R O M A
LA FINE DELL’IMPERO ROMANO - Costantino (Il Grande)
1a parte
PREMESSA
Bisognava andare indietro
di secoli per trovare un
Regno d'Italia (il nuovo dei Savoia Roma esclusa datava già dal 1861) in quella che era la penisola
italica racchiusa geograficamente fra le Alpi Occidentali e Orientali e giù giù
fino alla Sicilia. Quella unicità
territoriale perseguita e raggiunta da quasi tutti i grandi stati europei
nell'ultimo secolo a noi faceva ancora difetto. Di Regni d’Italia
(quello di Napoleone Bonaparte del 1805 era solo sull’Italia settentrionale,
poi lui non era e non si sentiva più italiano), di Re d’Italia o definitisi tali se ne erano
visti molti nei secoli, specialmente nel medioevo, ma erano sempre e solo su parte del
territorio e/o rappresentati da un re straniero, non Italico. Emblematico il
caso di Berengario II d’Ivrea 900/966
(ma anche dell’omonimo Zio Berengario I del Friuli
(ultimo degli Imperatori Romani secondo la formula Carolingia 915/924) che lo aveva preceduto)
che elevò S. Leo (Pu) a capitale indipendente del
Regno nel 961. Due anni dopo Ottone I di Germania
(primo imperatore del Sacro Romano Impero tedesco (SRI)
riportò
tutto allo stato originario battendolo a Pavia e restituendo San Leo al Papa di Roma.
Da Berengario II discese comunque il nucleo originario dei Savoia sul suolo
Italiano quando questi marchese di Ivrea dal 928 al 950 diede la marca
(marchesato) di Torino (detta anche di Susa o Marca Arduinica) ad Arduino il
Glabro (930/976). Arduino combatté i Saraceni che si erano installati nella
Valle di Susa annettendo quei territori: dal 962 Arduino si fregiò del titolo
marchionale di Torino e Susa. Il principale marchese arduinico fu Olderico
Manfredi II, che gestì la marca nel momento di maggior potenza ed estensione
territoriale. Sua figlia, Adelaide di Susa, sposò Oddone di Savoia, e il dominio
sulla regione passò così ai Savoia che discendono fino ai giorni nostri nel ramo
Carignano.
http://it.wikipedia.org/wiki/Ottone_I_del_Sacro_Romano_Impero
)
Quando
qualche anno prima nell’800 Papa Leone III incoronava, la notte di Natale, Carlomagno imperatore del SRI molti dei territori del potere temporale
del papa sono
già formati da quasi 100 anni (vedi donazione Sutri). L’Italia passava quindi come merce
di scambio da una soggezione feudale al
SRI
dei Franchi a quello dei
Germani. Della Roma "Caput Mundi" restavano solo rovine. La città di marmo con oltre un
milione di abitanti si era ridotta a un luogo pericoloso, malsano e con non più di 50.000 abitanti. Le vicende di Carlo Magno con
l’apparato cerimoniale delle incoronazioni imperiali succedutesi in Roma
dall’800 al 1452 (Federico III) avevano fatto sperare in una ripresa urbanistica
e demografica della città. Ma sia la vita del papato percorso da papi e
antipapi, fino al disseppellimento di Papa Formoso processato in scranno nel
897, che il saccheggio dei Saraceni (S. Pietro e S. Paolo fuori le mura, ma
altri s'erano sempre succeduti) a metà 800 l'avevano fatta restare nella più assoluta
indigenza e decadenza, circondario compreso. Ma andare e celebrare a Roma
ricorrenze, matrimoni e quant'altro era
"in", come direbbero oggi. I Papi allora vivevano in Laterano e della odierna
Basilica Vaticana di S. Pietro non si parlava. Roma probabilmente serviva in
rovina anche per ricordare ai posteri la caducità del potere e della gloria.
E neanche si parlava dell'Editto di Costantino del 324 (risultato poi falso) che aveva a questi (Papa) assegnato potere su tutte le terre « In considerazione del fatto che il nostro potere imperiale è terreno, noi decretiamo che si debba venerare e onorare la nostra santissima Chiesa Romana e che il Sacro Vescovado del santo Pietro debba essere gloriosamente esaltato sopra il nostro Impero e trono terreno. Il vescovo di Roma deve regnare sopra le quattro principali sedi, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme, e sopra tutte le chiese di Dio nel mondo... Finalmente noi diamo a Silvestro, Papa universale, il nostro palazzo e tutte le province, palazzi e distretti della città di Roma e dell'Italia e delle regioni occidentali » !!! una cambiale in bianco si direbbe oggi. Secoli dopo (1530) anche Carlo V (straniero) si incoronò Re d'Italia a Bologna ma in capo a pochi giorni sembra fuggisse dalla disperazione di una terra incomprensibile anche a lui divisa da odi e campanilismi. Non è poi cambiata molto.
Detto questo accenniamo alla
Etimologia della parola Italia o Italici. L'utilizzo di questo termine fu
parallelo alla progressiva estensione del concetto geografico di Italia
(derivato dalla forma linguistica Vitalía, forse 'terra dei vitelli'), che, se
indicò dapprima l'estrema punta calabra, giunse per tappe successive a definire
l'intera penisola (49 a.c.).
(Ma non tutte le
interpretazioni coincidono
http://it.wikipedia.org/wiki/Italia#Etimologia_del_nome ).
L’Italia d'allora nasceva dalla fusione di diverse popolazioni autoctone o
ivi
migrate a partire dal II millennio a.C. (es: Latini). Nel nordest erano stanziati i veneti;
nell'odierno Lazio, tra mare e monti i latini appunto, i volsci e gli equi;
dall'altra parte dell'Appennino, invece, fino a sconfinare in Umbria e Marche, i
sabini, gli umbri, i marsi, i peligni, i marrucini, i piceni. Più a sud i
sanniti, che non costituirono mai un popolo unitario, ma un insieme tribale. Nelle zone interne dell'odierna Campania, gli osci, gli iapigi
in Puglia, variamente denominati a seconda delle località: nelle odierne Basilicata
e Calabria i lucani e i bruzi. Il quadro non è completo senza i due popoli, non
indoeuropei, il ligure tra i fiumi Arno e Rodano e l’etrusco. A questi si erano
aggiunti in età recente i galli insubri, cenomani e boi (Bologna). Non abbiamo
accennato naturalmente ai Greci che furono i primi colonizzatori del Sud e alle
altre etnie o razze emigrate singolarmente come gli Ebrei. C'era di che consolarsi.
Per scoprire quindi
la fine dell’ultimo vero regno d’Italia bisogna andare al 476 d.c. (1400 anni
addietro circa, data universalmente presa come
quella della fine virtuale dell’impero romano).
Un motivo di grave debolezza degli eserciti romani del tempo era legato alla
pratica d'arruolare contingenti militari fra le popolazioni barbare
(i romani
ritenevano che non competesse più a loro difendere la patria, la civiltà e il
bene comune cosa a noi arcinota oggi) e farli combattere contro altri barbari, loro fratelli. Il 3
ottobre del 382 d.c. fu stipulato con i Goti stessi, o perlomeno con quelli che
erano scampati alla guerra, un trattato che li autorizzava a stanziarsi lungo il
corso del Danubio, che allora costituiva il confine dell'impero, e di godervi di
un'ampia autonomia. In seguito molti di loro avrebbero militato stabilmente
nelle legioni romane, altri avrebbero partecipato a singole campagne militari in
qualità di foederati, altri ancora, riuniti in bande mercenarie, avrebbero
continuato a cambiare alleanze a seconda della convenienza (e del rimborso). Negli ultimi anni del regno di Teodosio uno dei
capi goti emergenti, Alarico I, partecipò alla campagna che l'imperatore romano condusse
nel 394 contro il rivale Eugenio, per poi rivoltarsi contro il figlio di
Teodosio Arcadio. Il mestiere militare e un pò furbizia portavano anche questi
barbari ai massimi livelli della macchina statale e di più li convincevano,
giorno dopo giorno, che bastava una spallata e il potere sarebbe stato loro. A
questi Romani gli si era rinsecchito, oltre che i muscoli, il cervello.
LA FINE DELL’IMPERO ROMANO (D’OCCIDENTE)
Si accenna molto brevemente e
succintamente ai personaggi più importanti e agli eventi maggiori tralasciando, per quanto
possibile, rivendicazioni, usurpazioni, autoproclamazioni, vuoti di potere etc.
degli ultimi 150 di vita di Roma
http://www.cronologia.it/mondo15f.htm
Costantino (Il Grande)
(nato a Naisso, oggi Nis, Serbia il
27 febbraio 280 (?) – morto ad Ancyrona, presso Nicomedia, il 22 maggio 337) .
Il suo lungo regno aveva visto ritornare una relativa tranquillità nell’impero
Romano. Nel 326 erano iniziati i lavori per la costruzione della "Nuova Roma",
sul sito dell'antica città di Bisanzio, che sarebbe dovuta divenire la nuova
capitale orientale, più vicina ai minacciati confini danubiani. La città venne
inaugurata nel 330 e prese il nome di Costantinopoli (oggi Istanbul) restando fino al 1453 capitale dell'Impero Bizantino (o impero
romano d’oriente). Non così fu alla morte di Costantino (337) e per i 20 anni successivi
fra i figli che si disputarono il potere assoluto (aveva già diviso l'impero,
associandoseli con l'assegnazione a Costantino II (317/340) di Gallia*, Spagna e
Britannia, a Costanzo (317/361) le province asiatiche, i balcani meridionali e l'Egitto e
a Costante (320/350) l'Italia, l'Illirico (Jugoslavia) e le altre province africane
http://it.wikipedia.org/wiki/Costantino_I . Dopo il
breve regno di Giuliano l’Apostata (361/363) e Gioviano (363/364 - Nel febbraio
questi fu asfissiato durante una sosta a Dadastana, 150 Km ad est di
Ancyra (Ankara)). Sale al trono ora Valentiniano (364-375), primo di casata
proveniente nuovamente dai ranghi dell’Esercito.
* ARLES: I Romani comparvero
nella regione meridionale della Francia nel 102 a.C., quando Mario fece scavare
un canale (Fosse mariane) nei pressi. Durante la guerra civile tra Cesare e
Pompeo la città fu a favore di Cesare e dopo la vittoria di questi divenne
colonia romana per i veterani della VI Legione. Qui alloggia nel IV secolo
Costantino II quando il padre (Il Grande) lo nomina coimperatore delle Gallie.
Arles ebbe il nome ufficiale di Constantina tra il 328, anno in cui Costantino
il Grande le cambiò il nome in onore del proprio figlio che proprio qui era
nato, e il 340, anno in cui il Costantino II morì. Il superstite Costanzo II,
mutò il nome della città in Constantia. Nome che tenne ufficialmente fino al 423
anno in cui si ha l'ultima emissione monetaria, per l'usurpatore Giovanni
Primicerio. In un breve periodo concomitante con una invasione barbarica un
generale romano sceso dalla abbandonata Britannia la raggiunse per stabilirvi la
sua capitale. Era o si proclamava anche lui Costantino III (407/411) anno quest'ultimo in
cui la sua testa mozzata arrivò a Ravenna. Era uno dei tanti Usurpatori che
cavalcarono un attimo di gloria nel caos.
Valentiniano I
(imperatore dal 364 al 375)
(nato a Cibalae Pannonia (oggi
Vinkovci Croazia)
321 – Brigezione Oszöni 375)
Valentiniano affidò l'oriente al fratello Valente e poi si associò il figlio
Graziano. Arginò invasioni barbariche in Gallia e Britannia (369). Morì
nell'odierna Oszöni (Ungheria) per un colpo apoplettico mentre era impegnato contro
i barbari. La Pannonia era, nello specifico il Burgenland Austriaco, una parte di
Vienna, la Slovenia e le pianure ungheresi a ovest dell'odierna Budapest (l’attuale Budapest, è
nata nel 1873, dall’unificazione di tre città: Pest, Buda e Óbuda. Óbuda sorge
sulle rovine dell’antica città termale di Aquincum - terme tutt’ora esistenti-)
che si spinge anche nell'ex Jugoslavia.
Nel 433 d.c. la Pannonia fu conquistata dagli Unni da cui il nome Ungheria.
Valente e suo fratello Valentiniano nacquero nella città di Cibalae (in
ungherese Vinkovce nell'odierna regione di Vukovar e Sirmia), 70 Km ad est
di Sirmio (l’attuale Sremska) dove era nato Graziano, rispettivamente nel 328 e nel 321. Passarono la
loro infanzia in Africa e in Britannia in tenute comprate dal padre,Graziano il
Vecchio. Mentre Valentiniano aveva avuto una brillante carriera militare già
prima del suo accostamento al titolo imperiale, Valente passò gran parte della
propria giovinezza nelle proprietà familiari e si unì all'esercito solo intorno
al 360. Valentiniano, tribunus scutariorum, fu una scelta obbligata per la
carica di imperatore. Egli era Illirico come Gioviano e aveva rapporti con
l'armata che aveva scelto il precedente Imperatore l'estate precedente. A
differenza di Gioviano, comunque, Valentiniano fu eletto, e non imposto, per il
ruolo di Imperatore: fu proclamato Augusto il 26 febbraio 364. Il suo primo
gesto fu dividere l'Impero, che giudicava ingovernabile per la sua vastità, e il
28 marzo dello stesso anno designò suo fratello Valente coimperatore per l’oriente. Valentiniano, come
"Augusto" anziano o massimo tenne direttamente l'Italia, l'Illiria,
l'Iberia, la Gallia, la Britannia e la provincia d'Africa; Valente, come Augusto
Junior , ebbe dal fratello la metà orientale dei Balcani, la Grecia, l'Egitto,
la Siria, e l'Asia minore fino alla Persia. Dopo la metà d'agosto del 365, Valentiniano
viaggiò per Mediolanum (Milano), dove risiedette per un anno prima di
raggiungere Treviri in Germania sua capitale fino al 375. Valentiniano I
morendo, lasciava due figli: uno, Graziano, in età di sedici anni (359/383) che
aveva avuto da Severa, la prima moglie, nipote di Costantino, e che era stato
nominato Augusto dal padre morente, l'altro Valentiniano II (4 anni), avuto
dalla seconda moglie Giustina, vedova di Magnenzio. Anche il piccolo
Valentiniano II, dopo la morte del padre fu proclamato Augusto ma tutto il peso
del governo rimase al fratello Graziano, che mantenneTreviri a sua sede. A lui
(nipote) chiese aiuto l’imperatore d’oriente (coimperatore) Valente fratello di
suo padre impegnato a contrastare l' invasione gotica, che restava coimperatore
d’oriente. Pur formalmente unito l’Impero viveva ormai due vite separate,
separate dalla violenza e dall’incertezza dei tempi. Dal mare del nord alla
Persia non passava giorno che qualche tribu non cercasse d'entrare nel sistema
romano.
Graziano
(375-383)
Graziano si apprestava a mandarglieli (gli aiuti) quando gli Alemanni, invadendo la Germania
superiore, lo costrinsero a non privarsi delle truppe e a rivolgersi contro
il nemico più vicino e urgente. Solo nel 378, dopo aver sconfitti gli Alemanni, Graziano
riuscì a muoversi per portare soccorso allo zio, ma a Sirmio fu trattenuto da
una indisposizione e poi dalla notizia della rotta di Adrianopoli e della
tragica morte di Valente. L'impero si trovava in una condizione gravissima: gli
Alemanni si preparavano a invadere ancora la Germania superiore, i Quadi e i
Sarmati, passato il Danubio, penetravano nella Pannonia, i Goti scorazzavano
nella penisola balcanica e giungevano poi in vista di Costantinopoli, insomma
l'Oriente si trovava senza Augusto e coi barbari alle porte. Da solo Graziano
non si sentiva capace di far fronte a tanti nemici e di salvare l'intero impero;
lui aveva 18 anni, e il fratello 6 !!!!.
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