TITLE: Iolokus #3 - Vix te Agnovi - The Collector's Edition
       (Ti ho riconosciuto a malapena - Edizione per collezionisti)

AUTHOR: MustangSally and Rivka T
TRANSLATED BY: Lalla
CLASSIFICATION: M&S Relationship/Mitologia/X-File
CONTENT WARNING: XAR-NC-17
SPOILER WARNING: Nessuno
DISTRIBUTION STATEMENT: Gossamer, Annex, altri dietro permesso
WARNING: Questa parte contiene momenti di affetto/felicità non comuni nella serie...


* Capitolo 11 *

Segnati questa situazione e l'evento, e poi dimmi
Se questo può essere davvero un fratello.


I Gunmen si fanno sentire venerdì a mezzogiorno e non sono felici. Li ascolto agitarsi vicino al microfono. La tazza di caffè trema nella mia mano. Miranda è seduta per terra vicino ai miei piedi, intenta a succhiare la spatola che ha deciso essere il gioco del giorno.

George ha chiamato i Gunmen. Usando il mio cellulare.

"Dicci che George non poteva sapere davvero queste cose, Mulder. Conosceva il nostro telefono, dov'è dislocato il Quartier Generale. E i nostri luoghi preferiti dove ci incontriamo. Come fa a saperlo?"

"Non posso dirvelo... lo sapevate ancora prima di chiederlo. Con la mia famiglia qualsiasi cosa è possibile, è anche possibile che Jason abbia detto qualcosa a George dei suoi piani. Ma lui non ha nessuna intenzione di dirvi alcunché su questo argomento o su di un qualsiasi altro progetto segreto governativo, non importa cosa vi prometta. Vuole solo fottere le nostre menti."

"Sta facendo un buon lavoro allora."

"Ragazzi, ricordatevi chi è il vero investigatore federale qui. Non avete neanche delle pistole... o sì?" La prospettiva di una cosa simile è spaventosa quanto quella di George a piede libero che vive la mia vita.

La linea si fa silenziosa. Immagino che non vogliano farmi sapere tutti i loro segreti in caso io passi al lato oscuro.

Sento Frohike respirare di nuovo quando riapre la linea. "Frohike, hai intenzione di incontrarlo, non è così?"

"A volte un uomo deve prendere al volo le possibilità che gli vengono offerte, sai cosa intendo?"

"Lasciami almeno mettere una cimice nel tuo telefono."

"Niente da fare."

"Frohike, quell'uomo è un killer!"

"Ha ucciso qualche uomo maschio che tu sappia? Non siamo esattamente di suo gusto."

"Ma è in piena escalation! Okay, okay, ci chiamerai almeno per farci sapere dove si svolgerà l'incontro così da poterlo prendere quando se ne va?" A dire il vero ho in programma di portarmi dietro un'intera squadra per catturare George appena si farà vivo, ma potrò sempre dire a Frohike che i miei uomini hanno ignorato le mie istruzioni; potrebbe essere plausibile visto che Frohike si ricorda ancora del mio potere persuasivo di quando stavo agli X-Files. Uhm, forse il ragazzo ha ragione ad essere paranoico.

"Dove ti ha detto che vi incontrerete?!" gli chiedo.

E lui me lo dice.

***

Fra tutti quanti i posti. Proprio davanti al fottuto Diamante della Speranza!

Potrei morire di vergogna. Davvero. Ma no, sono una ragazza cresciuta io, con una pistola e un microfono nascosto. So anche che oltre a una dozzina di agenti sparsi per l'ala delle gemme nel Museo di Storia Naturale c'è anche un collegamento diretto dal mio microfono a Mulder ad Arlington. Posso immaginarlo chino sul tavolo da caffè con imbraccio Miranda mentre il silenzioso coro di agenti osserva lo speaker assieme a lui.

Guardo Frohike osservare la brillante gemma blu nella bacheca. Si guarda furtivamente in giro, esaminando ogni turista ed ogni agente sotto copertura come se stesse memorizzando i loro lineamenti per un quiz che si svolgerà più tardi. Sospiro e mi appoggio contro il pannello dietro al quale sto cercando di non nascondermi troppo palesemente. Chiedere a Frohike di sembrare noncurante è come chiedere ad una tigre di fare il leopardo. Solo la promessa di permettergli di togliermi il microfono di dosso quando tutto questo sarà finito lo ha convinto a fare il bravo con i federali. Byers e Langly si sono opposti alla cosa e ora saranno a lamentarsi da qualche parte. Grazie ai recenti eventi non sono propriamente nelle loro grazie. Penso che sarebbero stati felici di vedere George appendere la mia testa alla sua parete dei trofei.

La luce scintillante delle sfaccettature del Diamante della Speranza ha un suo fascino ipnotico. Rimango in piedi a fissare le scintille di luce del così detto "diamante maledetto", osservando le profondità del suo colore che sembrano dissolversi in un universo di oscurità blu e di splendore, fin che incomincio a domandarmi come sarebbe sentire il peso di quella gemma attorno al mio collo... il fuoco brucerebbe come ghiaccio, le sfaccettature e gli spigoli graffierebbero la mia pelle, affondando assieme al peso del viaggio dall'India a Washington mentre le anime dei morti che mi trascinano nel cupo blu e...

"Ti amo." Sussurra, le sue mani sulle mie spalle sono calde anche attraverso la stoffa della maglia e della giacca.

Deglutisco polvere di diamanti, graffiando la mia gola martoriata.

Sei solo stanotte,
ti manco stanotte?
Ti spiace che ci siamo separati?

"Hai uno strano modo di mostrarlo." Dico senza voltarmi.

Dio, questa volta è peggio. Di qualsiasi tipo di Mulder-confusione io abbia sofferto nell'ufficio non è nulla comparata a questo. Qualsiasi cosa io abbia volontariamente represso per abbandonarmi al suo oscuro fascino con lo scopo di autodistruggermi non è nulla in confronto a questo.

Anche se il cancro ha fatto cose terribili al mio senso dell'olfatto io conosco il profumo di Mulder. Potrei probabilmente seguirlo attraverso un supermercato. Profuma di libri, di cuoio, dopobarba al sandalo e un qualcosa di selvatico che appartiene soltanto a lui. Quel profumo è sufficiente a farmi stringere il suo cuscino per consolazione. In qualche modo, George è riuscito a catturare l'eau du Mulder. Abbasso lo sguardo notando il fondo del impermeabile dall'aria famigliare che mi sfiora le gambe come una carezza. George ha tutto il suo corpo premuto contro il mio, le sue dita massaggiano i muscoli tesi delle mie spalle. Una scia di fuoco scorre lungo i miei nervi.

"Lui non va bene per te, lo sai, vero?" Mi sussurra nell'orecchio sinistro.

Gli anni in Canada hanno influito in un modo particolare sul suo accento, ma a parte questo ha la stesso tono di voce inespressivo.

Ad Arlington Mulder sta probabilmente avendo un colpo apoplettico.

"Andrei molto meglio io per te." Insiste.

Mi ha donato corpi morti allo stesso modo in cui un gatto domestico porta i suoi topi come regalo al padrone.

I tuoi ricordi ti portano a un giorno di sole più splendente
Quando io ti ho baciato e ti ho chiamato amor mio?

"Ho un incredibile mal di testa." Dico dando il convenuto segnale di allarme... come se non lo avessero ancora capito.

"E' troppo affollato qui." Dice George con una punta di divertimento. "Troppo agenti dell'FBI mandano a monte un appostamento."

Il suo respiro è caldo contro il mio orecchio, le sue mani scivolano lungo le mie braccia lasciando scie calde attraverso i miei vestiti. La mia testa ronza come una luce fluorescente mentre le sue dita bruciano la mia pelle. La mia reazione non ha nulla a che fare con la ragione o il buon senso, la mia bocca è secca e mi sento come se mi stessi muovendo in un caldo miele. Pronto? Dana! Uomo sbagliato. Non va, non va affatto bene.

Una mano si muove sotto la mia maglia, sul mio stomaco, togliendo i cavi del microfono. Oh Dio. Le dita della sua mano destra accarezzano la pelle della mia gola, facendo sussultare i lividi sotto il suo tocco. Gli angoli lontani della mia visuale si colorano di un bagliore rosso. Posso sentire il fruscio dei miei capelli a contatto con il suo impermeabile quando la mia testa si piega all'indietro.

So chi è. Il mio cervello lo sa, ma il mio sistema nervoso non gli sta prestando attenzione. Mi tremano le gambe e mi sto letteralmente sciogliendo.

Ti sembrano vuote e nude le poltrone del tuo salotto?
Ti scopri a guardare la porta e ad immaginarmi lì?

Il mio polso svanisce nella sua mano. Come ho già fatto tante volte incespico seguendolo. Al di là del Diamante della Speranza vedo un movimento improvviso con la coda dell'occhio.

La porta "Vietato l'Accesso Ai Non Addetti" si chiude dietro di noi.

Con la schiena premuta contro il muro della rampa di scale come una studentessa delle superiori, il corrimano affondato nel mio sedere mentre le sue dita si muovono sui miei seni e il mio ventre e le sue labbra sono intente a sciogliere i punti indolenziti che ha ferito sulla mia gola mentre il suo fianco è premuto saldamente contro il mio osso pubico, facendomi fremere con la testa contro il muro. Le sue dita allontanano il microfono scivolando nel reggiseno per toccare i miei capezzoli che sono già più duri delle gemme nell'altra stanza. Lui geme quando gli mordo il lobo dell'orecchio.

Il tuo cuore è colmo di dolore, potrei tornare da te?
Dimmi tesoro, ti senti solo questa notte?

"Dio, mi sei mancata." Geme allo stesso modo in cui ho fatto io la notte scorsa. Le sue dita sono occupate con la vita dei miei pantaloni, lottando prima con il bottone esterno e poi sbuffando per la frustrazione quando i pantaloni non lasciano la loro presa sui miei fianchi. Strano ma è proprio questo che mi fa recuperare un po' di controllo. Di certo George non sa della presenza di un bottone interno, tiene i pantaloni allacciati in modo più elegante, ma cosa potrebbe saperne lui dei migliori vestiti da donna? Non ha mai avuto un fondo fiduciario e non si è mai diplomato al college né ha mai avuto un lavoro a tempo pieno.

Mi irrigidisco come bachelite, premendo il mio corpo contro la sua crescente erezione, ma senza più modellarmi contro di lui. "Non capisco tutto questo." Dico, cercando di distrarlo mentre raggiungo la mia pistola per fargli scoppiare quella testa fotti-cervelli.

"Ho realizzato solo recentemente quanto tu sia importante per me." Sussurra facendo scivolare la sua lingua sui contorni del mio orecchio. Rinunciando momentaneamente ai pantaloni, copre con le sue mani i miei seni, sfregando con i pollici i miei capezzoli come se stesse facendo zapping e io fossi il telecomando. La consapevolezza che mi ha fatto venire i brividi poco fa incomincia a scivolare via, sciogliendosi nel rinnovato ardore. Potrebbe anche non avere i vantaggi di Mulder, ma ha imparato il modo di imitarli piuttosto bene.

"Ho solo bisogno di occuparmi di un po' di cose, poi tutto tornerà come era prima. Solo io e te, Scully, soli contro il mondo. Era così bello..." La sua lingua mi invade, ruvida e forte e io avvolgo una gamba intorno al suo fianco premendomi contro la sua erezione. Devo liberarmi dal suo braccio per poter raggiungere la pistola, penso con una metà del cervello, mentre l'altra gorgoglia per il desiderio.

Mi libero del suo braccio sinistro e faccio scivolare la mia mano sul tessuto caldo che copre il suo fianco e il suo torace. I suoi muscoli sono solidi, anche più di quelli di Mulder nei suoi momenti di migliore forma fisica. Lui geme approvando la carezza e sposta la sua bocca per ricoprire la mia guancia di umidi baci. "Dimmi che mi vuoi, Scully. Dì il mio nome."

Lo desidero come la cioccolata, come un gelato, come un caffè macchiato di Starbuck in una mattinata gelida, ho bisogno di avere la sua amara dolcezza che riempia la mia bocca e il mio stomaco come un caldo veleno.

Ti senti sola stanotte,
ti manco stanotte?

***

Sento il suo respiro cambiare quando lui inizia a parlare e devo combattere con me stesso per non avere un'erezione per simpatia, cosa che andrebbe alla grande con tutti gli altri agenti seduti sul divano che mi osservano mentre faccio saltellare mia figlia. E' una tortura quando George strappa i cavetti del microfono, ma non è da escludere che la cosa mi abbia salvato il culo.

"Non c'è nessun altro ?" Grido nel telefono, al di sopra delle urla di Miranda, notando a malapena Warwick che la solleva prendendola fra le sue braccia meno burrascose. "Non posso essere semplicemente svaniti, dannazione! A quale diavolo di gioco idiota credete di star giocando?"

Parlottii, sussulti di voci attraverso l'altoparlante, confusi e arrabbiati. Lei è andata con lui volontariamente, sì, certamente, idioti, ma dove è andata? Un flash di una luce bianco/rossa, di una barra di una porta che permette di aprirla più facilmente in caso di emergenza. Una rampa di scale bianca, più spartana delle parti dell'edificio che sono aperte al pubblico.

"Le scale." Dico. "Qualcuno deve controllare le scale."

Se George ha intenzione di giocare con la mia testa io sono pronto a rispondergli con la stessa moneta.

A volte è un bene avere una reputazione. Almeno uno di quegli stupidi coglioni allo Smithsonian ascolta la mia richiesta e comunica che si sta recando a controllare le scale.

La ucciderò. La guarderò negli occhi e le farò riconoscere chi sono... non uno della serie, non uno di quei Ken intercambiabili per il suo piacere....

***

Le mie dita si liberano dello spesso cotone e la mia mano scivola contro il muro, il corrimano freddo e duro sotto le mie dita che si contraggono. I suoi denti mordicchiano giocando il mio mento, spingendo la mia testa in alto e facendo tendere le abrasioni. "Dì il mio nome." Ora la sua bocca è sulla mia spalla, posizionando i suoi denti sui segni che mi ha fatto quella mattina.

La mia mano affonda lentamente dietro la mia schiena. Non posso ricordare esattamente perché.

"Mulder..."

Sussulta, la sua erezione pulsa contro di me e le sue mani sono ai lati del mio volto, i suoi pollici che carezzano la mia gola e i suoi palmi che comprimono la mia testa in una morsa di carne e ossa. Uno strattone nella giusta direzione e la mia testa salterebbe via come un fiore strappato dal suo stelo. I suoi occhi sono di un castano terriccio e bruciano per il calore provocato dalla decomposizione.

"Il mio nome." Insiste e la mia mano tocca il calcio della pistola. Non posso dire di averla trovata intenzionalmente, ma a questo punto l'occasione è piuttosto buona per me. Mi contorco cercando di tenere fermo il mio torace, premuto contro di lui mentre mi preparo a puntargli la pistola contro lo stomaco solido come una parete di roccia.

"George..."

Sento la sua erezione sciogliersi mentre geme, la rabbia sostituita dall'eccitazione. Sento un rumore sulle scale dietro di noi, qualcuno ha finalmente ha capito che George e io stiamo avendo un tete-a-tete qui su. Scopro la pistola proprio mentre George abbassa il suo sguardo vedendola.

"Puttana." Impreca usando la sua presa sulla mia testa per sbattermi contro il muro. Vedo bianco, poi nero mentre sento le mie gambe ripiegarsi come una cartina molto usata.

Scuoto la testa. George si è allontanato; i suoi passi risuonano come una mandria di bufali sopra la mia testa. Con dita di gomma afferro la mia Sig dal pavimento e cerco di rimettermi in piedi. Proprio dietro di me le porte antincendio esplodono e la galleria è invasa da agenti. Ci lanciamo su per le scale, scorgendo un lampo della coda dell'impermeabile che svolazza fra le ringhiere. Finisco nel bel mezzo della mandria, con Zippy che corre a pistola spianata vicino a me, mentre grida nel suo microfono-cuffia.

"Tetto. Di sopra. Forza! Forza! Forza!"

Il tetto, giusto.

Il tetto è la via d'uscita più ovvia, giù per la scala esterna antincendio...

I Mulder non sono mai ovvi.

Una mezza strofa di una canzone per bambini rimbomba nella mia testa con parole cambiate.

La cosa meravigliosa dei Mulder
È che i Mulder sono cose fantastiche
Le loro parti superiori sono fatte di gomma
Le loro parti inferiori sono fatte di sorgenti
Primitive forze del caos. Imprevedibili.

Ma io parlo un fluente Mulderese.

Mi fermo nel bel mezzo della rampa e il flusso di traffico di Tokyo formato da completi neri scorre intorno a me come intorno a una pietra. Torno indietro di due piani. Le mie dita bruciano sul freddo ferro della maniglia della porta.

"Dana, che cazzo succede?" Chiede Zippy all'auricolare.

Una galleria buia, piccole passerelle di grate sospese dove sono appese le luci dei display. Ho un momentaneo flash del capannone di "allevamento" in Texas tanto da dovermi mordere il labbro inferiore per tenerlo fermo. Un guizzo nell'ombra. L'unico agente che posso battere in uno sprint è l'agente Amato... e lui è più basso di me e fuma due pacchetti di sigarette al giorno.

Zippy riesce quasi a sbattermi a terra mentre mi raggiunge sulla passerella. Solo gli stupidi irrompono a questo modo. Lo seguo mentre i miei passi producono un clangore metallico e le luci lampeggiano sul volto di Mulder/George che muta dalla sorpresa a un ringhio a denti stretti per la rabbia. La passerella sussulta e trema quando la massa di Zippy raccolta in una palla si lancia contro il corpo massiccio di George. Cadono entrambi sulla passerella. Stordita da una quasi commozione celebrale e dal voodoo di George mi afferro alla ringhiera con mani sudate per la paura. Zippy potrebbe essere in grado di stendere Mulder con un pugno sulla mascella, ma George è un muro di carne dopo anni di carcere, così non credo che possa andare allo stesso modo.

Volano pugni. Alzo la mia Sig cercando di mirare al volto con cui mi sono svegliata questa mattina. Ho bisogno di un testimone. Ho bisogno di un sacco di cose, ma per ora un testimone potrebbe bastare.

Far esplodere la testa del mio testimone comunque non è una buona idea. E non riesco a prendere la mira. Capelli scuri, teste che si muovono, lampi di luce provenienti da sopra e sotto le voci dei turisti.

Una donna, una guida o una maestra, parla sopra il rumore dei due uomini che ringhiano sulla passerella. La sua voce trasportata con soprannaturale chiarezza nonostante la grande distanza che ci divide.

"Molte persone pensano che l'Allosauro sia solo un Tyrannosaururs Rex più piccolo. L'Allosauro è vissuto 140 milioni di anni fa durante il Periodo Jurassico."

George ora tiene Zippy con la schiena premuta contro la ringhiera della passerella con una tal forza e una tal angolatura da mettere a rischio di rottura le sue vertebre.

"Il Tyranosaurus Rex ha vissuto solo 100 milioni di anni fa durante il Periodo Cretaceo. Le differenze possono essere individuate nelle loro mani, un Allosauro aveva tre dita mentre Tyranosaurus Rex solo due."

Ossa, ossa, ossa, ossa esposte, quanta pressione è necessaria per farle cedere e...

Non sono le ossa a cedere, ma la passerella e Zippy con urlo scivola all'indietro nel vuoto mentre un fragile cavo di alluminio viene reciso con uno schiocco.

L'intera passerella sussulta e ondeggia come un ponte di corda in un film di avventura nella giungla. George scivola verso il capo opposto mentre Zippy urla nella caduta verso...

"L'Allosauro era un dinosauro carnivoro. Aveva denti fitti e taglienti che assomigliavano molto alla parte tagliente di un coltello e..."

Ossa che si rompono, che saltano in pezzi che si spezzano.

Abbasso lo sguardo giù dalla piattaforma per vedere il mio compagno infrangersi nello scheletrico abbraccio degli artigli protesi dell'Allosauro.

George è scomparso.

Sotto, i flash delle macchine fotografiche incominciano ad esplodere come piccoli fuochi d'artificio. Mr, Mrs e Jr America stanno documentando il fatto che hanno appena vissuto attraverso il segmento umano degli ultimi 10 minuti di Jurassic Park. Con un po' di fortuna qualcosa di terribile accadrà durante la notte e l'agente dell'FBI distruttore di inestimabili fossili non raggiungerà la prima pagina del Post.

Il mio cellulare suona contro il mio fianco.

"Dana?" Zippy - e la cosa non mi sorprende - sembra scosso. "Penso di aver rotto qualcosa."

"Sarò giù da te in un momento."

Chiudo il telefono e sono costretta a mordermi il retro della mano per soffocare la risata isterica e inappropriata che rischia di far saltare in pezzi il mio cranio come quello dell'Allosauro.

Mi precipito all'ospedale con Zippy, gli tengo la mano mentre gli fanno le radiografie e concordo sul fatto che un femore fratturato non è decisamente la cosa peggiore che gli sarebbe potuta accadere. L'Allosauro sta davvero messo peggio. Grazie a Dio il terreno finto sotto lo scheletro era composto di un materiale morbido ad alta tecnologia, non esattamente pensato per questa situazione, ma messo lì in caso qualche osso di dinosauro fosse caduto accidentalmente; l'imbottitura ha funzionato bene con Zippy che possedeva molto più tessuto fragile di qualsiasi osso di dinosauro. Sono stata tentata di appropriarmi di un paio dei suoi rilassanti muscolari pre-operatori, ma ho promesso invece di chiamare i suoi a Brooklyn. Li ho chiamati sentendo poi davvero il bisogno di un po' di morfina.

Non si può neanche dire che io arda dalla voglia di tornare a casa per affrontare Mulder.


continua...