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ROMANZO DI STEFANO VILLA

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AVVENTURA DI LELLA

     Questa, fu un'altra bella avventura di Lella; una bellissima donna manager di gruppi musicali e
     teatrali. Non potendo contattare un suo vecchio e grande amico musicista diceva: non ne posso
     proprio più di costui, ora mollo tutto e me ne andrò lontano dove non potrà mai più vedermi.
     Quell'anno, forse bisestile, Lella ripensandoci ritornò sui suoi passi riuscendo dopo innumerevoli
     tentativi a contattarmi
. Mi spiacque solo che all'epoca ero molto impegnato con katiuscia (la bella
     e romantica ballerina del gruppo The Smoog), essendo diventato ormai famoso.

     Dopo essersi scusata, per avermi distolto dal mio contatto fisico con Katiuscia, disse che sarebbe
     dovuta salpare per una tournée alle isole Seychelles, altrimenti sarebbe saltato il contratto.
     Le dissi: cribbio, noi tutti saremo sull'attenti e pronti a salpare fra tre giorni. Al che mi rispose:
     non fra tre giorni ma, domani sera verrò personalmente a prelevarti perché la nave, salperà alle
     24 in punto;
prepara dunque le valigie e non fare il dongiovanni con la tua bella Katiuscia, perché
     fra un giorno o al massimo due, lei dovrà essere in forma perfetta per danzare e tu per suonare
     altrimenti andrai a fare il mozzo sui rimorchiatori; mi sono spiegata?
 Aggiunse inoltre: ti do una
     altra bella notizia e cioè, con le musiche che comporrò per noi, non solo saremo retribuiti molto
     bene ma, potremo intrattenere i passeggeri del transatlantico e soddisfare tutte le loro esigenze
     con svariati generi; ti va l'idea? Le dissi: ti ringrazio tanto cara Lella e ti prometto che da ora in
     poi sarò un musicista molto serio e cercherò con tutte le mie forze, di soddisfare le tue esigenze,
   
 scusa ancora la mia stupidità. Ella commossa, avvicinandosi lentamente mi strinse leggermente
     la mano destra poi, mi diede due bacini; al che non seppi resistere e feci altrettanto.
Dopo alcuni
     istanti con voce sommessa le domandai: Lellina, pretendo troppo chiedendoti il nome della nave?
     Mi rispose: nient'affatto Pablo, il suo nome è "Delfino" e il capitano di lungo corso è Loris un mio
     carissimo amico d’infanzia e compagno d'asilo a Savona, proprio dove salperemo domani sera.
     Sul ponte di comando, come suo secondo sottufficiale, c'è Daniela, una bellissima ragazza molto
     dolce, anch'essa mia amica da molti anni ed è esperta in arti marziali; domani sera
se sarai stato
     b
uono te la presenterò, però non fare il furbetto con lei, perché se incomincia a muovere le mani
     e le gambe ti disintegra. Un altro buon sotto ufficiale è Alessandro un ragazzo rumeno.
     Sia il capitano che Daniela, Alessandro e
 Olivier (Oliviero), anch'esso rumeno, sono quattro lupi
    
di mare che non s'arrendono mai davanti a qualsiasi avversità. Sai Pablo loro più altri validissimi
     marinai, hanno sempre navigato assieme su questa bella nave da crociera e, se la sono sempre
     cavata benissimo anche in situazioni disperate come tempeste, salvataggi e altro.

     La compagnia di navigazione, è molto soddisfatta di queste persone stimandole moltissimo. Sono
     miei ottimi amici e non vedo l'ora
che arrivi domani, per farteli conoscere. Vedrai Pablo che con il
     carattere che avete, farete subito amicizia e andrete d'accordo. Ah! Un'altra cosa, lo sai chi ha

     fatto di tutto perché potessimo esibirci su
questa città galleggiante? Le dissi: dimmelo mia piccola
     Lella, sono ansioso di saperlo.
Ella mi disse: fu proprio Daniela a parlarne al capitano il quale non

     seppe dirle di no parlandone immediatamente ai pezzi da novanta della compagnia la quale firmò
     subito le carte d'imbarco e altre cose burocratiche, senza neppure conoscerci. Ora toccherà a noi
     non deludere tutte queste brave persone, ma penso proprio di no perché sei un ottimo bassista,
     contrabbassi
sta e, tutti i membri del gruppo altrettanto. Da parte mia e della cantante Rachel,
   
  cercherò di essere all'altezza della situazione, mettendo a disposizione le nostre ugole per non
    
 deludere i vacanzieri del "Delfino".
   
  Quando Lella ebbe finito  di pronunciare queste frasi le mie calde mani, strinsero dolcemente le
   
  sue nelle mie e commosso le diedi un bacio, avrei voluto dirle tante cose, ma lei capì e mi lasciò
    
 sfogare. Dopo qualche minuto di assoluto silenzio, mi disse: Pablo, pure io mi commossi, ma ora
    
 ti prego; dimmi quello che avevi intenzione di dirmi
. Le dissi: mia dolce Lellina tu mi conosci da
    
 lungo tempo penso di non averti mai delusa e ora più che mai.
     Desidero dirti, che non farò mai più il dongiovanni con chicchessia e
ti prometto che questa sera,
     andrò a nanna molto presto così domani sarò in forma perfetta per conoscere i miei nuovi amici,
     sei contenta? Mi disse: molto ti credo e, se lo desideri, potrò venire questa sera, con un'autista

    
d'eccezione a casa tua così in tre, faremo più in fretta a preparare le valigie gli strumenti e tutto
     il resto, e dopo andremo in Hotel a dormire naturalmente pagherà la tua affezionata manager, ti
     va l'idea? Le dissi: mia dolce Lella, sei un amore, da quello che mi hai appena detto, deduco
che
     mi hai perdonato. Mi disse: si Pablo il mio cuore ti ha perdonato, quindi aspettaci perché fra
non
     molto saremo da te. Non eravamo in piena estate e l'autunno piano, piano volgeva al termine

     lasciando ampio spazio all'inverno.
Ricordo che quella sera era particolarmente fredda, ma pieno
   
 di speranza aspettavo la mia dolce manager la quale, dopo trenta minuti, mi cercò al cellulare.
   
 Felice andai di corsa ad aprire, assieme alla cara Lella, vidi una giovane donna con dei bei capelli
   
 lunghi e castani, rimasi lì impalato per non so quanto tempo poi ripresomi da quella dolce visione,
   
 domandai a Lella: scusami ma, non dicesti che saresti arrivata con un autista?
   
  
Ella con il suo bel visino sorridente, scherzando mi disse: si hai ragione, ora te la
presento ecco,
    
questa bella figliola si chiama Emma e, sarà la nostra autista personale, ovunque andiamo, hai
    
qualcosa in contrario? Nel qual caso, ce ne andremo come siamo venute. Su, dimmi qualcosa.
    
Le risposi: questa bimba bella, sarà la prima ad essere trasferita sulle mie icone preferite e, mai
    
e poi mai, avrei pensato di essere trattato come tu mi stai trattando.
    
Sai Lella, tutto questo mi sembra un sogno e mi auguro che non svanisca molto presto. Lella mi
   
 rassicurò dicendo: so perfettamente che nel tuo profondo c'è tanta tristezza però, fatti coraggio
    
perché fra non molto salperemo e, ti potrai finalmente distrarre.

    
Sai Stefano sono venuta a conoscenza che nel lontano 1971 qualche tua spasimante ti chiamava
    
Etienne però, ti supplico mi puoi spiegare cosa centra Etienne con Pablo? Le risposi: si Lella cara,
    
il mio vero nome è Stefano ma a causa di una grande depressione non volli più parlare e vedere
   
 nessuno per cui, decisi di cambiare nome facendomi chiamare Pablo, ora chiamami come vuoi.
    
Ad un certo punto Lella mi disse: a me piace moltissimo Etienne e tu per me, sarai il mio Etienne
     p
er sempre, ed inoltre sento dentro me, che devi aver sofferto molto.
    
Le dissi: sì hai colto perfettamente nel segno, però adesso ti prego, pensiamo a domani perché ci
     a
ttende una giornata intensa. Emma e Lella mi diedero una bella mano preparando i bagagli, poi
    
caricammo tutto sulla limousine di Lella. Vicino a una bella signora come lei mi sentivo un verme
    
e un misero pezzente, non osando neppure salire a bordo. Dormii profondamente nella mia suite
    
sino alle undici del mattino seguente. Con modi dolcissimi fui svegliato da Lella la quale mi disse:
    
Etienne, fra un'ora arriverà Emma e ti condurrà in sala ristorante per desinare e lì, troverai me
   
 ad attenderti
. Le dissi: buon giorno Lella scenderò molto volentieri perché ho un certo languore.
    
Dopo esserci dati il bacino del buon giorno, si allontanò da me, per poi rivederci nel salone del
    
ristorante. Verso le 15 partimmo per Savona, dove ad attenderci c'erano tutti gli amici di Lella.
   
 A venirci incontro, fu una splendida donna in divisa della compagnia di navigazione. La sua lunga
   
 chioma
nera, non la si poteva vedere tutta poiché era coperta un bel cappello bianco
da marinaio.
   
 Si presentò, e togliendosi il cappello, disse di chiamarsi Daniela e che era l'ufficialessa a bordo
   
 del transatlantico "Delfino". Disse inoltre che il capitano ci avrebbe raggiunti non appena avesse
    
potuto perché era in sala riunione per gli ultimi aggiornamenti, riguardanti la crociera.
   
 Nel frattempo, si presentò un altro simpatico signore, il quale disse di essere l'ammiraglio Erdi
    
Bimbo, ma per gli amici sarebbe andato benissimo Erdi e che si sarebbe unito a noi concedendosi
   
 un periodo di vacanza e assoluto relax.
    
Di lì a poco, si avvicinò a me Emma e lasciando i compagni conversare del più e del meno.
    
Prendendomi sottobraccio e puntando il dito indice della mano destra verso la nave, mi sussurrò:
    
sai il nome Etienne, piace tantissimo anche a me, ora però guarda quel distinto signore vestito di
     b
ianco che sta scendendo dalla nave e ci sta salutando, è il responsabile di questa grande città
     galleggiante, il suo nome è Loris, ed è il capitano, dammi la mano e andiamogli incontro.
    
Dopo esserci salutati
e presentati disse a tutti
i presenti: prego amici miei saliamo a bordo perché
    
fra non molto, saremo pronti a salpare e faremo rotta verso l'oceano indiano.
    
Daniela,
questa donna affascinante è il mio ufficiale in seconda ed è un'ottima correttrice di rotta.
    
Se per caso dovesse succedermi qualcosa, essa è autorizzata a prendere il mio posto, per cui ora
    
andiamo sul ponte di comando per ammirare questo spettacolo dall'alto.
    
Lo seguimmo e c'imbarcammo (naturalmente con i nostri bagagli, compresa la strumentazione)
    
che quella sera fu custodita e ben ancorata in un'apposita stanza, che venne poi chiusa a chiave,
    
dal commissario di bordo.
    
Mentre il resto degli orchestrali erano al bar, Daniela accompagnò Emma, Ellena, l'ammiraglio
   
 Erdi e me sul ponte di comando per dare inizio alla manovra di distacco dal molo e uscire così dal
     porto, per raggiungere il mare aperto.
Ricordo che la serata era nebbiosa, quindi la visibilità era
     scarsa. Erano le ore 24 e piano piano, uscimmo dal porto. Olivier il timoniere era sempre attento
     alla bussola e ascoltava ciò che
Daniela
gli suggeriva di fare.
    
Finalmente uscimmo dal porto, Loris (il capitano) in contatto con la sala macchine diede l'ordine
    
di procedere avanti adagio. Il mare era calmo, ogni tanto la nebbia s'infittiva per poi dissolversi
   
 poco dopo, fino a che si dileguò definitivamente. Il capitano diede quindi l'ordine di aumentare la
    
velocità e navigare ad un'andatura normale.
    
L'ammiraglio Erdi, finalmente poté sedersi e conversare un po' con noi. Tutto era tranquillo e la
    
navigazione altrettanto, e il capitano diede l'ordine in sala macchine, di aumentare la velocità di
   
 tre quarti, per recuperare un po' di tempo perso.
    
Sul ponte, oltre al capitano, Daniela, il sottufficiale Rumeno dal nome Alessandro e il timoniere
    
Olivier c'erano Lella, Emma e l'ammiraglio il quale russava molto forte,
io che dopo alcuni istanti,
     mi
appisolai sulla morbida spalla di Lella. Fui svegliato all'improvviso da un vociare.
    
Era Lorena, la responsabile dei programmatori che lavoravano in sala computer, la quale dopo
   
 aver informato via radio il capitano, volle parlargli personalmente. Erdi intanto, continuava a
   
 dormire come un ghiro e secondo me, stava incominciando a godersi la vacanza tanto sospirata.
   
 Tornando a Lorena … disse: capitano, la informo che fra dieci o quindici ore, non sarà più tanto
   
 tranquillo, poiché è in arrivo una forte perturbazione e l'area che coprirà la zona sarà vastissima
     per cui tutti noi ci fidiamo della sua grande esperienza di lupo di mare, associata anche a quella
   
 di Daniela, Alessandro e Olivier. Non v'invidio e non vorrei essere al vostro posto ma credetemi,
    
tutti quanti noi della sala computer, vi stimiamo tantissimo. Intanto l’ammiraglio, aveva smesso
    
di russare ma, continuava a dormire saporitamente. Alle ore 5.30 di quella stessa mattina, Lella
     mi disse: Etienne andiamo a letto perché oggi dovremo essere in forma, tu per suonare ed io per
    
cantare. Le dissi: certo Lella scendiamo pure a fare la nanna. Alzatomi esclamai: oh guarda Lella
    
come dorme l'ammiraglio!! Dopo aver salutato tutti gli ufficiali, scendemmo. Arrivati alle nostre
    
suite, ci salutammo dandoci il bacino della buona mattina, perché si erano fatte ormai le sei misi
    
la chiave nella toppa, ma notai che la porta non era chiusa a chiave
, quindi entrai
chiusi la porta
   
 e accesi l'abat - jour; al centro del letto vidi che riposava una bella ragazza, da me sconosciuta.
   
 Era Katiuscia la quale destatasi mi disse: bonjour mon Etienne ho tanto freddo non vieni accanto
   
 alla tua tata per riscaldarla? Le dissi sottovoce: ssh, parla piano, perché le pareti sono sottili e
    
dall'altra parte Lella ci potrebbe sentire. Sai, non è gelosa, ma oggi dobbiamo fare un figurone,
   
 abbiamo un pubblico molto chic ed è conoscitore delle nostre musiche.

    
Rilassiamoci
e abbracciamoci, poi se … Alle ore dodici eravamo ancora lì, stanchi morti ma, molto
    
soddisfatti. Non fummo svegliati da nessuno e con molta calma incominciò a scendere Katiuscia
   
 per desinare assieme a Lella, Emma e il resto del gruppo.
    
La prima a mostrarsi al gruppo, fu proprio lei, salutò tutti e si sedette, a questo punto mancavo
    
solo io e Lellina disse: sono preoccupata per Etienne, ora salgo perché poverino sarà rimasto
   
 addormentato, dato che questa notte non ha chiuso occhio.
    
Infatti quando bussò, ero seduto e assai pensieroso. Si sedette accanto e, mettendomi il braccio
    
al collo disse: ti vedo pensieroso, per favore mi vuoi dire cos'è che ti turba? Le risposi: cara Lella

    
dopo aver sentito ciò che Lorena questa notte ha detto, all'improvviso, mi è venuta una grande
   
 paura e penso che per farmela passare l'unico rimedio sia prendere uno strumento in mano e
    
suonare: mi disse: Pablo, oh scusami Etienne, è così che mi piaci; su, prendi il contrabbasso e
       
accordalo poi, suona le prime misure d'introduzione di quel bel canto dal titolo "Amore in due"
    
che composi, quando scrivesti il romanzo "Memorie di un musicista" vuoi? Le risposi: con molto
    
piacere Lella. Dopo le otto misure introduttive, entrò con la sua voce angelica con codeste parole

  
  "Amore, l'amor non ha confini, l'amore supera ogni barriera, andando al di là di quello che si può
    
pensar lasciando così un vel nel cor di pace e d'amor.

    
Questa era la prima strofa perché, Lella commossa si bloccò dicendo: sai Etienne, questo brano
   
 se sei d'accordo, lo inserirei, come primo brano d'apertura, nella seconda parte del concerto.
    
Le risposi: sono d'accordissimo, è perfetto. Sai Lella, non finirai mai di stupirmi, sei a dir poco...
    
favolosa. Poi tacemmo, fissandoci profondamente negli occhi per un tempo che non so, provando
    
tante belle sensazioni. Intanto le ore, trascorrevano lente e, silenziose. Dalla grande stanchezza,
    
ci scordammo pure di mangiare un boccone, andava bene così. Nella nostra testa, avevamo solo,
    
il canto e la musica ed eravamo diventati un tutt'uno, trasportati da qualche buona entità in una
    
altra dimensione. Nel tardo pomeriggio, uscimmo dall'estasi e, con passo felpato, raggiungemmo
    
la grande sala dove avremmo dovuto esibirci, dopo alcune ore. Quando arrivammo tutto il nostro
    
apparato strumentale, era già stato piazzato dai nostri bravi tecnici, Luciano e Marco. Sopra una
    
poltrona dell'enorme sala sedeva Rachel la bellissima cantante country italo francese ma vissuta
    
per parecchi anni nelle campagne occidentali degli Stati Uniti e ora, facente parte degli "Smoog",
    
la quale disse:
ho dato una mano ai tecnici a piazzare l'impianto voce, le luci e funziona tutto alla
    
perfezione; ora desidererei provare con Lella, quel bellissimo duetto che compose per noi. Lella
    
disse:
Ok! se Etienne è in palla chiama pure il resto del gruppo e diamo il via alle prove. Dopo
   
 aver terminato la prova andata alla grande, s'avvicinò il capitano e di nascosto l'ammiraglio( che
     o
rmai era sveglio), con Daniela al suo fianco dicendo: siete stati divini; sapete è difficile suonare
    
in maniera sublime senza pubblico davanti. Intervenne Daniela dicendo: mi spiace di non essere
    
presente questa sera, perché sarò super impegnata sul ponte di comando a causa della tempesta
   
 in arrivo però, i brani che eseguirete saranno registrati e incisi dai bravi tecnici di bordo e dirò di
   
 più perché a navigare con noi c'è la famosa poetessa Laura, la quale coglierà molte occasioni per
    
scrivere belle poesie su di voi, dopodiché Lella, Katiuscia, Emma ed io, ci concedemmo un attimo
   
 di relax. Andammo tutti al bar per mettere nello stomaco un toast e una birra gelata, prima...
   
 dell'esibizione.
Erano le ore 22.00 e il bravissimo gruppo che suonava prima di noi aveva appena
   
 terminato il suo concerto e, devo dire in tutta franchezza che era un gruppo validissimo e, degno
   
 di tutta la nostra stima. Ma ora toccava a noi e non appena saliti sul grande palco girevole, uno
     scroscio di applausi saturò la sala.
Fu un successone e fummo invitati a cena assieme al gruppo
     che si era esibito prima di noi, il cui nome era Biby, dalla bella Elena anch'essa rumena e capo
   
 cuoca a bordo del transatlantico. Si erano ormai fatte le due del mattino quando arrivò Lorena
    
dicendo:
ragazzi,in sala computer, i miei colleghi faranno tutto quello che potranno fare, voi non
   
 dite nulla a nessuno, ma fra poco, saremo al centro di un vero e proprio ciclone, se non credete,
   
 andate ai finestroni e osservate voi stessi i giganteschi marosi che si stanno avvicinando.
   
 Il capitano e tutti i membri dell'equipaggio sono stati avvisati. Ma, appena finito di pronunciare
     queste parole fummo investiti da onde gigantesche che avevano l'aspetto di tante onde anomale.
 
   Il capitano, diede immediatamente l'ordine in sala macchine, di ridurre la velocità al minimo e al
    
timoniere disse: Olivier, ora vira di sei gradi a dritta presto... presto, così eviteremo di prendere
    
questi enormi marosi di fianco. Fu una manovra alquanto difficile, la quale durò parecchio e alla
    
fine, il nostro bravo capitano, con l'ausilio dei suoi espertissimi ufficiali, riuscirono a portare sulla
    
giusta rotta, questo docile bestione e tutti sul ponte di comando si rilassarono per breve tempo.
    
Dopo aver preso fiato, Daniela, aprì la bocca e volgendosi verso Olivier gli disse: bravo ragazzo,
    
più di così, non potevi fare e, fra non molto queste onde, le prenderemo di punta.
    
Il capitano, disse ad Alessandro: per cortesia, vuoi gentilmente avvisare gli addetti di chiudere
    
tutti i boccaporti, attivare le pompe di sentina e di pregare? Rispose: agli ordini signor capitano,
    
informerò subito gli addetti. Passammo così, una notte bestiale. Eravamo meno di un puntino in
    
mezzo a questo sconfinato oceano in balia di noi stessi. Non vedendo più l’ammiraglio, domandai
    
a Lellina: chissà dove sarà finito l'ammiraglio Erdi. Lella, vedendo che ero in preda al panico, mi
    
strinse a se poi, sottovoce mi sussurrò: Etienne, non ti preoccupare per l'ammiraglio perché è
    
salito a piedi sul ponte di comando per rendersi utile; sai, pure lui è un esperto navigatore, ora
    
calmati e vedrai, che tutto questo, finirà in men che non si dica.
Dentro me, pensai di aver fatto
   
 una magra figura innanzi a Lella, la quale aiutandomi a superare questo momento drammatico,
   
 non pensò a se stessa, e alla grande pura che aveva dentro se ma, cercando di infondermi tanta
    
pace e tranquillità nel cuore.
    
Ora, è il mio piccolo cuore che parla e dice: non finirò mai di ringraziare la mia carissima Lella,
   
 che al vederla, sembrava una fanciulla tanto esile e indifesa ma, che dentro se, si celava tanta
   
 forza e coraggio da trasmetterlo ad un piccolo uomo quale sono. Sì, sono un vile, pauroso e, non
   
 degno di esistere. Non ho neppure il coraggio per superare le avversità della vita. Pian pianino e
   
 soprattutto con tanta pazienza, la mia dolcissima manager, riuscì a calmarmi. Ad una certa ora
   
 della notte mi disse: ora noto che ti sei calmato e andrei a letto nella mia suite, ma se lo gradisci
   
 posso restare assieme a te, tenendoti compagnia sino a quando lo vorrai; sei d'accordo? Dissi: si
   
 Lella cara, lo apprezzo tantissimo così, potremo conversare ancora aspettando che la burrasca
   
 finisca. Dai grandi finestroni, si vedevano delle onde gigantesche che cercavano d'inghiottirci.
   
 A tratti, eravamo sommersi per poi ritornare allo stato primitivo. Dato che il transatlantico era
   
 super protetto, ballavamo un po' di più che di un pochino, fino a quando poi ci addormentammo
   
 abbracciati sul grande divano. Alle nove Lellina ricevette una telefonata da parte di Emma, la
   
 quale ci disse che Daniela ci stava attendendo sul ponte di comando per conversare un po' con
   
 noi. Dopo esserci fatti una bella doccia calda, salimmo sul ponte di comando da Daniela.
    
Appena entrati, notammo che alla nostra destra, c'era Alessandra, una bella cameriera rumena,
   
 pronta per servire a quanti si trovavano lì una abbondante colazione. La burrasca intanto, non si
   
 era ancora placata e gli enormi spruzzi dei marosi arrivavano anche più in alto di dove eravamo.
   
 Quantunque il transatlantico, sopportava benissimo questa calamità. Ad un certo punto Lorena,
   
 che era già sul ponte di comando e, seduta alla console dell'elaboratore elettronico, ricevette un
   
 SOS. Il segnale, era forte e chiaro comunicando che a poche miglia da noi, una piccola nave, era
   
 in difficoltà e quindi, bisognava andare in aiuto.
     Ora non potevamo pensare a noi stessi.
In quel preciso momento il capitano non indugiò e diede
     l'ordine all'equipaggio di tenersi pronti per il recupero dei passeggeri della piccola nave e in sala
     macchine, di spegnere i motori fino a nuovo ordine.
     Arrivò Emma singhiozzando, al che le domandai: Emma, piccola mia, mi vuoi dire che cosa ti sta
     affliggendo? Mi Rispose: Etienne, sono una ragazza molto sensibile anche se non lo do a vedere,
     mi confido solo con te e vorrei che fosse un nostro segreto, promettimi di non dirlo a nessuno, le
     dissi: te lo prometto Emma.
     Continuò dicendo: ora ti dico perché piango. Piango perché soffro all'idea che in mare, ci siano
     tante persone che hanno bisogno di aiuto e mi auguro che l'equipaggio, riesca a trarre in salvo
     tutti. Poi, mi abbracciò e disse: dimmi che si salveranno tutti.
Daniela, avendo sentito tutto il
     commovente discorso di Emma, si avvicinò dicendole: stanne certa, vedrai che con l'aiuto di Dio,
     tutto si risolverà per il meglio, perché noi tutti desideriamo quello che desideri tu.
     Il mare era sempre agitato ma un po' meno di qualche ora prima, però bisognava tentare il tutto
     per tutto. L'espertissimo equipaggio, facendo molta attenzione, calò in mare le scialuppe e dopo
     circa due ore, tutti i passeggeri dell'altra nave, vennero tratti in salvo.

    
Oltre all'equipaggio, molti se non tutti i passeggeri a bordo del delfino, ammiravano le varie fasi
   
 del salvataggio, applaudendo a missione compiuta. La nave delle persone salvate essendo ormai
     ingovernabile, andava alla deriva in balia di se stessa, per poi inabissarsi nell'oceano. Tutti erano
     salvi, la furia del mare a poco a poco si placò e Lorena c'informò che le previsioni per le prossime

   
 ore erano più che buone. Io stanco morto, decisi di andare a riposare.
     Non appena varcata la soglia vidi Katiuscia, la quale mi domandò: ciao mio bel giovine dove ti eri

     imboscato per così tanto tempo? Le dissi: mia bella sbinfera devi sapere che a causa della grande
     tempesta, ebbi tanta paura e tu non eri accanto a me per consolarmi, ma ci pensò Lella, Emma e
     Daniela ora dimmi in fretta cosa vuoi da
me perché sono molto stanco. Mi rispose: ho avuto tanta
     paura pure io, ma tu non eri abbracciato a me per farmi coraggio.
     Adesso che la burrasca è cessata stringimi forte forte perché ho tanta voglia di te.
In quel preciso
     istante, passava Laura (la poetessa a bordo del transatlantico e vedendo quello che Katiuscia ed

   
 io stavamo facendo, si fermò e disse: domando scusa ma, vedendovi così appiccicati, l'un l'altra,
     potrei dedicarvi una breve poesia? Rispose prontamente katiuscia: si Laura tu puoi scrivere tutto
     quello che vuoi, perché sono sicura che anche il mio Etienne, sarà d'accordo.

    
La poesia ebbe questo titolo: "Capirsi"

     A cosa servono le parole e i bei gesti quando basta uno sguardo e un sorriso per capirsi.
     Se il vero amore esiste non c’è bisogno di parole, non c’è bisogno di gesti.
     Gli occhi parlano da soli e dicono tante … tante cose.

    
     Dopo aver letto il manoscritto, ringraziammo tanto la nostra poetessa e, andammo nella suite a

     prepararci per il concerto, dopodiché, cercammo di andare a letto per farci qualche coccola e....
     magari prendere sonno e così andò ma nel bel mezzo della notte qualcuno che era già all'interno
     della camera, si avvicinò alla mia Katiuscia per violentarla. Quel bastardo, mi afferrò con tutte le
     sue forze tappandomi la bocca con uno straccio poi, mi prese e visto che a quell'ora era tutto
     tranquillo, mi portò a poppa del transatlantico e mi disse: ora, anche con il mare in tempesta ti
   
 manderò a fare compagnia ai tuoi simili, mentre io potrò fare quello che vorrò con la tua bella
     ballerina.
 In quel preciso istante, Daniela passando poco distante da noi per rilassarsi un poco,
    
vedendo questa scena raccapricciante e, capendo tutto, avvicinandosi domandò: Etienne, cosa ci
     fai qui a quest'ora della notte tutto imbavagliato?
Il bastardo prese pure Daniela ma, per un po'
   
 lei lo lasciò fare, fingendo
 di essere spacciata poi, le sue braccia e le sue gambe diventarono
   
 un'arma micidiale per questo maniaco da quattro soldi, il quale venne consegnato alla sicurezza
   
 di bordo e
rinchiuso in cella fino alla fine della crociera per essere in seguito processato.
     Il nostro viaggio poté così proseguire tranquillo senza altri brutti incontri
. Naturalmente le nostre
     esibizioni, andavano molto bene e Chiara la nostra brava chitarrista, si esibiva volentieri anche
   
 in duetto con Lella, suonando i brani che venivano composti per lei da Lella, conseguendo molti
     successi. Ricordo che una sera durante un concerto, Lellina dovette sospendere la sua esibizione.
     Riuscì a finire di cantare un brano, poi, scusandosi con il pubblico e con l’orchestra, si avvicinò a
     me disse: Etienne per cortesia, potresti accompagnarmi nella suite perché ho una grande fitta al
     fianco sinistro, più o meno all’altezza dello stomaco, una decina di centimetri sopra la coscia e
     piano, piano si sposta verso la schiena, per poi finire nel fianco destro.
     Lasciammo il resto del gruppo (il quale se la cavava benissimo anche senza di noi) e con calma,
     ci avviammo verso l'uscita della sala da concerti. Appena usciti, incrociammo Emma e Daniela, le
     quali desideravano sapere cosa fosse successo. Pure loro si resero disponibili e andammo tutte e
     quattro nella suite.
    
Daniela, che non era di servizio sul ponte di comando, informò immediatamente uno specialista
   
 a bordo della nave, il quale dopo aver visitato ben bene Lellina, diagnosticò che si trattava di
    
coliche renali. Dopo alcuni giorni (logicamente con delle cure appropriate), il medico decise ch
   
 sarebbe dovuto intervenire con il laser per bombardare i calcolini.
     Questa bella signorina, soffriva molto per non essere con tutti noi sul palco, comunque non era
     abbandonata perché a turno, veniva continuamente coccolata, oltre ai componenti degli Smoog,
     anche dai membri dell'equipaggio e da molti vacanzieri.
Venne pure Laura la poetessa, la quale
     non resistette e volle dedicarle una bella poesia per l'occasione dal titolo:
"Io voglio vivere" 

        

     Come le parole di una bella canzone, anch'io voglio vivere. Voglio poter dare, voglio poter fare,
     ma il tempo per me è breve, vorrei fermarlo qui in questo attimo perché ancora molto devo dire,
     ancora molto devo fare. Voglio vivere intensamente, voglio scordare dolori e sofferenza.
     Voglio vivere, perché la vita è un dono prezioso e val sempre la pena d’essere vissuta, bella o
     brutta che sia, perché essa è mia.                                                                                                                                              

     Con noi c'era anche Chiara, e appena ebbe letto le belle parole, andò a prendere la chitarra con
     carta, penna e calamaio e in base al testo, compose una musica dolcissima che eseguimmo dopo
   
 
qualche giorno e precisamente quando la nostra bella manager, poté riprendere a cantare; fu un
   
 grande successo. Sul far della sera di una bellissima giornata di maggio, per l'esattezza il dieci,
   
 arrivò un'ambasciata da parte del capitano. L'ambasciatrice era la bellissima Alessandra, la quale
   
 disse che Lella, (assieme al resto del gruppo), era invitata in un'apposita sala riservata agli ospiti
   
 di riguardo e agli amici intimi del capitano, per festeggiare il suo venticinquesimo anno di età.
   
 Mangiammo volentieri, tutto ciò che Elena e Alessandra ci portarono.
     Per quella sera eravamo esentati da prestazioni teatrali, perché Loris aveva incaricato un gruppo
    
valido, di prendere il nostro posto e noi a nostra volta, avremmo contraccambiato il favore.
     Naturalmente, il transatlantico non era abbandonato a se stesso, sul ponte di comando c'erano
     altri ufficiali.

    
Olivier (il timoniere) e Alessandro erano con noi e prendevano parte ai festeggiamenti.

     Dopo alcune ore di festa, educatamente ringraziammo il capitano e quanti si erano adoperati per
    
la buona riuscita della medesima, dopodiché, ci congedammo e andammo a nanna. Non appena

     coricato, qualcuno bussò, andai ad aprire e vidi che era la mia Katiuscia dicendo: mi sento tanto
     sola, posso unirmi a te in questo lettone e tenerti compagnia anche tutta
 la notte? Le dissi: va
     bene, unisciti pure se lo desideri, perché anch'io lo desidero molto.
     L'indomani sul tardi intravedemmo Zanzibar (isola delle Seychelles dove si tiene annualmente
     lo Zanzibar International Film Festival (ZIFF), un festival cinematografico, considerato uno dei
   
 più importanti eventi culturali dell'africa orientale. Il principale centro del festival, è Stone Town.

     Successivamente, Passammo vicino a Mauritius e Réunion, Comore e Mayotte, e Maldive.
     Dopo aver circumnavigato le isole Seychelles, arrivò il giorno in cui, bisognava tornare a casa.
     Una sera dopo un concerto, Katiuscia mi domandò: come ho danzato questa sera? Le risposi: in
     maniera sublime mia bella Katiuscia. Prendendomi per mano mi disse: "questa notte, desidero
     trascorrerla assieme a te, perché sono certa che con le tue coccole mi soddisferai parecchio e ho
     molte cose da dirti". Abbracciati, ci avviammo verso la suite di Katiuscia.
   
 Fummo bloccati da Laura, che si complimentò per come aveva danzato Katiuscia poi, ci augurò
     la buona notte e si allontanò.

     Il mattino seguente, arrivò
Alessandra, con in mano una busta sigillata, la aprì Katiuscia e poi
     esclamò : oh!! Etienne, guarda è una poesia dedicata a noi da parte di Laura dal titolo:  
 

                                                       

  Giovane amore 

 

     Tu non sai, ma giovane con te il mio cuore è tornato. Ho l'anima leggera, sono felice come mai lo
     sono stato. Nel mio cuore è entrato il sole, il tuo amore fresco e giovane come la tua verde età. 
     Tutto è cambiato ora che giovane con te, il mio cuore è ritornato. Ti stringo forte sul mio petto e
     non mi par vero che tu ami me! Tu sei un fiore appena sbocciato, ed io già appassito, ma l'amore
     mio è fresco e giovane come te.

    

           Dopo aver letto queste belle frasi scritte con il cuore, eravamo entrambi commossi.  
     Guardando dai grandi finestroni, e fissando l’oceano, eravamo tentati di rimanere ancora un po'
    
lì per contemplarlo. L'acqua rifletteva l'azzurro cielo e il sole ormai alto all'orizzonte, con i suoi
    
raggi benefici, illuminava i bellissimi capelli biondi di Katiuscia, riscaldando il suo bel visino.
     Le sue gambe scoperte erano bellissime e si notava anche qualche altra bella cosa e, il suo cuore
     palpitava velocemente poi, si strinse forte a me e capitò qualcosa di molto bello e inaspettato.
     Prima delle dodici, arrivò Lella dicendo che a pranzo, assieme al gruppo, sarebbe stato presente
     pure il capitano, il quale desiderava da noi, una cortesia.
     Rispondemmo: grazie Lellina, non mancheremo. Mentre stava dirigendosi verso l'uscio, volgendo
   
 lo sguardo a sinistra, notò la poesia e domandò se avesse potuto leggerla, noi rispondemmo:
     accomodati e leggi pure. Quand'ebbe finito di leggerla stette zitta per un po', richiuse in due il
     foglio, lo appoggiò delicatamente sul tavolino poi, mise le braccia conserte e tacque.
     Tutt'attorno a noi era silenzio. Ad un certo punto, alzatasi e con un pizzico d'ironia disse: ragazzi
     congratulazioni, a quando le nozze? Rispose Katiuscia dicendo: se Etienne è d'accordo, molto...
     molto presto. Lellina, sembrava contenta che tra Katiuscia e me, si fosse instaurato un legame
     profondo, al che disse: ormai è quasi l'ora di pranzo è, se siete d'accordo, scenderemo assieme
     per desinare; non sta bene fare attendere a lungo il capitano. Quando giungemmo nell'enorme
     salone, ad attenderci, c'erano le bellissime Emma e Daniela, le quali dissero che Loris, sarebbe
   
 sceso a momenti, avrebbe solo finito di dare le ultime istruzioni sul ponte di comando, a Olivier
   
 e ad Alessandro.
    
Finalmente arrivò e potemmo così sederci. Iniziò il discorso dicendo: vi ho convocati qui, perché
   
 a stomaco pieno ragioneremo molto meglio. Lellina prese la parola e gli domandò: Loris, ci vuoi
   
 spiegare il motivo per cui dovremmo farti un favore? Siamo tutti ansiosi. Il capitano ci disse: due
 
   grandi elicotteri, questa mattina sono atterrati sull'apposita pista d'atterraggio con a bordo una
   
 troupe televisiva per intervistarvi uno per uno e girare una fiction di diverse puntate su questa
     città galleggiante siete contenti? Ditemi di si altrimenti su questo transatlantico non ci metterete
 
    più piede. Dapprima si alzò la cantante Rachel che lo baciò, successivamente Katiuscia ed in fine
     Ellena. Insomma, tutti i componenti degli Smoog, lo baciarono contenti. Ci disse: ragazzi, lo so
     che siete degli ottimi professionisti musicalmente, però oggi date il meglio di voi stessi perché da
     quanto ho capito, il produttore e il regista, sono molto esigenti, ah! dimenticavo, dov'è Laura?
     Perché sono venuti a conoscenza che a bordo abbiamo pure una brava poetessa, ormai diventata
     vostra amica e quindi, vorrebbero anche lei sul set. Rispose Emma: " l'ho vista transitare tutta
   
 sola e pensierosa, poc'anzi nel corridoio adiacente a questo salone, oh! ecco, sta entrando, corro
   
 a chiamarla.
    
Quando arrivarono al tavolo, il capitano spiegò a Laura, ciò che nel pomeriggio, sarebbe dovuto
   
 accadere sulla nave, ella ne fu lusingata e disse subito di si. A quel punto il capitano, mettendosi
   
 in piedi disse: ora vi presento coloro di cui vi ho parlato.
     Nel tavolo accanto al nostro, sedevano persone distinte e molto educate, (anche belle ragazze).
     Ci alzammo e dopo esserci presentati, ci sedemmo per desinare.
   
 Questi gentili signori educatamente domandarono se avessero potuto fissare l'appuntamento per
     le sedici pomeridiane con gli strumenti accordati e le ugole in palla. Il capitano disse inoltre, che
     sino alla fine delle riprese del film, saremmo stati esentati dalle nostre prestazioni serali e che
     saremmo stati pagati profumatamente dal produttore perché aveva bisogno di noi, anche come
     attori. Per soddisfare il pubblico, si erano offerti i componenti del gruppo che ci faceva da spalla.
     Le riprese per la prima parte, durarono qualche giorno. Il titolo della fiction era: Quando l'amore
   
 è. Noi tutti ed altri vacanzieri, avemmo l'onore di gustarci in anteprima, la prima parte del film,
   
 che finimmo poi sulla terra ferma e, che successivamente, riscosse un grande successo.
   
 Naturalmente, i testi erano scritti da Lella, in collaborazione con Laura, invece le musiche, erano
   
 composte da Chiara. Durante le riprese, ricordo che il regista (sempre molto attento e con occhio
   
 vigile), vedeva come Katiuscia mi guardava e in una scena, lui aveva bisogno di due innamorati
   
 come noi, per combinare un matrimonio, però il sacerdote di bordo si ammalò gravemente, per
   
 cui, pensò al capitano, ed esclamò: Eureka, ho trovato!! Il capitano sposerà Katiuscia ed Etienne,
   
 così il racconto, sarà più veritiero cosa ne dite ragazzi?
     Katiuscia ed io, ci guardammo negli occhi per qualche istante poi, non potendo più trattenere la
     risata, Katiuscia mi saltò in braccio e abbracciandomi forte forte scoppiammo a ridere, il capitano
    
sorridendo, avvicinandosi a noi disse: ora vado nel mio alloggio a preparare tutto ciò che occorre
     per la cerimonia. S'allontanò e non lo vedemmo per qualche ora, dopodiché arrivò sul set davanti
 
   alle cineprese, celebrò le nozze di Katiuscia e me.
    
Eravamo ormai marito e moglie a tutti gli effetti. Laura la quale era assieme a noi, vedeva lo
   
 svolgersi delle scene, attenta non diceva nulla però con se, aveva carta, penna e calamaio e di
 
   tanto in tanto scriveva poi alzava il capo compiaciuta. Luciano il regista, ad un certo punto disse:
   
 benissimo ragazzi, la scena della celebrazione delle nozze è stupenda, ora gireremo con Carla,
   
 quella della lontananza fra lei e Vittorio. Rivolgendosi a Laura disse: ora avrei bisogno del tuo
   
 supporto, dovresti scrivere qualcosa che andasse bene per due innamorati i quali vivono distanti
     l'uno dall'altra. Questa volta, Laura parlò e disse: Luciano, ho capito tutto e ho già quasi finito di
   
 scrivere questa poesia, ascoltala e dimmi se ti piace e se può andare bene.
    
Il regista, disse: magnifico, ora gli attori qui presenti, di sedersi e stare in silenzio per ascoltare.
   
 
Laura, alzatasi disse: l titolo è: "Grazie amore" 

 

     Ti ringrazio amore mio lontano per le lettere che m'hai mandato, le tue parole piene di passione
     quanta gioia al mio cuore hai donato. Grazie amore anche se lontano fra gente forestiera fa bene
     all'anima una parola dolce e sincera. Ho pianto qualche lacrima è vero ma di felicità.
 
   So che presto da te ritornerò, perché a un amore così grande star lontano non si può.

    

        Luciano, non ebbe parole; chiuse gli occhi e coprendoseli con la mano destra, stette in quella
     posizione per diversi minuti poi, alzatosi di scatto si avvicinò a Laura e si complimentò dicendole:
     mia cara, hai colto nel segno, ed è proprio questo che cercavo. Da questo momento, se lo vorrai,
     potrai far parte della nostra equipe, brava accomodati pure. A bordo ogni tanto venivamo fermati
  
  da qualche vacanziere molto curioso che voleva sapere come procedevano le riprese.
   
 Intanto ci stavamo pian piano avvicinando all'Italia, ma sul transatlantico, era sempre festa, una
  
  festa indescrivibile e i bambini si divertivano come dei pazzi.
     Ormai, ci conoscevamo quasi tutti e, tutti eravamo l'uno per l'altro. Dato che le scene sulla nave
     erano per il momento ultimate, riprendemmo a suonare tutte le sere, a volte anche il matinée e
    
cantare con le poesie di Laura, Lellina e musicate da Chiara, ampliando così, il nostro repertorio.
    
Il produttore, il regista e gli attori, decisero di fermarsi con noi, per raggiungere il porto italiano
     dove saremmo dovuti sbarcare. Una sera dopo il concerto, Katiuscia ed io, parlando del nostro
    
futuro, intravedemmo Lorena, la quale ci raggiunse e disse che fra non molto, saremmo stati
   
 raggiunti da una burrasca, ma non violentissima. Katiuscia incuriosita le domandò: dal momento
   
 che né Etienne e neppure io abbiamo sonno, possiamo salire sul ponte di comando per salutare
   
 coloro che sono di servizio? Lorena rispose: ok, andiamo ad osservare il mare burrascoso.
   
 Quando arrivammo, assieme agli ufficiali si trovava pure Lella, Emma e l'ammiraglio Erdi, i quali
   
 erano seduti ad un tavolo e festeggiavano qualche evento. Fummo invitati anche noi a sederci e
   
 a servirci di tutto il ben di Dio che Alessandra ed Elena avevano appena portato … naturalmente,
   
 pure loro festeggiavano con noi il lieto evento.
     Solo verso le due di quella stessa notte il capitano si sbottonò dicendo: miei cari signori prima
   
 che arrivi la tempesta, vi voglio dare la lieta novella. Circa tre ore fa, ricevetti un messaggio da
    
parte di una persona a me molto cara, la quale mi informava che ero diventato papà di una bella
   
 bimba e il suo nome è Francesca. Dopo aver udito queste parole ci fu un grande applauso strette
    
di mano e baci. Il neo papà, era sempre vigile e preparato alla tempesta imminente.
     Lorena che era seduta alla console dell'elaboratore elettronico verso le quattro del mattino disse:
   
 ci siamo la tempesta è in arrivo, eccola.
    
Era eccitante vedere lo scatenarsi di questo uragano anche perché Lorena disse che non sarebbe
   
 stato violento. Evidentemente, si era sbagliata.
     Ad un tratto la fine del mondo irruppe su di noi. Tutti gli ufficiali sul ponte rimasero attoniti, non
     osando proferir parola. Il buio all'esterno, era totale e gli ufficiali non scherzavano affatto; erano
     super concentrati a dominare questo bestione. Gli spruzzi altissimi raggiungendo le vetrate della
     sala comandi non facevano vedere nulla e andavamo ormai alla cieca ma, non era così, perché al
     comando, c'era un espertissimo lupo di mare, affiancato da Daniela, la quale non perdeva mai di
     vista la bussola. Lei, al vederla, sembrava una donna tutta d'un pezzo, ma in fondo, in fondo era
     ed è tutt'ora una  donna semplice e fragile, ma nel suo lavoro è tassativa quindi, sul ponte il più
     delle volte il capitano lasciava che fosse lei a decidere e, proprio in questo frangente le disse:
 
    coraggio Daniela, ora prendi tu il comando perché … devo pensare al poi. Ella prontissima, fece il
     punto nave e decise di trasmettere in sala macchine, di ridurre i motori al minimo e a Olivier, di
     virare quattro gradi di prora per evitare brusche e violente onde le quali, molto probabilmente,
     avrebbero potuto squarciare parte della fiancata destra della nave.
     Ricordo che durante la tempesta, nessuno dei presenti osava parlare con Daniela, perché il quel
     momento, era lei il capitano e aveva una grandissima responsabilità. La guardavo era una donna
     pur sempre fragile, ma con in corpo tanta forza che a volte neppure il sesso forte ha. Ella, non si
     scoraggiava mai anzi, incitava (a chi le si trovasse vicino) di lottare.
    
L'ammiraglio svegliatosi, osservò Daniela e sorridendo le disse: "sai bambina mia, ti ammiro...
   
 moltissimo e vorrei aggiungere, che sotto il mio comando, ho avuto uomini molto in gamba e con
   
 medaglie al valore. Ora in tutta franchezza, lasciami dire che desidererei tantissimo averti con
   
 me per comandare la nuova portaerei che sarà varata fra nove mesi ti piacerebbe?" La risposta
   
 fu: "sono più che onorata della tua proposta, carissimo Erdi Bimbo però, il mio posto è qui con il
   
 mio capitano e con i miei colleghi comunque grazie per la proposta".
    
L'ammiraglio non disse nulla chiuse gli occhi e si assopì, malgrado il mare tempestoso. Lella disse
   
 a Emma: avrei un po' sonno; visto che tutto procede bene e siamo in buone mani, andrei a letto
   
 mi vuoi seguire? Detto fatto, si congedarono. Anche Katiuscia fece altrettanto e, prendendomi
   
 sottobraccio disse: buona notte ragazzi e buon lavoro; a domani.
     Katiuscia ed io, prima di prendere sonno, ci avvicinammo ai finestroni per guardare i giganteschi
     flutti che investivano la nave, erano spaventosi e dopo pochi istanti disse: abbracciami perché ho
     tanta paura. Feci come desiderava però, non sapeva che anch'io avevo paura e ci volle un bel pò,
     prima che potessimo nuovamente sorridere facendo poi, quella bella cosa.
     Non si dondolava neppure tanto, perché il transatlantico essendo enorme reggeva molto bene gli
     schiaffoni che riceveva dalle onde. Quando la tempesta si placò, Katiuscia ed io, eravamo avvolti
     dalle calde coperte del lettone, e non avevamo nessuna voglia di alzarci.
     A un certo punto ricevemmo una telefonata da parte di Lellina, la quale ci avvisava che il regista
     Luciano, desiderava parlarci. Dopo esserci vestiti, raggiungemmo la sala conferenze.
     Ad attenderci, c'era pure il produttore cinematografico, il quale diede a Lellina, un assegno con
     tanti zeri. Il regista domandò: miei cari signori, avrei una richiesta da farvi; nel pomeriggio dopo
     che avrete fatto la pennichella, sareste disposti a provare qualche scena del film, essendo così
     avvantaggiati quando saremo negli studi cinematografici in Italia? Naturalmente sarete retribuiti
     molto bene, ah! vi chiedo ancora una cortesia, avvertite anche Laura.
     Tutti noi, ci mettemmo a sua disposizione dando ottimi risultati. Dopo alcuni giorni arrivammo in
     porto e quindi, salutammo molti vacanzieri ormai diventati nostri amici. Il capitano affacciatosi
     dalla grande finestra laterale destra del ponte di comando, a gran voce disse: non vorrete mica
     andarvene senza aver salutato Daniela, Lorena e il resto degli ufficiali che sono quassù?
     Aspettate qualche minuto perché avrei alcune cose da proporvi per il futuro, mi raccomando di
     non scappare perché scendiamo subito. Quando arrivarono, Loris disse che per il momento tutti
 
    noi eravamo liberi di andare a salutare parenti e amici e di andare negli studi cinematografici,
   
 per finire le riprese del film e che lo avrebbe visto molto volentieri, non appena sarebbe stato
   
 ultimato. Disse inoltre che con le nostre prestazioni sulla nave, avevamo molto impressionato
   
 tutta l'intera compagnia di navigazione per cui, dovevamo essere belli e pimpanti a salpare per
   
 la prossima crociera … destinazione "Caraibi". 
     Tutto andò per il verso giusto e il film venne presentato al festival di Cannes classificandosi al
     primo posto. Comunque, avvertivo che qualcosa in me, non andava e, non ero per nulla felice
     perché ormai avevo tutto. Con i miei sforzi, ero arrivato all'apice della notorietà (soprattutto
   
 anche grazie al supporto degli Smoog).
    
Decisi che parte dei miei soldi, li avrei voluti distribuire volentieri ai veri bisognosi, facendomi
   
 portare da Emma con la limousine di Lella, non solo nei mesi estivi ma, anche nelle notti fredde
   
 e nebbiose invernali. Emma era sempre graziosa con me e diceva che Lella era molto contenta di
   
 questo gesto di amore verso il prossimo e che era felice di farmi da autista, e accompagnarmi a
   
 donare parte del suo e del mio patrimonio a chi stava peggio di noi.
   
 Ricordo che in una notte autunnale, Katiuscia svegliatasi e accorgendosi della mia assenza, si
   
 allarmò tantissimo e il giorno seguente ancora preoccupata, si mise in comunicazione con Lella
    
domandandole se sapesse nulla della mia sparizione notturna. Ella molto diplomaticamente le
   
 disse: Katiuscia devi sapere che Etienne è una persona molto speciale e al tempo stesso molto
   
 sensibile. Se questa sera vorrai uscire di casa e venire in garage vedrai qualcosa di sorprendente
   
 però, se proprio vorrai vedere dove tuo marito andrà, vieni verso le ore venti e troverai Emma e
   
 me. Tu siederai sul sedile posteriore dell'auto e quando arriva Etienne, ti sdraierai senza farti
   
 notare; scoprirai qualcosa di bello. Katiuscia incuriosita, ascoltò ciò che Lella le aveva appena
   
 suggerito. Prima delle ore venti si presentò e sia Emma che Lellina, la fecero accomodare in auto
   
 sul sedile posteriore poi, pazientemente, aspettarono il mio arrivo. Quando arrivai vidi Emma più
    
sorridente del solito, quindi le dissi: come mai questa sera le tue labbra sorridono più delle sere
   
 precedenti, hai forse trovato il tuo principe azzurro? Non riuscendo a trattenersi, scoppiò in una
   
 risata. Quand'ebbe finito mi disse: Etienne, ora sali in auto perché questa sera l'elenco è molto
    
più lungo del solito poi, magari più tardi e se sarai stato buono, ti spiegherò. Insomma, era tutto
   
 un mistero e ci capivo sempre meno. La osservavo mentre era concentrata alla guida notando
   
 che il suo viso era sempre sorridente. A un certo punto mi disse: adesso facciamo i seri perché,
   
 questa persona è la prima della lista ed io ho già la busta pronta nella borsetta.
    
Dopo aver passato gran parte della serata e della notte con i nostri amici facendo loro del bene,
   
 decidemmo di tornare a casa a riposare qualche ora. Emma col telecomando aprì la pesante porta
   
 basculante del garage, ed entrammo con l'auto. A questo punto, vidi scendere Katiuscia e Lella,
   
 al che rimasi molto meravigliato ma, nel contempo contento. Katiuscia commossa mi disse: non
   
 ti conoscevo ancora come ti conosco ora e devo dirti che mi sorprendi giorno dopo giorno sempre
   
 di più. Sai, vedendo quello che Lellina e tu state facendo, ho deciso anch'io di mettere parte dei
   
 miei averi, a disposizione di persone bisognose. E fu così che quando eravamo liberi da impegni
   
 di lavoro, uscivamo di sera per andare a conoscere altri nuovi amici.
    
Era una serata invernale quando Lellina ricevette una gradita telefonata da parte del capitano
   
 Loris, che informava tutti i componenti degli Smoog di preparare i bagagli, perché il Delfino era
   
 quasi pronto a salpare, era solo era solo questione di giorni.
     Fummo molto contenti, preparammo tutto ciò che serviva e partimmo dopo l'OK del capitano.
     Arrivammo al porto con qualche ora di anticipo, così potemmo fare tutte le nostre cose con calma.
     La nave salpò alle ventiquattro facendo rotta per i Caraibi. Essendo ormai di casa, fummo invitati
     da Daniela a salire sul ponte di comando per un rinfresco in nostro onore.
     Dopo circa una settimana, festeggiammo il lieto evento. La mia dolce Katiuscia, partorì una bella
     bimba che chiamammo: Enya. I suoi capelli, erano biondissimi e cresceva molto bene. Dato che
     nacque in nave (e questa era la sua casa), non volle quasi mai scendere per stabilirsi sulla terra
     ferma. Sentendo i vari gruppi musicali che si esibivano sui palchi del Delfino, decise pure lei di
     intraprendere la carriera musicale. Dei validi insegnanti di musica sul transatlantico ve ne erano
     diversi, quindi studiava a bordo scendendo sulla terra ferma solo per conseguire gli esami presso
     il conservatorio S. Cecilia a Roma (naturalmente non tutti in una volta), diplomandosi a pieni voti.
    
Era ed è tutt'ora, di una semplicità estrema e una bontà infinita.
     Per pagarsi i suoi studi, non voleva sfruttare il danaro che mamma e papà le offrivano e quindi,
     cantava e danzava assieme agli Smoog usando parte del suo onorario. Ancora oggi è una ragazza
   
 molto speciale e degna di tutta la nostra stima, come pure di tutto il personale che opera sul
   
 Delfino. Ora che Katiuscia ed io siamo anziani, regna ancora in noi, tanta voglia di vivere perciò,
   
 quando siamo contattati dalla compagnia di navigazione per delle prestazioni su navi da crociera
   
 come il Delfino, siamo onorati e tutti noi orchestrali, partiamo molto volentieri e con in corpo,
   
 tanta, tanta gioia di vivere.

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