(APPUNTI SU INQUADRAMENTO
E PROFESSIONALITA')
Contrattazione Aziendale dal 1997
FLAI Emilia Romagna
- Analisi mansioni e qualifiche
- Analisi complessa per l’inevitabile intreccio dei temi specifici
come la modalità di gestione dell’inquadramento (MQ12) legato al
titolo Mansioni e qualifiche con altri temi di classificazione utilizzati
dall’IRES come le relazioni sindacali (RS1), formazione e aggiornamento
professionale (AA3), organi paritetici e commissioni bilaterali (RS8) ecc…
- All’interno stesso della classificazione della contrattazione aziendale
(gestionale, difensiva e integrativa) vi sono una vasta gamma di temi trattati
ad es:
- Gestionali : si passa dai passaggi di livello per singoli lavoratori
a gestione processi di terziarizzazione, ecc…
- Difensivi : dalla gestione di crisi aziendali con mobilità
ad accordi per trasferimento di VV.PP. e Quadri ecc…
- Integrativi : si va dalla formazione a nuovi livelli di inquadramento
intermedi tra quelli dati dal CCNL a nuove declaratorie a percorsi
valutativi ecc…
- Andiamo con ordine :
1. la stragrande maggioranza dei contratti interviene sulle modalità
per la gestione dell’inquadramento
2. è consolidata e diffusa la definizione dei tempi e dei modi
con cui andare al confronto sui passaggi di livello
a. di norma annualmente
b. spesso entro i primi 6 mesi
c. generalmente attraverso un confronto negoziale
d. in alcuni casi attraverso commissioni con percorsi e regole anche
molto dettagliate (ad es: Commissione valutativa Parmalat )
3. quasi sempre il confronto per la verifica dei livelli di inquadramento
è limitato .. “ entro le declaratorie e i livelli previsti dal CCNL..”
4. in alcuni ma significativi casi si sono concordati percorsi, rimandati
generalmente alla fase successiva la stipula dell’accordo, per individuare
nuovi parametri di valutazione (declaratorie, altri criteri ..???),
sarebbe utile capire se è stato un modo per rimandare il problema
o se ha effettivamente prodotto dei risultati successivi alla firma del
contratto
5. vi è un caso ( Barilla ) in cui si è convenuto su
un procedimento valutativo individuale con “.. criteri oggettivi
..” che però non sono esplicitati
6. in alcuni integrativi aziendali vi sono parziali ma
significative esperienze che mi pare possano essere considerate come un
tentativo di anticipare la introduzione dell’dell’Art. 26 del CCNL del
’99, laddove si apre alla possibilità di svolgere “.. a livello
aziendale a far data del 1/1/2000 a fronte di innovazioni tecnologiche
e/o organizzative che sulla base di polivalenze (intesa come intervento
su più posizioni e di lavoro) e della polifunzionalità
(intesa come esercizio di attività complementari quali coordinamento
conduzione controllo manutenzione e qualità) si possano definire
modelli di riferimento che consentanouna valutazione di nuove posizioni
di lavoro ….” . E’ il caso della istituzione di nuove declaratorie
aggiuntive a quelle date dal CCNL vigente come ad esempio per cantinieri,
vice o semplici addetti (CIV e CIV) o per operai specializzati nella
lavorazione delle carni (Castelfrigo)
7. in alcuni casi si sono costituiti dei livelli intermedi tra le qualifiche
esistenti, ad esempio tra la 4° e la 3° o tra la 3° e la 3°A,
andando anche a quantificare la differenza salariale a metà strada
tra i parametri delle categorie esistenti
8. vanno segnalati alcuni accordi in cui, non si è affrontato
il tema della introduzione di nuove declaratorie o di ulteriori livelli
intermedi ma, si sono istituite delle indennità specifiche
“..di mansione “ di “funzione” ecc…
a. in questo caso le quantità economiche oscillano tra le £.50.000
e le £.70.000 che rappresentano, grosso modo, lo stesso risultato
economico dei casi in cui si è intervenuti introducendo nuovi
livelli di inquadramento
9. in un solo caso viene affrontato il tema degli stagionali
, per altro più riferito al confronto per l’accesso al lavoro che
non per il riconoscimento della professionalità (Del Monte)
10. sempre in un solo caso (Dilat) si affronta il tema della rotazione
tra le diverse postazioni lavorative come opportunità di crescita
professionale introducendo il concetto della polifunzionalità
11. sulla formazione non si riscontrano delle significative esperienze
tantomeno come condizione essenziale per l’accrescimento professionale
e quindi neppure come fattore che determina e riconosce anche economicamente
il livello professionale acquisito
a. nell’accordo Parmalat si affronta il tema della “ formazione
continua” come terreno di approfondimento da sviluppare in una commissione
denominata di “ Sviluppo organizzativo”
12. significativa è poi l’incidenza con cui si interviene sui
Quadri o “particolari figure lavorative“
a. Sono tutti di tipo gestionale, sarebbe interessante sapere se sono
frutto di nostre elaborazioni o frutto di sollecitazioni aziendale
b. In ogni caso è positivo che queste tematiche trovino ancora
spazio in molti contratti di tipo collettivo , visto le difficoltà
che generalmente registriamo nel rapporto con questi lavoratori
- Riflessioni conclusive
1. Sicuramente il tema della classificazione del personale e le risposte
che sapremo costruire , saranno un indicatore pregiudiziale per valutare
la qualità della futura contrattazione aziendale
2. Siamo tutti abbastanza consapevoli che il tema degli inquadramenti,
etutto quello che si porta dietro, è tra i più difficili
da affrontare
3. troppo spesso il rinnovo dell’integrativo aziendale coincide
con il confronto sui passaggi di livello
a. sarebbe meglio distinguere in modo più netto la discussione
sui temi generali legati alla professionalità e all’inquadramento
con la discussione sui passaggi di livello dei singoli lavoratori
b. si corre il rischio di essere presi dai passaggi di
livello per i singoli lavoratori, che sono risposte importanti ma contingenti
anziché concentrarsi sulla ricostruzione del sistema di classificazione
che è un elemento più strategico
4. è indispensabile recuperare il ritardo (almeno stando agli
atti ) dell’applicazione dell’art 26 del CCNL del ’99
a. è indispensabile per ridare credibilità al sistema
di classificazione delle professionalità, sempre meno strumento
in grado di rispondere alla effettiva realtà professionale presente
all’interno delle aziende
c. non credo sia un problema di risorse, le elargizioni unilaterali
oramai ci dimostrano che questo non è il vero problema, anzi su
questo spesso i lavoratori ci misurano in termini negativi
d. rispetto allo stesso Art 26 va valutata la possibilità di
esercitare nella prossima tornata contrattuale aziendale una forzatura
sul vincolo che viene lì richiamato del rispetto della griglia di
classificazione data dal CCNL attuale
4. vanno accentuate anche in questo senso la costruzione di livelli
intermedi tra le categorie attuali
a. è indubbio che questo rappresenta un terreno di sfida tra
i più alti
b. come presupposto indispensabile vi deve essere una capacità
di intervento propositivo ma anche gestionale da parte delle RSU (forse
troppo poco ci siamo spesi sulla formazione rispetto a questo tema)
5. l’istituzione delle commissioni paritetiche deve essere sempre accompagnato
da una precisa scansione dei tempi , del mandato e degli strumenti di verifica
del lavoro svolto. Non sempre siamo in grado di valutarne l’effettiva efficacia
rispetto agli obiettivi che si pone.
6. sul tema della stagionalità, (ma possiamo allargare ai TD
o P.T.) vanno precisati meglio i termini del riconoscimento delle
professionalità accumulata in precedenti rapporti di lavoro inerenti
alla stessa attività… ( vedi CCNL e possibile traduzione a livello
Aziendale ..??? )
7. la rotazione può rappresentare una opportunità di
crescita, (oltre che di ripartizione più equa dei carichi di lavoro)
ben sapendo che potrebbe rappresentare in molte realtà un terreno
dialettico con gli stessi lavoratori
a. credo però debba essere rilanciato nella nostra azione sindacale
appunto come una opportunità di crescita professionale offerta ai
lavoratori
b. può essere anche un utile terreno su cui misurare la nostra
capacità di intervento sull’Organizzazione del Lavoro oggi troppo
spesso ai margini della nostra azione
8. sulla formazione occorre sviluppare una forte azione, prima ancora
che sui contenuti , di tipo culturale per fare in modo che il concetto
della “formazione permanente” passi nella testa dei lavoratori innanzitutto
come strumento indispensabile per migliorare la propria professionalità
e opportunità di accrescimento che si può tradurre anche
in termini economici
a. sarebbe utile individuare un terreno di confronto (sperimentale)
sulla Formazione individuando percorsi mirati, a livello aziendale anche
per aree omogenee di lavoratori dove la trasmissione delle “esperienze”
e del “sapere” professionale è legato alla trasmissione diretta
tra lavoratore e lavoratore
b. sarebbe utile ragionare su una quota di SAO legato al tema della
Formazione, alla sua effettiva fruizione e praticabilità individuando
sistemi “snelli” di certificazione della partecipazione a percorsi
formativi aziendali o esterni alla stessa azienda
c. dovremmo affrontare anche il tema delle tutele per i tirocinanti
o stagisti, un fenomeno sempre più diffuso, per dare loro maggiori
tutele in merito a
i. durata dello stage/tirocinio , spesso non definito
ii. compenso a beneficio del lavoratore , non sempre corrisposto e
comunque a discrezione dell’utilizzatore
Proposte di sviluppo analisi :
1. vanno approfonditi alcuni concetti chiave come : Arricchimento, Miglioramento
continuo, Polivalenza, Multifunzionalità , Lavoro integrato ecc…
a. produrre dispensa ??
b. chiave interpretativa unica per evitare confusione
2. anche se il livello aziendale meno si presta a questa operazione,
potrebbe essere utile prendere come spunto per la nostra discussione il
sistema della Indennità di Posizione Organizzativa (IPO) introdotto
dai Chimici nel loro CCNL (sottolineo come spunto)
3. vanno approfonditi, rispetto alla lettura dei testi contrattuali,
i seguenti temi per verificare eventuali sviluppi :
a. “Procedimento valutativo individuale ” soprattutto per capire
il lavoro svolto sui “criteri Oggettivi” di valutazione (accordo Barilla)
b. “Commissione di sviluppo organizzativo” che ha introdotto il concetto
di formazione continua (accordo Parmalat)
c. Verificare la natura degli accordi sui quadri o su altre figure
professionali per capire se nascono da nostre rivendicazioni o se sono
stati introdotti dall’azienda .
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