9 Febbraio 2000
Marziani addio

 

soli

 

New York - Secondo due influenti scienziati Usa la vita esiste solo sulla Terra:
"Sondare le profondità dello spazio alla ricerca di segnali intelligenti è inutile fatica", hanno sostenuto Peter Ward e Donald Brownlee in "Rare Earth", un libro appena uscito che ha diviso la comunità scientifica negli Usa.

[...] "la Terra è più unica che rara: altrove i livelli di radiazione sono troppo alti, gli elementi chimici giusti troppo scarsi, i pianeti ospitabili (err?! NdR) troppo pochi e la pioggia di asteroidi troppo intensa per consentire l'evoluzione di forme di vita in comunità avanzate [...] la vita complessa è, quanto meno, rara ...", ha dichiarato Ward [...];
"La gente dice che il Sole è una stella tipica, ma non è affatto vero", gli ha fatto eco l'astronomo Brownlee [...] Secondo Brownlee "tutti gli altri habitat dell'universo sono terribili per la vita. Sono solo Giardini dell'Eden come la Terra in cui la vita può esistere".

[...] L'idea che forme di vita esistano oltre il sistema solare prese piede tra gli scienziati quattro decenni fa quando Frank Drake, un giovane astronomo della West Virginia, captò deboli segnali alieni e calcolò che nella Via Lattea esistevano 10.000 civiltà capaci di comunicare. La tesi fu raccolta da Carl Sagan che alzò la posta a un milione di mondi alieni.
In totale disaccordo, Ward e Brownlee: "solo la Terra offre condizioni per lo sviluppo della civiltà. Solo la Terra, ad esempio, ha a disposizione un pianeta come Giove la cui massa protegge dal bombardamento continuo degli asteroidi. Alla furia delle rocce galattiche va aggiunta l'intesa radiazione e le esplosioni nei centri delle galassie che nuovi studi hanno descritto come focolai di ondate-killer di raggi X, raggi gamma e emissioni ionizzanti".

[...] le chance di vita complessa sono minime, secondo gli autori di "Rare Earth" anche ai margini delle galassie, dove elementi cruciali per il suo sviluppo come il ferro, il magnesio e il silicone sono praticamente assenti.
Quanto alla Terra, secondo il duo Ward-Brownlee, ha altre doti che la rendono unica: un'orbita che la tiene alla giusta distanza dalla sua stella per consentire che l'acqua resti liquida e una luna alla giusta distanza per minimizzare cambiamenti nell'inclinazione del pianeta e garantirne la stabilità climatica.

Fonte: http://www.ilgiorno.it, Scienza

 


 

Di fatto, tutti gli elementi che compongono la rarità della Terra sono veri, per cui la probabilità che ci sia una Terra per Galassia potrebbe essere davvero bassa; tuttavia, la stessa natura della Terra insegna che una delle leggi fondamentali della vita è la differenziazione (la Natura sembra amare pazzamente le differenze e il dinamismo, non le identità e la staticità). Quindi, il punto non è se esiste o meno un'altra Terra da qualche parte; piuttosto, e come si dice da molti anni, esso è se esiste intelligenza superiore di qualche tipo in qualche altro luogo dell'Universo.

Il dinamismo di fondo, più la quantità di galassie e di sistemi stellari dell'Universo, più la valutazione minima della sua anzianità (15-20 miliardi d'anni, secondo le più recenti stime basate sull'osservazione delle sorgenti lontane), suggeriscono che la probabilità di una risposta negativa è bassa quanto quella di un'altra Terra.
Da dove viene allora quest'idea di "solitudine universale"?
Sicuri che il senso di "Rare Earth" sia proprio questo?
Non sarà che, dopo qualche centinaio d'anni, riprende vita in realtà il geocentrismo, tornando a far compagnia all'antropocentrismo, e che questi vecchi signori del tempo oscuro, mai stanchi, tentano di attaccare l'evidenza, avvalendosi degli stessi strumenti che una volta ne decretarono la sconfitta, cioè "I DATI SCIENTIFICI"?

Del resto, che il dato scientifico avrebbe vissuto prima o poi una degenerazione c'era da aspettarselo, poiché esso è un'arma come tante, il cui effetto dipende da chi la usa.
Guardiamoci attorno:

  • potremmo avere una scienza genetica utile, ed invece abbiamo alterazioni genetiche e cloni;
  • potremmo avere una chimica utile, ed invece abbiamo catastrofiche alterazioni chimiche dell'habitat;
  • potremmo avere una fisica utile, ed invece, oltre all'uomo-su-gomma, alle cementificazioni, alle dighe che arrestano il flusso dei corsi d'acqua, agli elettrodotti cancerogeni ed al telefono cellulare, che fa male al cervello sia senza sia con l'auricolare, abbiamo reattori nucleari, uomini-particella e bombe da apocalisse;
  • potremmo avere una medicina naturale ed invece abbiamo una medicina sintetica da assalto, impianti di macelleria extra-lusso ecc...

Stiamo forse ripensando anche le idee sulla diffusione della vita?

Perché allora non reintrodurre anche una Terra immobile al centro dell'Universo e magari anche piatta, con buona pace del CCAR (Chiesa Cattolica Apostolica Romana), che ama così tanto la conservazione da diventare riformista pur di conservare?

Perché non ammettere di nuovo che è il Sole che le gira attorno?

Perché, in definitiva, non concedere a noi stessi una lussuriosa "botta" centripeta, così da finire in bellezza come il più cretino dei buchi neri?

Cosa peserà di più sull'immaginario collettivo: una siffatta solleticazione dell'ego, che si sommerà a quelle quotidiane sulla pancia e sui genitali, oppure qualche altra, più realistica, valutazione?

Marziani addio !!!
Bentornati Dinosauri !!!

 

F. G. Urbon

 


 

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