BENVENUTI nel RACCONTO
e DIPINTO di Stefano
Villa
E LAC BLEU
(Il lago blu)
Tutto accadde in una fresca giornata di un aprile dei primi anni del 900 quando
Etienne si trasferì
con
tutto
l'occorrente in solitudine in un umile casetta
lontano dal caos
cittadino,
sulle
rive
del bel lago
blu,una località montana della
Francia nord occidentale, per comporre opere
letterarie. La
solitudine
era totale e la felicità zero.
La sua unica compagnia, era un bel gatto
tigrato e
tanto
affettuoso
il quale
con i suoi atteggiamenti, riusciva a
sollevargli un po' il orale
nei
momenti
più
bui e
tenebrosi. Il nome
di quel micino era Mumau
perché quando la notte
o il
giorno voleva qualcosa, anziché
miagolare come
tutti i gatti emetteva una voce
quasi
umana
dicendo: "Mumau
o Mumai".
Un bel dì,
dopo aver ultimato di comporre
l'ultimo
racconto Etienne andò alla
finestra
per ammirare
il bel
lago e tutto ciò che lo circondava. A un tratto
scorse non molto distante dalla
riva una
piccola
barca, a
vogare
in maniera
molto elegante, vi era una stupenda ragazza dal
visino
semplice e tutta
sola.
I battiti
cardiaci di Etienne aumentavano minuto dopo
minuto, dovette sedersi e chiudere
gli
occhi per una buona oretta, aspettando
che l'affanno diminuisse.
Quando tutto tornò alla
normalità alzatosi volle uscire per respirare
una boccata d'aria fresca.
Appena
uscito tirò
un bel sospiro dopodiché si
sedette sulla panchina a sinistra della
casetta
proprio di
fronte
al lago pensando a quella dolce visione.
In cuor suo sperava tanto di poter rivedere la dolce fanciulla
ma per quel pomeriggio ella non
ripassò con la sua barca quindi,
appena dopo
il calar del
sole rincasò
in compagnia del
micino e
preparò una cenetta povera
per sé e il suo Mumau.
Dopo
aver desinato decise di uscire nuovamente per
fare quattro passi lungo la sponda
del lago e
di
contemplare tutto
quel ben
di Dio che lo circondava
pensando, a quello che di stupendo i suoi occhi
avevano ammirato poche ore
prima. Ormai le tenebre a poco a poco stavano
inghiottendosi la luce,
Etienne decise dunque di
rincasare.
Essendo in
riva al lago, piano piano l'aria diventava
sempre più
umida e
non avrebbe sicuramente giovato alla sua salute
già precaria.
S'appoggiò quindi per un
momento al muro della casa per ammirare la luna
piena, ma ad un tratto
sentì
come dei passi, voltatosi vide una figura
che avanzava
con
passo lento
verso lui.
Meravigliato,
vide la
bella fanciulla la quale si fermò proprio
innanzi a lui e le
disse: "Bonsoir monsieur (buona
sera
signore)
io sono di origine
italiana ma è da
molti anni
che vivo in Francia e
conosco abbastanza
bene
anche il francese,
immagino
che capirà
quello che sto dicendo. Stavo passeggiando un po'
prima
di
coricarmi
e
contemplare questa bella luna, ma a proposito,
il mio nome è Stefania e rimango qui
per
per
un po' di tempo
sperando
di far riposare le mie orecchie dal frastuono
cittadino, e nel vederlo
così
solo ho
pensato
che forse avrebbe gradito fare la mia
conoscenza
perché anch'io sono
sola".
Etienne,
non credendo a quello
che i suoi
timpani uditivi
stavano trasmettendo al suo cuore, la fissò
attentamente
e poi si
pronunciò dicendo: Bonsoir
mademoiselle
Stéphanie,
il mio
nome è Etienne sa
qui in Francia Etienne significa Stefano
mentre Stefania si pronuncia Stéphanie e se me lo permette
visto che
siamo in confidenza le dirò
che da
quando l'ho vista vogare tutta sola sul suo bel
natante,
non vedevo l'ora di fare la sua
conoscenza".
La
bella Stefania sorridendogli disse: "Chiamami
pure Stéphanie se ti fa piacere perché è
molto
dolce
e mi piace immensamente, come pure
Etienne. Lo sai che mi sono accorta di te perché
nel
momento
in cui ammiravo questa bella casetta, ti
ho
visto
affacciato
alla finestra e proprio da quel momento
ho
desiderato incontrarti?" Etienne, non poté
risponderle perché aveva un grande groppo alla
gola.
A questo
punto la bella ragazza, le si
avvicinò
mettendo il suo braccio attorno al collo di lui
dicendogli:
"Etienne, perché
non mi dici
nulla? Se
ho detto qualcosa di sconveniente nei tuoi riguardi
ti prego...
dimmelo e
prometto
che cercherò di
migliorare il mio atteggiamento,
ora dimmi
qualcosa".
Etienne riuscì a dirle: "Mia cara non
hai detto proprio nulla di sconveniente, è in
me che è
successo
qualcosa
di meraviglioso e ho paura a dirtelo perché temo
che quando lo
saprai, di
certo ti perderò per
sempre". Ella
disse: "Sai Etienne desidero che tu sappia che
anche in
me è sbocciato qualcosa di molto
bello
all'improvviso e, pure io come te, non ho il
coraggio di affrontare questo argomento perché ho
paura di
perderti.
All'improvviso, qualcosa di
molto
morbido toccò le belle gambe di Stéphanie ed
ella
si
inginocchiò esclamando: "Oh!!! c'è un
bel micino che si struscia tra
le mie gambe, chissà di chi sarà
e d'onde viene?" Etienne, dopo
averle sorriso disse: "Non
temere per codesta piccola
bestiola
perché è
il mio micio, l'unico
amico
affettuoso che ho qui con me, per ora è lui a
tenermi compagnia.
Sai Stefania te
lo devo
proprio dire, per fortuna ci ha
pensato lui ad accarezzare le tue belle gambe
altrimenti
avrei potuto pensarci io perché
anche se è
da poco che ti conosco sento che
già
sto per....
innamorami di
te".
Gli occhi di Stéphanie,
erano bellissimi ed esprimevano tanta felicità
per quello che
era appena stato
pronunciato dalle labbra di Etienne e lentamente
si avvicinò e lo baciò teneramente
dopo di
ché con voce sensuale disse: Sento che anch'io mi sto
innamorando di te e non vorrei perderti,
se lo gradisci, ora mi
siederei qui accanto a te al chiaro di luna.
Etienne
felicissimo per
aver fatto una sì bella conoscenza, le disse:
"Perdonami
piccola Stéphanie,
ma
accetto molto
volentieri
l'invito che mi hai appena fatto ma dato che
quest'aria è un pò
fresca entro
un
istante
prendo due magliette e due
berretti così potremo rimanere qui anche un po'
di più".
La bella
bimba
prendendogli la mano e sempre a bassa voce
gli sussurrò: "non lasciarmi qui
tutta sola portami
con te e fammi visitare il
tuo pied-à-terre
lo desidero tanto".
Etienne, davanti a questo
suo desiderio
non poté far altro
che assecondarla.
Entrati che furono, Stephanie si meravigliò
molto nel vedere il
caminetto il quale aspettava pazientemente
l'arrivo dell'autunno per essere acceso e
riscaldare così
l'ambiente ma, soprattutto l'ordine con cui
Etienne conservava gran parte dei suoi i suoi
manoscritti.
Notò
inoltre
la finestra dalla quale poche ore prima,
aveva visto Etienne in
piedi come fosse
stato
un
bel
dipinto. Si avvicinò ad essa con
molta classe e affacciatasi, poté ammirare due
lune una nel cielo e
la
sua gemella
sull'acqua un po' mossa dalle ondine del
magnifique
lac bleu (magnifico lago blu. Vide il
secretaire dove
Etienne era solito comporre, quindi gli
domandò: "Mon amour mi permetti di leggere
qualcosa
di tuo? Naturalmente rimetterò tutto
quanto in perfetto ordine". Egli dopo aver baciato il suo
bel
visino le disse: "Tu qui ormai sei la padrona,
fa pure come se fosti in casa tua".
Dopo aver
pronunciato ciò, s'allontanò e senza dirle
nulla, andò a sedersi sul morbido divano
accanto
al caminetto
poi, prese un taccuino, un matita e iniziò a
scrivere qualcosa di carino da dedicare a....
Stéphanie dal titolo:
Stéphanie
al chiaro di luna
Oh!! Giornata
stupenda, non te n’andar lontan da chi ama codesta nobil fanciulla, ma fa sì che
questo
non sia solo un bel sogno e … e non svanisca
come neve al sol ma fa che Stéphanie rimanga IO
ancor
per molto tempo in
codesto loco accanto al suo Etienne, per
contemplar la luna.
Orsù fatina mia, indossa il tuo bel mantel bleu
e vien, vien meco piccol bocciol di rosa; noi
due soli,
come cavalieri
solitari, volerem con i nostri destrier alati
verso mondi diversi; si, quei mondi nuovi e
celestiali per
contemplar di lassù, tutto quel che quaggiù,
esiste già.
Etienne dopo aver finito di
scrivere si rilassò
e
il suo sguardo
si posò su
Stéphanie, notò
con stupore
che il suo Mumau le era in
braccio. Contento di aver visto
quella bella scena,
dedusse
che fra i due
si
era instaurato un bel
rapporto d'amicizia dopodiché
non li disturbò
e si appisolò.
All'improvviso venne svegliato
da un bacio. Era Stéphanie la
quale diceva ad
Etienne di aver gradito
la poesia dedicata a lei; disse
inoltre: "Ecco, sarei pronta per
uscire
al chiaro di luna, sai questo
mio
cappellino mi piace molto come
mi sta?"
Egli le disse: "Ti dona
moltissimo sei davvero
stupenda. Ella
aggiunse: "Penso che se me lo
regalerai lo accetterò molto
volentieri". Etienne commosso
le disse:
"Dolcezza mia è già tuo tienilo
pure ora dammi la
mano e usciamo".
Una volta usciti parlarono
molto su diversi argomenti e
alla fine Stéphanie si alzò e
disse: "M'è venuta
voglia di fare quattro
passi, hai voglia di
accompagnarmi e tenermi
compagnia?"
Con te al mio fianco
mi sentirò più
sicura. La risposta fu:
"Naturalmente stellina,
avviamoci
pure". Il micino intanto, non li
mollava un
secondo seguendo la bella
coppietta come un
cane,
al che Stéphanie si fermò dopodiché
si
inginocchiò e
dolcemente lo prese fra le
braccia portandoselo
con sé sul suo seno.
La luna era talmente bella e
luminosa che la luce
da lei irradiata sul vialetto
faceva sì che ci fossero
molte ombre,
due delle quali
erano quella
di Stéphanie e di Etienne.
Con la mano nella mano,
Stéphanie disse ad Etienne: "Non
ti ho detto nulla prima, ma ora
sento di
potertelo
dire che oggi ricorre il mio
venticinquesimo compleanno e,
questa mattina
prima di uscire
di
casa queste
mie mani
hanno preparato
dei dolcetti e
una bella torta,
per cui
sarei molto onorata
di
di poterti ricevere nella mia
casetta la quale si trova al di
là del lago; ecco la
vedi? Proprio di fronte
a noi laggiù
sulla sinistra
e potrei anche accendere
le candeline,
intanto aspettando una tua
risposta
accarezzerò un po' il nostro micino". La
risposta non ci mise molto ad
arrivare
perché Etienne sicuro
di sé disse:
"Aspetterò a farti gli auguri
non
appena sarò
nella tua dimora
ma per il momento eccoti
un bacetto. Quando entrarono in
casa
Etienne se ne accorse
immediatamente che Stéphanie
doveva
essere molto
ricca per cui si vergognava anche
solo di appoggiare le mani sullo
schienale delle sedie
e
ammutolì. La ragazza accortasi
che in Etienne qualcosa non
andava, dopo averlo coccolato
un
po'
gli disse:
"Posso intuire che in te
qualcosa ti turba ma ti supplico
rimani qui con me
perché ti
voglio
un bene immenso e senza il tuo
affetto, morirei di crepacuore".
Egli dopo
alcuni istanti le sussurrò:
"Amore mio, ora se
vuoi sediamoci pure e accendi le
candeline
perché ti
voglio augurare un "Buon
compleanno mon amour e al lume
delle candeline".
Stéphanie disse: "Rimaniamo un
po' così e poi,
accenderò
le candele così sarà più
romantico.
Dopo essersi rilassati diedero
inizio ai festeggiamenti,
naturalmente il micino
era sempre vigile, vispo e
giocava volentieri con Stéphanie
percui presa da
compassione,
scese in cantina, aprì
la ghiacciaia ed estrasse una
bella bistecchina di vitello
poi, salì
in
cucina e con le forbici, la
tagliò a tocchettini dopodiché,
con la sua dolce vocina, chiamò
il
micino
dicendo: "Vieni Mumau che ti do
la pappa, assaggia e sentirai
quant'è buona". Non
fece in
tempo a
pronunciare le ultime tre
parole che era già lì
scodinzolando come un
cagnolino accanto alla ciotola.
Era un vero piacere osservarlo mentre desinava,
ad un tratto
Stéphanie disse ad Etienne: "Non
è
un
amore di gatto? Il mio cuore
è colmo di gioia e sono
felicissima d'aver fatto la
vostra conoscenza
oh!
non
lo
vedo più, dove
si sarà cacciato? Etienne conoscendo benissimo
le abitudini della bestiola disse
a
Stéphanie: "Prova ad
andare in camera da letto poi,
fammi sapere". Ella andò e tornò
riferendogli:
"lo sai
che lui è al centro del mio letto
proprio dove dormo io? Si sta
leccando i baffi e il musetto ora
torno da lui". Quando tornò disse
che s'era arrotolato come un serpentello e ora stava
riposando
dopo
la lauta cenetta. Etienne
le rispose: "Non mi dici nulla
di nuovo perché, queste sono le
sue
abitudini.
La nuova padroncina
del micetto disse: "Anche se in
futuro non avremo dei
bimbi, mi basterà il nostro
Mumau sei
contento?" Etienne era
frastornato e non riusciva a
credere alle sue
orecchie. Ad un certo
punto,
rispose: "Quello che le tue
labbra stupende hanno
appena pronunciato, sembrano una proposta
di
matrimonio o sbaglio?
Lei sorridendo gli
rispose: "Lo
hai appena detto; sì, sì, voglio condividere la
mia
vita con la tua il più presto
possibile, dimmi
subito di
sì: la risposta fu:"Lo
desidero tanto anch'io
ma non
osavo dirtelo".
Stéphanie disse: "Grazie, sai
che mi hai appena resa felice? Ora vado a fare
un sopraluogo
in
camera poi, tornò e a
bassa voce disse: "ssh non facciamo rumore perché il
piccolo
sta
dormendo. Adesso possiamo
rimanere noi due soli in sala a festeggiare".
Questa
volta i neo fidanzati
poterono gozzovigliare un po'
assaporando le varie prelibatezze preparate
con tanto amore dalle
mani di Stéphanie, (naturalmente
al lume di candela). Discorrendo
del più e del
meno
la festeggiata, facendosi
coraggio e
contenta di ciò che stava per pronunciare disse a Etienne:
"Temo che questa notte non
potrai dormire
nel tuo pied-à-terre, sai perché il nostro Mumau dorme
così profondamente che tu ed io,
dovremmo
accontentarci di dormire l'uno accanto all'altra su
questo
sofà, ti può andare bene
come
alternativa? Etienne,
felice per l'invito appena fatto
dalla festeggiata
disse: "Non
posso dire di
no, ma avrei in mente un titolo
per scrivere una fiaba
o un romanzo ma qui
non
ho nulla,
per caso non avresti una matita
e un pezzo di carta dove
possa
prendere appunti? Poi
potremo
riposare vicini sino a
domattina".
Stéphanie tutta
contenta andò di corsa al suo
secretaire e
gli rispose:
"allons mon amour, vien ici ec moi et
assise toi amore mio vieni
qui accanto a me e siediti
qui troverai senz'altro
tutto ciò
che ti
occorre, non ti disturberò
e attenderò il tuo arrivo sul
divano".
Quando Etienne finì
di mettere i suoi
pensieri sulla
carta, spense il lume e s'avviò
con passo felpato
senza fare
alcun rumore
verso il divano.
La sua bella
ormai dormiva saporitamente come
una bimbetta
e faceva tanta
tenerezza ma
non si
permise di svegliarla. Quando
alle prime luci del giorno
seguente
Etienne aperse gli
occhi, si accorse che Stéphanie durante
la notte mise la sua testolina
sulla sua spalla
e ora
stava ancora dormendo, quindi non la svegliò.
Pian pianino senza procurare
vibrazioni, da un'apposita
tasca, estrasse la sua bella
cipolla (orologio
da tasca) e vide che erano le
sei e trenta, quindi richiuse
il coperchietto e si
riaddormentò. Furono
svegliati entrambi più tardi
dal miagolio incessante
del micino il quale, c'informava
che aveva molta
fame. Essa
alzatasi, vide che gli occhi di
Etienne erano già aperti ma non
diceva nulla, significava
che era sveglio allora
gli disse: "Bonjour Etienne, mon
petit monsieur, commant
ça va oujourd'hui
(buongiorno Stefano, mio
piccolo signore, come va oggi?"
Egli la abbracciò e la baciò poi
con tutta
calma le rispose: "Bonjour à
vous mademoiselle
Stéphanie ça va
tres bien merci.
(buongiorno a
voi
signorina
Stefania
va molto
bene grazie).
Dopo il
buongiorno Stéphanie si congedò
da Etienne, scese la
scala ed entrò
in cantina a
prendere
un
po' di latte
dopodiché risalì e andò in sala
dove c'era
Mumau che
l'attendeva
seduto innanzi alla
sua
ciotola, e
quando la vide si alzò e le
corse incontro
poi, bevve tutto
il latte
in pochi istanti. Dopo che
la festeggiata
ebbe rassettato per bene la
cucina, la sala e quanto
altro, domandò ad
Etienne: "Se lo
gradisci, oggi
vorrei fare una gita in barca
assieme
a te e il nostro micino
per sostare al
tuo pied-à-
terre e mentre
sarò super impegnata a
cucinare un pranzo prelibato,
sarai libero di
comporre;
ti va
l'idea?"
Etienne sbalordito per
codesta bella idea, non poté far
altro
che dirle bien
mon amour (bene
amore mio) se
va
bene a te andrà senz'altro
benissimo pure
a me; sai
dolcezza mia, era proprio ciò
che
stavo per proporti ma, tu mi hai
anticipato.
Ti dico anche che ho non poche
idee le quali mi
frullano nella mente e avrei
bisogno di molta pace e
serenità
nell'animo
e tu è da ieri che
me la stai dando … grazie di
cuore mon amour, tu lavorerai in
cucina ed io al
mio scrittoio".
Stéphanie
tutta contenta disse: "Voi due
aspettatemi qui mentre vado a
preparare la barca, ma non
fece in tempo
a
finire la frase che il micino
le era attorno così lei e lui
s'avviarono
assieme verso
la
la darsena ove
era ben protetta la barca. Era
evidente che il gattino s'era
affezionato
tantissimo
a
Stéphanie e così pure lei.
Quando tornarono disse: "Ecco
noi siamo
pronti, se vorrai seguirci
faremo
una bella
gita sul lago, l'aria è
fresca e il sole è caldo. Ora
chiudo le imposte e le
porte dopodiché
possiamo
partire sai ho in
mente di farti vedere
qualche bell'angolino romantico
di questo magnifico
lac bleu poi,
approderemo al tuo pied-à-terre.
Disse inoltre: "Sono proprio
felice della vita e lo devo
a te, sai fino
a ieri ero molto
triste perché non riuscivo a
trovare l'anima gemella, ma ora
che siete
arrivati tu e il
micino
a consolarmi è
tutto cambiato.
Ti dirò che da oggi in poi sarò tutta tua,
promettimi che
non mi abbandonerai
mai perché nemmeno
io ti abbandonerò poi, ad
unirci ci sarà il nostro
Mumau.
Etienne le disse:
"Condivido perfettamente
quello che le tue labbra hanno
appena
pronunciato, sai voglio
confidarti
un segreto, pure io fino a che
non t'ho conosciuta ero
molto triste perché la mia
solitudine era tanta e la
felicità zero, ma ora
vedrai
che con un pizzico di
fortuna ma soprattutto con
l'aiuto del buon Dio, potrò fare
pubblicare
alcune mie
opere così se avrò qualche soldo
in più, potremo
vivere meglio. La bella lo
interruppe e
gli disse: "Se
non ti spiace mi
piacerebbe affrontare
questo interessante discorso
quando
saremo in barca sennò non
avremo
argomenti sui quali discutere".
Avvicinatasi, lo strinse
forte, forte dopodiché, non
mancò l'affettuoso bacio
d'amore. Dopo
essersi
assicurata che
tutto fosse
ben chiuso compresi gli scuri i
tre inseparabili amici,
si avviarono verso la
darsena. Stéphanie e il micino,
erano già in barca ma Etienne
ancora no, perché mentre stava
per
salire, adocchiò una bella
pagaia ad una sola pala semplice
e
lanceolata, con la quale si voga
senza
appoggiarla allo scalmo ed era
ammirato da essa. Ad un certo
punto Stéphanie disse:
"Etienne come
mai guardi in quel modo, la mia
pagaia ti
piace? Se ti piace è tua
prendila te la regalo perché
io non
so
pagaiare e poi chi più o meno
diceva di essere capace di
farlo, se n'è andato,
dai ora rimuovila da
dov'è e vieni altrimenti non
salperemo più".
Etienne dopo averla rimossa con
molta cura silenziosamente salì
in barca senza dire una sola
parola
continuava a palpeggiarla tra
le mani come se conoscesse
l'arte del
pagaiare, al che la sua bella
gli
disse: "Lasciami prendere
velocità e quando avrai
voglia ti prego di dirmi
qualcosa in merito". Dopo
non molto Stéphanie
disse: ho le braccia
stanche, ora tiro i remi in
barca così se vogliamo parlare
un po' lo potremo fare.
Dopo aver estratto i remi
dall'acqua incrociandoli, stette
in silenzio fissando
il micino che le
era in braccio poi, fissò
Etienne che con la pagaia fra le
mani si alzò dal posto dove
sedeva,
le diede un bacio e, andò a
sedersi a poppa sul piccolo e
rigido sedile in legno e
incominciò
a pagaiare da una parte sola,
per l'esattezza la sinistra del
natante.
Pagaiò per circa
un
quarto
di
miglio, poi fu
interrotto da Stéphanie che
meravigliata gli
disse:
"M,
ma
tu sai pagaiare meglio di
qualsiasi altro, non ho mai
visto nulla del
genere prima d'ora, perché
non me
lo hai detto? Sei
meraviglioso lo sai? Etienne
disse:"
Non volevo dirti nulla ora però
mi vedo costretto.
Devi sapere che
prima di intraprendere
l'attività di scrittore, ero un
campione della pagaia e gareggiai
con molti
miei simili, vinsi
anche parecchie medaglie
che ti farò vedere quando arriveremo a casa.
Un brutto giorno di
molti anni or sono, per
mia disgrazia, conobbi una bella
ragazza perdendo così
la
testa per lei. Decisi dunque
di mollare la pagaia per lei ma
però
quest'idillio durò molto poco
perché
mi
mollò per un altro quindi non
ebbi
più la
forza per reagire e andai in
depressione.
Ora a distanza di anni eccomi
qui assieme a te ma non per
sfidarti perché ormai sono un po'
troppo
vecchio e stanco
per queste cose. Tu remi
benissimo mi devi credere hai un savoir faire che ci vuole
e una grazia altrettanto
incantevole.
Ieri quando non ti conoscevo
ancora ed ero affacciato alla
finestra, vidi passare dinnanzi
a me un
angelo e pensai: "Chissà se la
rivedrò
ancora per poterle così
parlare". Ora eccoci qui legati
da un
amore sincero e profondo.
Stéphanie
non sapendo cosa dire, tolse le
mani dai remi, chiuse gli occhi
e pianse al
che, Etienne posò
la pagaia, s'avvicinò a lei
stringendola a se poi disse:
"Sai questa è la
più
bella giornata della mia vita e
ringrazio il buon Dio
che ci
ha fatto incontrare.
Quando Stéphanie
si riprese disse: "Adesso
è meglio che metta le mani sui
remi sennò non
riusciremo a fare il giro del
lago.
Egli le disse:
"Mon
amour non ti preoccupare perché
ti darò
pure io una mano con la pagaia
e,
poco importa
se pranzerò tardi … a me basti
tu. Il micino
intanto, giocava con il pizzo
della sottoveste
di Stéphanie e lei
lo lasciava fare.
Quand'ebbero concluso la gita
approdarono nella darsena di
Etienne
sul lato destro del pied-à-terre, dalla
parte della gradinata ove era
situata la tettoia per
riparare le
barche
dalle intemperie. Il
micio che
conosceva molto bene quel luogo
saltò
subito giù dalla barca e
andò a sedersi
davanti alla porta aspettando
di entrare. I due innamorati si
assicurarono che la barca
fosse
ben legata poi, fecero qualche
metro sul
camminamento del prato
che circondava l'abitazione poi
salirono i dieci gradini della
scala girarono a sinistra e
raggiunsero l'abitazione,
una volta entrati andò
tutto
come previsto.
Mentre gustavano le squisite
prelibatezze preparate con tanto
amore da Stéphanie disse: "Quando
saremo
ad Annecy, la città nella quale
vivo, mi metterò immediatamente
in contatto
con un editore
mio
vecchio conoscente che, senza
dubbio sarà lieto di fare la tua
conoscenza e pubblicherà senza
altro qualcosa di tuo, tu
prepara solo tutto ciò che hai
di
pronto, per il resto ci penserà
la tua piccola
Stéphanie. Se sei d'accordo,
dopo pranzo vorrei
prendere un po' di sole
assieme a
te e poi, mentre
rassetterò tutto, tu andrai al
secrétaire e scriverai qualcosa
di carino
per me,
promettimi che mi.....
accontenterai e farai questo
per me.
Egli rispose: "Mais oui mon
amour, je te le promets (Si
amore, te
lo prometto), ma
prima però voglio coccolarti un pochino".
Dopo aver desinato, Stéphanie
disse: "Andiamo a sdraiarci
sull'erba e a crogiolarsi al
sole". Ma
certo
rispose Etienne e uscirono e
andarono a spaparanzarsi al
sole. Non
passarono dieci minuti e Stéphanie
disse:
"Sento che il sole mi sta
scaldando le ossa se non ti
scandalizzi
se
mi tiro su la gonna per
prenderlo anche sulle gambe?
Egli rispose: "Niente affatto,
ne
approfitterò
per osservarle e magari se non
ti dà troppo fastidio e col tuo
permesso, le
accarezzerò".
La risposta fu: "Sì Etienne se
ti fa piacere accarezzale pure,
non
opporrò alcuna resistenza perché
ti
ho detto
che ormai sono tua e se non
cominciamo
ora, chissà quando avremo
ancora l'occasione per
farlo?"
Ciò che desiderava Stéphanie,
era
proprio che Etienne accarezzasse
la morbida pelle delle
sue gambe
e la coccolasse un po'. Etienne
la fissò teneramente negli occhi
poi, le prese le mani e
le
disse: "Quando entreremo, mi
siederò al sécretaire perché ho
in mente di scrivere qualcosa
che mi
auguro ti
potrà far piacere
sai, ho già tutto in testa".
Detto questo fece il massimo per
accontentarla
(accontentando al
tempo stesso anche Etienne).
Quand'ebbero finito di rilassarsi,
entrarono
in
casa e Stéphanie andò
subito in cucina, mentre il
suo
amore si sedette al sécretaire e
iniziò a comporre qualcosa di
molto carino
circa la sua straordinaria
esperienza appena vissuta
assieme a lei.
Quello che uscì dal profondo del
cuore di Etienne fu:
"Le
tue
calde mani"
Amore, stringo dolcemente queste tue belle mani,
provando tanta emozione.
Avverto in me, una vibrazione profonda e
tanta commozione.
Non so dirti nulla perché, so
che in alcuni momenti, il silenzio è tutto.
Nel silenzio più profondo c'è un
certo non so che, che sa di magico e accarezzando queste tue calde
mani, sento d'esser ormai, appagato di tutto.
Stando al tuo fianco e, di tanto in tanto baciando le tue belle dita affusolate,
una leggera vibrazione
fa sì, che anche il mio cuore, riceva tanto, tanto calore.
Grazie amore mio.
Mumau intanto,
s'era appisolato
sul
soffice divano a orecchioni
accanto al caminetto perché
doveva
riposarsi dalle grandi fatiche
mattutine fatte in barca. Quando
ebbe finito di rassettare tutto
per bene
la cara Stéphanie andò a
sedere in braccio
ad Etienne e dopo avergli dato
un bacio gli disse:
"Ho finito
adesso di mettere tutto
in ordine, ora posso leggere ciò
che hai scritto?" La risposta
fu:
"Mais oui ma
chérie eccoti il
manoscritto leggilo con
attenzione". Appena letto non
disse nulla e si strinse a Etienne,
chiuse gli occhi e si commosse
non poco. La sera stessa a
questa meravigliosa
ragazza venne in mente
una
brillante idea e volle dirla
immediatamente al suo Etienne
quindi,
lo prese per mano e lo costrinse
a
sedersi al suo fianco sul
morbido letto poi, dopo aver
tirato un bel sospiro disse: "Questa
notte vorrei
passarla qui
assieme a te, poi domani mattina
dopo colazione preparerai tutte le tue cose
e chiuderai
tutto come se dovesti
partire per una bella e lunga
vacanza (ma io ti aiuterò) poi,
prenderemo il micio
e
in barca raggiungeremo casa mia
dopodiché, pure io con il
tuo aiuto, preparerò tutto e con
la mia
vettura, raggiungeremo
Annecy dove potrò presentarti alle mie amiche e amici, ti
prego, non dirmi di
no perché
soffrirei tantissimo".
Etienne che non era preparato ad una sì bella
sorpresa, dopo aver riflettuto
alcuni istanti, le rispose
Stéphanie, sai che sei
proprio
una bella
pazza?
Però, e lei: "Pero? Su, su, su
dimmi
non
tenermi sulle
spine". Etienne con
molta calma rispose: "Però
accetto molto volentieri la tua
proposta perché ti amo
alla
follia e
pure io devo essere diventato
pazzo sì, pazzo più dite,
cominciamo pure ora
a preparare i
miei bagagli
poi, penseremo a dormire".
Al mattino di buonora Stéphanie
preparò una buona colazione
e dopo
aver sfamato pure Mumau,
caricarono tutto in barca e, via
verso l’abitazione di Stephanie.
Quando arrivarono,
aprirono solo parte delle
imposte dopodiché, la bella
Stéphanie, andò in garage,
tirò
fuori
l'auto e la parcheggiò in
maniera che la si potesse
caricare comodamente; era
bellissima.
Etienne
rimase incantato dalla sua
bellezza e domandò alla dolce
biondina dove l'avesse
acquistata.
Rispose
che era andata personalmente in
Italia e durante una vacanza si
recò a Milano e lì acquistò,
la bella Isotta Fraschini color
giallo tenue quasi crème,
proprio
intonata ai bei vestiti che era
solita
indossare Stéphanie. Egli
facendosi pensieroso si avvicinò
e, appoggiandole delicatamente
le
mani
sulle
spalle
le
sussurrò:
"Dolcezza mia dimmi,
così
ho fatto
per te
per meritarmi tutto
questo ben di
Dio? Parti da sola, io resterò
qui e condurrò la vita di
sempre.
Piano, piano
col mio carretto riporterò i
bagagli nel pied-à-terre perché
è impossibile che in due
giorni
possa essere accaduto tutto
questo e mi sembra un sogno, non
realtà. Sono venuto qui per vivere
in
solitudine perché
per comporre ho bisogno di tanta
pace interiore per entrare nel
profondo là dove
sono racchiusi tutti i
segreti più reconditi e dove
attingere ciò che
mi serve per trasferire
sulla carta,
tu, tu invece mi
proponi una bella vita agiata ma
io sono
nato povero e povero voglio rimanere e....
morire altrimenti
non sarei più me stesso.
Per cortesia ora carica solo le
tue cose e parti … addio. Si
notava benissimo che Etienne
era entrato
di colpo in una grande crisi
depressiva e Stéphanie che non
era stupida e che aveva (anche
se in
poco
tempo), avuto modo di
conoscerlo molto bene, suo
malgrado farsi
molta forza per sopportare
un così
grande dolore e, senza
che Etienne la vedesse piangere,
riuscì con molti sforzi a
soffocare questo suo
stato d'animo.
Il suo cuore però stava
scoppiando e le era
difficilissimo trattenere le
lacrime. Di colpo
vide
tutto il castello che pian piano stava
cercando di costruire con tanto
amore venirle
addosso.
Capì che quello era un momento difficile. Con
molto tatto e senza inganno
decise
di giocare
per amore
la sua unica carta che possedeva quindi disse:
"Mon éternel amour
(mio eterno amore) se lo
desideri
farò come tu vuoi però, dato che sono
un po' stanca puoi
sederti accanto a me qui in auto se preferisci
potremmo entrare in casa così saremo più
comodi? Etienne garbatamente le
rispose: "No in casa no,
ma
andrà
benissimo in auto così poi
farò più in fretta ad
andarmene perché devo andare a
prendere il
mio carretto. Voglio portare
tutti i miei bagagli a casa
mia
entro stasera e non vorrei che
mi cogliesse
il temporale per
strada perché vedo l'avvicinarsi
di
brutti nuvoloni minacciosi,
adesso dimmi ciò che
mi devi
dire".
Lei con un fil di
voce si pronunciò dicendo: "Se
posso farti l'ultimo favore,
potrei farti
d'autista
portando te e tutte le tue cose
nel
pied-à-terre e una volta lì, ci
diremo addio?"
Intanto lo accarezzò delicatamente sul
viso e gli
fece anche tante coccole e le
sue mani
erano bollenti
e sudate.
Etienne se ne accorse e come
per incanto capì d'aver
sbagliato e
quindi le disse: "Stéphanie
le tue mani sono bollenti; e
da questo ho dedotto che mi vuoi
ancora bene malgrado quello che
ti
ho
appena detto. Ho capito di aver
sbagliato e di averti
fatta molto soffrire in questo
breve lasso di
tempo
ora esco dall'auto e mi
prostro innanzi a te e ti
domando umilmente perdono
bambina mia,
mi puoi
perdonare e dimenticare
ciò che è
accaduto?"
Stéphanie con
le lacrime agli
occhi gli disse:
"Rammento
quando ieri lessi la bella
poesia che dedicasti a me dal
titolo "Le tue calde mani".
Non ti dissi nulla perché la commozione era
tantissima ed ero senza parole, la frase che
mi ha toccato
nel vivo, era ed è
tutt'ora: "Non so dirti nulla
perché ma so che in alcuni
momenti
il silenzio
è tutto.
Aggiunse ancora:
"Non
ho proprio nulla da
rimproverarti perché tu sei
un buono e
puro di
cuore.
Ora farò (a malincuore)
ciò che mi hai appena detto di
fare e
ti prometto che non ti deluderò
perché
anch'io ho un cuore". A
questo punto Etienne, risalì
in auto al suo fianco
e le disse: "Prima però vorrei
rimanere un po' così e
guardarti negli occhi
poi, con calma scenderemo e
caricherò tutto io perché
tu
dovrai guidare e voglio
che sii
riposata e dopodiché, assieme al
nostro micino, affronteremo questo
lungo viaggio … se sei
contenta mi puoi dire di sì".
Lei commossa gli
rispose: "Oh! Mais oui mon amour
(oh! ma sì
amore mio), così mentre guardo
te
che
fai il facchino, ne
approfitterò per chiudere bene
tutto e giocherò un po' col
nostro gattino
sai, mi
hai
fatto prendere un bello
spavento ma per fortuna si è
risolto tutto in fretta, quindi non
parliamone più
e pensiamo al nostro futuro".
Egli
disse: "Bambolina, so di averti
fatto molto
soffrire ma ti prometto
che non accadrà mai più
e poi come avrei fatto senza le
tue coccole, i
deliziosi pranzetti e senza il
tuo amore?
Quindi d'ora in poi, mettiamo
una bella pietra sopra su
tutto quello che è accaduto e
pensiamo
pure al nostro futuro". La
brillante idea di Stéphanie
quella
di giocare l'unica sua carta, le
era
riuscita in pieno. Era molto
orgogliosa di sé e anche un po'
vanitosa ma, faceva parte
della sua
indole femminile e ad Etienne
piaceva tantissimo.
Arrivò ben presto il momento di partire.
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