ORO (ARGENTO, FERRO E RAME) ALLA PATRIA -   Il Rito della "fede"

Al tempo della guerra italo-etiopica e delle sanzioni economiche decise dalla Società delle Nazioni, il fascismo promosse una raccolta di oro (da donare !!! alla patria), come risposta a quelle sanzioni e per gli usi di regolamento monetario internazionali diventati più difficili da quel momento. Molti personaggi famosi si adeguarono. Croce e Albertini, senatori, su invito del Presidente del Senato offrirono la medaglia d'oro senatoriale. Cesare Pavese al confino a Brancaleone, "..ha serbato buona condotta, conducendo vita appartata, dimostrandosi pentito del suo passato" dice l'informativa di polizia "Per quanto il suddetto viva in ristrette condizioni economiche, non avendo oro od altri oggetti da dare alla Patria, ha fatto pervenire al segretario politico la somma di Lire 50 accompagnandola con patriottiche parole". Non dimentichiamo che la regina Elena per prima aveva donato la fede d’oro. Non bastava la monarchia, e per convincere i cattolici "fa scena" anche l'arcivescovo di Bologna Nasalli Rocca che dona  la sua croce pastorale.Oro dalla Regina Segue il collare dell'Annunziata del principe ereditario Umberto. Pirandello addirittura quella del premio Nobel. Oro e ferro alla Patria: mentre tutti gli italiani offrono oro, i bambini portano ferro e altri metalli, da inviare alle fonderie, rinunciando talora anche alle biciclette, per ricavarne cannoni. Il 18 dicembre era stato dichiarato "giornata delle fedi": tutte le coppie sposate erano state invitate a donare alla patria l'anello nuziale ricevendone in cambio un attestato di benemerenza ed una vera (fede) di ferro. Il paese intanto si abitua all’autarchia; ne sono espressione la scomparsa di vari generi d’importazione (dal caffé, al pepe, al cacao, al caucciù). Non si poteva negare che con l'Etiopia ci fossimo inimicati mezzo mondo, non quello coloniale perchè questo faceva anche di peggio, nè gli Usa che già perseguivano un colonialismo diverso sui generis. Ma le piazze si mobilitarono ugualmente con intervento delle autorità e associazioni. Oltre alla vera erano stati offerti anche altri gioielli d'oro (e argento) e quell'anno, in tutta Italia, furono raccolti oltre cinquecento milioni di lire oro. Gli Ebrei stessi che tre anni dopo saranno colpiti dalle leggi razziali fecero fondere oro per la giornata. Anche dopo il 1940 furono lanciate campagne per la requisizione di ferro (cancelli, caldaie, letti ed arredi metallici vari) necessario a produrre armamenti. La fede d'oro non poteva sparire in seguito dai matrimoni, perché questo sarebbe stato troppo.  Da allora si fece uso di una lega leggera, talmente leggera (5 gr), che ne sarà impossibile il recupero a posteriori.

Testimonianze

L'oro alla patria come si vede anche dalle due illustrazioni sottostanti non era solo "fenomeno" italiano: se ne trova tracia anche oltre i confini italiani nel Sud Tirol allo scoppio del conflitto dopo il nostro anno di neutralità - Giugno 1915 Alto Adige - "ho dato oro in cambio di ferro". La sezione bolzanina dell'iniziativa ha raccolto in nove mesi 837 anelli d'oro, 242 d'argento, 260 paia di orecchini d'oro, 19 d'argento, 17 braccialetti d'oro, 69 d'argento, 113 spille d'oro, 8 d'argento, 65 orecchini d'oro, 164 d'argento, 32 catene d'oro, 16 d'argento, 26 cucchiai d'argento, 596 vecchie monete e contanti per 184 corone.

Se qualcuno pensa che l'oro alla patria fu un invenzione del Duce commette un errore, perché "lui" non ha fatto altro che rispolverare antichi usi anche a noi vicini all'epoca della Grande Guerra.

Comitato francese per l'oro alla Patria

Naturalmente si escludono i prestiti di guerra, della ricostruzione etc. che venivano sollecitati da tutti i contendenti con altri mezzi (e restituiti prima o poi) .

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