Affermazioni di J. Ratzinger (alias Benedetto XVI) a Ratisbona

http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/esteri/benedettoxvi-4/patologie-della-fede/patologie-della-fede.html

 

 

"La guerra santa è agire contro Dio"

 

Citazione da “Il Corano”, F. Peirone, OM 1979: “GIHAD La Guerra Santa dell’Islam. Per poco i Dottori musulmani non l’hanno collocata tra i pilastri dell’Islam. In effetti è considerata fard ‘ala –l-kifaya = dovere che incombe (in maniera generale e non personale) su ogni maschio musulmano, adulto, sano di mente e di corpo, con mezzi propri per combattere nel sentiero del Dio. Il concetto di Guerra Santa ha subito variazioni nei secoli. In linea di massima non si può affermare che l’Islam si è fatto strada con la spada, anche se in taluni casi ciò si è verificato. Il gihad dovrebbe essere un combattimento per la fede. I mistici considerano anche il gihad akbar = la guerra grande contro sé stessi e le proprie passioni”

 

Da quanto precede deriva che la Guerra Santa non è in assoluto “agire contro Dio”, come pretende J. Ratzinger; lo diventa se, anziché essere la lotta individuale per unirsi spiritualmente ad Allah è trasformata in pretesto per soddisfare le proprie passioni. Allora bisogna distinguere e dire che il fondamentalismo islamico, lungi dal seguire il Corano cerca di addomesticarlo per fini politici, una strategia familiare anche alla Chiesa cattolica romana. Che Ratzinger ci voglia liberare del fondamentalismo islamico con l'Omeopatia (Similia similibus curentur)?!!!.

 


 

.. è ancor più vero che l'argomentazione "decisiva" contro la "conversione mediante violenza" sta nel fatto che "non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio" .. un imperativo per il quale, sembra di capire, il Papa ritiene la religione cristiana più attrezzata.

 

Ora, che un papa cattolico parli contro la conversione violenta e dica che non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio significa una rivoluzione culturale senza precedenti, poché sia la conversione violenta sia l’agire contrario alla ragione hanno costituito l’essenza della Chiesa cattolica romana per tutti i suoi 1400 anni di vita.

 


 

"Per la dottrina musulmana Dio è assolutamente trascendente, la sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza .. al contrario del cristianesimo, che ha tra i suoi capisaldi il rispetto dell'uomo con massime quali "Dio non si compiace del sangue".

 

Anzitutto, quello del Dio persona o personale o con attributi umanoidi è un punto di vista del tutto “personale”, ossia non oggettivo, ossia irrazionale, ossia, citando Ratzinger, contro la natura di Dio. Tale natura trascendente, oltre ad essere la percezione istintiva di quasi tutte le culture aborigene, massacrate culturalmente e socialmente dal colonialismo morale e politico occidentale, è professata anche dall’Antico Testamento ed è presente soprattutto nel Vangelo di Giovanni (Gv; 3,6-14 segg.).

Quindi, l’Islam professa una natura di Dio razionale e congruente.

Secondariamente, il Cristianesimo è un universo religioso molto variegato che non include la Chiesa cattolica romana, la quale è stata una chiesa agli antipodi del Cristianesimo fin dalla sua prima istituzione, essendo per sua genesi imperiale ed imperialista. Essa si è assai compiaciuta del sangue, della tortura, dell’appropriazione indebita, del complotto, della congiura, dell’aggiotaggio, dell’usura, dello stupro e quant’altro; ragion per cui, non può essere un suo rappresentante a fare questo genere di morale a nessuno fino a purificazione completata, cosa che non esiste finché la Chiesa cattolica baderà più alle apparenze che alla sostanza, più al potere temporale che alla evoluzione spirituale, più ad arbitrio, a lussuria e ricchezza che a obbedienza, castità e povertà.

 


 

"... è importante dire con chiarezza in quale Dio noi crediamo e professare convinti questo volto umano di Dio". L'invito di Benedetto XVI ai credenti è quindi quello di avere un ruolo attivo nella società come testimoni di Dio: "Non dobbiamo sprecare la nostra vita, né abusare di essa, neppure dobbiamo tenerla per noi stessi; di fronte all'ingiustizia non dobbiamo restare indifferenti, diventandone conniventi o addirittura complici".

 

Che i cattolici pretendano di dire con chiarezza in quale idolo credono è loro diritto; continuare a rompere le scatole al prossimo imponendo le loro personalissime convinzioni non è però loro diritto come non è diritto di questi mascalzoni di fondamentalisti islamici andare in giro per il mondo ad assassinare gente inerme in nome di Allah.
Di questo nessuna persona, autenticamente cristiana o musulmana può diventare complice.

 

 

F. G. Urbon

 

 


 

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