TITLE: Iolokus #3 - Vix te Agnovi - The Collector's Edition * Capitolo 7 * La padrona che io servo rianima ciò che è morto,
Corro giù in cucina notando sulla mia strada che Scully ha vinto la sua battaglia con Zippy e si è stesa sul divano, occupandone quasi metà della lunghezza; la coperta azzurra le è scivolata fino alla vita; dorme in una camicia a maniche lunghe e vedo spuntare il colletto di una T-shirt dalla scollatura. Me la ricordo quando dormiva in grandi camicie da notte di flanella che lasciavano scoperte le sue delicate clavicole e poi, senza nessuna esitazione, completamente nuda, anche quando io indossavo di nuovo i miei boxer e maglietta. Reazione standard ad un aggressione sessuale, mi faccio presente, e sono sorpreso di scoprire una nuova vena di auto-biasimo. Pensavo di esserne uscito, ma Scully è sempre stata fonte di ispirazione. Mi affretto a scaldare il latte, fermando il microonde poco prima che squilli così da non svegliare Scully. Porto Miranda al tavolo e mi siedo, fissando con sguardo assente le foto appese al frigo, quella di me e Miranda, Emerson, Aileen e Samuel al suo battesimo non molto tempo fa. La mia preferita è quella con Miranda e Samuel seduti davanti al grande camino di Emerson intenti a fissarsi con più scetticismo di quanto uno crederebbe capaci i loro piccoli corpi. La didascalia nella nitida calligrafia di Emerson recita: "Pensavo di essere l’unico bambino al mondo." A questo punto il mio nutrire Miranda è più una risposta del mio sistema nervoso autonomo che un’azione consapevole e mi ci vuole un po’ per accorgermi che sua maestà si è addormentata di nuovo fra le mie braccia. La lascio nella sua culla, libera da cuscini e animali di pezza così da impedire il rischio SIDS. Scully si sta dibattendo contro un incubo quando scendo a riporre il biberon nel lavandino. Combattendo inutilmente come un gattino malato contro una coperta aggrovigliata, geme e i suoi occhi si muovono freneticamente sotto palpebre chiuse mentre mi avvicino. Voglio credere che si meriti di soffrire, che i suoi demoni siano in proporzione alla sua natura demoniaca. Come per molte altre cose a cui voglio credere sto avendo sempre più problemi nel tener ferma la mia decisione. I suoi occhi si spalancano improvvisamente come il flash di una macchina fotografica e io sono intrappolato dal suo sguardo. Si stringe contro i cuscini come se potesse scomparirci dentro con la sola forza di volontà. Una mano scatta verso la pistola sul tavolino vicino al divano ma io la fermo. Se mi sparerà di nuovo voglio che questa volta tutti e due si sia in noi. "Mulder?" Annuisco indicando il mio collo intatto. "Ti ho svegliato?" Non mi piace quella domanda, suggerisce che in passato debba aver fatto abbastanza rumore da aver svegliato altre persone. I miei incubi sono silenziosi, anche lei ne ha attraversati un’infinità dormendo nel mio stesso letto, ma i suoi hanno apparentemente una colonna sonora. "Spuntino a tarda notte." Dico e lei annuisce. Dovrei andarmene. E invece risistemo la sua coperta. "Sognavi di Jason?" Potrei davvero nausearmi della mia passione per la verità se ci pensassi. Scuote la testa e sorride nel modo in cui sorridono gli ubriachi senza tetto quando ti chiedono l’elemosina, contriti e beffardi e colmi di odio per se stessi tutto allo stesso tempo. "Baylor, per essere precisi." Cosa? Sicuramente non sta avendo incubi sulla sua morte dopo tutto quello che abbiamo visto; la maggior parte dei miei fratelli hanno avuto una morte peggiore. Poi ripenso alla sua debole battaglia contro la coperta e comprendo un po’ meglio. "Accade spesso?" Sa cosa le sto chiedendo in realtà... siamo tutti noi a farti questo? Mi rivolge lo stesso sorriso mentre allontana una ciocca di capelli bagnata di sudore dalla sua fronte bianca. "Sto sperando che il mio subconscio mi abbia dato un periodo di permesso alla larga da George in base alle teoria per cui lui raggiunto la sua quota di presenze per questo mese." Vorrei chiederle se figuro anche io nei suoi orrori notturni, ho bisogno di saperlo ma non voglio essere il cattivo di questa notte. E non voglio neanche che ci sia Emerson, anche se solo nella sua mente. Il pensiero deve essersi presentato sul mio viso come un timbro postale perché Scully mi rivolge un altro dei suoi sorrisi addolorati allontanando i capelli dal suo collo bianco facendo risultare le escoriazioni di un nero inchiostro sul bianco carta della sua gola. "A volte. Apparentemente il mio subconscio non è preoccupato del tuo ego." "Scully," inizio, "Lo sai che darei quasi qualsiasi cosa per non farti accadere tutto questo." "Quasi?" Mi chiede in un tono leggermente tagliente. C’è stato un tempo in cui non avrei mai posto delle riserve a questa frase. "Miranda. Non la sacrificherei per nulla al mondo." Raggomitolandosi in una posizione quasi seduta stringe le gambe a sé e io mi siedo nello spazio del sofà ancora caldo dal suo corpo. Nonostante quello che ha appena detto si appoggia contro di me lasciandosi andare completamente come farebbe Mooselet. Posso sentire il sapone sulla sua pelle e il profumo di vaniglia e mandorla che è solo suo. Dio quanto ne ho sentito la mancanza, la silenziosa intimità che è evaporata come un profumo quando abbiamo incominciato a dormire insieme. Ci eravamo impadroniti della sfera fisica e di tutti i suoi piaceri e perso tutto il resto. "Lei è la tua salvezza?" Chiede Scully con voce sognante mentre la sua testa si china come un narciso senz’acqua contro la mia spalla. "Sì." "Bene..." Dice nel tono cantilenato di chi è già addormentato. Quando il suo respiro si fa più profondo e lei scivola via di nuovo, la stendo contro i cuscini ma non posso impedirmi di accarezzarle i capelli prima di trascinarmi di sopra, pieno di sensi di colpa, per poi cadere sul mio etto da solo. **** Il dolore al collo fa a gara con la mia schiena indolenzita per attirare la mia attenzione. La luce del mattino inonda il mio viso e io gemo mentre gli eventi del giorno precedente scorrono in un replay a rallentatore nella mia testa. Sento odore di caffè e questo mi fa scivolare fuori dal divano come Dracula che si alza dalla sua bara. Mentre mi trascino fino alla cucina mi aspetto di vederci un’infinita quantità di persone, Mulder, Zippy, Warwick, addirittura George ma non di certo La Bionda. Ed è bionda, dalla punta di capelli al ciuffo di peli pubici che spuntano dalle mutandine bikini, piccole a sufficienza da essere un ripensamento. (~) Deglutisco con difficoltà nella mia gola gonfia cercando di concentrarmi. Alta, gambe lunghe, formosa e infilata in uno stretto top attillato che lascia intravedere i capezzoli, è tutto ciò che io non sono, emanante sex appeal come un caldo odore di caffè. Girandosi mi sorride e mi tende una tazza di caffè. "Vuoi zucchero?" Ha un accento esotico e denti diritti. "No." Gracchio ritirandomi al tavolo. "Sei tu Scully? Io sono Ingveld." Dice presentandosi. Annuisco e bevo il caffè. "Vox dice che ti hanno strangolato alla gola." Dice, sedendosi davanti a me con un piede sulla sedia e il braccio intorno alla gamba con estrema nonchalance considerato che potrei farle un esame ginecologico da qui. Vox? Oh Dio. Le acque torbide si fanno trasparenti. Lui dorme con lei. Il bruciore nel mio petto non ha nulla a che fare con George o il caffè. "Sembri un cadavere ambulante. Vieni e ti metteremo un po’ a posto." Si alza tirandomi per una manica come farebbe un bambino. Visto che non ho nulla di meglio da fare la seguo. Scendiamo da basso, nel regno di Warwick, dove lui è immerso nel bagliore di uno schermo da PC più grande del mio televisore, con dei telefoni a cuffia attaccati al Discam. E’ tutt’uno con la macchina e linee di codici multicolore si muovono sullo schermo nero alla velocità in cui le sue hyper-cinetiche mani sono in grado di digitarli. Mentre gli passa accanto, Ingveld fa scorrere una mano sulla sua spalla con un’intimità che la dice lunga. Così, a meno che lei non stia dormendo con entrambi (con questi tipi alla Marlene Dietrich non si può mai dire) è il nome di Warwick che storpia nei vortici della passione. L’appartamento della "mamma acquisita" consiste in un grosso soggiorno completo di una TV, un sofà e un computer, un’entrata separata e una grande camera da letto in cui seguo Ingveld. Come ogni altra stanza della casa, l’appartamento è stato ridecorato in stile Ikea. La camera di Warwick è un disastro, vestiti che pendono dai mobili e bicchieri di soda sul comodino. Ingvel apre una sacca da viaggio nera e ne estrae una borsetta di plastica. "Tu vai a fare una doccia, e io darò a te dei vestiti e quel segno noi lo faremo andare via." Il bagno vicino alla camera è pulito anche se asciugamani bagnati sono appesi un po’ ovunque. Trovo un asciugamano asciutto, finisco il caffè e chiudo la porta dietro di me prima di infilarmi sotto il getto bollente della doccia. Il trauma emotivo per lo stupro di Jason è stato estremo, così mi ritrovo a chiudere a chiave la porta del mio bagno anche quando sono a casa da sola. Non posso neanche più sopportare shampoo e saponi al profumo di fiori. Fortunatamente, Warwick e Ingveld sembrano patiti di shampoo alle erbe e saponi deodoranti così posso lavarmi senza avere il voltastomaco. Avvolta in un asciugamano infilo la testa fuori dal bagno. "Cos’hai trovato?" Chiedo. Ingveld mi passa un altro top succinto e bikini slip. Mi metto quasi a ridere. Stavo morendo di cancro, soffrendo come un cane per la chemio eppure ho sempre indossato un reggiseno. Eppure, la mia vita non è stata priva di rimpianti e ‘aver indossato troppo il reggiseno è una delle cose che posso ancora cambiare con stravolgimenti minimi nella mia vita o per quella di qualcun altro. Quando sono finalmente riuscita a infilarmi tutto e rimaniamo in piedi una vicino all’altra come due illustrazioni di due tipologie di corpi femminili, Ingveld mi porge una gonna verde che probabilmente a lei lascerebbe nude le caviglie. Fa assomigliare la mia metà inferiore ad un divano... un divano da cui spuntano dieci piccole ditina-vermi. "Sai," dico guardando tristemente lo specchio, "penso farei meglio a provare i vestiti che mi ha portato Zippy." Lei sorride dirigendosi in un angolo della stanza. Deve aver portato giù la mia borsa mentre ero nella doccia. Volevo davvero odiarla, ma dopo ulteriori considerazioni ho deciso che è troppo felice e ingenua perché Mulder possa scoparla. In più ha compreso il mio punto di vista sulla gonna, nessuna protesta, semplicemente ha preso un paio di jeans e me li ha passati. "Forse facciamo qualcosa per il tuo collo?" Dice dopo che sono scivolata dentro un paio di jeans che un tempo sono stati attillati come voleva la moda e ora sono ampi come vuole la moda. La mia gola e il mio collo mi fanno ancora male ma nulla che una giusta applicazione di Ibuprofen e gocce per la tosse non possano far scomparire. Ce la si può cavare anche con i segni esterni del tentato strangolamento di Geroge. Dio sa che ho coperto i segni di morso del buon gemello di George per quasi un anno. Mentre Ingveld ricopre la mia gola con Clinique avorio pallido e un bel po’ di fondo tinta, cerco di non ritrarmi al suo tocco e per lo più ci riesco. Poi copriamo i capillari rotti sul mio viso già rossi per la necrosi. Le cellule diventeranno nere e poi scompariranno nel tessuto circostante. Per ora sarà il compito del pigmento artificiale. Scossa, con addosso più trucco di un clown e violando la maggior parte dei codici di abbigliamento dell’FBI, indosso una giacca sopra i jeans e la camicia prima di andare alla ricerca del mio partner. Zippy e io guidiamo fino a Quantico per circondarci di segni di attività delle forze dell’ordine. Devo ricordare che ci sono un sacco di persone che ce la mettono tutta al mio fianco. Eppure so di prima mano, o di primo collo a dire il vero, che l’Hoover Building non è poi così sicuro e così mi siedo fronteggiando la porta controllando i risultati dell’autopsia. "Penso che ce ne sia un’altra." Dice Zippy entrando nella piccola stanza che ho arrangiato come nostro ufficio. Sta esaminando tutti i rapporti della Virginia, del Maryland e del Distretto su omicidi recenti, alla ricerca di qualcosa che li possa collegare al MO di George. Prendo il foglio stampato che mi porge. Le caratteristiche della vittima corrispondono: i suoi denti l’hanno identificata come Charleyne Davis, assistente di un medico generico, 1 e 60, scomparsa dalla scorsa settimana alla fine del suo turno al Notheast Georgetown alle 4:00. Si è sempre dedicato alle infermiere nel passato ma potrebbe essersi spostato più in là nella branca della sanità, specialmente ora che gli ospedali stanno assumendo anche persone che non hanno il titolo di infermiere per i compiti di attendenti. Ma Davis era anche un afro-americana, il che l’avrebbe resa al di fuori delle possibili vittime di George che fino ad ora ha seguito un preciso percorso razziale. Se si tratta di George ora si starà dedicando a nuove tecniche per il suo nuovo set di vittime. "Chiamerò e mi farò mandare le ossa." Dico. "E’ stata ritrovata parte della carne, qualsiasi cosa conservato nel frigo o qualcosa di simile?" Zippy annuisce. "Era nello smaltimento rifiuti. Si è... intasato... perché il nostro soggetto identificato ha continuato a, uhm, infilarci pezzi dentro, niente nel frizer comunque. Lo ioide della Davis era fratturato, il che suggerisce una morte per strangolamento. Non c’erano impronte nell’appartamento a buon mercato in cui il killer ha lasciato i suoi resti. Ha avuto il tempo di pulire, non c’era bisogno di andarsene in fretta, perché anche se i vicini avevano chiamato il portinaio per lamentarsi dello strano odore proveniente dal suo appartamento quel posto era troppo un buco fetido per aspettarsi una reazione immediata. L’ha uccisa e fatta a pezzi, ma non credo che il tagliarla facesse parte delle sue fantasie, solo una necessità per far rientrare tutti i pezzi nella pentola. Questa è solo una speculazione considerato che non c’era niente a bollire sul fuoco quando la polizia è arrivata. Ma sopra i segni lasciati sulle ossa dalla sega c’erano i segni distintivi della "levigatura da pentola"... brillanti levigature createsi quando le ossa sono bollite e le loro estremità strisciano l’una contro l’altra o contro le pareti della pentola bollendo. Le foto della scena del crimine includono quelle della cucina. Io neanche sapevo che ci fossero delle pentole di quelle dimensioni; a cosa potrebbero servire a parte sfamare l’umanità intera? Le ossa erano state impilate ordinatamente sul tavolino da caffè a buon mercato quando l’amministratore dell’edificio era finalmente entrato a controllare cosa stava succedendo, il teschio e le due tibie disposte in una croce da pirati davanti al resto. I muscoli zuppi e il grasso incastrati nei tubi non sono stati di grande aiuto; ogni traccia di prova è stata lavata via, ed è impossibile dire, viste le condizioni della carne quando è stata ritrovata, cosa abbia usato per farla a pezzi o se la sua tecnica possa indicare qualche passata esperienza di macellaio. Non ci sono prove forensi a favore del fatto che si sia cibato della carne, ma non c’è neanche niente in grado di provare il contrario. Non possiamo neanche essere sicuri che sia George, non prima che Mulder ci abbia dato la sua opinione da oracolo. Innanzitutto me la devo vedere con il superiore di Mulder. Ci manda un messaggio dicendo che ci vuole vedere all’istante, così prendiamo l’ascensore per scendere nelle profondità del rifugio antiatomico che ospita l’ISU. Ho sentito parlare di Julie Graff per anni. Incontrarla mi fa ancora una maggiore impressione. Ha occhi azzurri erranti e un naso a tema, una criniera di capelli selvaggi precariamente impilati sulla testa e un completo marrone a pantalone che grida "figura d’autorità". Se ci fossero state più donne come lei all’Accademia non avrei avuto così tanti problemi con uomini che aspiravano a fare i sostituti-padre. Vorrei genuflettermi ma temo che la prenderebbe come una beffa. "Ha l’aspetto di una collegiale." Dice. "Non possiede un completo giacca e pantalone? Non risponda. Piuttosto, mi spieghi perché questo caso dovrebbe essere di sua competenza." Ce lo riversa addosso ancora prima che noi ci si riesca a sedere. Zippy mi lancia un’occhiata e prova a rispondere. "George Naxos fa parte di un X-Files che è rimasto aperto negli ultimi 4 anni e attivo per oltre sei mesi." "Sta considerando la scomparsa dell’agente Scully come parte dello stesso X-Files, presumo." Stende le sue mani appoggiandole sul piano in mogano. "Ho letto i rapporti sulla Roush, conosco la versione un po’ distorta della Famiglia Feud di Mulder. Quello che non capisco è perché questo serial killer dovrebbe essere per suo merito personale un X-Files. Sicuramente non crederete che le azioni di Naxos siano guidate da una qualche cospirazione ombra o da una nave spaziale piena di omini verdi?" "Grigi." Mormoro. "Come, Agente Scully?" "Signore, ci sono prove che quello che George Naxos sta facendo sia legato in qualche modo al trauma subito dall’Agente Mulder da bambino. L’inesplicabile trasmissione di sensazioni e informazioni tra i gemelli, anche quando altri crimini sono coinvolti, è storicamente sempre stato affare degli X Files. Se controllasse i riferimenti incrociati nel file..." "Al diavolo i riferimenti incrociati. Pensa di essere in grado di catturare questo mostro più velocemente dei miei profiler solo perché ha un’esperienza maggiore con chi riesce a piegare i cucchiaini? Zipprelli, ricordo che lei era un ottimo profiler ma è stato fuori dal gioco troppo a lungo." "Signore," provo di nuovo, "gli X Files rappresentano un’area legittima di inchiesta, siamo sopravvissuti a numerosi livelli di controllo dimostrando che i nostri metodi funzionano. Lo stesso agente Mulder ha notato le differenze tra il MO di George Naxos e quello che uno si aspetterebbe. E il particolare cambiamento che ha dimostrato dopo essere stato preso in Texas... il passaggio dai cimiteri ai parchi giochi... è molto suggestivo." Non la sta bevendo. E’ peggio che cercare di convincere Skinner. E io non sono neanche lontanamente abituata allo scetticismo quanto lo era Mulder. "Suggestivo di cosa, Agente Scully?" "Di un qualche genere di connessione... spirituale... tra Mulder e Naxos, qualcosa che lo porterà da Mulder. La potrebbe chiamare psichica," lo sguardo sul suo volto mi suggerisce che preferirebbe chiamarmi un taxi, "ma non credo che il nome sia poi così importante. Se Naxos ha commesso poi gli ultimi omicidi che abbiamo scoperto, allora il suo modo di agire è molto più complesso del semplice replicare il trauma di Mulder. E’ fissato con Mulder, questo sembra chiaro, e io ne sono coinvolta che piaccia oppure no. Possiamo prenderlo. Ma potremo senza dubbio trarre benefico da qualsiasi appoggio l’ISU vorrà darci." Mi fissa. "Mike, potresti scusarci per un minuto?" Lui annuisce e mi appoggia una mano sulla spalla prima di uscire. Sento scattare la serratura mentre la Graff si china in avanti e i suoi occhi sembrano roteare come dei trapani a punta di diamante. "So che lei ha messo nei casini Mulder e questo non mi rende molto incline a fidarmi di lei. Ma per qualche strana ragione lui sembra convinto che lei abbia ragione, che avrà maggiori possibilità di prendere Naxos di chiunque altro. E io mi fido di lui. Così... questa è ancora la sua indagine, per il momento. Potrà consultarsi con Ralph Williams che è uno dei nostri ragazzi migliori e sembra pensare che Mulder sia in grado di camminare sulle acque. Se danneggerà Mulder in qualche altro modo, però, avrò il suo distintivo e l’unico lavoro che potrà svolgere sarà il medico a Bumfuck, Idaho." Sbatto le palpebre. "Ho già detto loro che i benefici che ne trarrebbero non sarebbero sufficienti." Sorride per la prima volta. "Allora si comporti come si deve; Agente Scully, e così non sarà costretta a richiamarli." Dopo questo incontro ho bisogno di un respiratore, così prendo il rapporto dell’autopsia e lo porto a casa di Mulder. E’ il turno di Warwick di fare la guardia. Visto quello che pensa di me non mi lascerebbe neanche entrare in casa ma io mi faccio largo a forza. Mulder è nel tinello, accarezza il pancino di Miranda mentre la televisione trasmette "La bella e la bestia." La Bestia sta chiedendo consigli su come conquistare la bella. Sicuro, anche io chiederei consigli amorosi alla servitù. Eppure non è più strano di uno qualsiasi dei nostri X Files. Alza lo sguardo subito alla ricerca di Zippy, assumendo quello sguardo colmo di panico, quando si rende conto che siamo gli unici due adulti nella stanza. "Abbiamo bisogno del tuo parere per sapere se questa è una delle vittime di George." Dico. "Se lo è dovremo rivedere parecchie cose... sta diventando più esotico." Legge le prime righe. "Bollita?" Annuisco, poi devo dire "sì" ad alta voce visto che lui non ha alzato lo sguardo. Rabbrividisce chiudendo il file. "Mulder?" "Lo leggerò più tardi, ok? Sì, è George." "Come lo sai?" "E’... conforme." Miranda lancia un gridolino e Mulder ricomincia a sfregarle distrattamente il pancino. Mi siedo per terra tendendole un dito che lei afferra prontamente in un piccolo pugno grassottello portandoselo subito alla bocca. Mulder ci divide gentilmente ma con fermezza. "Lascialo stare." Le dice. "Non sai dov’è stato." "Indosso due paia di guanti quando faccio le autopsie." Dico, sapendo che mi sono aperta più del Grand Canyon. "Non è quello che intendevo." Mi faccio un po’ più vicina; pensi che essere preparati aiuterà un poco, ma non è così. Mi rivolge un rapido sguardo e a quel che vedo preferirebbe non averlo fatto. Stringendo le gambe al petto parlo di nuovo. "Che cos’è conforme?" "E’ alla ricerca di qualcosa... che riempia il vuoto. Quando è uscito è tornato al suo vecchio MO, con alcune significative differenze, certo, ma per lo più era uguale... le stesse vittime, lo stesso tipo di luoghi. Ma questo non funziona più per lui, lo stupro non è sufficiente, ha bisogno di qualcosa di più. E così ha pensato che forse se la possedesse con maggiore completezza, se la consumasse, potrebbe avere quello che vuole." Miranda mugola sotto la sua mano che si muove lentamente. Mi ha ridotto allo stesso modo in passato, peccato che lei abbia una migliore scusa. "Così pensi che ne abbia mangiato la carne?" "Parti. Ma non penso che la cosa lo abbia aiutato." Miranda mi guarda e mi tende di nuovo una mano. Apparentemente Mulder non è riuscito a mettermela contro completamente. Probabilmente avrebbe bisogno di qualche altro mese. Esitante appoggio la punta del mio dito indice al centro del suo palmo e spingo. Scoppia a ridere. "Aiutato?" Chiedo. "In che modo?" "Vuole consumare quelle donne, renderle una parte di sé, per riempire quel buco a forma di infermiera che sua madre ha lasciato in lui. Con atti di sesso necrofilo e poi con la mutilazione e il cannibalismo delle ultime vittime sta cercando una maggiore dedizione e soddisfazione dalle vittime." Miranda afferra il mio dito con entrambe le sue piccole mani umide e grida come se io e Mulder stessimo parlando di punteggi a baseball. Mi chiedo quali conversazioni riterrà normali crescendo. "L’allontanarsi da luoghi estranei indica che si tratta di una ricerca personale per lui e non è semplicemente basata su una sua relazione con me... è diretto verso di me, non lo metto in dubbio, ma sta anche cercando di risolvere i suoi problemi. Penso che tu abbia ragione quando dici che abbia realizzato la connessione che ci lega quando era in carcere in Texas. O Jason gliel’ha detto o c’è qualcosa di più paranormale all’opera... ed ora si sta domandando se non ha recitato il copione di qualcun altro negli ultimi venti anni. Pensa che sia questo il motivo per cui gli omicidi precedenti non gli abbiano fornito tutto quello di cui aveva bisogno. Pensa che se proverà qualcosa di assolutamente nuovo per lui potrà riuscire a trovare quello che vuole." "Allora io dove rientro in tutto questo? Se sta rigettando la connessione che ha con te perché rubare il tuo tesserino per venirmi a cercare?" Mulder china la testa. "Forse pensa di poter trovare se stesso passando attraverso di me e uscendo dall’altra parte. Ha... detto qualcosa... durante l’attacco?" ‘L’attacco’ che splendido modo neutrale per definirlo. Scuoto la testa. Ma... dovrei davvero dirgli tutto quello che sono in grado di ammettere. "Non è stato Zippy a fermarlo. Aveva tutto il tempo che voleva. Quando ho incominciato a perdere conoscenza... mi ha lasciato andare. Le sue mani erano intorno al mio collo... ma non c’era pressione. Sembrava... confuso." A dire la verità ha fatto lo stesso faccino da cucciolo bastonato che ha Mulder quando una prova scompare o un testimone si rifiuta di dire quello che ha visto. Potrei interpretare quell’espressione così facilmente come uno screen tossicologico: George non aveva ottenuto quello che voleva strangolandomi. La domanda è... sapeva cosa voleva? E come faremo ad impedirgli di ottenerla? Sposto lo sguardo su Mulder ma lui è andato. E’ ancora seduto sul tappeto ma si è ritirato in qualsiasi spazio interiore gli dia accesso a cose che farebbero fuggire correndo chiunque altro. Non c’è da meravigliarsi che abbia un simile dono nello scorgere gli angoli bui delle menti più sanguinarie, ha un decimo segmento di un’intera catena oscura di DNA. Miranda addenta di nuovo il mio dito e io faccio un salto quando le sue piccole e taglienti gengive affondano nella mia carne. Dio. "Le stanno spuntando i denti." Spiega Mulder. "E’ completamente naturale al suo stadio di crescita, non sta imitando George." Provo una fitta di gelosia notando che il più piccolo movimento di Miranda sia in grado di riportare indietro Mulder dalla nebulosa della sua mente quando io non sarei in grado di farlo neanche con il suono di un corno. "Sei diventato un esperto in cura infantile?" Chiedo. "A livello dello sviluppo e fisico Miranda è nel punto più alto della scala naturale. Fa le cose un mese o due prima. Ha detto ‘Pa’ l’altro giorno ma non si è preoccupata di farlo davanti a dei testimoni. Ma questo va d’accordo con tutto il procedere della mia vita." "Sviluppo celebrale? TAC, esami del sangue, esami genetici?" Insisto. Alza lo sguardo su di me con gli occhi del colore del sottobosco, muschio e foglie che nascondono qualcosa sotto di loro. "Non li ho fatti. Riceve solo le cure standard." "Non vuoi sapere?" "Sapere cosa, Scully, che ha una bomba nascosta fra i suoi geni e che morirà orribilmente tra pochi anni dandomi il tempo di abituarmi all’idea? No, non voglio. Non mi interessa se è destinata a trasformarsi in Reticolano, se dovesse accadere semplicemente le comprerò dei vestiti che si intonano con il grigio pelle." "Ma se ci fossero... dei problemi... potrebbero essere correggibili." Sussurro e Miranda annuisce solennemente dicendosi d’accordo. "Le uniche presone che hanno le conoscenze e le tecnologie per aiutare Miranda chiederebbero un prezzo troppo alto." Un punto per lui. Ho pensato la stessa cosa mentre guardavo Emily morire. Mi terrorizza... il sapere che puoi amare un bambino più di qualsiasi altra cosa ed essere un genitore migliore del Dr Spock e che ugualmente le cose possano andare ancora male. Anche se non ci fossero mine genetiche nel futuro di Miranda, potrebbe semplicemente infilarsi sotto ad una camion una volta imparato a gattonare. Potrebbe essere stupida, potrebbe essere timida, potrebbe essere maltrattata a scuola, potrebbe diventare presidente; semplicemente non c’è modo di scoprirlo. La giro sulla schiena cosa che provoca altri urletti deliziati. "Sai, quando sarai una grande moose sarai in grado di farlo da sola." "Come l’hai chiamata?" Il tono di Mulder mi fa alzare la testa di scatto, facendomi tendere la carne gonfia del mio collo tanto da farmi sussultare. "Non mi dire che è una qualche sorta di insulto tecnico o che ho offeso il tuo lignaggio. Non intendevo..." "Credimi, niente di quello che potresti dire sarebbe in grado di offendere il mio lignaggio. Sarà più probabile che moose ti faccia causa per diffamazione. Ma te l’ha detto Warwick...?" Lo fisso senza capire. "Perché moose?" Mi stringo nelle spalle. "Non lo so, mi sembrava appropriato." Questo mi fa guadagnare uno degli sguardi più criptici di Mulder. |