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AUTORE

TITOLO

Auden  Wystan Hugh
Baudelaire   Charles
Borges  Jorge Luis
Dikinson  Emily
Garçia  Lorca Federico
Paz    Octavio
Saba  Umberto

 

Blues in memoria

 
Fermate tutti gli orologi,tagliate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro; si accostino i dolenti.
Incrocino aereoplani lamentosi lassu'
e scrivano sul cielo il messaggio "Lui e' Morto"
allacciate nastri di crespo al collo dianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.
Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodi', la mezzanotte,la mia lingua, il mio canto :
pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.
Non servon piu' le stelle: spegnetele tutte;
legate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco ;
perche' ormai piu' nulla puo' giovare !
...
			Wystan Hugh Auden (1907-1973)

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versi  poetici

                     
...
antepongo ai vini rari,all'oppio,
l'elisir della tua bocca
ove pavoneggia l'amor ;
quando parte verso di te
la carovana dei desideri miei,
i tuoi occhi sono la cisterna
ove bevono i miei affanni.
...
Charles Baudelaire (Parigi 1821-1867)
				
				
 

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Alle poesie complete...

      ...
Un libro di poesie
e' l'autunno morto :
i versi sono foglie
nere su terre bianche.
E la voce che li legge
e' il soffio del vento
che li affonda nei cuori
-impenetrabili distanze-
Il poeta e' un albero 
con frutti di tristezza
e con foglie marce
del pianto per cio' che ama.
Il poeta e' il medium
della Natura
che spiega la sua grandezza
attraverso le parole.
Il poeta comprende 
tutto l'incomprensibile
e cose che si odiano
le chiama sorelle.
Sa che le strade
sono tutte impossibili
e per questo nelle tenebre
le percorre con cautela.
...
Poesia e' Amarezza,
miele celeste che scaturisce
da un favo invisibile
che fabbricano le anime.
Poesia e' l'impossibile
reso possibile.
Arpa
che invece di corde
ha cuori in fiamme
Poesia e' la vita
che percorriamo con ansia
aspettando chi guidi
senza rotta la nostra barca.
Libri dolci di versi
sono gli astri che passano
nel silenzio muto
verso il regno del Nulla
scrivendo nel cielo
le loro strofe d'argento.
...
Come nell'orizzonte
lascio riposare i miei sguardi,
lascerei su questo libro
tutta la mia anima!
	

 

 

Federico Garçia Lorca

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esempio.

 
Il tuono percorre la pianura
nasconde il cielo tutti i suoi uccelli
Sole scorticato 
             sotto la sua ultima luce
le pietre son piu' pietre che mai
Mormorio di incerti fogliami
come ciechi alla ricerca della strada
Fra pochi istanti
acqua e notte saranno un solo corpo.
                     OCTAVIO PAZ (1914-20/4/98 CITTA DEL MESSICO)
				
				

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poesia.

 
  C'e' una certa inclinazione di luce,
  i pomeriggi d'inverno
  che opprime,come il peso
  di musiche di cattedrale
  Una ferita celeste,ci apporta
  non ne troviamo cicatrice,
  ma una interna differenza,
  dove stanno i significati
  Nessuno puo' insegnarla altrui
  è il sigillo la disperazione
  un'imperiale afflizione
  inviataci dall'aria
  Quando viene,il paesaggio ascolta
  le ombre trattengono il fiato
  quando va, è come la distanza
  nell'aspetto della morte
                     EMILY DIKINSON ( Amherst 1830 - 1886 )

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scacchi.

 
Nell'angolo severo i giocatori
muovono lenti i pezzi.La scacchiera
li avvince fino all'alba al duro campo
dove si stanno odiando i colori.
Su di esso irradiano rigori magici
le forme : torre omerica,regina
armata,estremo re,cavallo lieve,
pedoni battaglieri,obliquo alfiere
Quando si lasceranno i due rivali,
quando il tempo oramai li avra' finiti,
il rito certo non sara' concluso.
In Oriente si accese questa guerra
che adesso ha il mondo intero per teatro.
Come l'altro, e' infinito questo gioco
				JORGE LUIS BORGES	
				

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in memoriam J.F.K.

 

Questa pallottola è antica.
Nel 1987 lo sparo' contro il presidente dell'Uruguay un ragazzo di Montevideo,
Arredondo, che aveva trascorso molto tempo senza vedere nessuno, perchè si sapesse
che non aveva complici.
Trent'anni prima lo stesso proiettile uccise Lincoln, per opera criminane o magica
di un attore che le parole di Shakespeare avevano trasformato in Marco Bruto ,
assassino di Cesare . 
Alla meta del secolo XVII ,la vendetta se ne servi' per assassinare Gustavo Adolfo
di Svezia, nel mezzo della pubblica ecatombe di una battaglia.
Prima la pallottola era stata altre cose, giacchè la trasmigrazione pitagorica non
è esclusiva degli uomini .Fu il cordone di seta che in Oriente ricevono i visir,fu
la mannaia triangolare che taglio' il collo ad una regina,fu i chiodi oscuri che
trafissero la carne del Redentore e il legno della Croce,fu il veleno che il capo
cartaginese conservava in un anello, fu il sereno calice che un pomeriggio bevve
Socrate . All'alba del tempo fu la pietra che Caino scaglio' contro Abele e sara'
molte altre cose che oggi neppure immaginiamo e che finiranno insieme agli uomini
e al loro prodigioso e fragile destino. 

 

				JORGE LUIS BORGES
				

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Umberto Saba ( Trieste 1883-1957 )

La capra Eros Ulisse

Ho parlato ad una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava .

Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore é eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita
Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi, a scherno credo, ripetuti. In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
È fascino? È disgusto? È l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano. E i severi
occhi riaperti, là più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,

una marcia guerriera.
Nella mia givinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d'onda emergevano,ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d'alghe,scivolosi, al sole
belli come smeraldi.Quando l'alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano piu' al largo,
per fuggirne l'insidia. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.