TITLE: Iolokus #3 - Vix te Agnovi - The Collector's Edition * Capitolo 12 * ... come uno che
Mi accontento di un paio di brownies vecchi, avvolti in un sottile strato di carta stagnola, che ho trovato nascosti nel frizzer. Faccio appena in tempo a rimuovere le prove quando Mulder fa il suo ingresso. "Possiamo spostarci in camera?" Chiedo prima che dica qualsiasi cosa. "Penso che le pareti siano meglio isolate." Annuisce facendomi strada. Vorrei che mi confortasse, che mi dicesse che tutta quella confusione non è colpa mia. Ma è improbabile che lo faccia, più o meno quanto lo sarebbe vedere Skinner diventare il portavoce del Club dei Barbieri Uniti. Per un attimo considero la possibilità di trascinare un po' i piedi in modo da rallentare la marcia, ma la cosa servirebbe soltanto a provocare ulteriormente Mulder. "Esattamente cosa cazzo stai cercando di provare?" Sibila in una voce al ghiaccio secco. Mi siedo sul letto, tradita dalle mie gambe. "Davvero simpatico, Scully, dannatamente divertente. Ti stai facendo strada di nuovo tra l'alfabeto? Solo che ora lo fai da sveglia? Vuoi che riesumi Christopher e Hal? Potresti farti avanti con loro." Incrocia le braccia sul petto appoggiandosi alla porta chiusa. "Ovviamente ora potrebbero essere un tantino sciupati, ma tu non hai mai avuto problemi con l'odore della morte prima d'ora." "Tu non capisci..." "Giusto dannazione, io non capisco. Tutto quello che capisco è che poco meno di 24 ore dopo che ci siamo impegnati a creare una piccola piramide umana, tu stavi praticamente per farti George allo Smithsonian. E la cosa mi ha leggermente infastidito." "Non ho una spiegazione soddisfacente da darti per quello che è successo." "Beh, non è una cosa semplicemente - fottutamente - adorabile? Ok allora, bene, non so come abbia potuto essere così infastidito dalla cosa. Gli daremo un numero tra gli X-Files e ci metteremo una pietra sopra." "Aveva il tuo stesso profumo..." sussurro. "Io sapevo... ma non ho potuto fermarmi, non quando lui... tu mi stavi toccando. Come può riuscire a fare questo?" I suoi occhi si cristallizzano in ghiaccio. "Com'è che tu riesci a farmi questo!" esclama, poi fa un cupo ed ampio sorriso: "Ma l'avevo scordato, anche tu sei una puttana come tutte le altre." "Una troia." Dico senza neanche rendermi conto di quello che sto dicendo, se non quando le mie parole rimbalzano contro le mie ginocchia. "Le puttane vengono pagate." Ho la mente piena di garza. Un'idea perversa - perfetta per questa situazione e che richiede solo leggere modifiche per adattarsi ai nuovi dati - mi si affaccia alla mente: non sono stati gli strani trucchi di George a farmi fremere su quelle scale, vero? Come se non avessi potuto benissimo immaginare che si trattava di Jason in quel bagno... tutti quei mesi fa. Che idiota sono stata, dopotutto, a lasciare che il mio amante spegnesse le luci quando il suo gemello identico si aggirava per i corridoi della casa tutto eccitato! E' giunta l'ora di ammetterlo: una parte di me voleva sapere come sarebbe stato. Qualche volta riesco a non credere a questa voce. Ma non molto spesso e non ora. Mi raggomitolo in me stessa di nuovo, come se questo mi avesse mai aiutato. Per quel che posso dire, mi mette proprio nella forma giusta per essere colpita e lanciata nel cielo dal mio grande battitore di home-run. In questo momento, mentre la mia quasi commozione celebrale pulsa e il mio quasi strangolamento rischia di soffocarmi, ancora intorpidita dalla mia recente ginnastica sessuale con l'uomo che mi sta davanti, potrei mettermi la pistola in gola e tirare il grilletto... proprio qui. La smorfia di Mulder è svanita, ma io ci presto poca attenzione, considerando le mie attuali condizioni. Con i giochini di Zippy la casa è meglio fornita di un qualsiasi negozio d'armi. Oppure c'è il mio Xanax e l'Ambien di Mulder, quelli e qualcuna delle mie rimanenti pillole Coronas potrebbero fare al caso mio... anche se c'è l'orribile possibilità che io venga scoperta, con ulteriori umiliazioni mentre il mio stomaco viene pompato, per non parlare del possibile danno celebrale. Gli uomini si uccidono più spesso delle donne perché sono più propensi a farlo nel modo migliore: usano le pistole. Non considerano la sottigliezza delle pillole o i rasoi o dei serial killer a piede libero. Romperei la mia implicita promessa a Zippy. Ma a cosa stava pensando lui mentre mi chiedeva di aspettare prima che tutto questo fosse finito? E' piuttosto chiaro che quando si tratta del genoma di Mulder non c'è possibilità di usare la parola "fine", ci sono solo periodi di più o meno lunghi di azione/avventura. Potrei semplicemente prendere la mia pistola dal tavolo del tinello, giù di sotto, uscire fuori alla luce della luna e farlo. Non ho più paura dell'inferno: il peggio che potrebbe fare Dio è rispedirmi qui dove sono. Mulder mi sta trapassando con lo sguardo. Mi chiedo se può percepire la nuvola nera della mia anima o se ha semplicemente chiuso la nostra connessione per il disgusto. Sono quasi riuscita a far muovere le mie gambe per iniziare la lunga camminata verso il piano inferiore quando il telefono suona. Guardo, un po' incuriosita, un Mulder incerto che solleva la cornetta. Resta ad ascoltare per un momento, respirando pesantemente. "E' per te." dice passandomi il telefono. Il filo rosso si tende nell'aria come un tratto di intestino. Porto il ricevitore all'orecchio, sentendo Mulder andarsene... per spostarsi su di un altro apparecchio, presumo. Anche senza ascoltare o interpretare lo sguardo sul volto di Mulder so di chi si tratta. Non è che io riceva telefonate da molti gentleman ultimamente. "Sì?" "Non farlo, Dana. Hai solo bisogno di un po' di riposo, tutto ti sembrerà migliore al mattino." "Cosa ti importa?" Sono davvero curiosa. Proprio come il mio Mulder, sembra immune ai piccoli tradimenti, come se fosse convinto che sarei lì lo stesso per lui nei momenti importanti. Posso quasi sentire il calore del suo respiro nel mio orecchio. "Non possiamo farcela da soli. E' troppo per una sola persona. Ma io so di poter vedere chiaramente perché sei confusa e credo, credo davvero, che tu possa fare lo stesso con me. Resisti, resisti per me. Perché sto arrivando." Interrompe la comunicazione e io chino la mia testa fra le ginocchia gemendo. Come un animale catturato in una trappola, mi staccherei a morsi la carne se solo sapessi da che parte iniziare. I singhiozzi che mi squarciano come scoppi di granate sono aridi e inutili. Poi, dopo che il telefono ha smesso di emettere suoni, Mulder arriva a prenderlo dalla mia mano. Posso sentire le sue ginocchia scricchiolare quando si inginocchia sul tappeto davanti a me. "Cosa ti ha detto?" Chiede nella voce più lieve dell'immaginabile. "Ha importanza?" Dita affondano nella mia gola, premendo le escoriazioni che si risvegliano dal loro dormiveglia. Alzo lo sguardo e osservo le scintille d'oro nei suoi occhi emergere come pesci in un laghetto colmo di alghe. Dovrei gridare, dovrei ribellarmi. Ma non riesco a fare nulla. Mi tira in piedi e le mie gambe ondeggiano sotto di me come quelle di una sedia di bassa qualità. Essere tenuta in schiavitù provoca una terribile euforia. George allo Smithsonian è stato come uno spuntino, un bocconcino per trasformare la mia fame-di-Mulder in un desiderio febbrile. Mi sarei scopata Mulder su quelle scale al Museo di Storia Naturale, a pochi passi da quelle gemme e da tutte quelle altre bellissime cose sotto vetro. Me lo sarei scopato e ne avrei amato ogni singolo istante. Le mie mani stanno piangendo sudore quando le chiudo sul suo petto. Pettorali, caldi e solidi come pane sotto le mie mani, i suoi inutili capezzoli duri come pietre contro i miei palmi. Faccio scorrere le mie unghie sulla morbida superficie di cotone della sua maglietta. Non si può violentare chi vorrebbe esserlo, vero? Scosta bruscamente le mie mani, facendomi dolere le dita per la durezza del movimento. Questo è stato un po' troppo rude, anche per lui. Con occhi che ora sono più ambra che giada, abbassa lo sguardo su di me come se stesse esaminando una bistecca di maiale poco promettente avvolta nel cellofan in un supermercato. Alla fine prende una decisione e le sue dita raggiungono di nuovo la mia gola. Il mondo ruota come la sirena lampeggiante di una macchina della polizia. Mi lascio andare. Lascio che la mia consapevolezza scivoli via come acqua. Mi arrendo. Una certa quantità di tempo dopo ritorno in me. I materassi sono solidi in modo quasi rassicurante sotto la mia schiena e l'aria è gelida contro la mia pelle nuda. La stanza è piena del ronzio da insetto di un condizionatore e le mie braccia sono doloranti. Il motivo del dolore alle braccia si fa chiaro pochi minuti più tardi. Sono girata nel verso opposto del letto: la mia testa ne tocca il fondo e i miei polsi sono legati al bordo del letto con quelle che sembrano cravatte. Non è la prima volta che mi lega ma è la prima volta che la cosa mi spaventa. Di solito sembra una cosa simpatica, ma sta volta non mi sto divertendo. L'aria è così fredda che la pelle d'oca mi riveste tutto il corpo. La porta si apre e io richiudo gli occhi per far finta di essere addormentata fino a quando non mi renderò conto meglio di quello che sta succedendo. Mentre alcune parti della mia mente stanno facendo la danza della paura e quella del desiderio in contemporanea, la parte che sta ancora funzionando in modo semi-affidabile compie il walzer della logica. Tutti gli attacchi sessuali di George sono avvenuti post-mortem. Lui ama le sue donne a metà tra il passivo e il decadente. Se, di fatto, Mulder ha assorbito questo comportamento patologico da George, sono piuttosto fortunata che le cravatte si trovino intorno ai miei polsi e non intorno al mio collo. Anche considerando che solo poco fa avevo intenzione di succhiare qualche proiettile dalla canna della mia pistola, trovo l'idea di venire strangolata dalla persona che più mi conosce al mondo non molto esaltante. Così, piuttosto che creare un vero cadavere come quelli di George, Mulder ha voluto crearne uno falso rendendomi incosciente e congelando la mia pelle con il condizionatore. Morboso, ma non letale. Donnie Pfaster. Faceva raffreddare le sue donne il un bagno freddo gelato. E a George piace il sesso anale. Dio, e se...? Non potrei sopportarlo di nuovo... davvero non potrei. Mi domando se ti senti sola stanotte Elvis mormora in sottofondo. Se non fosse già morto glielo augurerei io adesso. Il materasso geme sotto il suo peso. Io trattengo il respiro. Dita, rese ruvide dalla tastiera del computer, profumate di sapone per bambini, scivolano sulla superficie del mio stomaco, sui miei seni, danzando intorno ai miei capezzoli resi turgidi dal freddo. Una fitta di piacere esplode fra le mie gambe. Stringo i miei occhi tenendoli serrati. Le dita raggiungono il mio volto, accarezzando le abrasioni sul mio collo, seguendo le linee dei miei zigomi, toccando le mie labbra. Un dito si insinua fra di esse ed è difficile riuscire ad impedirmi si di succhiare l'asciutta ruvidezza della sua pelle. Il primo atto è stato quando ti ho incontrato, ti ho amato a prima vista Il dito si allontana e posso sentire il famigliare fruscio di Mulder che si libera dei suoi vestiti. Un momento più tardi mi sta costringendo ad aprire la bocca infilandoci dentro il suo pene. La punta tocca il fondo della mia gola rischiando di farmi soffocare. Legata al letto non ho nessun controllo della situazione. Circondo la sua pelle di seta... simile a quella di un bambino... con la lingua, assaggiando la sua cupa essenza, desiderando di poter affondare le mie unghie nelle solide curve del suo sedere e nei lunghi muscoli dei suoi fianchi. Lo sento gemere mentre si muove lentamente dentro e fuori dalle mie labbra. Succhio forte, assaporando il dolce e il salato, tracciando con i denti le vene pulsanti mentre si muove. Le sue ginocchia sono una su ogni lato del mio torace. Viene un attimo dopo, riempiendomi la bocca con il suo seme. Provo a deglutire, ma dei rivoli scivolano lungo le mie guance fino ai miei capelli. Amore, stavi mentendo quando dicesti che mi amavi Silenzioso e immobile, appoggia la sua testa sui miei seni, la sua mano fra le mie gambe, il suo respiro affannoso come se fosse appena tornato da una delle sue corse. In modo piuttosto imbarazzante, mi sono eccitata per tutto questo e le sue dita intrecciate fra i miei peli pubici sono bagnate con la prova del mio desiderio. Una volta che Mulder ha ripreso un respiro normale, incomincia a succhiare i miei seni, prendendone prima uno e poi l'altro con la sua mano libera e mordendo dolorosamente i miei capezzoli fino quando incomincio a sussultare e a muovermi sotto di lui. Tiro i legacci, volendo toccarlo, volendo tirarlo più vicino a me e volendolo dentro di me ancora una volta. Le sue dita si muovono, sfregando il mio clitoride gonfio per tutta la sua lunghezza e spingendosi dentro di me fino a quando fremo contro la sua mano, gemendo. Ripugnanti, sporche ondate di piacere colme di sensi di colpa scorrono dentro di me, infrangendosi contro le accurate mura di sabbia che ho costruito intorno alla mia mente. Tremo contro di lui, vedo macchie bianche mentre la mia consapevolezza si sgretola veloce. Almeno penso di aver gridato il nome giusto quando vengo sotto il suo tocco. Uniti da varie secrezioni biologiche, rimaniamo stesi sotto il vento freddo del condizionatore per lungo tempo. Alla fine, Mulder riesce a risvegliarsi a sufficienza dal suo stato di trance per arrancare fino alla finestra e spegnere il condizionatore. Poi scioglie i miei legacci. Istupidita dal piacere, pazza per il desiderio lo tiro a letto con me. Si attacca a me come una patella mentre le mie mani scorrono lungo ogni centimetro del suo corpo, succhiando le sue palle e il suo collo. Scivolo lungo il suo corpo solleticando i suoi capezzoli con le mie unghie e i miei denti, graffiando il sensibile triangolo delle Bermuda che si trova alla base della sua schiena. Il suo pene comincia a risvegliarsi quando incomincio a succhiare il suo stomaco piatto, portando alla superficie il sangue con piccoli succhiotti color lampone. Faccio scorrere le mie mani fra le sue gambe, massaggiando i suoi testicoli mentre la mia lingua scorre lungo la linea scura che corre dal ombelico fino alle sue gambe. Geme afferrando i miei capelli. Resuscito il suo pene con la mia bocca fino a quando oscilla nuovamente eretto. Un ringhio ferale lascia la sua gola. Ora il palco è vuoto e io sono là in piedi Ruzzoliamo, pelle su pelle resa scivolosa dal sudore, la saliva e lo sperma. Alzo lo sguardo verso la strana maschera di disinteresse dipinta sul suo volto mentre spinge dentro di me. Caldo, solido e insistente ancora una volta, mi riempie fino alla spina dorsale, stirando i miei muscoli fino quasi al punto di farli lacerare, sfregando contro i miei nervi come selce sull'acciaio. Gocce di sudore cadono dalla sua fronte sul mio volto e io le catturo con la bocca, più salate del suo seme che sento ancora sulla mia lingua. Rabbrividisco mentre lui si muove dentro e fuori, afferrandomi e penetrando sempre più a fondo e sempre più con forza ad ogni spinta. Lacerata, a pezzi e implorante, mi spingo verso di lui ulteriormente fino a quando gemiamo entrambi come due cani in calore, i denti scoperti in smorfie di desiderio. Sento grandi cerchi di fuoco che si allargano dentro di me come anelli elettromagnetici. Mordo il suo avambraccio, il sangue riempie la mia bocca, in un vano tentativo di soffocare il grido che erutta dal mio petto quando vengo e il mio cervello esplode in mille pezzi. Mulder continua a spingere dentro di me, mandando onde d'urto lungo tutto il mio corpo. Onde calde e deliziose come l'orgasmo di poco fa. I suoi denti affondano nel mio seno mentre viene dentro di me come una bottiglia di champagne. Le spinte diventano più deboli fino a quando si arresta tremando, finalmente, ed affievolendosi dentro di me. Lo stringo a me, i suoi capelli sul mio viso e le sue braccia intorno alla mia vita. Scossi rimaniamo lì sdraiati mentre la stanza intorno a noi si fa più calda. Il tuo cuore è colmo di dolore, dovrei tornare da te? Poco prima di addormentarmi realizzo che non abbiamo usato nessuna protezione, ma l'orario di visita è terminato nella mia testa e le luci sono già spente. |