LA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE

I RE BARBARI

3a parte

RAVENNA
la nuova capitale

Secondo le fonti antiche Ravenna fu fondata da Greci della Tessaglia e quindi abitata dagli Umbri. Scampò alle invasioni galliche e, nel 191 a.c., dopo la vittoria dei Romani sui Galli Boi (Bologna), subì l'influsso romano. Nell'89 a.C. Ravenna divenne municipio e nell'82 funzionò come porto di appoggio per la flotta di Metello (allora era in riva al mare). Con Augusto fu scelta come base navale della flotta imperiale operante nell'Adriatico, con la costruzione del vicino porto di Classe (anch’esso in riva al mare). Dopo le invasioni barbariche dei Goti (i Goti erano Visigoti se dell'ovest, Ostrogoti se dell'est) di Alarico, l'imperatore Onorio vi stabilì, nel 402, la capitale dell'impero d’Occidente dopo la lunga tradizione germanica di Treviri. Treviri ormai era diventata un campo di battaglia, mentre Ravenna circondata da zone umide paludose e vicino al mare si prestava anche per lunghi assedi. I barbari per fortuna non avevano ancora una flotta e il mediterraneo non era ancora una prateria indiana dei pirati saraceni. Ebbe inizio allora un periodo di grande prosperità e potenza, non interrotto neppure dalla conquista di Odoacre (476) poi di Teodorico (493). Conquistata una prima volta dai Bizantini, guidati da Belisario, verso la metà del VI sec. d.c., fu da essi posta a capo dei loro domini in Italia (Esarcato) sul finire dello stesso secolo. Dopo alcuni tentativi di resistenza alle forze longobarde, Ravenna aprì le porte al loro re Liutprando. L'Esarcato, per accordi tra Longobardi, papato e impero, ritornò sotto il dominio bizantino. La concorrenza di Venezia e il progressivo allontanamento del mare ridussero la sua giurisdizione e importanza all’attuale Romagna. Nel 751 il re longobardo Astolfo conquistava Ravenna e cancellava ogni residua forma di indipendenza e autonomia. 5 anni dopo i Longobardi cedettero Ravenna e il suo territorio ai Franchi di Pipino, i quali ne fecero dono al papato. Gli arcivescovi di Ravenna, appoggiati dall'aristocrazia locale, opposero una tenace resistenza alla sottomissione alla Santa Sede e non rinunciarono al dominio temporale dell'Esarcato. Si schierarono pertanto dalla parte degli imperatori germanici e divennero grandi feudatari dell'impero appoggiandone la politica durante la lotta per le investiture e nelle successive guerre contro i Comuni
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Giovino (411-413)

Guntar re dei Burgundi e Goar re degli Alani nominano ora Imperatore Giovino (411-413). I primi occupano Worms, Treviri e l'alta Valle del Rodano (chiamata poi Burgundia o Borgogna). Ataulfo re dei Visigoti sconfigge l’esercito di Giovino, poi lo stesso Giovino (412), prende Narbona, Tolosa, Bourdigala (Bordeaux) e assale Marsiglia (413). Galla Placidia, rapita nel sacco di Roma, è ora sua moglie (gen. 414). Ataulfo eleva allora imperatore Prisco Attalo, che gli conferma il possesso dell'Aquitania (414), ma  Vallia, fratello e successore di Ataulfo, combatte in Spagna per Onorio (416-418 virando la sua politica di 180°), rendendogli non solo Galla Placidia ma anche Prisco Attalo in cambio della conferma del possesso dell'Aquitania.

 GIOVANNI (423-425)

Giovanni Primicerio dei notai, è eletto dal partito avverso a Costantinopoli (dic. 423) appoggiato dal generale unno Ezio. Teodosio II Imperatore d'Oriente invia una flotta guidata da Ardaburio che viene però dispersa da una tempesta. Ardaburio è catturato presso Ravenna ma con l'aiuto del figlio Aspar, giunto via terra e del partito filo-orientale cattura e giustizia Giovanni ad Aquileia (425). Ezio, giunto con 60.000 unni, si rappacifica con Galla Placidia.

Galla Placidia
Regina dei Visigoti - moglie di Flavio Costanzo III (IMPERATORE DESIGNATO- interregno)
Reggente madre di Valentiniano III

Aelia Galla Placidia principessa romana (circa 390/1 - 27 novembre 450) era figlia dell'Imperatore Teodosio I (regno 378-395) e della sua seconda moglia Galla (374-394). Alla morte del padre, l'Impero romano fu diviso in una parte orientale, sotto i fratelli Arcadio e Onorio per quella occidentale. Entrambi gli imperatori erano fratellastri di Galla, che rimase a vivere nel settore occidentale. Promessa sposa a Eucherio, figlio del generale Stilicone e della moglie Serena, figlia del fratello di Teodosio I, non convolò a nozze in seguito alla caduta in disgrazia del generale ed all'esecuzione dell'intera sua famiglia. Nel 410, nel corso del sacco di Roma operato dai Visigoti, fu presa in ostaggio dal loro re Alarico con
Ezio (490-454), poi Generale, e alla sua morte sposò il suo successore Ataulfo divenendo così Regina dei Visigoti. Da Ataulfo ebbe un figlio, Teodosio, che morì poco dopo la nascita. Ucciso Ataulfo (415), ed anche il suo successore Sigerico, il nuovo re Vallia stipulò con l'impero romano d'Occidente un trattato che prevedeva, tra le altre clausole, la restituzione di Galla Placidia, che, tornata in Italia, sposò Flavio Costanzo, generale di Onorio, imperatore destinato col nome di Costanzo III (421, anno della sua nomina ad Augusto, coimperatore associato non riconosciuto dalla corte orientale). Ma la sua nomina dura poco perchè il 2 settembre 421 muore e i rapporti con Bisanzio di colpo migliorano). Da lui ebbe una figlia, Justa Grata Honoria (417 o 418) e un figlio, Flavio Placido Valentiniano (nato nel 419 poi Valentiniano III dal 437). Dopo la morte del secondo marito, coinvolta in conflitti tra i generali Castino e Bonifacio, privata dal fratello Onorio del titolo di augusta, fuggì con i propri figli a Costantinopoli (423), dove regnava il nipote Teodosio II, figlio di Arcadio. Nell'agosto dello stesso anno 423, alla morte senza eredi di Onorio, si aprì il problema della successione sul trono d’Occidente. Giovanni Primicerio, incoronato in questa circostanza, non fu riconosciuto da Bisanzio, dove fu organizzata una spedizione militare per riportare a Ravenna Galla Placidia e Valentiniano, nel frattempo nominato cesare. Nel 425 Giovanni fu sconfitto, Valentiniano III divenne augusto e Galla Placidia tutrice del figlio fino alla maggiore età (437). Galla Placidia morì a Roma il 27 novembre 450. Della sua vita si ricordano anche la fede cattolica fervente e intransigente, non disposta ad alcun compromesso con l'eresia ariana e con il paganesimo (punito ad esempio con la condanna a morte del mago Zosimo) e la committenza artistica, che si esplicò soprattutto a Ravenna, ed in particolare nell'edificazione del Mausoleo che ancora oggi porta il suo nome, Patrimonio dell'Umanità protetto dall'UNESCO.

Da Ezio a Odoacre http://www.scuolascacchi.com/medioevo/da_ezio_a_odoacre.htm

I TESORI DI UNA CAPITALE

Ataulfo, re dei Visigoti: “Dapprima avrei voluto trasformare l’impero romano in un impero gotico; ma i Goti sono barbari, non sanno obbedire e non sono capaci di creare uno Stato. Perciò pensai di riportare, con le armi dei Goti, il nome di Roma alla sua antica gloria. Non potendo essere il distruttore dell’impero, decisi di esserne il restauratore”. I veri padroni dello Stato erano loro i generali barbari (Stilicone, Ezio, Oreste...), che riuscivano a convincere le proprie genti, che eleggevano e deponevano a loro piacimento gli imperatori. L’autorevolezza dello stesso Senato, era ormai definitivamente tramontata. Gli stessi Barbari nemici erano affascinati dallo splendore romano, dalle leggi, dall’ordine che da queste emanava. Dopo i generali barbari venne la volta dei Re Barbari e il primo, Odoacre, impostò una politica conservatrice, lasciando ai romani la possibilità di mantenere l'esercizio delle cariche minori e la professione religiosa, mantenendo così sostanzialmente intatta la struttura organizzativa. Chi avesse percorso allora il paese, con le sue grandi vie consolari che erano ora diventate il tallone d’Achille della penetrazione, avrebbe notato ai lati di queste distruzione e saccheggio, così come si sarebbe trovato di fronte nuove o cresciute città assurte a splendore dai capricci dei barbari o della economia che aveva preso strade diverse. Come in tutte le monarchie stabilite su territorio romano, anche in questa il nuovo re si studia di estendere sul suo popolo le prerogative e i diritti di successione, e ciò allo scopo di ingabbiare l'indomita tendenza centrifuga, propria all'individualismo germanico. La nomina del Re spesso si decideva in una sfida a chi era il più forte. L'assemblea popolare barbara infatti, organo principale dell'antica costituzione, a poco a poco viene sostituita dal sistema burocratico romano, il cui centro è il palatium o corte del re. Barbari e romani coesistevano come due comunità separate: ciascuno conservava il suo diritto, la sua legge, la sua lingua e le sue tradizioni. L'esercito tuttavia resta loro esclusivo privilegio; solo  eccezionalmente vi sono immessi ufficiali romani e bizantini. Come diceva Ataulfo i romani allora erano come i tedeschi  oggi e loro i barbari invece erano inaffidabili, incasinati, indisciplinati, individualisti, pronti a lasciare le schiere o a sfidarsi alla prima discussione. Ironia della sorte, nella penisola e nel bacino mediterraneo,  nei paesi ora chiamati  latini, autoctoni e nuovi arrivati così diventarono, mentre fuori dai confini ancora oggi il mito romano, le leggi, la disciplina e l’ordine continuano a mietere ammirazione. Il latino è a tutt'oggi, oltre che lingua ufficiale del Vaticano, materia di studio in Italia e all’estero (Germania, Inghilterra ) In Finlandia una radio trasmette in latino tutto il giorno. Esistono proposte per rendere il latino lingua ufficiale per scopi amministrativi dell'Unione Europea, in modo da scegliere una lingua che non sia ufficiale di qualche Stato membro (l'inglese è la lingua franca). I motti ufficiali dell'Unione europea e degli Stati Uniti d'America sono in latino: rispettivamente In varietate concordia e E pluribus unum. La Svizzera, per evitare 'preferenze' tra le sue tre lingue ufficiali (e le sue quattro lingue 'nazionali') è ancora chiamata ufficialmente Confoederatio Helvetica (o Helvetia).

La basilica di S. Vitale (sopra) fu voluta da Ecclesio, che resse il vescovato di Ravenna all'incirca nel decennio tra il 522 e il 532. I lavori ebbero inizio negli anni successivi al 525. La fine dei lavori all'edificio varia dal 547 fino al 548, anno in cui il vescovo Massimiano la consacrò. Caratteristica per la pianta ottagonale, la chiesa è considerata il monumento più bello dell'arte bizantina. Qui, nelle pareti laterali, si possono ammirare due grandi pannelli che rappresentano Giustiniano e Teodora. Adiacente alla basilica di S. Vitale è il piccolo Mausoleo di Galla Placidia (V secolo 450 circa) Galla Placidiacon mosaici di rara bellezza. Ma Galla Placidia (immagine sotto) non è qui sepolta Al patrono della città Sant'Apollinare sono dedicate due basiliche, una in centro e l'altra a circa 5 km dall'abitato a Classe. Sant'Apollinare Nuovo (VI secolo) fu eretta da Teodorico e pertanto nacque come basilica ariana e solo successivamente venne consacrata al culto cattolico. La basilica sorge accanto a una costruzione che, ancorché erroneamente, è sempre stata chiamata "Palazzo di Teodorico", forse perché nel suo interno si conservano frammenti del pavimento musivo della reggia di Teodorico

Dalla Storia d'Italia di Pietro Bianchi Vol. II:

IL SACCO DI ROMA E LE NOZZE DI GALLA PLACIDIA

Alla morte di Stilicone ben 30.000 barbari passarono ad Alarico. .... Il capo Visigoto chiese la Pannonia e il titolo di magister utriusque militiae. Avrebbe anche voluto entrare in rapporti amichevoli con l'impero ed essere accettato.. Al rifiuto di Onorio scese in Italia per costringere col terrore la corte di Ravenna. Giunto ad Ostia si trovò Roma difesa da 18 km di mura e 4oo torri. Alarico, rispettoso e superstizioso, si limitò ad assediarla e ad intercettarne i rifornimenti. Stretta nella carestia e nella pestilenza la città (eterna) si arrese.... Si spogliarono i vecchi dei pagani e si fusero le statue preziose per pagare il riscatto e tenere Alarico fuori dalle mura. Ma neppure ora Onorio volle accordarsi. Alarico riportò alla fame i romani ed elevò al rango di imperatore il greco Prisco Attalo. Ai tentennamenti di Attalo, attraverso la porta Salaria, Alarico entrò e prese Roma. La città protetta dagli Dei, Roma, la città invincibile era lì ai loro piedi dopo 800 anni di storia. Gli stessi Barbari ne erano stupiti. A Ravenna corsero ad informare Onorio: Roma alla fame era perita e questi "Impossibile gli ho dato da mangiare io stesso poco fa" Si riferiva ad un gallo che teneva a corte e che portava quel nome (forse per esorcizzare lo aveva anche chiamato con un nome femminile) Questi erano gli imperatori dell'epoca. Alarico diede ordine di non toccare le chiese e chi vi si rifugiasse. Per le vie come si immagina i barbari si diedero al saccheggio e alla violenza. Eppure, giova ripeterlo, non erano barbari nel senso che si da oggi alla parola. Il sacco fu più lo sfogo per un amore deluso, la rabbia di non essere stati accettati, che l'espressione di un odio tra stirpi avverse.  Alarico andrà a morire nel Basento in Calabria

Dalla Storia d'Italia di Pietro Bianchi Vol. II

La città dei cesari era stata declassata al rango di una città da parata. Ci si andava a festeggiare matrimoni e incoronazioni, con l'illusione di far rivivere le antiche, gloriose usanze. Una città per spettacoli, nella quale una quantità di nullatenenti offriva a poco prezzo entusiasmo e clamori. Galla coi figli (a sinistra Valentiniano)Questi poveri diavoli si assiepavano ai lati delle strade per assistere agli inutili e insensati trionfi di imperatori imbelli......erano i nullatenenti che la crisi economica aveva privato dei piccoli poderi e urbanizzati, disperati pronti ad ogni avventura.... Nascere nella campagna era una maledizione; non si cercava che il modo di fuggirne. Qualcuno così si era unito agli eserciti di passaggio ritrovandosi a combattere a fianco degli Unni contro i Visigoti, poi contro gli Unni, poi con il comandante ribelle contro tutti senza amor di patria, senza spirito ne parte, ..senza sapere contro chi si sarebbe combattuto il giorno dopo, il mese dopo. Altri si erano dati alla macchia ...accanendosi contro contrade, latifondi etc... Chi era ricco diventava ricchissimo, incamerava per pochi soldi i poderi e nemmeno li coltivava. Chi era povero diventava misero (dopo che i cavalli e il fuoco erano passati sui suoi campi), chi era misero diventava schiavo !!!!. Il primato della Sicilia, granaio dell'impero era insidiato giocoforza da altre terre specialmente africane (anche la metereologia era molto cambiata). Incapaci di reggere uno stato questi barbari rinunciavano a imporre tasse, ci pensava il senato romano che spremeva il popolo ed esentava se stesso.

S. Gerolamo: Il lume più splendente si è spento, il capo del mondo è stato troncato, sulle rovine di una sola città è andata in rovina tutto l'impero. . . Non vi è paese che non veda fuggiaschi. La voce nel dettare mi si strozza in gola e i singhiozzi mi impediscono di parlare.

La bellissima giovane Galla Placidia, forte e autoritaria, aveva trovato modo di far innamorare di se Ataulfo, cognato di Alarico. Ataulfo venne eletto Re dei Visigoti.  In cambio della pace sposava Galla. A Ravenna, inutile dirlo, acconsentirono subito. Il matrimonio venne celebrato nel 414 a Narbona (Narbonne Francia) con un cerimoniale solenne, simile a quelli romani. Ataulfo era vestito alla romana, 50 giovani goti inginocchiati davanti alla sposa le offrirono vassoi colmi d'oro e di gemme (erano quelli presi a Roma).  Erano i suoi schiavi dono personale del re. Furono recitati versi e canti.. a dare un tocco comico contribuì Attalo, l'ex imperatore fantoccio che era stato messo a far da direttore al coro e se la sbrigò benissimo. L'anno dopo Ataulfo moriva per mano di un altro barbaro a  Barcellona. Erano anni in cui era difficile  morire di vecchiaia

AttilaImperatori d'occidente
Onorio 395-423

Costanzo III morto nel 421 coimperatore associato ( ma non regnò)
Giovanni Primicerio 423-425 usurpatore
Valentiniano III figlio di Galla Placidia (sotto tutela materna fino al 437) 425-455
Petronio Massimo 455
Avito 455-457
Maggioriano 457-461
Libio Severo 461-465
Antemio 467-472
Olibrio (472)
Glicerio (473 - 474)
Giulio Nepote - (474 - 475 deposto /480)
Romolo Augustolo 'ultimo' imperatore d'Occidente (475 - 476)

MAUSOLEO DI TEODORICO A RAVENNA

 Nel luogo della necropoli dei Goti, il re Teoderico volle erigere il proprio mausoleo. Costruito nel 520, rimase però incompiuto (foto sotto). Il mausoleo è formato da due ordini di prismi decagonali di pietra d'Istria. La parte inferiore è più larga e ha su ciascun lato una nicchia voltata a tutto sesto, che nel lato a ovest lascia il posto alla porta d'accesso alla camera inferiore, che ha pianta a croce ed è coperta da una volta a crociera. La parte superiore è, invece, più stretta ed è coperta da una cupola formata da un monolito con dodici anse sul bordo, nelle quali furono incisi i nomi di otto apostoli e degli evangelisti. Come sotto anche nella parte superiore vi è una camera sepolcrale a forma circolare. Lo stato odierno del mausoleo ci impedisce di presumere come potesse essere la sua struttura precedentemente. Per esempio, il significato e la funzione delle dodici anse del monolito. Qualcuno ha fornito una soluzione abbastanza pratica spiegando la presenza di quei fori per fare passare le canape che avrebbero dovuto sollevare la mole del mausoleo di oltre trecento tonnellate. Per alcuni la struttura del mausoleo riprende quella di una tenda usata nelle regioni orientali dai Goti per cui le anse sarebbero una stilizzazione degli elementi strutturali della copertura che fuoriescono dal cielo della tenda, terminando a forma di grosso uncino. Analogamente, il fregio a tenaglia, riprodurrebbe un gancio in uso nelle tende d'Oriente

Odoacre 1° Re barbaro dal 476 d.c.

Odoacre (434 ca-493), figlio di un ministro di Attila, Edicone, si pose al servizio dell’impero romano coi suoi Eruli, divenendo comandante delle guardie imperiali. Fu acclamato anche re dagli Eruli, che reclamavano ora da Roma la concessione delle terre secondo i canoni della "hospitalitas". Tale richiesta venne respinta da Oreste, il generale romano di origine germanica che nel 475 aveva posto sul trono imperiale il figlio Romolo Augustolo dopo aver dichiarato decaduto l’imperatore Giulio Nepote. Odoacre affrontò a Pavia Oreste e l’uccise, quindi depose l’imperatore (476), ponendo così fine all’impero romano d’occidente. Governò di fatto l’Italia, pur riconoscendo l’autorità dell’imperatore d’oriente Zenone. La fisionomia dell’ormai moribondo impero romano d’Occidente era da tempo cambiata: l’Italia, ultima reliquia di tanta grandezza, divenne una sorta di protettorato di Bisanzio; l’aquila imperiale non abitava più da queste parti, era l’impero d’Oriente l’unico erede di Roma e la sola potenza egèmone. Odoacre governava non solo su tutta la penisola ma ad Est e a Ovest nelle terre immediatamente adiacenti. Dopo una spietata campagna militare contro i Vandali (476 - 477) che occupavano ancora parte della Sicilia e l'annessione della Dalmazia, Zenone, preoccupato dei recenti successi del re germanico, mobilitò Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti, il quale sconfisse Odoacre presso Verona (489) e, dopo un lungo assedio a Ravenna, lo costrinse a capitolare (493), per poi ucciderlo a tradimento.

mausoleo di Teodorico

Odoacre riceve Romolo Augustolo

Per saperne di più sull'eresia ariana http://www.filosofico.net/ario.htm

http://www.marcopolovr.it/progetti/barbari/Religione.htm

Regge lo stato per Atalarico la madre Amalasunta (figlia di Teodorico), ma in pochi anni  (534) muoiono entrambi (la madre si dice avvelenata). l'Imperatore d'oriente sentitosi investito di diritti di successione e di giustizia da inizio a una lunga guerra con fasi e successi alterni che termina nel 554 con la conquista dell'intero territorio italiano che diventa provincia di Bisanzio. Le carte vengono sconvolte dopo alcuni anni (568) con la calata dei Longobardi di Alboino. Ai Bizantini resta Ravenna, Marche, Umbria e mezzogiorno.

http://www.cronologia.it/mondo15f.htm

Teodorico il Grande (454 - 526), primo degli ostrogoti, secondo dei re barbari

Teodorico nacque in Pannonia. Ancora giovane, 8 anni, fu inviato come ostaggio a garanzia della pace tra Bizantini ed Ostrogoti alla corte di Costantinopoli, dove visse e fu educato per 10 anni. Riscattato dal padre, si fece subito valere come comandante e gli successe al trono nel 474. Dal vicino Impero (D’Oriente) otteneva tributi in cambio dei servigi a guardia dei confini. I successi di Teodorico portarono l'imperatore Zenone a riconoscere al re ostrogoto lo stato di federato romano ufficializzando in questo modo il predominio ostrogoto sull'area balcanica.
La presenza di Teodorico stava diventando però sempre più ingombrante per Zenone e nel contempo Odoacre in Italia stava allargando la sua zona di influenza minacciando gli stessi interessi di Bisanzio nell’est Europa e nel mediterraneo. Zenone pensò di risolvere i suoi problemi mettendo l'uno contro l'altro i due re barbari, per cui nel 488 Teodorico preparò la spedizione verso l'Italia che intraprese nell'autunno dello stesso anno. Teodorico varcò le Alpi orientali con al seguito oltre 300.000 Ostrogoti, tra guerrieri e popolazione al seguito, e condusse le sue genti in una serie di cruenti scontri contro gli Eruli, scontri che terminarono dopo cinque anni (493), quando Teodorico fece uccidere a tradimento il suo rivale Odoacre durante un banchetto che avrebbe dovuto sancire la pace tra i due re. L'eliminazione di Odoacre segnò l'inizio del dominio degli Ostrogoti in Italia, dominio che rappresentò un lungo periodo di pace e stabilità. Teodorico per pacificare l'Italia riscattò i cittadini romani fatti prigionieri da altri popoli barbari e procedette alla distribuzione delle terre destinando comunque ai cittadini romani i due terzi delle terre incolte o strappate agli Eruli e il restante terzo alla popolazione ostrogota. Queste ed altre misure permisero all'economia italiana di riprendersi dal lungo ristagno a cui era soggetta oramai da lungo tempo. I lunghi periodi di pace permettevano di recuperare produzioni e colture e di ricostruire o edificare quanto era stato distrutto con la guerra. Non a caso molte delle meraviglie di Ravenna risalgono al V e VI secolo.
Anche in ambito religioso Teodorico, benché di professione ariana, non perseguitò i cristiani. Il nuovo imperatore d’oriente Giustino I, che ambiva invece anche ad una leadership religiosa, dette inizio alla sua personale crociata contro l'Arianesimo, visto come fede inconciliabile e soprattutto pericolosa per il crescente potere della Chiesa Cattolica. Inizialmente Teodorico cercò di raggiungere un accordo pacifico con l'Imperatore d'Oriente, accordo che prevedeva il riconoscimento della libertà religiosa per gli ariani all'interno dell'Impero; le richieste di Teodorico furono respinte da Giustino I che non le volle nemmeno ascoltare. Come risposta Teodorico operò una sistematica persecuzione contro la Chiesa e contro i cristiani, arrivando ad imprigionare ed uccidere persino uno dei suoi più valenti consiglieri, Severino Boezio, e lo stesso papa Giovanni I. Quando oramai il conflitto tra Teodorico e l'imperatore sembrava inevitabile, improvvisamente il re, ormai settantaduenne (526), morì lasciando l'Italia, ormai pacificata, al suo giovane nipote Atalarico che regnerà fino al 534. Teodorico era uno dei pochi a morire di vecchiaia.

 

636-652 Regno di Rotari (editto).
712-744 Regno di Liutprando.
728 Liutprando toglie ai bizantini Bologna e Sutri, ma è indotto dal papa, Gregorio II, a donargli Sutri che costituirà il primo nucleo del Territorio temporale di S.Pietro.
733-742 Liutprando in lotta contro i bizantini e il papato occupa l'Emilia, le Marche e assedia Roma.
749 Astolfo, re dei longobardi occupa Ravenna e  attacca la Chiesa.
754 Chiamato dal papa Stefano II  scende in Italia il re dei franchi Pipino il Breve che, battuto Astolfo, lo costringe con la pace di Pavia a restituire al papa le terre tolte ai bizantini.
756 Astolfo riprende le ostilità e assedia Roma. Pipino il Breve ridiscende e sconfigge Astolfo. Con la seconda pace di Pavia lo obbliga a rinunciare all'esarcato (Ravenna) e alla Pentapoli, che cede a sua volta al papa (donazione di Pipino). Lo Stato della Chiesa si estende ora da Roma alle Marche e alla Romagna.
756-774 Regno di Desiderio che invade il papato.
773-774 Carlo, re dei franchi chiamato da papa Adriano scende in Italia e fa prigioniero Desiderio. Carlo viene proclamato re dei franchi e dei longobardi.
814 Morto Carlo Magno gli succede sul trono imperiale Ludovico il Pio (814-840). 
840-855 Regno di Lotario.
843 Il trattato di Verdun, pone fine alla contesa ereditaria tra i figli di Ludovico il Pio. Lotario ottiene l'Italia, la Borgogna e la Lorena.
855-875 Ludovico è imperatore e re d'Italia. Gli succede dopo un'aspra lotta Carlo II il Calvo (875-877), già re di Francia.
879 Carlomanno (877-880) re d'Italia e di Baviera lascia la guida dell'Italia al fratello Carlo il Grosso.
881 Carlo III il Grosso è re d'Italia e imperatore.
887 Deposizione di Carlo il Grosso e disgregazione dell'impero carolingio.
888 Il Regno d'Italia passa a Berengario I del Friuli, nipote di Ludovico il Pio.

*Attraversati i Pirenei, Carlo aveva conquistato Pamplona e Barcellona, e poi assediato Saragozza, ma ciò non portò dalla sua parte i cristiani locali (come egli aveva invece sperato), perché costoro si sentivano assai più garantiti per le loro liturgie e la loro qualità di vita dall'indifferente tolleranza dei musulmani spagnoli. Attaccato dai Sassoni al Nord Carlo lasciò al paladino Oralndo la retroguardia. Le popolazioni basche, semipagane, che si erano formalmente assoggettate non si fecero sfuggire (15 agosto) l'occasione per vendicarsi.

POI ANDO' ANCHE PEGGIO

La guerra mai sopita completamente prosegue con mediazioni papali fino a quando nel 712 il longobardo Liutprando la dichiara apertamente anche in contrasto con la chiesa che a sua volta si appella ai Franchi. Il Carolingio Pipino il Breve soppianta i Merovingi e viene in aiuto del Papa (754-756).  Alla morte di Pipino il Breve Desiderio, Re dei Longobardi, conclude un patto matrimoniale per le due figlie con gli eredi al trono dei Franchi Carlo Magno (Ermengarda) e Carlomanno (Gerbera). Carlomanno muore nel 771 e Carlo Magno ripudiando Ermengarda  ha mani libere in Italia. Nel 774, dopo un lungo assedio a Pavia, finisce il regno Longobardo iniziato nel 568. Nonostante la sconfitta di Roncisvalle* contro i Mussulmani e i Cristiani protetti di Spagna  (778) Carlo Magno si ritrovò a governare un grande impero che la notte di Natale dell'800 venne ufficializzato con la sua incoronazione in Sacro Romano Impero a Roma. Compendeva  la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Germania, la Spagna settentrionale, l’Italia settentrionale, la Toscana, l'Istria e parte della regione danubiana.

 

   

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