Alexandria Antiqua
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Alexandria Antiqua


L'amministrazione Comunale di Alessandria propone un itinerario storico medievale e rinascimentale. Il percorso, proposto in un depliant, trova riscontro con la sistemazione in città di appositi cartelli esplicativi.

Alexandria antiqua si inserisce nell'ambito del progetto 'Riconoscere Alessandria' che ha come obiettivo il recupero della consapevolezza di alessandrinità anche attraverso la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico ed architettonico.

 

Potete richiedere il depliant presso

Assessorato cultura e turismo del comune di Alessandria, Piazza della Libertà,1

Tel. 0131202212    Fax 0131/202211

 

Di seguito le tappe fondamentali da fare per conoscere meglio Alessandria

 

- Loc. Villa del Foro (Al)

Il FORVUM, fondato da un membro della famiglia dei Flacchi tra il 180 e il 120 A.C., è uno dei più antichi centri romani dell'Occidente Padano. Importanti reperti sono venuti alla luce in via della Rocca, in strada della Cavallerizza e nell'area di San Damiano, dove è stato ritrovato un tratto del tracciato della "via Fulvia"

 

Torre degli Stortiglioni - Secolo XV - Loc. Marengo (Al)

Eretta in epoca medievale dalla famiglia degli Stortiglioni nell'antico insediamento di Marengo, è associata nella tradizione popolare al nome della regina longobarda Teodolinda

 

Già documentata in un atto del 1107, faceva parte del nucleo fortificato di Rovereto, preesistente alla fondazione di Alessandria. Nella zona archeologica: tracce di un edificio ad aula del IX secolo e di una chiesa a tre absidi del 'XI-XII. L'aspetto attuale risale a lavori dei Canonici Lateranensi tra il 1470 e il 1545. L'annesso chiostro era parte del convento

 

L'isolato ospitò una delle cinque sedi cittadine di questo movimento religioso che si sviluppò a partire dalla fine del 'XI secolo ed ebbe in Alessandria uno dei centri più importanti. All'interno tracce dell'insediamento e l'ambiente noto come "Tianio degli Umiliati", in cui si ipotizza si potessero svolgere le tipiche attività di produzione del panno.

 

Ex chiesa di San Francesco - secoli XIII-XIV - Via XXIV maggio

Sede dell'antico insediamento francescano in città, fu portata a termine nel 1314. La struttura di chiesa a sala, a tre navate, é stata modificata con tramezzi in occasione della trasformazione ottocentesca in ospedale militare. Recentemente sono state rinvenute le tracce di importanti decorazioni originarie affrescate.

 

Costruito intorno al 1170, centro del potere politico in età medievale, ospitò per secoli i podestà e i governatori della città. Si prolungava fino a via Migliara e a via dei Martiri. All'interno tracce di un salone del pretorio quattrocentesco, porticati, e un affresco raffigurante S.Paolo. L'edificio ha subito rilevanti modificazioni a scopo militare e di civile abitazione.

 

Edificio a tre navate, eretto dai Carmelitani tra il Duecento ed il Trecento. Ampliato nel 1466 e dotato di chiostro, fu restaurato nel secondo quarto del Novecento in stile tardo-gotico. All'interno: Madonna del Rosario (secolo XVI), Polittico con Crocifissione e Santa Lucia tra le Sante Barbara e Agata (secolo XVII), Trittico con Santa Teresa, Crocefisso (secolo XVIII).

 

Palazzo Inviziati - Sede Vescovile - Via Vescovado

Edificio di origine quattrocentesca, forse dovuto all'iniziativa di Nicolò, esponente dell'importante famiglia mercantile cittadina. Nei locali al piano terreno: soffitti e cassettoni (databili non oltre il 1494) e l'archivio della Curia. Al primo piano: appartamento vescovile.

 

Eretta dopo la battaglia che nel 1391 vide l'esercito alessandrino comandato da Jacopo Dal Verme e Andreino Trotti opporsi vittoriosamente alle truppe Francesi del conte d'Armagnac. All'interno: La madonna del latte (1395), attribuito al pittore lodigiano detto "Maestro di Ada Negri".

 

Forse l'unico edificio superstite di età spagnola, dovuto all'iniziativa del governatore Matheo de Otanez (1626). Nella nicchia sull'ingresso: affresco raffigurante la Madonna di Monserrat. Sul tabernacolo: Madonna nera attribuita ad artista spagnolo del XVII secolo.

 

Già documentata nel 1486 presso un'ampia casa che giungeva sino a via Dante (da cui l'appellativo) e che ospitava la scuola pubblica voluta dai coniugi Scoglia. Ricostruita nel 1765 dall'architetto G.Caselli e oggi sconsacrata.

 

Dell'antica chiesa benedettina, fondata dai Castellazzesi trasferitisi in città verso la fine del Duecento, poi trasformata in convento delle Orsoline, resta solo il campanile alto 21 metri, la cui copertura fu rifatta nel 1888.  Il retro dell'edificio è adibito a destinazione scolastica.

 

La torre (secolo XIII) fu inglobata in un elegante residenza nel Seicento e abbellita successivamente anche con opere di Carlo Caniggia e Francesco Mensi. Il castello passò dai Bagliani agli Inviziati, ai Petitti e ai Parravicini. Ceduto da questo, fu adibito ad ospedale militare (1915-1918) e ha sede zonale del P.N.F.. L'abbandono degli ultimi 45 anni ha causato la scomparsa del muro di recinzione e dell'ampio e ricco giardino.

 

 

Monica    phgou@libero.it      Philippe