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• Gentry: piccola e media nobiltà terriera inglese, formatasi in età medievale soprattutto con l'acquisto di terre dall’aristocrazia. Essa esprime gli amministratori locali e i membri della Camera dei Comuni ed è caratterizzata da forti disparità economiche e di rango al suo interno. E’ la protagonista delle recinzioni e base sociale del movimento puritano della prima rivoluzione (1642-46) che porterà Cromwell al potere. • Recinzioni (enclosures): atti di soppressione delle terre comuni per la loro attribuzione a un proprietario(dal XV a metà XIX sec.). Sono terre non particolarmente buone né estese: la gentry ha la necessità di farle fruttare il più possibile e così viene a formarsi la sua mentalità di tipo «capitalistico» dell’investire per guadagnare. • Tradizione parlamentare: 1215 Magna Charta; 1628 Petition of Rights; 1689 Bill of Rights (su cui giura Guglielmo III prima di divenire re dopo la Gloriosa rivoluzione; vi si prevede la divisione dei poteri). Giorgio I di Hannover (1714-27) elabora il sistema di governo basato sul sostegno di un partito e diretto da un primo ministro. • Anglicanesimo: lo scisma di Enrico VIII (Atto di supremazia, 1534) dà luogo a una religione di Stato che, rifiutando l’autorità del Papa, vuole sostituirvi la propria, ottenere il divorzio da Caterina d’Aragona, acquisire beni ecclesiastici. Inizialmente i contenuti di fede sono sempre quelli del cattolicesimo, poi con Edoardo VI (1547-53) e il Book of Common Prayer ricevono elementi luterani; mentre con Elisabetta I (1558-1603) e l’Atto di uniformità (1559) si ha sempre un modello luterano nella concezione dell’autorità della Chiesa ossequiosa al potere politico, ma anche una impronta calvinista (si negano indulgenze, culto delle reliquie, celibato; i sacramenti sono ridotti a battesimo e comunione, ma senza transustanziazione). Dopo l’Atto di tolleranza (1689) si formano tre correnti nell’anglicanesimo: a) Low Church (Chiesa bassa) con spiccato carattere evangelico; b) High Church (Chiesa alta) con riti vicini a quella cattolica; c) Broad Church (Chiesa larga) tendente a un liberalismo dottrinario. • Puritanesimo: è un movimento religioso rigorista del XVI sec. (ci si sente investiti da Dio del compito di salvare Inghilterra e mondo intero) che vuole trasformare l’anglicanesimo in senso calvinista e che sul piano politico si oppone ai cattolici Stuart e alla supremazia del re sulla Chiesa. Esauritosi in Gran Bretagna, dopo aver rappresentato la base politica e militare di Cromwell e nonostante la libertà religiosa garantita dal Toleraction Act (1689), è presente in America per l’emigrazione dei Padri Pellegrini (in seguito all’Atto di supremazia di Elisabetta I, 1559) con comunità di preghiera autogovernantisi in cui la vocazione a essere un buon cristiano corrisponde allo svolgere un ruolo definito nella società. • Tory e Whig: denominazione dal XVII sec. al 1832, poi rispettivamente partito conservatore e liberale. I tories sono difensori della monarchia e degli interessi dei proprietari terrieri (lords). I whigs, invece, sono sostenitori del Parlamento e delle minoranze protestanti contro la Monarchia e la Chiesa Anglicana; essi sono proprietari terrieri (gentry) e borghesi. Nel dopoguerra, col sistema uninominale, il partito liberale verrà scalzato dal panorama politico inglese dal partito laburista. • Rivoluzione industriale, perché in GB? a) aspetti sociali: 1) mentalità che apprezza le attività e il successo economico (è spirito d’intrapresa, derivato dai commerci e dalle attività della gentry); b) aspetti ambientali: 2) risorse di carbon fossile e ferro; 3) canali navigabili (basso costo per trasporti anche pesanti) e sistema stradale efficienti; c) aspetti economici: 4) sviluppo demografico e quindi disponibilità di manodopera; 5) incremento della domanda di beni (anche per lo sviluppo demografico); 6) disponibilità di capitali (anche se gli investimenti iniziali negli ultimi decenni del XVIII secolo non sono elevati). • Punti di forza della GB nel XVIII-XIX sec. (età vittoriana: 1837-1901): 1) agricoltura di tipo capitalistico; 2) grossi nuclei urbani, industriali e finanziari; 3) libero scambio, quindi massimo sviluppo dei commerci e interesse per l’espansione coloniale; 4) solidità istituzioni politiche; 5) non intervento nelle vicende politiche europee (salvo la necessità di mantenerne l’equilibrio, ad es. guerra di Crimea). • Liberalismo, dottrina politica basata su: 1) tutela del cittadino da ogni eccesso del potere pubblico, con la suddivisione dei poteri; 2) tutela delle libertà individuali, salvaguardando la privacy; 3) tutela delle libertà della società (specie economiche), garantendo la libera iniziativa (il liberismo, il laisser faire, è dottrina economica). |
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• Frontiera: nella storia statunitense dopo la guerra d’indipendenza (1775-83, basata sul principio «no taxation without representation»), è il confine fra le zone già colonizzate e quelle ancora da colonizzare, essa include in realtà una fascia di territorio e soprattutto è mobile. La frontiera mobile segue schematicamente queste fasi: 1) arrivo dei primi pionieri (es. cacciatori di bisonti o minatori a seconda dei casi), si hanno anche i primi avamposti militari; 2) piccoli villaggi di pionieri con l’arrivo dei mandriani e dei commercianti ambulanti; 3) ampliarsi dei villaggi con empori fissi e insediamenti stabili per l’arrivo degli agricoltori (eventuali conflitti coi mandriani); 4) arrivo della ferrovia (a questo punto la frontiera si è già spostata più a ovest). Le zone selvagge, oltre a dover essere strappate agli indiani, in certi casi devono prima essere conquistate politicamente o militarmente: guerra contro il Messico del 1845 (ma qualcosa di simile era già avvenuto anche con la guerra dei sette anni e la pace di Parigi del 1763). La frontiera è imperniata su un forte egualitarismo e individualismo di singoli o famiglie che inseguono le pari opportunità offerte a tutti (almeno in teoria) dai nuovi territori col supporto di istituzioni e mentalità di tipo democratico. Questo è l’ideale del self made man che impronta tutta la storia statunitense. Ecco che la frontiera non si esaurisce con la conquista definitiva della costa del Pacifico, come afferma Turner («Il significato della frontiera nella storia americana», 1893). Si apre cioè un successivo «canale interoceanico» che vuole portare la potenza economica e la democrazia statunitensi a regioni sempre più remote in grado di ricevere sia il beneficio dell'influsso economico sia di quello politico, almeno nelle intenzioni dei «pionieri». Queste le «Origini dell’imperialismo americano» (Aquarone, 1973). Ne consegue che la politica estera degli Stati Uniti oscilla fra le tendenze allo splendido e orgoglioso isolamento (prima di decidersi a una nuova frontiera) e la consapevolezza di una missione per il progresso e la democrazia. • Self made man: uomo che si è fatto da sé; è l'emblema del pioniere e quindi degli USA alla conquista sempre di nuove frontiere. Tale ideale è un misto di egualitarismo democratico e individualismo. Secondo l’aspetto egualitaristico tutti devono poter raggiungere qualunque posizione, anche la più elevata, e non è accettabile alcuna limitazione in questa possibilità, né politica (cui tutti possono o devono partecipare almeno formandosi la propria opinione in modo libero e tramite liberi mezzi di comunicazione, ed ecco che gli USA sono nell’800 all’avanguardia nelle macchine per la stampa, nel ‘900 per radio e TV, infine per internet), né economica (ecco che gli USA più e prima di altri paesi sviluppano delle legislazioni anti-trust). |
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• Gallicanesimo: è una forma di religione di Stato che si differenzia da quella cattolica romana per due principi complementari: a) il Papa non ha in Francia alcun potere temporale; b) anche il suo potere spirituale è limitato da quello del re. Dunque, il re francese esercita il suo potere sulla società anche attraverso la nomina dei vescovi e il suo controllo sul clero. Posizioni di questo tipo sono già implicite in quelle imperiali durante la lotta per le investiture, ma si concretizzano nello scontro (1296-1303) fra Filippo IV il Bello e Bonifacio VIII e nei successivi cattività avignonese (1309-77) e scisma d’Occidente (1378-1417); tuttavia le prime formulazioni teoriche compiute sono solo della fine XVI sec. (cioè contemporanee alla conclusione delle guerre di religione in Francia, 1562-98). Una riaffermazione di questi principi, per quanto in un contesto storico completamente diverso, è la Costituzione civile del clero (1791) durante la Rivoluzione francese. • Assolutismo: modello dell’Antico regime, sviluppato da Richelieu per Luigi XIII (1601-43) e poi da Mazzarino per Luigi XIV (1643-1715) con cui raggiunge il suo culmine: «lo Stato sono io». Potere accentrato (come già nel Regno Franco): mediante funzionari (intendenti... e, già da inizio età moderna, nobiltà di toga); col controllo dell’esercito, della legiferazione, delle magistrature. • Colbertismo, forma più intelligente di mercantilismo (secondo cui la ricchezza nazionale è l’oro che entra nel paese e nelle case dello Stato, ciò porta a una sorta di paura delle merci): Colbert, ministro di Luigi XIV, preferisce importare materie prime per esportare prodotti finiti; sviluppa la marina mercantile (e militare); vieta agli artigiani esperti (ugonotti) di espatriare. • Revanchismo: spirito di rivincita dopo la disfatta di Sedan del 1870, viene a condizionare tutta la politica estera francese, e quindi quella tedesca, fino alla prima guerra mondiale. (In seguito, pure Hitler farà leva sul nazionalismo e sull’esigenza di riacquistare un ruolo internazionale dopo il valore anche punitivo dei trattati conclusivi della I guerra mondiale). |
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• Cuius regio eius religio: è la formula della pace di Augusta (1555) fra l’imperatore Carlo V (1519-56) e la lega di Smalcalda che sancisce la nascita anche in Germania di religioni di Stato (una fede imposta per legge), oltre che la avvenuta divisione fra cattolici e luterani e la frantumazione politica dei territori tedeschi (già implicita nella debolezza della corona imperiale con la sua elettività sancita nel 1356, Bolla d’oro). Viene riconfermata dalla pace di Vestfalia alla fine della guerra dei 30 anni (1618-48) tenendo conto anche dei calvinisti. • Junker: classe sociale dei proprietari terrieri nelle regioni orientali della Prussia; cadetti delle famiglie nobili e protagonisti nei sec. X-XII della colonizzazione delle aree slave al di là dell’Elba. Mantennero la loro egemonia sociale (possedimenti, corpo ufficiali dell’esercito, burocrazia) fino alla fine della II guerra mondiale, quando il loro ceto venne spazzato via dalla riforma agraria della Repubblica Democratica Tedesca nel 1945. • Punti di forza della Prussia nel XVIII-XIX sec. (Germania dal 1871): le commesse statali per sviluppare l’esercito fanno sviluppare l’economia; ciò determina una convergenza di interessi fra junker (esercito, burocrazia, a volte imprenditori) e re di Prussia (imperatore della Germania col II Reich dal 1871). • Realpolitik: riferito inizialmente alla politica estera di Bismarck (per imporre l’egemonia Prussiana alla Confederazione germanica, quindi in Europa): è una politica pragmatica e di potenza che, indipendentemente da ogni ideologia e tramite gli accordi via via più opportuni, vuole conseguire gli interessi di uno Stato anche con l’uso della forza economica o militare (machpolitik). • Östpolitik: è il riavvicinamento della Germania Federale ai paesi dell’Est attuato dal cancelliere Brandt dal 1970 avviando il reciproco riconoscimento dei due Stati tedeschi e accordi con URSS e Polonia. E’ una politica di apertura che rompe le contrapposizioni ideologiche e di politica pragmatica. [Realpolitik e Östpolitik possono essere decontestualizzate e viste come modi opposti di fare politica]. |
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• Reconquista: liberazione da parte delle popolazioni cristiane spagnole e anche portoghesi dei territori occupati dagli arabi. La guerra è condizione normale di vita dall’VIII al XV secolo. • Santiago de Compostela: attorno all’800 d.C. vengono ritrovate le reliquie attribuite a San Giacomo, il primo apostolo martire. La cittadina diverrà dall’XI sec. (assieme a Roma, sulla via Francigena, e Gerusalemme, su quella Balcanica) uno delle principali destinazioni dei pellegrinaggi cui si dedicano tutti gli strati sociali e verso cui si incanalano vie che partono da Germania, Francia, Italia e anche Inghilterra; essa era uno dei simboli dell’anima spagnola e della cristianità europea (Göthe ha scritto: «l’Europa è nata in pellegrinaggio e il cristianesimo è la sua lingua materna»). • Hidalgo: piccola nobiltà terriera, formatasi con la reconquista e esente dalle imposte, il loro titolo è trasmissibile solo in linea maschile. La mentalità degli hidalgo rifiuta il lavoro: alla lunga è un elemento di debolezza dell’intero Stato. • Inquisizione: nata per iniziativa del Papa nel XIII sec. con l’invio di giudici nelle varie zone della cristianità, si costituisce come tribunali della Chiesa col compito di difesa dalle eresie; poi perde importanza. Tuttavia nel XV sec. ha un rilancio in Spagna in materia di verità di fede, per la presenza di popolazioni sia di origine araba sia ebraica, e l’istituzione di un suo Consiglio legato al potere dello Stato (sciolto nel 1833). Mentre in Italia riassume vigore dopo il Concilio di Trento (1545-63). |
Ampliato: Domenica, 27 ottobre 2002