LA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE
I RE BARBARI
3a parte
RAVENNA
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Giovino (411-413) Guntar re dei Burgundi e Goar re degli Alani nominano ora Imperatore Giovino (411-413). I primi occupano Worms, Treviri e l'alta Valle del Rodano (chiamata poi Burgundia o Borgogna). Ataulfo re dei Visigoti sconfigge l’esercito di Giovino, poi lo stesso Giovino (412), prende Narbona, Tolosa, Bourdigala (Bordeaux) e assale Marsiglia (413). Galla Placidia, rapita nel sacco di Roma, è ora sua moglie (gen. 414). Ataulfo eleva allora imperatore Prisco Attalo, che gli conferma il possesso dell'Aquitania (414), ma Vallia, fratello e successore di Ataulfo, combatte in Spagna per Onorio (416-418 virando la sua politica di 180°), rendendogli non solo Galla Placidia ma anche Prisco Attalo in cambio della conferma del possesso dell'Aquitania. GIOVANNI (423-425) Giovanni Primicerio dei notai, è eletto dal partito avverso a Costantinopoli (dic. 423) appoggiato dal generale unno Ezio. Teodosio II Imperatore d'Oriente invia una flotta guidata da Ardaburio che viene però dispersa da una tempesta. Ardaburio è catturato presso Ravenna ma con l'aiuto del figlio Aspar, giunto via terra e del partito filo-orientale cattura e giustizia Giovanni ad Aquileia (425). Ezio, giunto con 60.000 unni, si rappacifica con Galla Placidia. Galla Placidia Da Ezio a Odoacre http://www.scuolascacchi.com/medioevo/da_ezio_a_odoacre.htm |
I TESORI DI UNA CAPITALE |
Ataulfo, re dei Visigoti: “Dapprima avrei voluto trasformare l’impero romano in un impero gotico; ma i Goti sono barbari, non sanno obbedire e non sono capaci di creare uno Stato. Perciò pensai di riportare, con le armi dei Goti, il nome di Roma alla sua antica gloria. Non potendo essere il distruttore dell’impero, decisi di esserne il restauratore”. I veri padroni dello Stato erano loro i generali barbari (Stilicone, Ezio, Oreste...), che riuscivano a convincere le proprie genti, che eleggevano e deponevano a loro piacimento gli imperatori. L’autorevolezza dello stesso Senato, era ormai definitivamente tramontata. Gli stessi Barbari nemici erano affascinati dallo splendore romano, dalle leggi, dall’ordine che da queste emanava. Dopo i generali barbari venne la volta dei Re Barbari e il primo, Odoacre, impostò una politica conservatrice, lasciando ai romani la possibilità di mantenere l'esercizio delle cariche minori e la professione religiosa, mantenendo così sostanzialmente intatta la struttura organizzativa. Chi avesse percorso allora il paese, con le sue grandi vie consolari che erano ora diventate il tallone d’Achille della penetrazione, avrebbe notato ai lati di queste distruzione e saccheggio, così come si sarebbe trovato di fronte nuove o cresciute città assurte a splendore dai capricci dei barbari o della economia che aveva preso strade diverse. Come in tutte le monarchie stabilite su territorio romano, anche in questa il nuovo re si studia di estendere sul suo popolo le prerogative e i diritti di successione, e ciò allo scopo di ingabbiare l'indomita tendenza centrifuga, propria all'individualismo germanico. La nomina del Re spesso si decideva in una sfida a chi era il più forte. L'assemblea popolare barbara infatti, organo principale dell'antica costituzione, a poco a poco viene sostituita dal sistema burocratico romano, il cui centro è il palatium o corte del re. Barbari e romani coesistevano come due comunità separate: ciascuno conservava il suo diritto, la sua legge, la sua lingua e le sue tradizioni. L'esercito tuttavia resta loro esclusivo privilegio; solo eccezionalmente vi sono immessi ufficiali romani e bizantini. Come diceva Ataulfo i romani allora erano come i tedeschi oggi e loro i barbari invece erano inaffidabili, incasinati, indisciplinati, individualisti, pronti a lasciare le schiere o a sfidarsi alla prima discussione. Ironia della sorte, nella penisola e nel bacino mediterraneo, nei paesi ora chiamati latini, autoctoni e nuovi arrivati così diventarono, mentre fuori dai confini ancora oggi il mito romano, le leggi, la disciplina e l’ordine continuano a mietere ammirazione. Il latino è a tutt'oggi, oltre che lingua ufficiale del Vaticano, materia di studio in Italia e all’estero (Germania, Inghilterra ) In Finlandia una radio trasmette in latino tutto il giorno. Esistono proposte per rendere il latino lingua ufficiale per scopi amministrativi dell'Unione Europea, in modo da scegliere una lingua che non sia ufficiale di qualche Stato membro (l'inglese è la lingua franca). I motti ufficiali dell'Unione europea e degli Stati Uniti d'America sono in latino: rispettivamente In varietate concordia e E pluribus unum. La Svizzera, per evitare 'preferenze' tra le sue tre lingue ufficiali (e le sue quattro lingue 'nazionali') è ancora chiamata ufficialmente Confoederatio Helvetica (o Helvetia). |
La basilica di S. Vitale (sopra) fu
voluta da Ecclesio, che resse il vescovato di Ravenna all'incirca nel
decennio tra il 522 e il 532. I lavori ebbero inizio negli anni
successivi al 525. La fine dei lavori all'edificio varia dal 547 fino al
548, anno in cui il vescovo Massimiano la consacrò. Caratteristica per
la pianta ottagonale, la chiesa è considerata il monumento più bello
dell'arte bizantina. Qui, nelle pareti laterali, si possono ammirare due
grandi pannelli che rappresentano Giustiniano e Teodora. Adiacente alla
basilica di S. Vitale è il piccolo Mausoleo di Galla Placidia (V secolo
450 circa)
Dalla Storia d'Italia di Pietro Bianchi Vol. II: |
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IL SACCO DI ROMA E LE NOZZE DI GALLA PLACIDIA Alla morte di Stilicone ben 30.000 barbari passarono ad Alarico. .... Il capo Visigoto chiese la Pannonia e il titolo di magister utriusque militiae. Avrebbe anche voluto entrare in rapporti amichevoli con l'impero ed essere accettato.. Al rifiuto di Onorio scese in Italia per costringere col terrore la corte di Ravenna. Giunto ad Ostia si trovò Roma difesa da 18 km di mura e 4oo torri. Alarico, rispettoso e superstizioso, si limitò ad assediarla e ad intercettarne i rifornimenti. Stretta nella carestia e nella pestilenza la città (eterna) si arrese.... Si spogliarono i vecchi dei pagani e si fusero le statue preziose per pagare il riscatto e tenere Alarico fuori dalle mura. Ma neppure ora Onorio volle accordarsi. Alarico riportò alla fame i romani ed elevò al rango di imperatore il greco Prisco Attalo. Ai tentennamenti di Attalo, attraverso la porta Salaria, Alarico entrò e prese Roma. La città protetta dagli Dei, Roma, la città invincibile era lì ai loro piedi dopo 800 anni di storia. Gli stessi Barbari ne erano stupiti. A Ravenna corsero ad informare Onorio: Roma alla fame era perita e questi "Impossibile gli ho dato da mangiare io stesso poco fa" Si riferiva ad un gallo che teneva a corte e che portava quel nome (forse per esorcizzare lo aveva anche chiamato con un nome femminile) Questi erano gli imperatori dell'epoca. Alarico diede ordine di non toccare le chiese e chi vi si rifugiasse. Per le vie come si immagina i barbari si diedero al saccheggio e alla violenza. Eppure, giova ripeterlo, non erano barbari nel senso che si da oggi alla parola. Il sacco fu più lo sfogo per un amore deluso, la rabbia di non essere stati accettati, che l'espressione di un odio tra stirpi avverse. Alarico andrà a morire nel Basento in Calabria |
Dalla Storia d'Italia di Pietro Bianchi Vol. II
La città dei cesari era stata declassata al rango di una città da
parata. Ci si andava a festeggiare matrimoni e incoronazioni, con
l'illusione di far rivivere le antiche, gloriose usanze. Una città per
spettacoli, nella quale una quantità di nullatenenti offriva a poco prezzo
entusiasmo e clamori.
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S. Gerolamo: Il lume più splendente si è spento, il capo del mondo è stato troncato, sulle rovine di una sola città è andata in rovina tutto l'impero. . . Non vi è paese che non veda fuggiaschi. La voce nel dettare mi si strozza in gola e i singhiozzi mi impediscono di parlare. La bellissima giovane Galla Placidia, forte e autoritaria, aveva trovato modo di far innamorare di se Ataulfo, cognato di Alarico. Ataulfo venne eletto Re dei Visigoti. In cambio della pace sposava Galla. A Ravenna, inutile dirlo, acconsentirono subito. Il matrimonio venne celebrato nel 414 a Narbona (Narbonne Francia) con un cerimoniale solenne, simile a quelli romani. Ataulfo era vestito alla romana, 50 giovani goti inginocchiati davanti alla sposa le offrirono vassoi colmi d'oro e di gemme (erano quelli presi a Roma). Erano i suoi schiavi dono personale del re. Furono recitati versi e canti.. a dare un tocco comico contribuì Attalo, l'ex imperatore fantoccio che era stato messo a far da direttore al coro e se la sbrigò benissimo. L'anno dopo Ataulfo moriva per mano di un altro barbaro a Barcellona. Erano anni in cui era difficile morire di vecchiaia |
![]() Onorio 395-423 Costanzo III morto nel 421 coimperatore associato ( ma non regnò) Giovanni Primicerio 423-425 usurpatore Valentiniano III figlio di Galla Placidia (sotto tutela materna fino al 437) 425-455 Petronio Massimo 455 Avito 455-457 Maggioriano 457-461 Libio Severo 461-465 Antemio 467-472 Olibrio (472) Glicerio (473 - 474) Giulio Nepote - (474 - 475 deposto /480) Romolo Augustolo 'ultimo' imperatore d'Occidente (475 - 476) |
MAUSOLEO DI TEODORICO A RAVENNA Nel luogo della necropoli dei Goti, il re Teoderico volle erigere il proprio mausoleo. Costruito nel 520, rimase però incompiuto (foto sotto). Il mausoleo è formato da due ordini di prismi decagonali di pietra d'Istria. La parte inferiore è più larga e ha su ciascun lato una nicchia voltata a tutto sesto, che nel lato a ovest lascia il posto alla porta d'accesso alla camera inferiore, che ha pianta a croce ed è coperta da una volta a crociera. La parte superiore è, invece, più stretta ed è coperta da una cupola formata da un monolito con dodici anse sul bordo, nelle quali furono incisi i nomi di otto apostoli e degli evangelisti. Come sotto anche nella parte superiore vi è una camera sepolcrale a forma circolare. Lo stato odierno del mausoleo ci impedisce di presumere come potesse essere la sua struttura precedentemente. Per esempio, il significato e la funzione delle dodici anse del monolito. Qualcuno ha fornito una soluzione abbastanza pratica spiegando la presenza di quei fori per fare passare le canape che avrebbero dovuto sollevare la mole del mausoleo di oltre trecento tonnellate. Per alcuni la struttura del mausoleo riprende quella di una tenda usata nelle regioni orientali dai Goti per cui le anse sarebbero una stilizzazione degli elementi strutturali della copertura che fuoriescono dal cielo della tenda, terminando a forma di grosso uncino. Analogamente, il fregio a tenaglia, riprodurrebbe un gancio in uso nelle tende d'Oriente |
Odoacre
1° Re barbaro dal 476 d.c. Odoacre (434 ca-493), figlio di un ministro di Attila, Edicone, si pose al servizio dell’impero romano coi suoi Eruli, divenendo comandante delle guardie imperiali. Fu acclamato anche re dagli Eruli, che reclamavano ora da Roma la concessione delle terre secondo i canoni della "hospitalitas". Tale richiesta venne respinta da Oreste, il generale romano di origine germanica che nel 475 aveva posto sul trono imperiale il figlio Romolo Augustolo dopo aver dichiarato decaduto l’imperatore Giulio Nepote. Odoacre affrontò a Pavia Oreste e l’uccise, quindi depose l’imperatore (476), ponendo così fine all’impero romano d’occidente. Governò di fatto l’Italia, pur riconoscendo l’autorità dell’imperatore d’oriente Zenone. La fisionomia dell’ormai moribondo impero romano d’Occidente era da tempo cambiata: l’Italia, ultima reliquia di tanta grandezza, divenne una sorta di protettorato di Bisanzio; l’aquila imperiale non abitava più da queste parti, era l’impero d’Oriente l’unico erede di Roma e la sola potenza egèmone. Odoacre governava non solo su tutta la penisola ma ad Est e a Ovest nelle terre immediatamente adiacenti. Dopo una spietata campagna militare contro i Vandali (476 - 477) che occupavano ancora parte della Sicilia e l'annessione della Dalmazia, Zenone, preoccupato dei recenti successi del re germanico, mobilitò Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti, il quale sconfisse Odoacre presso Verona (489) e, dopo un lungo assedio a Ravenna, lo costrinse a capitolare (493), per poi ucciderlo a tradimento. |
Per saperne di più sull'eresia ariana http://www.filosofico.net/ario.htm http://www.marcopolovr.it/progetti/barbari/Religione.htm Regge lo stato per Atalarico la madre Amalasunta (figlia di Teodorico), ma in pochi anni (534) muoiono entrambi (la madre si dice avvelenata). l'Imperatore d'oriente sentitosi investito di diritti di successione e di giustizia da inizio a una lunga guerra con fasi e successi alterni che termina nel 554 con la conquista dell'intero territorio italiano che diventa provincia di Bisanzio. Le carte vengono sconvolte dopo alcuni anni (568) con la calata dei Longobardi di Alboino. Ai Bizantini resta Ravenna, Marche, Umbria e mezzogiorno. |
Teodorico il Grande (454 - 526), primo
degli ostrogoti, secondo dei re barbari
Teodorico nacque in Pannonia. Ancora
giovane, 8 anni, fu inviato come ostaggio a garanzia della pace tra
Bizantini ed Ostrogoti alla corte di Costantinopoli, dove visse e fu
educato per 10 anni. Riscattato dal padre, si fece subito valere come
comandante e gli successe al trono nel 474. Dal vicino Impero (D’Oriente)
otteneva tributi in cambio dei servigi a guardia dei confini. I successi
di Teodorico portarono l'imperatore Zenone a riconoscere al re ostrogoto
lo stato di federato romano ufficializzando in questo modo il predominio
ostrogoto sull'area balcanica. |
636-652 Regno di Rotari (editto). *Attraversati i Pirenei, Carlo aveva conquistato Pamplona e Barcellona, e poi assediato Saragozza, ma ciò non portò dalla sua parte i cristiani locali (come egli aveva invece sperato), perché costoro si sentivano assai più garantiti per le loro liturgie e la loro qualità di vita dall'indifferente tolleranza dei musulmani spagnoli. Attaccato dai Sassoni al Nord Carlo lasciò al paladino Oralndo la retroguardia. Le popolazioni basche, semipagane, che si erano formalmente assoggettate non si fecero sfuggire (15 agosto) l'occasione per vendicarsi. |
POI ANDO' ANCHE PEGGIO La guerra mai sopita completamente prosegue con mediazioni papali fino a quando nel 712 il longobardo Liutprando la dichiara apertamente anche in contrasto con la chiesa che a sua volta si appella ai Franchi. Il Carolingio Pipino il Breve soppianta i Merovingi e viene in aiuto del Papa (754-756). Alla morte di Pipino il Breve Desiderio, Re dei Longobardi, conclude un patto matrimoniale per le due figlie con gli eredi al trono dei Franchi Carlo Magno (Ermengarda) e Carlomanno (Gerbera). Carlomanno muore nel 771 e Carlo Magno ripudiando Ermengarda ha mani libere in Italia. Nel 774, dopo un lungo assedio a Pavia, finisce il regno Longobardo iniziato nel 568. Nonostante la sconfitta di Roncisvalle* contro i Mussulmani e i Cristiani protetti di Spagna (778) Carlo Magno si ritrovò a governare un grande impero che la notte di Natale dell'800 venne ufficializzato con la sua incoronazione in Sacro Romano Impero a Roma. Compendeva la Francia, il Belgio, l’Olanda, la Germania, la Spagna settentrionale, l’Italia settentrionale, la Toscana, l'Istria e parte della regione danubiana.
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