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PASSAGGIO DEL FRONTE

 
 
 
 

Aerei di caccia degli Alleati sorvolavano la zona mitragliando le truppe tedesche in ritirata. Esse però erano ridotte a carovane di carri agricoli tirati da buoi rubati nella campagna e di soldati stanchi e sfiniti dalle lunghe marce.   Montalto visse allora, esattamente dal 10-19 giugno 1944, i giorni più tremendi di tutta la guerra. Oggi per fortuna diciamo che non è successo nulla, ma in quei giorni si aveva paura, notte e giorno. Solo la presenza dei Padri Salvatoriani dava alla popolazione di Montalto un senso di sicurezza. Infatti per ogni necessità si ricorreva a loro. Chi scrive, ha partecipato a tutte le fasi e ricorda bene come tutti i nostri Padri si sono valsi della perfetta conoscenza della lingua tedesca per proteggere ed aiutare la popolazione, per impedire deportazioni di persone, furti e violenze.

C’era molta confusione tra le truppe tedesche e qualche soldato ne approfittava per dar fastidio alle famiglie. Ricordo un caso particolare di un elemento molto pericoloso che per alcuni giorni andava girando armato di casa in casa. Solo con l’aiuto di un comandante di passaggio si riuscì ad allontanarlo. I Padri del Collegio, pronti ad ogni chiamata, erano tutto il giorno in giro per calmare e per intervenire e non avevano riposo nemmeno di notte. Tutti ricordiamo i loro nomi: il buon P. Marcello, il diplomatico P. Leone, il corridore P. Sebastiano, il dinamico P. Stefano, il coraggioso P. Guglielmo e il modesto P. Antonio. Ognuno di essi potrebbe raccontare degli episodi interessanti.

 
 
 
 

LA SALVEZZA DELL’AMASSO DEL GRANO

 
 
 
 

Vogliamo ricordare solo il fatto forse più importante della cronaca: la salvezza dell’ ammasso del grano. Conteneva allora il silos, mo pare, circa 5000 quintali di grano. Lo sapeva anche il comandante tedesco e un giorno gli chiesi quale sarebbe stato il destino del nostro silos. “Va per aria” mi disse. Allora mi precipitai in Comune dove si decise di distribuire kg. 50 di grano a testa. Si iniziò subito il giorno dopo ed è facile immaginarsi la lentezza delle operazioni con una basculla sola. Ritornai in Municipio e convinsi le autorità di recarsi con me dal comandante che alloggiava nella casa del signor Colletta Ariodante. Fummo accolti gentilmente ed il comandante disse poche parole, ma chiare: “Non tocca alla mia compagnia distruggere il vostro silos. Vi consiglio però di vuotarlo, perché non so quello che succederà quando arriverà l’ ultima nostra squadra, quella dei guastatori. Certamente non lascerà quel grano in mano agli Inglesi”. Le autorità comunali si convinsero subito ed il giorno seguente si aprirono tutte le porte dell’ ammasso. Nonostante tutta la tragedia di quei giorni, fu una cosa buffa veder correre tutta Montalto con sacchi, secchi, ceste, grembiulini, federe, borse ecc. a portar via il grano. Dopo tre giorni il silos era vuoto. Arrivò la squadra dei guastatori, ma per fortuna non trovò che qualche chicco di grano. Quindi fecero saltare la cabina elettrica e se ne andarono. Stavamo senza luce, ma l’ ammasso e il paese intero era salvo da sicura distruzione e nelle case c’ era pane in abbondanza.

 
 
 
 

ARRIVO DEGLI ALLEATI

 
 
 
 

Dopo la partenza degli ultimi Tedeschi tutta Montalto fece un lungo sospiro e si attese l’ arrivo degli Alleati, che arrivarono con tre carri armati il giorno 19 giugno 1944, accolti con gran giubilo dalla popolazione e al suono festoso delle campane di Montalto e Partignone. Si creò subito un Comitato di Liberazione, il quale inviò ai Padri Salvatoriani una calorosa lettera di riconoscenza, firmata dal Presidente Dr. Nic. Poli, per l’ opera preziosa svolta dai Padri a favore della Città e della popolazione. E piace costatare che quel senso di gratitudine e di apprezzamento è rimasto vivo fino ad oggi nel cuore di tutta la popolazione.

 

 

Una vecchissima foto del Collegio Salvatoriano (1957)

Il Collegio Salvatoriano Sisto V dopo i restauri del 1957. Ambienti sani e luminosi, magnifiche terrazze con aria fine di mezza montagna e panorama splendido, luminose aule di scuola, campo spartivo, sale di ricreazione. Posizione ideale per la salute e per lo studio.

Passato il fronte, Montalto riprese lentamente vita, riprese vita anche il Collegio. Per riprendere contatto con i Superiori Maggiori P. Stefano si recò a Roma. Rientrarono gli alunni da tutte le parti e sono veramente da ammirare i nostri giovani Padri italiani che nonostante la miseria del dopoguerra e nonostante le ripetute interruzioni negli studi hanno perseverato nella loro santa vocazione.

 
 
 
 

NEPALESI, CANADESI, SCOZZESI E POLACCHI

 
 
 
 

Il 14 febbraio 1945 vennero di nuovo occupate le aule del Collegio da militari del Nepal, mercenari delle truppe inglesi. Erano piccoli di statura, armati di scimitarra e – ci diceva un comandante inglese- veloci ed aggressivi nei combattimenti. Portavano la testa rasa (capelloni, ascoltate!) lasciando solo un ciuffetto in cima per motivi di religione. Erano ghiotti di uova, ma non potevano mangiare carne di maiale. Eppure alla partenza, con sommo dispiacere del buon P. Marcello, portarono via l’ ultimo prosciutto del nostro povero magazzino. Poco dopo il Collegio dovette ospitare militari Canadesi, Polacchi e Scozzesi, che ingaggiarono subito come interprete il nostro poliglotta P. Leone. Dopo una settimana ripartirono, lasciando ai nostri giovani un bel pallone di cuoio, cosa assai rara in quei tempi. Da allora il Collegio riprese quota. Il numero degli alunni aumentò di anno in anno, tanto che nel 1949 si decise di aprire un altro Collegio più grande a Chieri (Torino), lasciando a Montalto solo la prima classe. 

 
 
 
 

IL COLLEGIO SALVATORIANO, OGGI (1968)

 
 
 
 

Infine nel 1955, dietro pressante invito delle autorità civili e scolastiche, si decise di cambiare scopo del Collegio e di farne un Convitto pubblico, per dare possibilità ai tanti giovanetti di frequentare la locale Scuola Media Statale. Tale scopo è rimasto fino ad oggi. L’ aspetto esterno ed interno del Collegio è cambiato assai negli ultimi anni. Si sa che la casa non era nata come Collegio, per cui si rese necessaria una sistemazione radicale e definitiva. Perciò negli anni 1957 e 1963-64, sotto la direzione dell’ instancabile P. Willibaldo Ulrich, oggi Economo Generale della Congregazione Salvatoriana a Roma, furono eseguiti dei radicali lavori di restauro e di rimodernamento. Chi visita il Collegio oggi, trova ambienti sani, luminosi e riscaldati, servizi igienici perfetti, belle aule scolastiche, sale di ricreazione, campo sportivo e soprattutto magnifiche terrazze, dove si respira quell’ aria fine di mezza montagna e si gode un panorama più unico che raro. La posizione del Collegio è ideale per lo studio; la sua forma, modestamente, è buona, anche se ha il nome di usare severità, mescolata però a un tono di famiglia e guidata da una grande passione per i giovinetti. Solo con una buona e sana disciplina e inculcando il senso del dovere e della propria responsabilità, si riesce ad ottenere, come mostrano ogni anno i quadri della Scuola, ottimi risultati scolastici e buoni frutti nella formazione civile e morale dei giovani di oggi.

Plasmare gli animi giovanili, formare degli uomini per domani, ecco la bella missione dei Padri Salvatoriani nel Collegio Sisto V di Montalto Marche.

 

P. GIOVANNI VAN MEIJL

Superiore

     
 
 
 
 

Si ringrazia il Dott. Franco Emidi di Montalto Marche per la collaborazione prestata.