Si cerca di capire la medicina cinese tramite schemi e concezioni di neurofisiologia e biochimica occidentale per poter integrare il procedimento terapeutico cinese con la medicina occidentale rinunciando al confronto diretto con un sistema medico e concettuale totalmente differente...

Notevoli investimenti finanziari ed impegno scientifico sono impiegati a favore della medicina occidentale eppure nonostante il loro continuo incremento, lo stato di salute della popolazione rimane preoccupante. L'eziologia dei disturbi è poco chiara (malessere, irritabilità, insonnia, esaurimenti, vertigini, cefalea ecc...) e mentre per parte della popolazione affetta da questi disturbi viene stesa una diagnosi, per l'altra parte -costituita da oltre la metà delle persone- la visita si conclude senza un'effettiva diagnosi e spesso senza una cura. Accanto a questi disturbi si affermano poi le malattie croniche riconosciute come tali ma che non vengono curate ma solo alleviate dalla medicina occidentale (forme reumatologiche, asma, diabete, allergie...). La medicina occidentale non pone al centro la "cura del paziente" ma la manifestazione clinica, esso viene considerato sullo stato dei suoi organi: in questo modo i pazienti che non presentano esami clinici fuori della norma ma "solo" malessere generale (irritabilità, insonnia, esaurimenti, vertigini, cefalea, depressioni, sensibilità fisica generale, scarsa concentrazione, dolori o infezioni ecc...) non trovano posto nel modello di paziente ammalato.

La medicina cinese, a differenza di quanto appena esposto, considera l'uomo come essere correlato integralmente alle energie dell'universo. Un qualsiasi malessere è segno di una disarmonia ed una precoce diagnosi tramite lo studio dei disturbi rilevati conduce ad un riequilibrio dello sbilanciamento delle energie, più tarda la diagnosi più il sintomo diverrà acuto e degenererà in una malattia vera e propria: prima il sintomo viene analizzato prima si giunge ad equilibrio e meno danni permanenti e degenerativi si avranno.

In occidente si rivendica la necessità di trovare delle spiegazioni scientifiche: senza spiegazioni neurofisiologiche convincenti non si può giungere all'accettazione dell'agopuntura nel mondo occidentale.

E' proprio nella terapia del dolore, soprattutto cronico, che l'agopuntura rappresenta un temibile avversario per la medicina occidentale; si è constatato che il semplice impiego degli agopunti classici ed il loro utilizzo regolare con l'induzione della cosiddetta sensazione deqi -arrivo del qi- si ottengono risultati positivi; la "falsa agopuntura" tramite l'utilizzo di aree cutanee non tradizionali ha evidenziato solo un effetto placebo.

I medici occidentali rilevano una corrispondenza anatomica o istologica degli agopunti classici con i cosiddetti punti "trigger"; evidenziarono anche che alla base degli agopunti vi era una spiegazione anatomica. Dal punto di vista morfologico i punti sono intesi come perforazioni della fascia superficiale attraversate da fasci di nervi e vasi sanguigni con diametro di 3-8 mm che creano con la loro disposizione trasversale rispetto alla fascia superficiale una griglia di minuscoli canali di collagene. Se il fascio di elementi nervosi e sanguigni è perpendicolare alla fascia superficiale la perforazione è rotonda, mentre se è disposto ad angolo acuto la perforazione ha la forma di fessura; nella zona in cui attraversa la fascia superficiale il fascio di nervi e vasi sanguigni è avvolto in una guaina di tessuto connettivo mesenchimale lasso. Sebbene la fascia superficiale non sia presente all'estremità della zona facciale essa presenta a sua volta fasci di elementi nervosi e vascolari assimilabili circondati da una guaina di tessuto connettivo lasso che penetrano in profondità da aree circoscritte della cute.

La superficie cutanea è stata oggetto di studi approfonditi volti ad individuare l'eventuale presenza di fenomeni elettrici; si ipotizzò infatti che la resistenza cutanea -impedenza- nei diversi agopunti diverga in modo rilevante dal resto della superficie cutanea, studi ripetuti non hanno comprovato questa tesi, conseguentemente i cosiddetti cercapunti basati su questo fenomeno non rappresentano un metodo sicuro. Un'altra teoria sostiene che gli agopunti siano fonti di energia elettrica attive da cui fluisce corrente elettrica a causa della maggiore carica elettrica propria , nemmeno questa ipotesi è però suffragata dalle ricerche condotte.

La medicina occidentale ha cercato di trovare una spiegazione anatomica, istologica o elettrofisica anche nell'ambito dei Meridiani ma a differenza degli agopunti sino ad oggi non si è trovato nessun fondamento anatomico. Alcune osservazioni consentono però di presumere con maggior certezza che il postulato dei Meridiani esista realmente:

Grazie al fenomeno degli effetti analgesici dell'agopuntura gli studiosi del dolore operanti in ambito neurofisiologico hanno iniziato ricerche in merito a questo argomento. Prevale oggi la seguente ipotesi:

stimolare perifericamente con un ago un agopunto provoca risposte a livello cellulare nervoso,

la vera e propria stimolazione si ha solo se il deqi (arrivo del Qi) viene generato da sensazioni di rigidità, dolore sordo, oppressione o tensione

gli impulsi passano allora alla periferia del midollo spinale mentre i dolori periferici -cute, articolazioni, organi- passano direttamente al midollo spinale

a livello dei corni dorsali del midollo spinale si ha la trasmissione dell'impulso ad un secondo neurone che conduce l'impulso al talamo ed alla corteccia cerebrale

nel midollo spinale la stimolazione con agopuntura provoca i rilascio di encefalina o dinorfina (non vengono rilasciate endorfine) dette sostanze arrestano la trasmissione dell'impulso nervoso del dolore a livello del midollo spinale giungendo quindi ad un effetto placebo. Vari peptiti vengono coinvolti in questo processo (colecistochinina, somatostatina, neurotensina, calcitonina, angiotensina); nell'analgesia ottenuta tramite agopuntura tuttavia sembra che solo la colecistochinina abbia ruolo rilevante poiché interviene nel processo come avviene con il naloxone (antagonista degli oppiacei) . Argomento combattuto è se essa consenta di bloccare l'analgesia indotta con endorfine

gli impulsi passano poi dal midollo spinale al mesencefalo, a causa delle encefaline qui presenti vengono secrete monoamine (serotonina e noradrenalina) che agiscono sul midollo spinale e inibiscono la conduzione dell'impulso doloroso

successivamente viene interessato l'ipotalamo ove vengono secrete b-endorfine e ACTH (ormone adenocorticotropo con effetti stimolati sulla corteccia surrenale e induce il rilascio del cortisolo) Le cellule che secernono b-endorfine hanno sede nell'ipotalamo, le sostanze vengono poi distribuite attraverso il sistema vascolare

La ricerca sul dolore attribuisce alle endorfine un ruolo essenziale nel blocco integrale della trasmissione del dolore; si è potuto osservare in clinica come i pazienti trattati in precedenza con naloxone non ottengano beneficio dall'agopuntura a livello analgesico.

I modelli neurofisiologici occidentali posso spiegare in modo parziale una componente minima degli effetti dell'agopuntura (ossia l'analgesia), sembra che il rilascio di endorfine, monoamine e cortisolo rivestano una certa importanza in alcuni trattamenti di agopuntura anche se non si è in grado di spiegare nemmeno approssimativamente l'elevato numero e l'incredibile varietà degli effetti indotti da tale metodica; questo approccio renderebbe apparentemente superfluo localizzare in modo differenziato gli agopunti.

La Medicina Cinese può essere definita medicina scientifica in quanto