GIULIO MONTEVERDE (Bistagno, Alessandria, 1837 - Roma 1917)
Formatosi alla scuola di Varni, di cui colse il moderato naturalismo,
nel 1865, grazie all'assegnazione del Pensionato Durazzo, poté
completare la sua formazione a Roma. Il soggiorno nella capitale gli
permise di comprendere meglio le vicende della scultura contemporanea e
di liberarsi dai residui classicisti. Iniziò allora a guardare
con interesse al realismo sintetico di Vela. Successivamente Monteverde
entrò in stretto contatto con Giovanni Costa e con la cerchia
dei simbolisti romani, attraverso i quali cominciava in quegli anni a
trovare diffusione in Italia la "cultura del mistero" dei
Preraffaelliti inglesi. La scultura funeraria divenne allora il veicolo
privilegiato per fare affiorare tematiche più allusive e
indeterminate: ne sono esempio il Monumento Pratolongo (1868), quello
per Francesco Oneto (1882) e la Tomba Celle (1893), tutti eseguiti nel
cimitero di Staglieno. Il successo ottenuto da queste rappresentazione
è testimoniato della diffusione di queste immagini in Europa e
nei paesi dell'America Latina.
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