torna alla pagina precedentevai alla pagina successivaLa Città dei Filosofi - Quaderno 12/1 - 1995 e 1997

La formazione in servizio degli insegnanti.
Un progetto tra utopia e realtà.

Anna Sgherri

 

... "E questo posso affermare di tutti coloro che scrivono o scriveranno soste-nendo di conoscere le cose che ho seriamente a cuore o per averle direttamente ascoltate da me, o attraverso altri, o per averle scoperte essi stessi : costoro, a mio parere, non hanno capito proprio niente su questi argomenti; su queste cose non c’è alcun mio scritto, né ci sarà mai: esse infatti non si possono assolutamente esporre con ì medesimi criteri che si adottano per le altre discipline scientifiche, ma da un lungo dialogare insieme interno al problema ..." (Platone, lettera VII 341b) 

E’ con piacere ed un pizzico di preoccupazione che introduco il presente Seminario sulle problematiche dell’insegnamento della filosofia nei licei, in prospettiva di rinnovamento rispetto sia al proprio impianto metodologico-didattico, sia ai rapporti - sempre più complessi - con le altre aree del sapere, compresa quella tecnologica.

Fin dalla prima fase di questa ricerca - perché di ricerca vera e propria si trat-ta - c’era la piena consapevolezza che la strada intrapresa sarebbe stata tutta in salita, ma c’è anche la volontà di credere nella forza delle idee e nella chiarezza della direzione intrapresa. (Città dei filosofi, Quaderno n.12) Il piacere che accompagna l’apertura di questa fase del nostro lavoro è legato a questo nostro " ritrovarsi " che è un ritrovarsi fi s i c o , ma anche - e soprattutto -intellettuale confermando così la costituzione di fatto di una Koinè, dinamica, flessibile ma anche attenta al percorso e ferma, tenacemente ferma, nell’impegno.

Tuttavia, un pizzico di preoccupazione esiste e nasce dalla coscienza della propria inadeguatezza, e dell’inadeguatezza dei mezzi a disposizione, perché il progetto "La Città dei filosofi" non si propone solo di riflettere e proporre nuove ipotesi di percorsi didattici o nuove modalità di "pensare" l’insegnamento della filosofia negli istituti superiori, ma ha l’ambizione di "praticare", e dalla buona pratica trarre gli elementi per ricercare, un nuovo modello di formazione in servizio degli insegnanti che promuova quelle dimensioni nella professionalità docente presenti nelle dichiarazioni generali, ma spesso - troppo spesso - accantonate: capacità di progettare, di operare scelte riguardanti non solo l’ambito didattico ma anche quello relativo alla propria crescita culturale e professionale, di esprimere - in sostanza - una vera e propria libertà attiva.

Il presente lavoro si pone, pertanto, in un rapporto di continuità con quanto si è pensato e costruito fin dal primo incontro avvenuto nel 1992 a Santa Margherita Ligure.

La continuità è nella stessa ipotesi di formazione in servizio in cui predo-minano l’ampia flessibilità nella scelta dei mezzi e degli strumenti e il coinvolgimento progettuale e decisionale del docente non isolatamente inteso, ma inseri-to in una rete operosa di scambi culturali, professionali e di esperienze concrete.

La continuità è anche nella tensione alla produzione di materiali che siano, da un lato, sollecitazione e orientamento alla riflessione individuale, dall’altro, occasione di incontro e di approfondimento sulle acquisizioni via via - e sempre più estesamente - condivise.

La continuità è inoltre, nella costante ricerca di miglioramento della qualità culturale e specifico-disciplinare della professionalità docente perché prioritario è, a parere della scrivente, garantire il profilo scientifico delle operazioni - certa-mente utili e necessarie ma non esaustive - che devono avvicinare i giovani al pensiero filosofico e sostenerli in una esperienza culturale che può, se bene strutturata, rivelarsi determinante anche per i propri orientamenti esistenziali.

Tuttavia è opportuno andare avanti e dare gambe, come si dice, alle idee.

La prima linea di sviluppo, centrale nel presente Seminario, riguarda la natura del materiale prodotto.

L’ottica in cui ci dobbiamo porre è quella della formazione a distanza, anche se questa dizione viene qui usata in forma più analogica che reale. Nella produzione del materiale dobbiamo tener conto, cioè, delle possibilità che esso venga usato in situazioni di autoformazione o all’interno di piccoli gruppi di discussione, per cui l’utilizzo degli strumenti multimediali e la coerente sistemazione dei contenuti proposti devono costituire criteri orientativi per il lavoro dei gruppi.

In proposito non è, forse, superfluo richiamare alcune considerazioni non sempre o non da tutti in egual modo condivise.

Fin da quanto - negli anni 50 - è iniziato nella scuola il dibatto sull’uso e sull’efficacia didattica degli strumenti tecnologici, è apparso chiaro che il problema prioritario non era legato alla natura del "mezzo" usato nella didattica, ma al contesto in cui il "mezzo" veniva introdotto, contesto da innovare radicalmente pro-prio in conseguenza dell’introduzione di nuovi, potenti strumenti tecnologici.

Com’è noto, il rapporto Perkins - Mc Murrey del 1972 contiene un’analisi impietosa sull’uso improprio delle nuove risorse tecnologiche e sul conseguente, sostanziale fallimento del programma di trasformazione tecnologica degli strumenti didattici degli anni ’50-’60.

Dal 1972 molte cose sono cambiate ma non tutte, almeno per quanto riguarda la consapevolezza che il processo di innovazione deve tener conto del "sistema" formativo nel complesso dei suoi fattori umani, culturali, professionali e tecnologici e questa è certamente la prospettiva che si vuole assumere in questa sede.

Una seconda linea di sviluppo riguarda le modalità di diffusione non solo del materiale, ma del modello di formazione che sottende e che dà senso e significato allo stesso materiale prodotto.

Sotto questo aspetto appare utile e opportuno immaginare una figura di Tutor o di Transitim Tutor quale supporto ai docenti in formazione, trasferendo in questo particolare contesto professionale le esperienze ormai consolidate in molti progetti della Comunità Europea, specie in quelli che trattano, sia pure per gli studenti, di transizione dalla scuola al lavoro .

La terza linea di sviluppo prevista, ma ancora non chiaramente definita, è rappresentata dal passaggio, nella produzione del materiale, dal punto di vista dei docenti - prospettiva dell’insegnamento - a quello degli studenti - prospettiva nell’apprendimento.

È pur vero che in nessun momento del lavoro è stata trascurata o marginalizzata la figura dello studente, in sé e nel suo contesto di classe, di scuola, di territorio, ma è anche vero che il progetto è mirato a soddisfare i bisogni dei docenti, lasciando ad essi la responsabilità delle scelte didattiche.

Rispetto a questo progetto non sono mancate, né mancano difficoltà o incomprensioni, ma queste sono presenti in ogni processo di innovazione per modesto che sia. Non mancano, tuttavia, anche apprezzamenti e condivisioni e questo contribuisce a dilatare idealmente la "Città dei filosofi" e ad estendere l’area del confronto dialettico.

Un passo importante è stato recentemente compiuto che darà a questo lavoro di ricerca maggior respiro culturale e più ampie possibilità di incidere nei pro-cessi di innovazione di questa area disciplinare.

Il 21 aprile u.s. presso la Direzione Generale per L’Istruzione classica, scientifica e magistrale è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Pubblica Istruzione rappresentato dal Dr. Giovanni Trainito e la Società Filosofica Italiana nella persona del suo Presidente ad interim, prof. Enrico Berti .

Nel protocollo viene formalmente sancita la volontà di collaborazione nei settori della ricerca didattica, della elaborazione - eventuale - di nuovi programmi di insegnamento per le scuole superiori, di produzione di materiali per una diffusione anche europea, e last but non least, della formazione in servizio degli insegnanti di filosofia. L’intesa prevede, a questo riguardo, l’impegno del Ministero della Pubblica Istruzione a organizzare annualmente almeno un corso di aggiornamento per docenti di ruolo in servizio negli istituti dell’ordine classico, scientifico e magistrale.

Il protocollo sottoscritto dal Direttore Generale per l’Istruzione Classica, Scientifica e Magistrale, dr. Giovanni Trainito, è stato già inviato anche alle altre Direzioni Generali interessate - o potenzialmente interessate - per una loro adesione e partecipazione, nella convinzione - del resto concretamente praticata dalla SFI - che l’insegnamento della filosofia, o meglio l’insegnamento filosofico, non rimanga un privilegio di pochi, ma possa e debba diventare un’opportunità di crescita per tutti, quale che sia l’indirizzo di studi prescelto.

La firma del Protocollo, pertanto, rappresenta da un lato un punto di arrivo nell’accoglimento delle istanze del mondo della scuola per una più visibile strategia di collaborazione con gli Enti e le Associazioni che tutelano la qualità culturale delle discipline insegnante, dall’altro il punto di partenza per nuove sfide della "Città dei filosofi".

La presenza sul territorio delle sezioni della SFI può costituire infatti, un concreto sostegno alle iniziative di formazione che il nostro progetto fin dall’inizio ha promosso e incoraggiato. Esse debbono svilupparsi radicandosi nel contesto regionale e provinciale per consentire una maggiore aderenza ai bisogni specifici della comunità locale e soprattutto per ottimizzare le risorse presenti e disponibili.

A questo punto dobbiamo tutti auspicare che lo spirito che ha animato i firmatari dell’intesa sia condiviso dai rappresentanti locali e dia vita ad una pluralità di koinè.

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