dividerstarsdividerstarsdivider
                            

                                         
BENVENUTI NELLA FIABA di Stefano VILLA  
                                       dividerstarsdivider                                                    
            NELLA CONTEA DI MERKRAUS

       Nell'immensa piana della vasta contea di Merlonia, nel lontano 1791 viveva egregiamente un conte

 
      giovane e ricco poeta il cui nome era "Vladimir (Vladimiro) Merkraus" era appunto il conte di questa
     
 incantata località. Nel suo castello riceveva tutti poveri e ricchi che fossero, essendo così ben voluto
     
 da tutti. Un dì, affacciatosi alla finestra, per osservare dall'alto la servitù che si divertiva giocando
     
 (nel campo da golf e andando a cavallo), vide nel vialetto
sottostante, l'avvicinarsi di una stupenda
      
carrozza bianca, trainata da quattro bellissimi cavalli anch'essi bianchi color panna.
     
 Nel vedere quella magnificenza, meravigliato esclamò: "Cribbio, quant'è bella!!! E chi sarà mai che
     
 vien da me con una sì bella carrozza? Ora scendo a dar loro il benvenuto." Sceso che fu, il conte
      
Merkraus, salutò il cocchiere che immediatamente scese da cassetta e gli aperse lo sportello del suo
     
 lussuoso mezzo, dentro il quale stava comodamente seduta una bellissima ragazza, che si presentò
     
 dicendo: "Prego illustrissimo signor conte, salga accanto a me in carrozza. Sa, il mio nome è Hana e
     
 sono la marchesina del marchesato di Contrada Pittaluga; un tempo risiedeva appunto il marchese
     
 Pittaluga. Il mio papà, mi ha pregata di giungere sino a lei, per invitarla al festeggiamento del mio
     
 25° compleanno di età … la prego signor conte, salga in carrozza al mio fianco e partiamo, sennò
      
arriveremo a notte inoltrata. Il giovane conte, si presentò dicendo molto piacere marchesina Hana
      
il mio nome è Vladimir (Vladimiro), Merkraus conte di Merlonia e poeta. A questo punto, non esitò
      
e disse alla marchesina Hana: "Certo e fra l'altro, sono onorato di sapere che il divino marchese
     
 Mark del marchesato di Pittaluga abbia inviato una sì splendida fan
ciulla come sua ambasciatrice,
     
 da un umil conte quale sono.
       
Ora,
darò immediatamente disposizioni ai miei domestici e maggiordomi, che mi assento per alcuni
     
 giorni, dopodiché sarò tutto suo e verrò
con molto piacere al suo fianco". Detto ciò, il conte andò a
     
 prendere posto accanto alla bella
marchesina, dopodiché poterono intraprendere finalmente il loro
     
 viaggio.
Purtroppo per loro disgrazia, non andò come previsto, qualcosa andò storto. Dopo trenta
     
 minuti vennero bloccati da due loschi figuri col volto coperto da un passamontagna.

       Il più arrogante, dopo aver dato un pugno alla carrozza, emise a squarciagola un urlo così possente
 
     da fare imbizzarrire i poveri cavalli i quali, molto velocemente tornarono al castello, fermandosi a
     
 poche decine di metri dal grande ingresso trascinandosi dietro il brigante. La violenza con cui diede
     
 il pugno, il braccio destro, gli rimase conficcato alla fiancata sinistra, senza poterlo più estrarre.
       Quando si fermarono, i domestici andarono subito loro incontro e notarono con gran stupore, che
     
 dietro alla carrozza, il secondo figuro era appiccicato ad essa come un salame, perché la sua lunga
     
 cinghia con gli indumenti svolazzanti che indossava, erano finiti nel mozzo della ruota posteriore
     
 sinistra mentre era in corsa, essendosi così attorcigliati. La sua camicia, si era impigliata ben bene
     
 alla cassetta della posta, la quale era situata a tergo della carrozza. Ormai essendo fermi, Nicolino
      
il maggiordomo più anziano e forzuto, tentò in tutti i modi di togliere quel salame dai pasticci ma,
     
 non fu per nulla semplice perché, dovette ricorrere al giardiniere domandandogli cortesemente di
     
 prestargli le grandi cesoie da giardinaggio, il quale non obiettò e gliele diede, correndo anche lui
     
 assieme a Nicolino per gustarsi la comica scena e tagliargli quei luridi e puzzolenti indumenti che
     
 indossava, facendolo così rimanere nudo come un verme. Nel vedere questa buffa scena, ci fu una
     
 grandissima risata collettiva da parte di tutti i presenti, soprattutto dal figuro che aveva un braccio
     
 intero incastrato con violenza nel mezzo di locomozione. Non appena il nudo figuro venne liberato,
     
 all'istante diventò più violento di prima e come un invasato, si affrettò ad aprire lo sportello della
     
 carrozza dopodiché, infilò il suo brutto muso all'interno. All'istante, ricevette diversi manrovesci da
     
 destra a sinistra e viceversa dopodiché per concludere, un poderoso pugno sul naso e un altro sugli
     
 occhi, sferratogli con una tal violenza, dal conte Vladimir (Vladimiro), quindi cadde a terra privo di
      
sensi … sembrava morto. Intanto le tenebre si stavano impossessando della luce e il marchese Mark
     
 preoccupatissimo, fece preparare, la sua carrozza e dopo essersi scusato con gli invitati, disse alla
     
 sua splendida moglie la marchesa Alessia, di pensare lei al proseguo della festa, perché lui sarebbe
     
 andato a cercare la loro figlioletta Hana. Detto questo, disse a Ghylbert (il suo cocchiere) di sostare
     
 qualche istante dai gendarmi (addetti alla tutela dell'ordine pubblico), per seguirlo con i loro cavalli,
     
 sino alla contea del conte Merkraus e così andò.
     
 Quando arrivarono uno dei gendarmi disse al cocchiere Nicolino (cocchiere del conte) di seguirlo con
     
 la carrozza in gendarmeria e alla marchesina e al conte di scendere e salire su quella del marchese.
  
    Avvenne che, una volta arrivati in sede i due loschi figuri guardandosi negli occhi diventarono prima
     
 verdi dopodiché rossi come due peperoni ed infine, viola dalla rabbia, incolpandosi a vicenda, per
     
 essere finiti in quell'irrisolvibile pasticciaccio. I gendarmi, dovettero ricorrere dapprima con le buone
     
 maniere, ma visto che la situazione non migliorava, intervennero con la forza, con robuste catene e
     
 l'ausilio di rinforzi. Vennero poi rinchiusi in celle separate poiché tentavano di sbranarsi a vicenda.
     
 A questo punto, Testun (il capo dei gendarmi), disse al cocchiere Ghylbert, che se il marchese Mark
      
avesse voluto, avrebbero potuto intraprendere il viaggio per raggiungere il marchesato di Pittaluga,
     
 perché ormai la situazione era sotto controllo.
     
 Dopo essersi accomiatati, la carrozza dove stava comodamente seduta l'affascinante marchesina
     
 Hana, assieme al conte Vladimir Merkraus, pian piano si allontanò con le lucerne accese (dato che
     
 ormai le ombre scure della notte, erano divenute padrone della medesima) verso l'enorme castello
     
 del marchese Mark. Dopo aver fatto un tratto di strada più o meno cinquecento metri sotto il viale
     
 alberato da svariati alberi di alto fusto, arrivarono finalmente a destinazione. Il cocchiere Ghylbert,
     
 dopo aver fatto fermare i cavalli scese da cassetta e si frettò ad aprire lo sportello della carrozza.
     
 Dapprima (col cilindro sotto il braccio), scese il conte poi, tese il braccio destro e dolcemente, prese
     
 la morbida e tiepida manina destra della dolce marchesina Hana.
      
Come due sposini novelli, percorsero un lungo corridoio con pareti ornate da costosi arazzi persiani
     
 e in terra, una lunga guida anch’essa di lusso.  Era ormai quasi l’alba e la marchesina Hana, andò
     
 ad affacciarsi alla finestra della torre orientale poi, con la sua dolcissima e calda vocina, sussurrò al
     
 conte Vladimir: "Vieni anche tu qui assieme a me, così entrambi, ammireremo l'albeggiar del nuovo
      
giorno … mi accontenti amore?" Con molto piacere, rispose compiaciuto il conte. Dopo che ebbero
     
 ammirato il sorgere del sole, la bella marchesina Hana, fece un grande sbadiglio, dopodiché disse:
     
 "La prego signor conte, vuole rimanere ancora un pochino assieme a me perché mi sento tanto sola
     
 e vorrei domandarle alcune cosucce? La risposta del gentil conte Vladimir non poté essere che: "ma
     
 certo marchesina Hana, le sue dolcissime frasi mi lusingano parecchio". Dopo averle sorriso, prese
     
 la mano destra e sottovoce provò a proferir parola, ma … mentre tutto taceva, quindi il silenzio non
     
 poteva essere che tombale, la bella figliola dapprima udì un vagito come di bimbo poi, uno starnuto
     
 ed in fine, un toc toc allo stipite della finestra. A quel punto, Hana disse: "Oh!!! Parbleau, chi sarà
     
 mai che a quest'ora del mattino bussa allo stipite?" Dopo alcuni secondi di silenzio, ecco che una
       grande palla azzurra, emanava una luce talmente potente che dovettero chiudere gli occhi e girarsi
     
 di scatto per non essere accecati. Lo scatto incontrollato della marchesina e del conte, ebbe effetti
     
 più che piacevoli e desiderati da entrambi. Finirono infatti stretti stretti, l'uno contro l'altra.
      
Altre lucette più piccine, decisamente meno luminose, ma dai più svariati colori, di tanto in tanto si
      
posavano dolcemente sul capo e sulla spalla della bellissima marchesina. Da una lucina color verde
     
 speranza all'improvviso fuoriuscì una splendida giovane la quale disse: "Sai marchesina Hana? Devi
     
 sapere che sono il buon spirito folletto, il quale dimorava proprio dove ora poggiano i tuoi bei piedi;
    
  alla presenza dell'ormai deceduto marchese di Pittaluga, il mio nome è Simona ma chiamatemi pure
      
Asia se vi fa piacere e sono la principessina del principato di Orca loca.
     
 Ho pure un'altra giovane sorella, nata ventiquattro anni or sono, che conoscerete alla festa del tuo:
      
compleanno … il suo nome è Sara, ed è molto bella pure lei. Ora se lo desiderate mi materializzerò,
     
 così mi vedrete com'ero molto tempo fa. Hana compiaciuta, le rispose: "Orsù Simona! Affrettati che
       entrambi siamo ansiosi di vederti in carne ed ossa". Ok! disse la voce della principessina. E ancora
       però, sdraiatevi su quel gran divano a orecchioni laggiù accanto al caminetto che arde, onde evitare
       brutte sorprese perché, avverrà una leggera esplosione. Tutto ciò, avvenne in tempi rapidi, perché
      
non appena accovacciati l'una accanto all'altro, ci fu una leggerissima scossa tellurica.
      
A boato avvenuto, aprirono gli occhi e, innanzi a loro, vi era una fanciulla assai bella, i suoi capelli
      
erano lunghi e castani e gli occhi castani pure loro. I due giovanotti, guardarono con occhi attoniti,
     
 quella dolce visione dopodiché, facendosi coraggio prese la parola la marchesina Hana dicendo: "oh!
     
 Accipicchia quanto sei bella, ora però, promettimi che non sarai più spirito perché desidero che alla
      
festa tutti i ragazzi, ammirino la tua grande bellezza". La principessina Simona, le rispose: "Sì Hana
     
 te lo prometto, ohm!!! Dimenticavo di domandarti che se lo desideri, potrei fare arrivare in spirito
      
anche la mia dolcissima mamma Silvia e il mio papà Raffaele, che naturalmente quando saranno
  
    arrivati, si materializzeranno però, non dentro queste mura ma bensì nel parco, per non fare troppo
     
 scalpore … vuoi? Dimmi di sì ti prego bellissima Hana". La risposta, non poté che essere: "E me lo
     
 domandi? Ma certo Sara, anche perché, più ospiti ci sono, e più la festa riuscirà splendidamente.
     
 Sara, riprese il dialogo dicendo: "Noto che voi dovete essere assai stanchi perché non avete ancora
     
 chiuso i vostri occhi percui, andrò a zonzo qua e la nel parco, aspettando che arrivino i miei genitori
     
 dopodiché, ritornerò da voi e mi sdraierò qui buona buona sopra questa grande poltrona in attesa
     
 del vostro dolce risveglio. Non ebbe neppure il tempo di emettere un sospiro, che … pluffeteeeee,
      
ecco comparire nel bel mezzo del salone, due minuscole allodole. La marchesina ed il conte (tranne
     
 Sara) meravigliati si fissarono profondamente negli occhi, dopodiché il buon Vladimir esclamò: "Oh!
    
  mon dieux!!!!! Cosa vedono le mie fosche pupille? Ma … ma quante cose dovranno ancora capitare
     
 quest'oggi prima di andare a fare la nanna? Beh!!!
      
E ora, dovrebbe succedere qualcosa? All'improvviso, dopo che il conte ebbe pronunciato la parola
     
 "qualcosa", ecco che le due allodole si misero a roteare come impazzite qua e là andando a sbattere
     
 contro le pareti, il soffitto e il pavimento, emettendo pure luci intermittenti di vari colori. Hana, con
     
 un dolce sorriso, fece capire alle due allodole, che dovevano sospendere immediatamente di roteare
     
 come impazzite e di darsi una calmata poiché, era stanca e desiderava andare a letto … e così fu.
     
 Dopo un certo numero di secondi, smisero di fare le pazzerelle ed andarono a depositarsi (una sulla
      
spalla sinistra e l'altra, sulla spalla destra della bella principessina).
      
Ella, con voce sconosciuta ancor oggi dal genere umano, disse loro che le avrebbe portate all'aperto,
     
 in un punto del parco, dove avrebbero potuto materializzarsi in santa pace, quando lo avessero
     
 desiderato. Sara si affrettò e, con le sfere sulle spalle, saltellando tutta contenta, andò a sedersi
     
 comodamente in cima ad un enorme roccia, proprio alla sinistra di un torrente in piena denominato
  
    "Gut, danke (Bene, grazie)". Dopo pochissimi attimi, improvvisamente, il cielo si oscurò a tal punto
      
che poco distante da dove era seduta Sara, un fulmine si abbatté al suolo formando una voragine
      
molto ampia e profonda dopodiché le acque di un violento temporale, la riempirono formandosi così,
     
 un grande lago il quale prese poi il nome di Morgen see (Lago del mattino). Quando tuoni e fulmini
     
 sospesero la loro attività, ecco che due baldi giovani, apparvero comodamente seduti l'una accanto
      
all'altro, su una graziosa barchetta trainata pian piano a riva, da parecchi tritoni. Una volta sbarcati
     
 i due giovani andarono a mettersi comodi accanto alla principessina e poi, la bella donna prese la
     
 parola dicendole: "Sara, vogliamo entrare per conoscere la marchesina Hana e il conte Vladimir?"
   
   Certo miei cari genitori, entriamo rispose Sara. Dopo la presentazione e aver dialogato per circa
     
 un'ora, si accomiatarono. Hana, dopo aver sbadigliato, prese per mano Vladimir e gli sussurrò: "Sai
     
 mio caro ho un sonno pazzesco, vuoi seguirmi nella camera destinata a noi dal mio papà ancora
      
prima di conoscerci? Dopodiché, entrambi, ci coricheremo e tu mi coccolerai un pochino, perché ho
     
 tanto bisogno di affetto e sono sicura che tu potrai soddisfare le mie esigenze … non è così?
      
La risposta, non tardò ad arrivare e fu: "Ma certo cara, ora dammi la manina e avviamoci". Entrati
     
 che furono, la marchesina serrò ben bene la porta in modo che, nessuno osasse entrare dopodiché
      
con voce flebile disse: "Adesso che siamo finalmente soli, dovrei domandarti una cosa e desidero
     
 dirtela ora, ma tu promettimi che non mi dirai di no, anche perché penso che potrà farti piacere e
     
 rendere felici entrambi molto presto". Il conte il quale è una persona molto colta e di grandi vedute,
     
 le rispose: "Sai Hana? Per caso, vorresti farmi una proposta, non è così mia cara?" Sì, rispose Hana.
     
 E ancora: "Dobbiamo riposare bene perché domani, festeggeremo il mio 25° compleanno, e vorrei
     
 annunciare il nostro fidanzamento … saresti contento?" "Accipicchia", rispose il conte: "Non me lo
     
 sarei mai aspettato che in così poco tempo sarebbe successo proprio a me una simile cosa, ma certo
      
cara che sono contento, anzi tu mi hai appena lusingato, annuncialo pure.
      
Detto ciò, entrambi andarono ad infilarsi sotto la candide e profumate lenzuola e così avvenne che
       durante il sonno, la marchesina Hana ebbe una visione, la quale standole eretta innanzi, le diceva:
 
     "Hana svegliati subito e sveglia anche chi ti sta accanto perché devo svelarvi un segreto". Ella come
      
un fulmine, mise la sua manina sulla spalla del conte, al che svegliatosi bruscamente, le domandò:
       "
Mia piccola Hana, cosa c'è? Essa non poté parlare perché la visione la zittì, dicendo a tutt'e due:
       "
Eccomi qua con voi mi chiamo Vanna, sono il vostro angioletto portafortuna e guiderò i vostri passi
      
per sempre … siete contenti?" Stupefatto il conte esclamò: "Ouhhh perbacco!!! Oh perbaccone!!!
     
 Questa sì che è bella, ma … ma tu, guarda un po' dove sono finito, ebbene sì, Tu sia la benvenuta
     
 fra noi bellissimo angioletto Vanna, non è vero Hana?" Sì Vanna rispose la marchesina: "Resta pure
     
 assieme a noi ad assisterci, ma ora se non ti spiace, saremmo un po' stanchi, percui gradiremmo far
      
riposare le nostre stanche membra". Vanna rispose: "Certo miei cari, buonanotte … vi anticipo solo,
     
 che al vostro risveglio, troverete l'eccellente marchese Mark, dritto innanzi a voi e, sarà lui stesso a
      
darvi il buongiorno, a servirvi la colazione sopra un carrello d'oro.
      
Calzerà un paio di scarpe di vernice, indosserà un paio di calzoni eleganti anch'essi neri, una bella
     
 camicia a piegoline come quelle che si indossano per i concerti, con papillon e giacca rossa tendente
     
 al bordeaux, con bottoni d'oro a prestissimo miei cari e futuri sposini" A presto pure a te carissimo
     
 angioletto Vanna risposero loro. Come aveva previsto il loro compagno di viaggio, al loro risveglio
     
 trovarono il marchese Mark, ritto innanzi a loro. Egli era un bel giovine alto e distinto, dal carattere
     
 gioviale, capelli neri come il carbone e lucidi. E avvenne che, proprio al loro risveglio, il marchese
     
 apparve loro sottoforma di spirito anch'esso buono come Vanna e lo si poteva attraversare senza
       alcun problema. La colazione venne servita loro tramite magia bianca cioè benefica, al che, il conte
     
 ammaliato da codesto incantesimo, a gran voce esclamò: "Ohh, per diridirindina!!! M … ma ma tutto
     
 questo è stupefacente e al tempo stesso, surreale … fantastico ”.
      
A questo punto Mark l'eccellente marchese, sorridendo disse loro: "Suvvia non siate più meravigliati
     
 perché ora, non farò altre magie ma mi materializzo, divenendo nuovamente carne ed ossa proprio
     
 come alcune ore fa sapete? Mentre dormivate alla grande, la qui presente Vanna, è venuta a farmi
     
 visita domandandomi se fossi stato d'accordo con lei, per farvi questa piccola sorpresa e la risposta
     
 fu: "Ma certamente Vanna, così mi divertirò un pochino" ed ora miei cari, eccomi qui … vi è piaciuta
      
la scenetta? All'unisono, i due neo fidanzatini, risposero: "Sììì … certo eccellentissimo marchese di
     
 Pittaluga, dopodiché Hana, scoppiò in una risata a crepapelle. Quando smise di ridere, gli rispose:
     
 "Ma papà, sei forse andato fuori di senno? (fuori di testa?) Dimmi piuttosto, quando sarà il momento
     
 in cui vedrò finalmente gli invitati per festeggiare il 25° anniversario del mio compleanno?"
     
 Facendosi serio, il marchese rispose alla sua figliola: "Guarda mia cara Hana, che gli invitati sono
     
 fra noi (nostri ospiti), da più di due giorni, quindi se ti spiccerai un pochino e farai la tua  colazione,
      
li vedrai molto, molto presto percui vedi di sbrigarti". Si notava benissimo che la bella marchesina,
      
moriva dalla voglia di rivedere, salutare i vecchi amici e far conoscenza di nuovi personaggi. Ormai,
      
le prime luci dell'alba, già filtravano attraverso le finestre irradiando luce non ancora al massimo
      
della potenza e al tempo stesso, emanando pian pianino, qualche grado di calore, nell'ampio salone
     
 delle feste. Ancora tutto taceva ma non durò a lungo perché i primi ad occupar la sala e a rompere
     
 il silenzio, furono gli spiriti buoni di mamma Silvia, papà Raffaele, la loro figlioletta Sara e di certo
       non poteva mancare il dolce angioletto Vanna. A quell'ora, sui variopinti giardini del meraviglioso
      
parco del marchesato di Pittaluga, una coltre di rugiada ricopriva come un velo da sposa, i teneri
     
 fiori, facendoli apparire come infiniti diamanti, mossi dalla leggera brezza di libeccio, proveniente da
     
 sudovest. Verso le ore dieci, alla spicciolata arrivarono, alla spicciolata, molti personaggi importanti,
     
 tra i quali vi erano pure il granduca Gnignì Egnegné, accompagnato dalla gran duchessina Katia,
     
 appartenenti al granducato di Toscana, arrivati per l'occasione dall'Italia, alcuni giorni prima. Tra gli
      
invitati, arrivò pure una bellissima principessina dal nome Nadia. Ormai, l'ampio salone, poco a poco
     
 si stava riempiendo di personaggi graditissimi ad Hana, nonché al conte Merkraus. Verso le undici
     
 arrivarono gli addetti muniti di cavalletti, assi e panchine per allestire la festa di compleanno della
     
 marchesina, imbandendo pure di prelibate cibarie per il rinfresco.
     
 A questo punto Hana, mise la  mano destra, nel braccio sinistro del contino e assieme, si avviarono
       verso l'enorme scala centrale. Salirono circa dieci gradini poi Hana, con un semplice gesto del suo
       braccio destro, fece capire ai commensali, che doveva loro parlare, al che prontamente tacquero per
       udir ciò che ella, doveva dire. Il discorso, iniziò così: "Ringrazio di cuore tutti voi, per aver accolto
       l'invito del mio carissimo papà Mark, di partecipare alla cerimonia del mio 25° compleanno di età.
       Desidero inoltre annunciarvi ufficialmente il fidanzamento, fra me e il qui presente conte Vladimir
       Merkraus (poeta e conte di Merlonia). Quand'ebbe terminato il discorso, si scatenò uno scroscio di
       applausi generale, durato più di dieci minuti. Poco a poco, il plauso via via, andò scemando e tutti
       gli astanti, si rimpinguarono di prelibate cibarie. Verso le sedici, terminarono e molto educatamente
       si accomiatarono per poi ritrovarsi verso le ventuno per il gran galà per festeggiare il compleanno
       della bellissima marchesina Hana, nonché il suo fidanzamento con il conte Merkraus.
       Dopo i festeggiamenti, felici come due pasque, si trasferirono immediatamente in camera, al che
       sdraiandosi tutta spaparanzata supina sopra il morbido lettone, poi prese la mano del conte e con

       voce sensuale domandò al conte: "Sai caro Vladimir? Qualche giorno fa, quando ti presentasti, mi
       dicesti di essere Vladimiro Merkraus, poeta e conte di Merlonia". Egli gentilmente rispose: "Appunto
       mia dolcissima
marchesina … ebbene? Ella rispose: "Orbene ora dimostrami che sei veramente un
       poeta e dedica una poesia alla tua piccola Hana".  Ok
rispose lui. Ora, andrò allo scrittoio laggiù e ti
       dedicherò, la poesia dal titolo "Il mio cuore, batte solo per te".
       Quand'ebbe ultimato la sua composizione, prese il manoscritto e, lentamente andò ad accomodarsi
       accanto al suo piccolo, grande amore. La marchesina, dopo aver letto il contenuto
esclamò: "Oh!!!
       Che bella … ora me la reciterai; non è vero? Sì mon amour (Sì amore mio) rispose lui e, alzandosi
       ritto in piedi, iniziò così: Il mio cuore, batte solo per te.

       … sì amore, lui batte forte forte perché sa che a breve lo cercherai.
       Cala la notte ma tu, dove sei? Dimmi angioletto, dove sei mon amour?
       Ti cerco disperatamente
; ma non ti trovo … orsù bambolina, dove sei?
      
Sai amore? È meraviglioso poetare per te, anche se tu sei lontana da me.
      
Sono certo dolcezza, che un dì non molto distante, mi chiamerai e.... 
    
  amorevolmente, dalla boccuccia tua uscirà: "Oh quanto t'amo mio caro amor.                  

       Finita la breve recita, le domandò: "Hana, dimmi se ciò che ho scritto è di tuo gradimento". : "E me
     
 lo domandi? Avvicinati amore mio e … te lo dimostrerò". Rispose commossa la marchesina e con gli
     
 occhi pieni di pianto. Quella notte, i due futuri sposini, la trascorsero in bianco, immaginando come
     
 sarebbe stato il loro futuro facendo pure, bellissimi progetti. Erano circa le sei del mattino, quando
     
 all'improvviso, si scatenò un violento temporale e un fulmine, colpendo con la sua grande potenza
     
 l'inferriata della finestra laterale sinistra, portò con se l'angioletto Vanna, il folletto Sara, Silvia la
      
sua dolce mammina e il suo caro papà Raffaele.
      
Prendendo la parola Vanna disse: "Miei cari rampolli, vi debbo annunziare che quanto sto per dirvi,
     
 si avvererà molto presto". Il conte la interruppe dicendo: "Vanna ti crederò sulla parola però, manco
      
dalla contea di Merkraus da diversi giorni percui, o mi recherò di persona per dare disposizioni alla
      
servitù, oppure dovrò assoldare qualcuno che possa portar loro una mia ambasciata". Sorridendo,
     
 Vanna disse al conte: "Non c'é bisogno che tu vada a scarpinare fin laggiù perché noi quattro, siamo
   
   diventati ottimi amici, e siamo andati al tuo castello e, conoscendo le tue intenzioni, abbiamo dato
      
loro ordini precisi come avresti dato tu … sei contento?" Sì sì rispose il conte. E ancora: "Ma dimmi
      
Vanna; come facevate a sapere quello che avrei detto loro?" La risposta fu: "Carissimo conte, forse
     
 dimentichi che sono un angioletto e come tale il Buon Dio, mi ha dotata della virtù della veggenza
      
quindi, so tutto su di te e le intenzioni che hai verso la tua bellissima Hana. Sai caro Vladimir? Pure
     
 Sara, la quale è uno spirito folletto molto buono, come pure i suoi genitori Silvia e Raffaele, sono
     
 dotati di poteri magici".

      
Adesso, vi anticipo che dovrete trascorrere ancora qualche tempo da fidanzatini dopodiché, arriverà
     
 il marchese Mark assieme a don Rudolhp (Rodolfo) per unirvi in matrimonio". Ora, raggiungerò in
     
 spirito la contea di Merlonia e procurerò tutto il necessario per le tue nozze. Tu non devi fare nulla
       aspettami qui buono buono assieme alla tua Hana e non smettere di amarla … tonerò molto presto".
      
E avvenne che, il 25 novembre dello stesso anno, il marchese Mark (visto il buon comportamento
     
 del conte Vladimir, verso la figliola Hana, a loro insaputa, fece arrivare il sacerdote per celebrare le
     
 nozze, nella cappella privata del castello. Ormai, il freddo era pungente e già le prime larghe falde
 
     bianche, cominciavano lentamente a scendere copiose dal plumbeo cielo. L'atmosfera era ovattata e
     
 l'aria si era così purificata quindi, i rumori erano attenuati di molto.
  
   
In chiesa, le tante candele accese, emanavano un profumo dolciastro e l'incenso messo nel turibolo,
     
 provocava molto fumo; il conte non lo sopportò e sentendosi mancare svenne. Hana non trattenne
     
 le lacrime, inginocchiandosi pianse molto accanto a lui. Lo chiamava ma lui, nulla … non dava alcun
     
 segno di vita. A questo punto, intervenne Sara (il folletto) e dopo aver il domandato il permesso ai
     
 presenti, dopo aver pronunciato le tre parole chiave (Amba, pulicamba, rinvieni), fece una piccola
     
 Magia ed egli rinvenne. I fedeli esclamarono: "Ohhhhh!!!!!!! Miracolooooo). Le calde lacrime della
 
     bellissima marchesina, scendendo lentamente dal suo visino, inondarono i punti salienti del conte il
     
 quale rialzatosi all'improvviso, salutò i presenti dopodiché mise la fede al ditino della sua dolcissima
      
mogliettina Hana. Quando don Rudolhp (Rodolfo) aprì la bocca per pronunciare "Vi dichiaro marito e
     
 moglie", ci fu uno scroscio di applausi che le mura della chiesetta, tremarono come se ci fosse stata
     
 una scossa tellurica, facendo così cadere i dipinti al suolo.
      
Hana, prese per mano il suo papà Mark e gli disse: "Grazie, grazie di cuore caro papà per tutto ciò
     
 che hai fatto, regalandoci questi dolcissimi momenti, di vera gioia”. E inoltre disse: "Ti voglio tanto
      
bene e, non scorderò mai l’amore che nutri verso mio marito Vladimir e me … grazie di nuovo". Egli
  
  
 commosso assai, le disse: "Su, su figliola cara, ora il Santo Natale è imminente percui, dobbiamo
      
prepararci alla grande festa". E così ben presto, arrivò il venticinque dicembre; Santo giorno della
     
 nascita di Gesù, nostro Signore e, tutti erano felici tranne il conte. Hana, notando che il suo dolce
     
 maritino da alcuni giorni era triste ed era taciturno, facendosi coraggio, gli domandò: "Mon amour
     
 (amore mio), cos'è che ti sta affliggendo, ti ho forse fatto qualcosa a te non gradita? Egli coprendosi
     
 gli occhi con i palmi delle mani, dolcemente le rispose: "Sai Hana? Tu sei tutto per me però, non mi
     
 sento tanto bene perché avverto qualcosa dentro di me, che mi impedisce di confidarti".
      
Ella mettendogli il braccio al collo e, dopo avergli dato un bacino, gli domandò: "Amore, cos’è che ti
     
 affligge tanto, vuoi forse lasciarmi? Dimmelo amore mio. Se lo desideri, sono disposta a darti anche
     
 dei bimbi, perché pure io li desidero tanto. Il conte, piangendo come un bambino rispose: "Sì amore
     
 anch'io desidero dei bambini, però ti devo dire che mi manca molto 
la contea di Merlonia e vorrei
       poter tornare anche solo per un breve periodo. Ti amo tantissimo Hana se lo vuoi, puoi farmi questo
     
 regalino per Natale? La risposta non tardò ad arrivare e fu: "Ebbene sì amor mio … e, se mi vorrai,
     
 verrò anch'io assieme a te, così non ti sentirai solo poi, magari lì......... Captando tutto, l'angioletto
      
Vanna assieme allo spirito folletto Sara e ai suoi simpatici genitori Silvia e Raffaele, intervenne e
      
disse: "Ora chiamerò il marchese e lo avviserò di ciò che a voi sta a cuore". In men che non si dica,
     
 arrivò Mark (il marchese), il quale disse: "La carrozza è già pronta, se lor signori volessero prender
       posto, intraprenderemo codesto lungo viaggio. L'ingresso fu trionfale e, la bellissima sposina, venne
     
 accompagnata nella grande piscina interna del castello, dove poté rilassarsi ed essere massaggiata
    
  in tutto il suo bel corpicino da Lusinga, che era anch'essa una veggente e grande amica di Vanna.
     
 Ad un certo punto, parlò francamente ad Hana e le disse: "Mi crederai se ti dirò quello che dovrà
      
essere edificato proprio qui sul suolo dove ora stai facendo il bagno?" Hana fiduciosa, le rispose: "Sì
     
 Lusinga ti crederò, su raccontami". Ella iniziò così: "Sai Hana, fra due o trecento anni proprio qui,
     
 nascerà una grandissima società telefonica, dapprima si chiamerà Telecom e successivamente TIM".
      
Hana incuriosita esclamo: "Oh!!! Ma, ma dimmi Lusinga; cos'è una grande società telefonica?" Essa
      
con la forza del pensiero, le trasmise tutto ciò che doveva sapere. Le disse inoltre: "Tu, sarai viva e
       sarai assunta come impiegata, da questa grande società di mamma TIM, in qualità di responsabile
      
del call center di Tunisi". Hana attonita, le domandò: "Ragguagliami Lusinga; cosa significa società
      
e perché sarei assunta in questa società?" Lusinga sicura di se, le rispose: "Vedi Hana, il tuo nome è
      
Hana e il tuo cognome se non erro è Manai, ma non basterà, perché ti verrà assegnato anche un
     
 numero e questo, ti identificherà per sempre in quella società". Hana turbata, le domandò: "Ma, mi
     
 vuoi spiegare che cosa significa società?" Sì, le rispose Lusinga: "Ecco vedi cara Hana, una società,
     
 è l'insieme di più persone le quali, hanno interessi generali in comune … adesso mi hai capita ?" Sì
     
 Lusinga, ora mi è tutto chiaro". Le rispose la marchesina. A sua volta, la veggente disse ancora: "Tu
      
sei una ragazza molto intelligente, ed è per questo che accetterai di lavorare presso questa società.
     
 Sai Hana? Modestamente, so tutto del tuo futuro e, saprai pazientare, ti troverai contenta perché
     
 non sarai sola in quel luogo, infatti assieme a te, ci sarà pure il tuo amato conte e il tuo caro papà
      
ora desideri fare un saltino nel futuro?" Nnnm, ma sì … sì sì, sono curiosa ……. Ok, fa in modo che il
       tuo pensiero, mi trasporti in spirito, dove la mia curiosità, anela ardentemente di varcare da tempo
     
 e cioè, quei confini del surreale, per giungere finalmente in quegli spazi infiniti, dove solo gli spiriti
     
 eletti, possono godere di quei verdi pascoli in fiore, con i loro benefici profumi e molto altro ancora
     
 dopodiché, te né sarò eternamente grata.
      
Pluffeteeeee, ecco e in un baleno, i tre  giovani e simpatici parenti, si trovarono trasportati a Tunisi,
      
la città del futuro, nonché, capitale della Tunisia. Spaesati, si osservarono l'un l'altro nelle pupille
     
 degli occhi, senza proferir parola poi, facendosi coraggio, Hana esclamò: "Oh!!!!! Mon Dieux (Oh!!!!
     
 Mio Dio) e ora che facciamo? Quale direzione prenderemo, a destra, a sinistra, oppure procederemo
     
 dritti innanzi a noi per raggiungere quale meta? Vanna (la quale era il loro angioletto), si fece viva
     
 e disse: "Orsù figlioli miei, non allarmatevi più di tanto perché  la vostra Vanna, è qua pronta ad
     
 aiutarvi. Ecco vedete questo trivio? Ebbene, prima indossate gli abiti che vi consegneranno "Sara,
     
 Silvia e Raffaele", dopodiché piegate a destra e vedrete".
      
Appena ebbero indossato quegli stranissimi indumenti partirono a razzo per trovarsi in men che non
   
   si dica, al centro di un enorme piazza, con tanto frastuono prodotto da schiamazzi di gente e mezzi
     
 di locomozione, lunghi ad occhio e croce 40, 50 passi, chiamati Tranvai. Queste stranissime e buffe
      
scatole metalliche trasportavano tante persone appiccicate una all'altra come se si baciassero quindi
     
 Hana esclamò nuovamente: "Ohhh mon Dieux mon Dieux!!! (Ohhh mio Dio mio Dio!!!), ma … ma
     
 come faranno a respirare? Vanna, dopo averla osservata attentamente con il sorriso sulle labbra, le
    
  disse: "Vedi Hana? Tu, assieme al conte e al marchese, provenite dal lontano 1791 cioè, da un'altra
       epoca, quando per spostarsi da un luogo all'altro, gli unici mezzi di locomozione (di trasporto) erano
      
le carrozze trainate da cavalli o cavallini proprio come i vostri. Questa gente invece, è nata ai giorni
       nostri, chi nel 1949 chi nel 1981 e chi oggi, percui sono abituate così". Volle ancora aggiungere: "Le

       vedi queste scatole piccine, con forme
 diverse l'una dall'altra che sfrecciano innanzi a noi su quattro
       ruote? Ebbene queste scatolette vengono chiamate automobil" Hana sentito ciò, bruscamente la
       interruppe dicendo: "Auto … auto ché? Automobili?". A questo punto, intervenne il folletto Silvia (la
       dolcissima mammina di Sara), la quale rispose: "Hana mia cara, sì sono vetture montate su quattro
       ruote, destinate al trasporto di quattro o cinque persone e, nella parte anteriore chiamata cofano, è
       collocato il motore e funge come i cavalli che trainano le carrozze sono stata chiara?" La risposta fu:
       "Ci sto provando". Poi, rivolgendosi a Vanna le domandò: "Ma dimmi Vanna, cosa mi dici di quei robi
       (quelle cose) enormi come uccelli, che volano sopra le nostre teste facendo un rumore assordante?
       Quale è il loro nome e, … e perché non si schiantano al suolo?"

       L'infinita pazienza di Vanna era amorevole. Riuscì finalmente, a far capire tutto quanto alla bella
       marchesina, ma lei
 domandò nuovamente: "Adesso che ho capito tutto, mi puoi dire dove andrò a
       lavorare e guadagnare qualche soldino, per poi donarlo con tutto il mio cuore a chi né avrà davvero
       bisogno?" Questa, fu la prima volta che Vanna, Sara, i suoi genitori Silvia e Raffaele si commossero
       e piansero dopo che ebbero capito quanto la bontà di Hana era grande. Dopo pochi attimi, Vanna
       prese per mano Hana dicendole: "Su marchesina lasciati guidare da me; lo vedi quell'enorme stabile
       laggiù? Ebbene, sarà quello il posto dove incomincerai la tua carriera di dirigente perché sei stata
       prescelta, sai? Un'Entità
  molto buona e potente ha voluto così, ancor prima della tua nascita … ora
       decidi tu". Fu così che Hana in brevissimo tempo, grazie alle sue attitudini e alla sua infinita bontà,
       divenne dirigente della grande mamma TIM, guadagnando
 parecchi soldi, donandoli tutti ai tunisini
       e a chi né avesse avuto bisogno. Un bel dì sul far della sera, chiamò a se il, conte Vladimir e il suo
       papà Mark (il marchese), dicendo loro: "Sapete? Devo dirvi in tutta franchezza, che qui sto bene ma
       mi manca tanto la nostra epoca e gradirei ritornare il più presto possibile nell'anno 1791, con la mia
       e la vostra gente, i miei cavallini e soprattutto, nella contea di Merkraus, per conoscere i miei nuovi
       amici … voi, gradireste seguirmi?" Entrambi le risposero: "Piccina nostra, spetta a te decidere quello
       che desideri fare, per noi va bene, vogliamo solo la tua felicità". Detto ciò, Vanna, lo spirito folletto
       Sara, la sua mamma Silvia, assieme al papà Raffaele, acconsentirono al che....... pataplunfeteeeee,
       vennero catapultati in un baleno nel 1791, dove vissero tutti felici, in compagnia di gente umile e,
       perché no? Anche bisognosa.
 Questi due bellissimi e giovani sposi, malgrado le tante traversie della
       vita coniugale, riuscirono ad avere due bellissime gemelline dando loro i nomi di Faya e Hanene".
       Mark (il marchese e papà di Hana), venne toccato nel profondo del suo cuore dalla bontà infinita
       della sua figlioletta percui, (dopo aver riflettuto meno d'un minuto), diede l’ordine ai suoi guardiani,
       di aprire i cancelli e dare libero spazio a tutti i cittadini e non, di usufruire dei suoi splendidi parchi,
       offrendo loro, lauti pasti, cene e ricevimenti accompagnati con danze e quant'altro.
       A questo punto, la lunga fiaba "Nella contea di Merkraus" è stata ultimata ma l'autore, desidera
       aggiungere ancora qualcosa e cioè: i viaggi fra la contea di Merkraus e il marchesato di Pittaluga,
       erano numerosi percui il m
archese, ad un bel momento, (dopo aver contattato il granduca del
      
granducato di "Vatla a pién tla giaca" (vai a prendertela nella giacca), assieme stabilirono che, la
       contea di Merkraus si fondesse con il marchesato di Pittaluga e quindi questa unione ebbe il nome
       "Markraus", associato con Pittaluga, il conte divenne quindi marchese, godendo pure lui, di tutta
       l'autorità e i benefici che può avere un marchese.
                                                                  
       A questo punto all'autore Stefano Villa, non rimane altro da fare, se non ringraziare di cuore tutti
       coloro che si sono resi disponibili senza scopo di lucro, per far sì che quest'opera letteraria arrivasse
       a buon fine.     
  

       Laura Lencia (colei che ha creato il mio sito e continua ad aggiungere romanzi e altro quando né ho
  
    necessità). 
     
 La bellissima marchesina Hana Manai (operatrice TIM).
     
 Il conte Vladimir Merkraus?
      
Il marchese Mark (attualmente giornalaio di grido e, benvoluto da tutti).
     
 Ghylbert, (il cocchiere del marchese)
       Il folletto Sara (operatrice TIM)
     
 Silvia, la mamma di Sara (operatrice TIM) Raffaele (il papà di Sara operatore TIM)
     
 Vanna (l'angioletto portafortuna operatrice TIM)                                         

      dividerstarsdividerstarsdivider
           Torna alla pagina iniziale                          Clicca perla Fiaba 11°