Il galateo del giocatore di GO

Ogni attività umana, affinchè sia in armonia con quant'altro il consorzio umano ha originato, è soggetta a regole. Anche il GO, che per sua natura si configura come arte ed è sinonimo di equilibrio ed armonia, è governato da alcune regole, regole per loro stessa natura intimamente connesse a quella del gioco che dell'armonia fa la sua essenza, regole che possono alla vista dei più, proprio per questo scomparire. Ma sono lì in eterna vibrazione ogni volta che il suono della pietra che si infrange sul goban si propaga. Un giocatore di GO non incrocia le sue ishi con quelle dell'avversario sul goban, ma incontra i propri limiti e cerca di non soccombervisi. E' solo al cospetto del goban. Si comprende bene allora il perchè una tale intimità non debba essere corrotta.
La maggior parte di queste regole, o meglio abitudini, devono essere rispettate da chiunque, siano essi giocatori o spettatori. E quando si dice rispettare, non si intende un'osservanza pedissequa, ma un appropriarsi di un costume e farlo inconsciamente proprio.

I giocatori non devono compiere movimenti estranei alle gestualità consone ad una partita di GO.

Devono sedere eretti ed avere il capo rivolto verso il goban.

Quando è il turno dell'avversario non devono in nessun modo (gesti o suoni) disturbare la concentrazione dell'avversario.

Nel caso sia il loro turno non devono comunque mai portare la pietra verso il goban se non per posarvela.

I pensieri di ciascuno durante la partita devono essere muti, esteriormente immobili.

Che qeusto sia

Quanto scritto qui non vuole essere che il mio personalissimo punto di vista sul comportamento da
tenere durante una partita di GO, sia essa evento all'interno di un torneo quanto di una tranquilla
serata in un club di GO.
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