta strada a piedi dato il tempo pessimo non sarebbe
servita a sostenere la ritirata. La nebbia fortissima ci impediva di
vedere ovunque. Verso mezzogiorno si dileguò tanto per permetterci di
osservare le prime linee a sinistra della nostra linea. Non vi era anima
viva. Solo in valle alle nostre spalle truppa in piccoli gruppi che non
si distingueva se austriaci o nostri. Certo che colpi di fucili
austriaci echeggiavano alle spalle. Il capitano Bruno era ritornato al
suo posto, a Casera Forchiutta; parlai con il Tenente Fraci e Vismara
della 4a Compagnia che era alla mia sinistra esponendo loro il pensiero
d’esser stati abbandonati. Il Tenente Fraci mi parlò che la truppa era
abbattutissima così si decise di recarci di nuovo dal Capitano per
convincerlo ad andare via. Verso le 12 infatti scendemmo a Forchiutta
dove trovammo il Capitano col Tenente Medico del Battaglione ed al quale
esponemmo le nostre ragioni. Il Capitano protestò vivamente dicendoci
che l’ordine era tassativo: di non muoversi senza ricevere ordini e che
precisò, bisognava stare in postazione. Sembrava che avesse mandato dei
bersaglieri di pattuglia per assicurarsi di collegamenti della sua
linea. Con binocolo visuale allo Zouf, e Chianeipade tutto era deserto.
Eravamo per risalire quando da
un roccione il S.tenente Traina ci gridò che un capitano Austriaco si
era dato prigioniero. Lungo il sentiero incontrammo invece un Tenente
austriaco che disse di voler parlare al Capitano. Lo facemmo
accompagnare dal Tenente Virga e ritornammo a Forca Cullar per vedere
cosa succedesse. Dalla cima del Cullar lungo le pendici occidentali del
Monte, quasi alle nostre spalle a sinistra sull’orlo del bosco,
austriaci con mitragliatrici pronte a far fuoco ci gridavano di venire
avanti. La truppa imprecava d’esser stata abbandonata ed avere lasciate
le armi convinta d’essere stata circondata. In pochissimo tempo il
nemico ci fu addosso e ci fece prigionieri. La truppa d’altra parte era
soggetta al nemico che si trovava sempre sui roccioni più alti pronti a
fare fuoco .... ed era inutile la resistenza. Così riuniti tutti a forca
Griffon ci condussero a Moggio. Forza approssimativamente: 500 uomini –
Ufficiali otto – il Comandante di linea Capitano Bruno Sig. Aldo,
Tenente Vismara, Fraci della 4a compagnia, Tenente Virga, Traina ed
Aspirante Paparusso della 1a Tenente Moro del Reparto Zappatori, io
comandante la Compagnia di marcia del battaglione.
Campi di Prigionia: Mauthausen, Hart, Muhling
(Austria).
Ammalato, mai curato ho sofferto le pene più atroci con l’idea fissa del
desiderio, dato che la mia malattia non mi permetteva tentare di
fuggire, visto gli inutili ......... di alcuni colleghi, che furono
sempre ripresi. Rimpatrio il 3 Novembre. Il 2 le sentinelle austriache
avevano abbandonato la guardia. Il Sig.Colonnello Rossacher ufficiale
più anziano del campo ci disse di aver preso lui il comando e di non
muoverci attendendo ordini giacchè avendo anche le armi del nemico non
si sapeva se fossimo un presidio militare d’occupazione. ....3 al giorno
ci disse invece che ognuno era libero di rimanere, attendendo i treni
speciali pel rimpatrio, oppure tentare attraverso le linee ferrate di
raggiungere l’Italia in ogni modo. Partii con 3 colleghi la sera del 3
facendo linee secondarie giacché temevamo di esser fermati a Graz, per
Cilli (Celje, Slovenia sulla linea ferroviaria Graz Maribor Lubiana
detta meridionale perché arrivava a Trieste da Vienna), dove truppa
ungherese ci fece fuoco nella stazione mentre mi attendeva un primo
treno per ......... uccidendo fra altri il nostro collega Miazzi,
arrivai a Trieste l’8 presentandomi al Comando del 7° Bersaglieri. La
mattina dell’8 imbarcato sulla R.N Francesco F..... fui portato a
Venezia . Il 9 mattina .... Castelfranco Emilia dove giunsi il 10. Da
Castelfranco a Spilamberto, Castelnuovo Rangone, Formigine.
La 2a e 3a compagnia in
salvo |