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La Parrocchia,
la Forania, l'intera Diocesi di S. Tiziano, vivono questa mattina
una delle ore più intensamente commosse e tristi. Piangiamo la scomparsa
di uno dei Sacerdoti più distinti ed eccellenti della Diocesi. Piangiamo.
Piange il Vescovo che è per partire e che ha avuto occasione più
volte di edificarsi nei rapporti con Monsignor Felice Rosada ed
ha desiderato, non solo di essere presente a questo tributo di preghiera
e di lacrime, ma anche di celebrare personalmente la S. Messa su
quell' Altare al quale tante volte egli è salito, sia per tributare
a lui un estremo attestato di affetto, sia per dire a tutti i cari
sacerdoti della Diocesi di S. Tiziano, ai viventi ed agli scomparsi,
tutto il suo amore, il suo ricordo più affettuoso.
Lo piange anche il Vescovo nuovo, il nuovo Pastore che sta per entrare
nella Diocesi e che era a Lui legato da particolari vincoli di stima
e di affetto ( Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I
ndr. ), che ha voluto dimostrargli con tanta delicatezza assistendolo
nelle ultime ore.
Lo piangono i suoi congiunti; fratelli, sorelle e nipoti ; sopratutto
la mamma sua che anche in questa occasione rivela ciò che essa ha dato
di meglio al suo figliolo : la fortezza, lo spirito di fede e di
fiducia in Dio.
Lo piangono i confratelli della Forania che vivevano con lui in
una edificante fraterna armonia; i Sacerdoti di tutta la Diocesi
che guardavano a Mons. Rosada con legittimo orgoglio. Lo piangono
i fedeli della sua Parrocchia originaria, Gaiarine,
i fedeli che lo hanno potuto avere Apostolo pio e zelante a Vazzola,
a Orsago, nella Cattedrale di Vittorio Veneto.
Lo piangete soprattutto voi, cari fedeli di Mel, che per oltre diciassette
anni avete potuto ammirare da vicino e godere del beneficio delle
sue doti distinte di Sacerdote e di Pastore.
Sacerdote intelligente, colto, studioso, Sacerdote saggio, equilibrato,
prudente, profondamente umile e diffidente di sè fino da parere
talvolta timido, ma forte e coraggioso quando erano in gioco valori
fondamentali. E voi avete certamente impresso nell'animo il
ricordo di ciò che egli ha fatto, di ciò che egli ha sofferto durante
l'ultima guerra insieme con voi e per voi.
Sacerdote pio, di una pietà illuminata, intensamente e metodicamente
coltivata, pietà tenerissima verso il Tabernacolo, verso la Vergine
Santa, che egli ha comunicato ai Suoi fedeli parrocchiani.
Pastore zelante che aveva I'ansia, vorrei dire quasi tormento
santo nello spirito ed il timore continuo e la preoccupazione di
non arrivare sufficientemente a tutti con le sue forze. Quante volte
io ho raccolto dal suo labbro l'espressione di questo timore
che diventava pena acuta e che lo spingeva talvolta a chiedere di
essere esonerato, non già per sfuggire nella responsabilità e nella
fatica, ma solo per quel senso vivo di responsabilità che egli
teneva, che egli aveva nel cuore per i suoi figli.
Ed è caduto sulla breccia. E' caduto sulla breccia alla fine
dell'anno, dopo aver detto con voi il "Grazie a Dio" ,
alla fine della sua giornata di 22 anni di Sacerdozio, di oltre
17 anni di Parroco e di Vicario Foraneo di questa Parrocchia e di
questa Forania ;alla fine, stanco, l'operaio ha chiuso gli occhi.
( l'elogio funebre del vescovo Carraro continua nella pagina successiva )
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