Una bella valle del nostro lago, forse non valorizzata come meriterebbe, conserva, in uno scenario incantevole, tre antichi e straordinari luoghi sacri.
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Seguendo la SS. 340, a 25 Km. da Como, nel pressi dell'isola Comacina, si incontra la frazione Ospedaletto che deve il suo nome ad un ospizio medievale costruito per i pellegrini
che si recavano a visitare l’oratorio di San Benedetto in val Perlana.
Qui, presso la chiesa di Santa Maria Maddalena, è collocato uno gioiellino del nostro lago, un campanile romanico, impreziosito da una cella campanaria aggiunta nel quattrocento.
Si tratta del famoso Campanile di Ossuccio.
I Sacri Monti
sorgono in un momento storico, durante il quale, a causa del mutato clima politico, in oriente, è diventato troppo pericoloso visitare la Palestina.
La "Nuova Gerusalemme", si rivela un valido strumento pedagogico, per far conoscere i luoghi sacri e gli episodi salienti della vita di Gesù.
A partire dal 1400, quindi, ai cristiani viene consigliata questa nuova meta, anziché l'ormai tradizionale pellegrinaggio in Terra Santa.
Poi, nel 1500, dopo il Concilio di Trento, il modello devozionale si evolve per combattere la riforma protestante. Pertanto, viene dedicato anche al culto
della Madonna, dei Santi, della Trinità e del Rosario.
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Proprio di fronte al grazioso campanile, parte una stradina asfaltata che zigzaga per il paese e poi raggiunge la quarta cappella del Sacro Monte di Ossuccio.
Lungo il breve percorso si incontrano vari posteggi, poi, alla fine dell'asfaltatura, un piccola piazza permette lasciare i mezzi di trasporto e proseguire a piedi. Dalla piazzetta,
partono due strade selciate, perfettamente parallele, si imbocca quella destra, chiusa da una sbarra. L'altra è usata per il traffico locale e si riunisce alla prima dopo il Sacro Monte.
Immersi in una sapiente fusione tra ambiente naturale e soluzioni architettoniche, si sale verso il cinquecentesco Santuario della Madonna del Soccorso, lungo un bel viale lastricato,
impreziosito da 14 cappelle seicentesche costruite tra il 1635 ed il 1710, in stile barocco. Pregevoli le statue in stucco ed i bei dipinti che si possono ammirare negli interni.
Questa prima parte del percorso, abbellita da magnifici scorci sul lago, è impagabile.
Più prosaico ma comunque apprezzabile, il ristorante, sul lato a monte del santuario che propone piatti tipici lariani.
Il santuario dell Madonna del Soccorso.
Dopo la chiesa, per un breve tratto, la strada si fa molto ripida ma poi, appena entra nella valle, la pendenza ritorna ragionevole. Ora si incontrano poche casette sparse (20'), tra
le quali si lascia a sinistra la biforcazione per Boffalora. Presto, andando diritti, il sentiero entra in un bosco.
Ancora un’ora di cammino e si raggiunge, nei pressi di una fresca sorgente perenne, l’Abbazia di San Benedetto, un complesso monastico del 1083, costituito da un bell'oratorio
romanico e da alcune altre case in pietra, in parte ristrutturate ed in parte diroccate (1h 20'). Appena prima, un altro sentiero per Boffalora (evitare).
I Benedettini rimangono poco in questa scomoda posizione. A seguito di un miglioramento delle condizioni economiche, optano per una sistemazione più comoda, vicina al lago. Questi
edifici sono giunti fino ai nostri giorni, solo perchè utilizzati a scopi agricoli.
L'Oratorio di San. Benedetto.
Ora si imbocca il sentiero dietro l'oratorio. Si scende verso un piccolo ponte di legno, con il quale ci si porta sull'altro versante della valle. Dopo un brave salita ci si trova
su una mulattiera selciata, fiancheggiata da rustici in rovina, percorribile anche con piccoli fuoristrada.
Scendendo, il panorama migliora ma l'ambiente è sempre più antropizzato. Ora, le casette a fianco della stradina sono ristrutturate e poco prima dell'Abbazia dell'Acquafredda
(o Acqua Fregia) si incontra anche l'asfalto. La fonte che ha dato nome al convento, adesso può venire utile, perché, ormai, avremo finito le scorte d'acqua (45' da S. Benedetto).
Si trasferiscono qui, i frati, nella prima metà del 1100 ma, in seguito, i Benedettini l'abbandonano ed il luogo diventa un rifugio di briganti, poi un incendio
distrugge ogni cosa. Alla fine, nel sei/settecento, nello stesso posto, sorge l'attuale convento di Capuccini, del quale, purtroppo, si può visitare solo la chiesa, dotata, tuttavia, di
pregevoli affreschi del Fiammenghino.
Si scende ancora un pochino, tra gli ulivi, poi si attraversa nuovamente la valle con un lungo ponte in pietra. Subito dopo, si incontra la prima cappella del Sacro Monte. A fianco
della quarta, poco lontana, si trovano i nostri mezzi di trasporto.
Non a caso si è scelto di affrontare questo percorso in senso orario, in questo modo, la salità è decisamente meno soleggiata.
Il tempo impiegato, a conti fatti, risulta meno di 2 ore e 1/2, comunque, per poter apprezzare adeguatamente le bellezze naturali ed artistiche, occorrono almeno 4 ore, nelle
quali è compresa la sosta, per una meritata merenda, nella pineta che circonda l'oratorio di S. Benedetto.
Buon divertimento.
Aggiornato maggio 2017
Una cappella del Sacro Monte.
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Panorama con l'Isola Comacina.
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L'oratorio di San Benedetto. Questa foto è un po' datata, ora i pini sono cresciuti e si vede quasi solo il campanile.
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Il singolare campanile di Ossuccio. Su un campanile romanico è appoggiata una cella campanaria tardo gotica.
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Lenno, Ossuccio e la val Perlana in un'antica stampa.
Si distinguono chiaramente le cappelle del Sacro Monte,
la Madonna del Soccorso e l'abbazia dell'Acquafredda.
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Il campanile di Ossuccio sulla SS. 340
l'Isola Comacina in secondo piano.
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Flagellazione di Gesù.
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I dottori del Tempio discutono con Gesù.
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Adorazione.
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Una cappella del Sacro Monte di Ossuccio.
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