BENVENUTI NEI RACCONTI
DI STEFANO VILLA
INVERSO 2008
Quel giorno con la mia autista Lili e la nostra
bella limousine, decidemmo di andare in
trasferta
ad Inverso per allietare gli ospiti
di quella casa dal nome Regina del cielo.
Ricordo che Liliana mi
svegliò
di buon'ora; il cielo era molto cupo e
minacciava temporale.
La mia bimba cercò di svegliarmi con molta
dolcezza dicendomi:
"Stefano
ormai si sta facendo
giorno,
se non ti alzi non riusciremo a raggiungere la
nostra meta. Lei non sapeva che io stavo
facendo
il furbetto. Quella notte infatti decisi di
farmi una bella doccia, e dopo infilarmi sotto
le
coperte
vestito e già pronto per salire in auto. Facevo
finta di dormire e non mi alzai finché ella
non
mi diede quel bacino affettuoso dicendomi:
volevi il bacino? L'hai avuto però ora tirati su
e
seguimi
perché la limousine è già in moto da più di
venti minuti ed è ormai calda. Ti prego non
farmi
arrabbiare, altrimenti ad Inverso ci andrai in
monopattino. Ricordo che mi disse con tono
autoritario:
non aspettarti che ti serva la colazione in
codesta nostra alcova, se avrai fame ti
servirai
da solo nel bar dell'auto; su spicciati e
andiamo.
Volevo
farla arrabbiare un pochino e c'ero riuscito,
però capivo che da ora in poi per il
mio bene
sarebbe stato meglio che mi fossi comportato
seriamente altrimenti mi avrebbe fatto vedere i
sorci
verdi. Mi feci serio serio e non dissi più nulla
fino ad Inverso. Per quell'occasione indossò
un
bellissimo vestitino molto corto dal colore rosa
confetto che a mia insaputa, comprò in una
boutique
del centro, il giorno prima di andare assieme a
quel gran party che non dimenticherò
mai.
Finalmente riuscimmo a partire e lei durante la
guida si limitò a dirmi se
ero sicuro di aver
caricato
tutto ciò che serviva per tenere allegri i
nostri amici che tra non molto incontreremo?
Non
le dissi nulla, però facendo una grossa smorfia
e scuotendo il capo ci pensai bene.
Non
dimenticai nulla (perché sapevo che lo strumento
principale l'avevo con me). Arrivati che
fummo,
dopo aver salutato cordialmente tutti gli ospiti
della casa, decisi di rilassarmi un po' per
non
aver fatto ancora niente e poi con molta calma
scaricare tutta la mia strumentazione (cioè
possibilmente
nulla). Cammin facendo, e non curandomi di nulla
(poiché in quel preciso istante
mi
pareva di essere il padre eterno), girando la
mia schifosa faccia verso una piccola
fontanella,
(dove
chiunque poteva attingere acqua per dissetarsi),
scorsi un piccolo uomo il quale sedeva
tranquillo
su una sedia della casa. Fu il suo sguardo
assente a colpirmi.
Non piazzai niente poiché in tutta franchezza,
non ne avevo alcuna voglia. Mi sedetti accanto a
lui chiedendo come si chiamasse. Mi rispose
molto gentilmente e con tono più che pacato
disse:
"il mio nome è Michele Barletta e il suo?"
Stefano Villa gli risposi e questa stupenda
signorina si
chiama Liliana, la quale pur essendo ricca
sfondata, non si vergogna affatto a farmi da
autista
scarrozzandomi
su e giù per le belle valli,
nonché da nord a sud dell'Italia per suonare e
cantare
rallegrando
l'animo della gente.
Notai che accanto alla sedia
dov'era seduto
Michele c'era una
custodia
dal colore rosso sbiadito, la quale doveva
contenere una chitarra o qualcosa di simile.
Gli
domandai: Michele sei un musicista? Lui molto
timidamente rispose: "si ci provo".
Ne fui molto contento
e gli dissi:
"allora oggi suonerai qualcosa tu perché
io sono molto stanco".
A
questo punto intervenne Lili dicendomi: "Stiv non
fare il furbetto, perché tu non sei stanco, e
oggi
vuoi fare il fagnano imboscandoti dietro non so
cosa per non fare nulla; vergognati!"
Lili mi aveva toccato nel vivo e la mia
coscienza diceva: guarda che Liliana è saggia
più di te...
ascoltala!
Fu dopo pranzo che riuscii a
piazzare la strumentazione e Michele,
era
sempre lì un
po' taciturno e
pensieroso, allorché mi decisi e andai a sedere
al suo fianco dicendogli: "va bene
ha vinto Lili, io
incomincerò però ricordati che anche tu dovrai
prendere lo strumento in mano
per poi suonarlo.
Ti convincesti e mi dicesti: "ok maestro".
Passammo un
pomeriggio favoloso, alternandoci con musiche
che toccavano molti generi diversi
iniziando da
De Andrè, Battisti, Celentano,
Castellina Pasi ecc, ecc, ecc. Gli ospiti
furono molto
soddisfatti
come pure il responsabile della casa il cui nome
è Pier Giorgio Piras. Finita la nostra
prestazione la mia
dolcissima Liliana non volle nel modo più
assoluto che mi affaticassi, facendo
sforzi per
trasportare cose pesanti in chiesa. La
ringraziai dicendole commosso: "Non mi sarei
mai aspettato
questo piccolo ma grande gesto d'amore da parte
tua". Non resistetti e la baciai e
l'abbracciai
teneramente.
Allorché
non disse nulla e contraccambiò. Si erano
ormai fatte le ore
20 quando
decidemmo di tornare a casa. Questa volta però
non eravamo soli. Avevamo
con noi
come compagno
di viaggio il grande artista Michele, il quale
essendo molto contento non smise
mai di cantare
durante il viaggio. Una volta arrivati ci
augurammo la buona notte con una bella
stretta di
mano. Fu così che diventammo ottimi amici e
incidemmo un numero considerevole di
CD. Liliana
mise in moto la limousine e mi disse:
"ho molta fame, andiamo subito a casa
perché
mi sento
svenire. Trascorremmo così molti altri giorni
della nostra vita felici e contenti insieme,
viaggiando e
incidendo CD e DVD dando pure una mano a chi ne
aveva veramente bisogno.
Chissà se al
mondo esiste qualche anima felice come noi? Mi
auguro di si.
IL
MISTICO SILENZIO
Inun
lontano anno che non so, un baldo giovine, passeggiava in un bel
sottobosco autunnale,
senza concludere
nulla di nulla,
all'improvviso si bloccò, diventando
tanto triste all'istante.
Il
silenzio attorno a se, era mistico.
Egli, era il principe della
luna, ed era considerato da tutti
nel suo
regno, un buono e puro di cuore.
Anche se molto ricco, era
sempre triste, perché fra
tutte le
belle fanciulle che vivevano nel suo
pianeta, a lui mancava quella
giusta. Questo bravo
principe,
non riusciva ad essere burbero anzi,
preferiva soffrire lui piuttosto di
far star male il
suo
prossimo.
Sedutosi in riva ad un
ruscello e mettendo il viso fra le
sue mani, chiuse gli occhi
e pianse
molto.
Il gorgoglio del ruscello,
all'improvviso tacque e trasferì al
cuore del principe
questa
frase: "Principe buono, apri gli
occhi perché accanto a te, c'è una
bella creatura alata
molto
giovane che aspetta solo di essere
osservata da te". Il
buon principe, aprì gli occhi e a
poco a
poco, smise di piangere poi, si
asciugò il viso e voltatosi, vide
che al suo fianco c'era una
bellissima bimba
dai capelli lunghi
e castani.
L'unica cosa che riuscì a
dirle, fu: "Per favore, mi
vuoi dire come ti chiami mia piccola
bimba?" Ella sorridendo disse:" Sono
qui per te mio buon
principino e desidero farti felice, il mio
nome è Emma e sono una buona fatina
e, se lo desideri,
resterò assieme a te per sempre".
La bella fatina aggiunse
ancora: "Se tu lo vorrai, potremmo
divertirci parecchio assieme, sai chi mi
ha suggerito di venire da te?"
Il principino
non sapendo
nulla, le disse: "No bella Emma orsù, non
mi lasciare col cuore sospeso,
dimmelo e te ne sarò
eternamente grato".
Emma prendendo con la sua
manina la mano del principe, gli disse;" Ecco
voltati e sentirai". Non
appena il principino si voltò, il
ruscello si rimise a gorgogliare
e
quindi il
gran signore dell'astro, capendo
tutto e contentissimo, prese in
braccio la sua dolcissima Emma
e vissero felici per molti anni in cielo,
nella lussuosa reggia del
principe e in presenza della
regina anch'essa bella dal nome Daniela. Il
re, molto soddisfatto di tutti i
cortigiani e del popolo
non povero perché non pensava solo a se
stesso ma soprattutto al suo
prossimo, condividendo
dunque tutto ciò che possedevano, formando
così, una sola gigantesca famiglia.
Clicca per la 5° pagina dei
racconti
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|