TITLE: Iolokus #3 - Vix te Agnovi - The Collector's Edition
       (Ti ho riconosciuto a malapena - Edizione per collezionisti)

AUTHOR: MustangSally and Rivka T
TRANSLATED BY: Lalla
CLASSIFICATION: M&S Relationship/Mitologia/X-File
CONTENT WARNING: XAR-NC-17
SPOILER WARNING: Nessuno
DISTRIBUTION STATEMENT: Gossamer, Annex, altri dietro permesso
WARNING: Questa parte contiene momenti di affetto/felicità non comuni nella serie...


* Capitolo 5 *

Per ogni inezia si avventano su di me
come scimmie che mi fanno le boccacce e si burlano di me,
e dopo mi mordono. E poi come istrici che
rotolano sul cammino dei miei piedi nudi, e sfoderano
i loro aculei ad ogni caduta dei miei piedi…


La mia gola brucia.

Allontano il sonno dai miei occhi sbattendo le palpebre e improvvisamente realizzo di star fissando un soffitto dolorosamente bianco. Da qualche parte una televisione sta cantando, e riesco a sentire vari rumori attutiti, forse qualcuno sta preparando la cena.

Ricordo il Bureau, l'ospedale, qualcosa di quello che è successo. Il fatto di aver parlato nonostante l'incredibile aridità della mia voce anche alle mie orecchie.

Logicamente con lentezza mi metto a sedere. Sembra che tutto funzioni, nonostante un profondo respiro inneschi una scarica di colpi di tosse che mi fanno male come se avessi ancora le mani di George intorno al collo.

Mulder ha avuto la buona idea di lasciare la mia cartella medica sul tavolino da caffè. Do un'occhiata veloce alle note essenziali. Il mio ioide è intatto, da quello che dicono le radiografie, il che significa che ho la possibilità di tornare in salute perfetta non appena il gonfiore si sarà attenuato. Ci sono le ovvie impronte dei suoi pollici e i graffi delle sue unghie sulla mia gola, assieme agli altri piccoli segni circolari lasciati dalla punta delle altre dita. A causa della lotta che c'è stata tra di noi lui ha perso più volte la presa lasciando segni delle dita praticamente su tutto il mio collo, così sembra che la mia gola sia ricoperta di colori come quella di George. Che era poi quella cosa sulla sua gola? Prendo un appunto mentale per chiederlo più tardi a Mulder.

Il rapporto annota anche che ho macchie di Tardieu sulla gola e sul mio viso per la rottura dei capillari, così ora sembra che io sia vittima di un caso molto ma molto tardivo di varicella. Non ho nessuna intenzione di correre a guardarmi allo specchio; è così facile passare dalla gratitudine per essere sopravvissuta all'orrore di non apparire al meglio. Nonostante tutto, se non ci saranno coinvolgimenti polmonari dovrei essere pronta per riprendere la lotta in un batti baleno.

Mi lazo dal divano barcollando leggermente mentre il sangue scorre all'impazzata. Sono affamata e so già che sarà un inferno riuscire a mangiare. Forse potrei prendere in prestito un po' delle pappine di Miranda.

Cammino barcollando fino in cucina dove trovo Mulder. Sta controllando la temperatura del forno. Ci sono scodelle di vetro e contenitori di spezie sparsi sul tavolo assieme a una pistola.

Lui mi guarda. "Di ritorno dal Pianeta Antidolorifico?"

Annuisco, realizzando che è stata una cattiva idea. "Mi hanno prescritto qualcosa per il dolore che non mi metta completamente fuori combattimento?" La mia voce è rauca come quella di Marlon Brando.

"Ho del Tylenon 3 con codeina, il dottore ha detto che va bene in caso tu incominci a tossire; non vogliono che tu prenda niente di più forte che possa indebolire le tue funzioni respiratorie." Estrae una sedia di legno da sotto il piccolo tavolo e me la porge. Immagino che una simile generosità non dovrebbe essere ignorata, così mi siedo. Comunque non sono ancora sicura di quanto io possa muovermi in giro.

"La cena dovrebbe essere pronta da circa mezz'ora. Zippy è di sopra ad ascoltare i ragazzi che gli spiegano i nuovi impianti di sicurezza, Miranda e con Wawick. Possiamo parlare?"

Muovo lo sguardo intorno per la cucina, guadagnando tempo. Sembra che questa stanza sia l'esito di una veloce gita da Ikea, il risultato è che tutto è in colori primari e in legno chiaro. Deve essere molto simile a quando era esposta, ad eccezione delle macchie che si sono accumulate nei posti più strani, come ai lati del frigo a circa un metro e mezzo d'altezza, vicino all'orologio.

"Di cosa parliamo?"

Si stringe nelle spalle. "Tattiche di sopravvivenza, forse. Tu… hai detto alcune cose, Scully, mentre eri sotto sedativi. So che normalmente non le avresti mai ammesse ma non penso siano cose false."

Metto sotto sopra il mio cervello, che si dimena e freme senza risultati. Mi ricordo di aver parlato, ma non quello che sono riuscita a dire.

Prende un'altra sedia, mettendola al contrario e si siede appoggiando le mani sullo schienale. Le sue maniche sono arrotolate lasciando vedere i suoi muscoli tesi. Ricordo le sue mani, fredde e sicure che mi abbracciano.

"Ammetto che è stato difficile per me vedere le cose dal tuo punto di vista e sinceramente non ci ho neanche provato. Puoi dirmi… perché hai lasciato Miranda?"

Prendo un profondo e doloroso respiro. Ho ripassato questo discorso parecchie volte ma questo non lo rende più semplice o in qualche modo più persuasivo per le mie orecchie. "Non hai idea quanto fosse difficile per me guardare Aileen che semplicemente la prendeva in braccio e la faceva ridere. Ogni volta che mi faceva vedere come fare qualcosa io… mi allontanavo sempre di più. Non sono brava a provare cose che non sono già capace di fare."

Mi rivolge uno sguardo torvo. "Non ero così bravo neanche io quando ho iniziato."

"Bene, sei una persona migliore di quanto lo sono io, hai vinto. Ti fa sentire bene, Mulder? Come ci si sente ad essere un essere superiore?"

Le parole rimangono impigliate nei tessuti gonfi della mia gola facendomi tossire. Brucia come acido. Annaspo un po' e Mulder aspetta premurosamente che io riprenda il respiro prima di togliermelo nuovamente.

"Un membro della razza padrona, intendi?"

Abbasso lo sguardo intrecciando le dita. "Non è quello che intendevo."

Si china in avanti posando la sua grande mano sulle mie inghiottendole entrambe. Ricordo intimamente quei palmi un po' umidi. "Lo so. Scully… non sto dicendo che tu sia migliore di quanto lo sia io. Solo che hai fatto delle scelte che io non condivido."

"Arriva un giorno," dico, "quando realizzi, circa alle otto di sera che non hai pensato per tutto il giorno a come sei stata violentata. Ed è sorprendente che tu abbia resistito così tanto senza pensarci. Ti congratuli con te stessa, è una buona cosa, è un progresso."

Lascia libere le mie mani come se si fosse ricordato del mio bisogno di distanza.

"Mi piace pensare che sarei stata in grado di affrontare tutto questo se fosse accaduto un po' più lentamente. Ma non avevo fatto ancora l'esame del sangue che… Mulder, ti ho visto, tu e i tuoi fratelli, fare a pezzi Jason…"

Si alza di colpo in piedi e si gira così da non dovermi guardare. "Che cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto porgere l'altra guancia? Questo ti impedisce solamente di avere una faccia asimmetrica. Avrei dovuto fargliela passare liscia? Dopo quello che aveva fatto? Le donne che aveva ucciso? Quello che aveva fatto ai nostri fratelli? Dopo quello che ti aveva fatto?" Le sue mani sono appoggiate al tavolo coperto di farina, le sue spalle sono tese e bellissime, come uno Stradivari.

"Emerson è un santo." Aggiunge un momento più tardi. "Può perdonare. Io non posso e non voglio. Odio ancora Jason per quello che ha fatto. Dovrei forse perdonarlo?"

"No." Sussurro e non vorrei far altro che gettargli le braccia al collo non permettendogli di lasciarmi mai. "Ma lui ci ha portato a questo punto dove tu mi odi e io… e a me non è rimasto più niente di me stessa. Mi spiace, Mulder. Mi spiace di non essere stata abbastanza forte per tutto questo."

"Nessuno avrebbe potuto esserlo."

Nessun movimento. Poi una serie di fremiti e le parole emanano da lui quasi come se lui le avesse desiderate più che pronunciate, come se non avesse avuto altra scelta. "Solo non capisco perché hai dovuto abbandonare Miranda. Capisco perché non potevi sopportare di stare con me. Ma lei che cosa ti ha fatto?"

Vengo investita, il mio corpo è ridotto a pelle colma di fuoco, carbone che brucia e fa fuoriuscire fumo da ogni mio poro. Vorrei gridare ma i legamenti che tengono insieme il mio volto sono tesi e immobili.

So che niente di quello che è accaduto è colpa di Miranda. Ma non posso sfuggire a questa semplice verità: Jason mi ha violentata con la stessa indifferente gioia con cui ha creato Miranda. L'ho trovata la stessa settimana in cui lui mi ha distrutta. E quando l'ho stretta a me l'ho sentita come un prodotto artificiale, non riuscivo a distinguerla tra l'intricata massa dei miei problemi. Era come se io la ritenessi il risultato del mio stupro, piuttosto che un evento legato a distanza. In verità, ho sfiorato l'idea che i suoi bisogni fossero di un differente ordine di magnitudine rispetto ai miei, che anche solo per la nostre connessione genetica sarei dovuta riuscire a far funzionare la mia vita o almeno ad ignorare tutti i miei problemi e amarla semplicemente con tutta me stessa. Dio sa che le connessioni genetiche tra i fratelli Mulder hanno avuto poco valore per il mio Mulder, e nonostante Miranda sia troppo giovane per dare origine a azioni coscienti io non ero più sicura che sarebbe stata libera di diventare un essere umano eretto.

Sì, non è colpa sua. Ma non è neanche colpa mia, allora perché devo essere io quella da biasimare?

Come potrei spiegarlo a lui quando non sono in grado di capirlo io stessa?

Voglio di nuovo i sedativi, voglio smussare gli spigoli del mio dolore e della mia colpa, e voglio affondare nella calda acqua della semi-incoscienza così da non dover più provare niente.

"Andiamo a prepararti qualcosa da mangiare." Mormora tornando ai fornelli.

Il campanello suona mentre Mulder sta sistemando qualcosa nel forno. Ha un buon profumo ma Mulder sbatte lo sportello di metallo e afferra la pistola ora spolverata di farina dal tavolo, avvertendomi con uno sguardo di stare ferma.

Lo sento ringhiare qualcosa nel portico ma riconosco il tono, atteggiamento standard; il visitatore è quasi un amico, supponendo che Mulder abbia degli amici. (Teoricamente potrebbe averne acquisitata una schiera intera negli ultimi mesi, dopo aver comprato una casa nei sobborghi, un baby-sitter, una station wagon e una promozione… degli amici sarebbero solo una stranezza marginale.)

Zippy segue Mulder in cucina guardandosi in giro stranamente pensieroso. Si sta probabilmente domandando quando ha perso la sua possibilità di domesticità e dove Mulder abbia trovato la sua.

Ha con sé una borsa del mio armadio, quella verde. Se ha fatto i bagagli con cura là dentro potrebbero esserci vestiti per due settimane. Se invece non lo ha fatto bene ce ne potrebbero essere per tre.

"Dobbiamo parlare." Dice. Mulder lo osserva, un sorriso standard di superiorità sul suo viso come se noi fossimo due novellini tra i suoi agenti e avesse appena visto i nostri punteggi.

"Di cosa?" Non è che se io mi alzassi guadagnerei un vantaggio in altezza, così non mi muovo.

Prende un profondo respiro. I suoi occhi stanno scintillando come raggi di sole sull'acqua e quei denti perfetti sono scoperti in un ringhio. "Ti ho preso alcuni vestiti. C'erano solo due cambi di biancheria nei tuoi cassetti così ho dovuto fare un po' di bucato, per questo sono così in ritardo. Mentre stavo aspettando ho portato via la tua spazzatura, quella di tutti e tre i mesi. Ho buttato via le due piante morte e ho innaffiato quella che aveva qualche speranza di sopravvivere. Ho anche buttato via tutto il cibo nel tuo frigo e le cipolle che stavano facendo radici nel cassetto. Poi mi sono preso la libertà di dividere la tua posta e di pagare anche i tuoi conti, visto che non penso tu voglia rimanere senza telefono e elettricità, eventi che erano previsti per la prossima settimana. Puoi ripagarmi facendo un'aggiunta ai miei due assegni di paga, cosa che non dovrebbe essere troppo complicata visto che non hai depositato neanche quelli.

Assieme ai vestiti ti ho portato il tuo Zoloft, che sospetto tu non stia più prendendo. Spero quasi che tu non lo abbia fatto perché se questo è come ti comporti sotto medicine…"

Il sorriso di Mulder si è trasformato in mal celato orrore, e mi sento diventare rosso fuoco per la vergogna visto che ha sentito tutto questo.

Un'altra umiliazione. Divertente, ci sarebbe da pensare che io mi sia ormai abituata ad essere violata.

Raccolgo tutto il mio autocontrollo rimasto in una piccola palla, più piccola di una zolletta di zucchero e cerco di trattenerla nella mia bocca. "Volevo delle pillole per dormire e ho preso quelle…"

"Dana." La voce di Zippy si è alzata di un'ottava; questa non è la solita ira calda di Zippy, è qualcosa di completamente differente. "Ho bisogno di sapere cosa è successo quando George ti ha attaccato."

Tra tutti i partner che potevo avere dal Bureau dovevo finire con un altro fottuto psicologo?

Non ha bisogno di dirmi che gli devo una risposta; ci siamo salvati le vite a vicenda abbastanza volte in mezzo anno per farmi arrivare ad apprendere questa verità. "Stava leggendo un file," dico con l'esitante bisbiglio da bimba impaurita con cui George mi ha lasciato. "Sono entrata e lui si è girato a guardarmi. Pensavo fosse Mulder; mi fissava semplicemente. E' venuto alla mia scrivania e si è seduto. Mi aspettavo una lite. Quando ho alzato lo sguardo mi stava ancora fissando. Poi ha detto: "Vieni qui." E io…"

Il mio respiro è affannoso e la gola mi brucia. Avrei pagato volentieri un milione di Roush-dollari per far uscire Mulder da questa stanza. Posso percepire che sta accumulando rabbia e dolore al mio fianco. Era stato strano. Gli occhi di George erano curiosi, la sua voce velluto bruciato; la sua rabbia in quel seminterrato color seppia mi era parsa completamente appropriata e così mi era sfuggita la mancanza di odio per se stesso che è la condizione sine qua non dell'esistenza di Mulder. Per un momento, prima che una stanca realizzazione mi avesse sfiorato, avevo provato il dolce languore del desiderio. Anche dopo che avevo riconosciuto George quel languore era rimasto, fino a quando non era iniziato il dolore.

Un altro lento e calmante respiro, e rabbrividisco come un corvo spaventato in preda ad un violento vento. "Allora l'ho saputo, saputo che doveva essere George. Lo stesso dannato errore come al solito. Così io, io mi sono alzata e…" Respiro profondo, che mi fa tossire, impedendomi di continuare quando vorrei che fosse già tutto finito, "ho chiuso gli occhi e ho aspettato. E lui mia ha afferrato."

Mulder mormora qualcosa di incomprensibile. I miei occhi sono fuori fuoco e rimangono fissi anche quando Zippy si china inginocchiandosi per avvicinare il suo viso al mio.

"Dana," ripete, "non posso impedirti di ucciderti, nonostante, devo dire, tu abbia scelto un metodo particolarmente sgradevole. Ma così finirai a farmi uccidere. Se non posso contare sul mio partner cosa potrei fare? Mi hai messo in pericolo oggi, metterai in pericolo Mulder, e tutti coloro che si trovano in questa casa. Così ora ci rimangono solo due scelte. Posso dire a Skinner quello che ho visto da te… sta cercando il modo di allontanarti dal campo, lo sai… e puoi tornartene a casa. Geroge probabilmente ti troverà e tu otterrai quello che vuoi."

Appoggio la mia mano sul collo facendo cantare di nuovo i lividi. "Qual è l'altra scelta?"

"Decidi di non fare niente di così fottutamente stupido di nuovo, fino a quando non avremo catturato George, prenderai le tue benedette medicine incominciando a stare meglio e così lo prenderemo insieme. Una volta che tutto sarà finito caricherò la fottuta pistola io stesso per te ma ora non c'è posto qui per queste stronzate."

Sbatto le palpebre. Sempre comprensivo e amorevole il mio piccolo Mikey.

"Sai, gli antidepressivi ci mettono circa due settimane prima di dare i primi effetti." Dico.

Sorride. "Si sperava tu li stessi già prendendo da un po'."

Inarco un sopracciglio… sembra strano. Non sono stata dell'umore di scherzare per così tanto.

Aggrotta la fornte. "C'è qualcos'altro."

"E cosa potrebbe esserci ancora?"

In risposta mi tende un grosso incartamento costoso e ruvido sotto le mie ruvide dita. L'indirizzo del mittente mi dice che il Texas è pronto a perseguitarmi di nuovo.

Non mi ero aspettata di essere la fiduciaria di Miranda, comunque. Secondo l'avvocato di Jason, sono legalmente obbligata a disporre dei suoi soldi fino a che non potrà farlo lei. Guardo Mulder che fissa l'incartamento e l'intestazione della lettera. Deve aver ricevuto informazioni simili della volontà di Jason anche lui. Yippee.

"Bè, questo bisogna proprio dirlo sui fratelli Mulder." Dico a nessuno in particolare. "Per quel che ne so tra di loro non c'è nessun padre irresponsabile, cosa che non potresti dire selezionando un campione a caso di altri 10 uomini."

Zippy mi sfiora con la mano la guancia, facendo scorrere gentilmente il pollice sui capillari rotti sotto i miei occhi, e poi entrambi sussultiamo quando Mulder fa cadere una scodella a terra facendola saltare in pezzi.


continua...