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Corsi abilitanti riservati: ambito K04A (O.M. 153/99 e successive modifiche)
docente candidato: Fabio Utili
Premessa e introduzione • premessa: possibili critiche • introduzione: modulo, programmazione, unità didattica • capitolo 1: contesto, argomento, obiettivi • capitolo 2: i sottoargomenti (le unità didattiche) • unità 1 - «I Persiani» di Eschilo • unità 2 - la poesia civile • unità 3 - la poesia epica e medievale • unità 4 - la poesia nel mondo e nelle regioni (eventuale) • unità 5 - la poesia lirica • bibliografia e note |
Martedì, 11 luglio 2000
Premessa critica e autocritica. Penso che in questa proposta siano riscontrabili diversi difetti: 1) la disparità e non gradualità dei testi scelti; 2) la non osservabilità diretta della maggior parte degli obiettivi; 3) una certa disorganicità di percorso e fra i testi. Occorre osservare che un progetto è una elaborazione concettuale (sul futuro) con un forte grado di approssimazione che individua finlità e obiettivi anche diversi fra loro; in un tempo successivo occorrerà definire meglio percorsi e obiettivi mediante la programmazione fino ad arrivare alla concreta pratica didattica per verificarne l'effettiva attuabilità. Ma questo non serve a rispondere alle possibili critiche, né a migliorare i difetti. Posso solo osservare, per il primo punto, che deve essere l'insegnante a mediare; per il secondo mi scuso; per il terzo, che la disorganicità in parte è dovuta alla voluta scelta di tipo antologico e in parte alla pigrizia personale del proporre un lavoro senza correggerlo... Introduzione: cosa si intende per modulo. Programmazione e unità didattica. Sia in considerazione del NOS (con le relative passerelle) che del NES (coi macroargomenti da indicare nel documento del 15 Maggio, con relativi tempi e obiettivi raggiunti) diventa importante pensare la programmazione per moduli. Il modulo da un lato (per il Nuovo Obbligo Scolastico) consente di individuare alcuni nuclei portanti di ciascuna disciplina sviluppabili comunque con percorsi diversi; dall’altro lato (per il Nuovo Esame di Stato) consente anche una possibile migliore integrazione fra le diverse discipline e i diversi «saperi essenziali»1. Quella che mi sembra la migliore definizione di modulo, e la più sintetica, è: «un grappolo di unità didattiche». Ecco che la programmazione dovrà essere effettuata sempre più attraverso moduli e unità: tali termini e tali strumenti didattici non sono nuovi in assoluto ed anzi sono già entrati effettivamente nell’uso delle programmazioni sperimentali curricolari, meno negli indirizzi tradizionali. Le scelte da attuare in sede di programmazione non sono solo di contenuti, ma di metodi, di mezzi, di tecniche. I moduli vengono così definiti come macroargomenti, contenitori di una o più unità didattiche viste come sottoargomenti sviluppati nello specifico di ciascuna disciplina. Ciascun modulo deve essere studiato nei suoi obiettivi disciplinari, ma può anche esserlo a livello di agganci (link) pluridisciplinari, nello stesso modo in cui si costruisce un ipertesto2. Nel modulo le unità didattiche sono coordinate nel loro far riferimento a un unico discorso portante. Si vuole evitare l’andamento sequenziale che procede dalla prima all’ultima tappa, fornendo invece una informazione stratificata in cui sia possibile seguire percorsi differenziati e/o personali: si vogliono, cioè, offrire diversi punti di vista con la possibilità di attingere dall’uno o dall’altro procedendo non tanto per argomenti successivi, ma per connessioni (possibili) fra argomenti. Lo scopo non è fornire un sistema di sapere già elaborato, trasmettendo un’analisi già svolta e risolta, né di presentare un quadro esaustivo e specialistico degli argomenti stessi; bensì quello di porre una problematica come una questione aperta. Certo conoscenze e nozioni devono esserci alla base, ma per queste può essere assai utile il «distillato» delle nozioni (come lo si definisce nella Didattica Breve); l’impiego di schemi, grafici o compendi è quindi raccomandabile, specie se gli stessi ragazzi poi riescono a realizzarne qualcuno: lo schema è ordine mentale. |
Cap. 1 - La progettazione del modulo A. Il contesto. Ipotizzo un modulo per una classe II di un Istituto Tecnico: ritengo che questa dizione possa rimanere perché anche il testo sul riordino dei cicli parla dei primi due anni di scuola secondaria (e di un successivo triennio); i programmi, invece, ancora non ci sono e per quelli faccio riferimento a un generico attuale Istituto Tecnico. Trattandosi di una classe fittizia non posso determinare con precisione i livelli di ingresso, è ovvio che gli studenti abbiano già un minimo di competenze nell’ambito grammaticale, semantico, lessicale: tutti prerequisiti. Ritengo perciò ragionevole pensare alla realizzazione nel II quadrimestre, cioè dopo che si sono comunque effettuate lezioni e prove sulla narrativa, la grammatica, la produzione di testi. B. L’argomento e i sottoargomenti. L’argomento è la poesia; i sottoargomenti sono rappresentati dalle singole unità didattiche (cfr. cap. 2). C. Obiettivi e risultati attesi (se va bene...) C.1 Finali: accostarsi e leggere la poesia; consapevolezza dei caratteri e delle diverse forme della poesia e della «liricità» (come introspezione). Nel suo livello più alto potrebbe essere una educazione del gusto, ma questo mi pare comunque un obiettivo difficile da raggiungere, anche se non impossibile. C.2 Disciplinari: a) consapevolezza del rapporto fra poesia e musica, quindi dell'importanza del piano fonetico; b) consapevolezza del «contare» nella musica e nella poesia, il piano metrico (alcune conoscenze e competenze); c) consapevolezza delle possibili diverse forme e contenuti nella poesia, il piano stilistico e semantico (alcune conoscenze e competenze); d) utilizzo, per la lettura e l’analisi della poesia, delle competenze lessicali, sintattiche e semantiche integrate anche dalla acquisizione di competenze su alcune figure retoriche; e) acquisizione di capacità di lettura espressiva (osservo che probabilmente tale capacità sarà già acquisita da alcuni e molto meno da altri: la si può comunque favorire o potenziare); f) produzione (capacità, di livello diverso): nel caso la classe risponda, ce ne sia il tempo o lo si ritenga utile, anche solo per coinvolgere maggiormente i ragazzi, si può pensare alla produzione di testi poetici, sempre però seguendo un modello o comunque delle regole (sarebbe un laboratorio di scrittura3); si può anche scegliere di produrre qualche testo di commento o una recensione di tipo giornalistico: grosso modo possono avere le forme di tipologie testuali come il «saggio breve» o l’articolo (proposti dal NES). C.3 Disciplinari specifici e direttamente osservabili per la poesia. a) contare le sillabe tenendo conto, oltre che di elisione, troncamento (apocope) e iato, anche di sinalefe e dialefe, di sineresi e dieresi per riconoscere correttamente i versi dal quinario all’endecasillabo; b) riconoscere i diversi tipi di rima: baciata, alterna, invertita, incrociata, incatenata; c) riconoscere le forme metriche più usate, come il sonetto; d) riconoscere alcune figure retoriche frequenti in poesia: anafora, metafora, similitudine, personificazione, sinestesia, metonimia; e) riconoscere le figure fonetiche: allitterazione, assonanza e consonanza, onomatopea, paronomasia; f) nel caso si scelga la produzione di testi in forma poetica, oltre che di riconoscimento si deve parlare di applicazione di queste conoscenze metriche e retoriche; applicazione congiunta alla capacità di ri-scrittura di un modello dato. C.4 Interdisciplinari. Ritengo possibili dei legami con l’educazione civica, la storia, la geografia e perfino la musica o la matematica. E’ comunque ragionevole puntare alla consapevolezza, negli studenti, di queste possibilità. D. Articolazione del percorso. D.1 Tempi: dipendono dagli obiettivi e dal livello della classe. Direi, approssimativamente, che per raggiungere gli obiettivi qui elencati fra quelli disciplinari (punto C.2) da a) a d) può bastare un mesetto di lezioni: si riuscirebbe a leggere e commentare poesie diverse, vedendone alcuni aspetti base da quello fonico a quello retorico; per il quinto e sesto obiettivo occorre prevedere qualcosa in più e in questo caso si può giungere a un intero quadrimestre, utilizzando allora la lettura poetica e la produzione per fare anche i contenuti della grammatica, della retorica... D.2 Gli spazi: l’aula. Molto eventualmente qualche computer o internet per ricerche specifiche. D.3 Metodologie formative. Con la classe: introduzione dell’argomento e dei sottoargomenti. Lettura, commento e analisi dei brani. Interventi o piccole discussioni su temi proposti via via. Eventualmente lavori di gruppo o di approfondimento o di produzione individuale a casa. D.4 Materiale didattico. Una antologia per il biennio4. Fotocopie a integrazione dei testi dell’antologia. Materiali prodotti dall’insegnante, che qui allego: schema dei generi letterari e scheda sulla poesia. |
Cap. 2 Le Unità didattiche (i sottoargomenti coi relativi obiettivi) Unità 0 - Introduzione. Unità 1 - Eschilo: «I persiani» (alcuni brani forniti in fotocopia). Unità 2 - La poesia civile. Unità 3 - La poesia epica e medievale. Unità 4 - La poesia nel mondo e nelle regioni. Unità 5 - La poesia lirica. |
Bibliografia. Testi di riferimento generale. L. Renzi: «Come leggere la poesia» - edito Il Mulino G. Armellini: «Come e perché insegnare letteratura» - edito Zanichelli Antologie del biennio. Mariotti-Sclafani-Stancanelli «Quattro colori» - edito D’Anna M. L. Altieri Biagi «I mondi possibili» - edito Le Monnier Bertocchi-Brasca-Lugarini «Il nuovo, i fili del discorso» - edito La Nuova Italia Altri testi da cui ho ricavato brani poetici. AAVV: «Tragici greci» (traduzioni varie) - edito Sansoni AAVV: «Poesia italiana del ‘900» (cura E. Gioanola) - edito Librex AAVV: «Orfeo, il tesoro della lirica universale» (cura V. Sereni) - edito Sansoni
1 Per una analisi della «Multidisciplinarietà e il Nuovo Esame» cfr. anche http://digilander.libero.it/fabioutili/multid.html
Qui oltre a dei percorsi per filosofia, storia, italiano e le ricerche in internet è, appunto, presente il testo della mia tesina di immissione in ruolo con considerazioni sul NES, le prove d’esame, i saperi essenziali, infine un modulo effettivamente svolto per storia a partire dal libro «Destra e Sinistra» di Bobbio.torna al testo 2 Uso qui il termine ipertesto per alludere ad abilità «vecchie» di alto livello. Qualunque lettore esperto e abbastanza intelligente è in grado di prendere un libro tradizionale (cartaceo) e utilizzare indice e indice analitico per cercare le informazioni che gli servono senza dovere leggere tutto il libro e, nel caso le informazioni cercate siano diverse, si muove come «navigando» fra argomenti e paragrafi. Il possibile rischio con un ipertesto e un lettore inesperto è che si trovino ben poche informazioni; inoltre i link sono prestabiliti e io posso solo accettarli o rifiutarli.torna al testo 3 Ho presente su questo una pubblicazione del Liceo scientifico stat. «M. Curie» di Castiglione delle Stiviere (MN): «Laboratorio di scrittura» (1995), che raccoglie testi prodotti dagli allievi del biennio come ri-scrittura (o ri-creazione) a partire da modelli specifici quali, ad esempio, la «Quercia del tasso» o Rabelais per la narrativa; oppure, per i testi poetici, l’Antologia dello Spoon River, o la lirica di Ungaretti trasportata nel tema della «interrogazione», o la costruzione di poesie come esercizi sulle metafore e le similitudini. Ho anche presente alcuni appunti da un corso di aggiornamento sulla «scrittura creativa» tenuto all’ITC «Don Milani» di Montichiari (BS) nel dicembre 1997.torna al testo 4 Il tema della poesia, con schede sulla metrica, le figure retoriche, gli aspetti fonetici e semantici, si trova nelle varie antologie. Ad esempio: Mariotti-Sclafani-Stancanelli «Quattro colori» (libro azzurro: poesia e teatro); M. L. Altieri Biagi «I mondi possibili» (la stessa autrice ha prodotto anche una «Grammatica dal testo») Bertocchi-Brasca-Lugarini «Il nuovo, i fili del discorso» (vi è proposta una sezione con testi che vanno dai Beatles, a Battisti, a Vasco Rossi).torna al testo 5 In ogni atto comunicativo esiste un emittente, un ricevente e ciò che viene comunicato, cioè il messaggio che ha un referente (oggetto di riferimento), un codice (il sistema di segni utilizzato), un canale (il mezzo scelto per la comunicazione). Quindi Jakobson distingue in ogni atto comunicativo, cioè in ogni messaggio: - la funzione referenziale, se il messaggio è centrato sul referente ed ha quindi lo scopo di informare e descrivere; - la funzione emotiva, se esso è centrato sull’emittente con lo scopo di esprimerne sentimenti, opinioni, giudizi; - la funzione conativa, se il messaggio si orienta sul destinatario per persuaderlo, consigliarlo, dargli ordini; - la funzione fatica, se ci si concentra sul canale per verificare il mantenimento del contatto fra emittente e ricevente; - la funzione metalinguistica, se il messaggio è centrato sul codice con lo scopo di illustrarne il funzionamento; - la funzione poetica che pone l’accento sul messaggio stesso con lo scopo di arricchirlo di significati non solo referenziali. A me continua comunque a sembrare più semplice e più utile (specie per la poesia) la distinzione di Frege fra denotazione (l’oggetto di riferimento) e modo della denotazione (il significato connotativo). Stella del mattino e stella della sera hanno lo stesso significato denotativo, cioè Venere, ma diverso significato connotativo: hanno lo stesso oggetto di riferimento, ma dicono in modo diverso e dicono qualcosa di diverso. Mi pare proprio questo il carattere della poesia, piuttosto che parlare di un fare perno sul messaggio stesso che fa pensare soprattutto a elementi di tipo retorico (che pure ci sono).torna al testo 6 L’antologia «Quattro colori» (cit.) per definire il genere di componimenti come «25 Aprile» di A. Gatto o «Non sa più nulla è alto sulle ali» di V. Sereni usa sempre e comunque «lirica»: come per l’Infinito di Leopardi; solo per «Il PCI ai giovani» di Pasolini usa «lirica di argomento politico-sociale». E’ evidente il presupposto per cui poesia è identico a lirica. Presupposto che non condivido (nonostante consideri questa una buona antologia per il biennio): forse è valido da un secolo e mezzo e non certo in modo assoluto. Insomma, c’è anche la poesia civile che non è una lirica in senso stretto perché si rivolge alla società, ma può comunque nonostante ciò contenere aspetti «lirici» nella profondità e intimità della passione civile.torna al testo 7 Haikai o haiku: si tratta di componimenti di 17 sillabe distribuite in tre versi di 5, 7 e 5 sillabe; erano generalmente composti «a catena» da più persone e nel XIV sec. limitati alla poesia comica e satirica, ma è nel sec. XVI che questo tipo di componimenti viene portato alla perfezione da M. Batsho con gli haiku lirici. torna al testo |