Eresie Medievali




   
 

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Conversazione con Jean Duvernoy

13/08/2002

 

Domanda 1: Dupré Theseider, Borst, Manselli, Volpe, Violante per citare solo alcuni studiosi, hanno dibattuto a lungo sull'origine e il reclutamento sociale degli eretici. Si può sostanzialmente dire che la scelta ereticale ha connotazioni e sviluppi diversi a seconda dell'area geografica e dei gruppi coinvolti in essa?

Duvernoy: "La preoccupazione degli storici degli anni 1950 era l'origine sociale dell'eresia, e di preferenza un'origine "popolare". In Bulgaria, era un dogma di stato all'epoca comunista: i Bogomili erano precursori di Lenin. In Occidente, la ricerca non è giunta a una conclusione certa. Tuttavia esistevano fonti abbastanza abbondanti per autorizzare un giudizio, se non statistico. Ad eccezione di Raoul Manselli nel suo testo Spirituali e Beghini in Provenza, nessuno degli autori citati le ha messe a profitto".

D. 2: Se dovessimo disegnare una mappa delle eresie noteremmo subito la diffusione a chiazze dei movimenti ereticali su un territorio assai vasto.
Il caso piemontese è l'esempio della frammentarietà che ha segnato l'eterodossia bassomedievale. Per un lungo periodo il Piemonte è terra di passaggio degli eretici che si muovono tra l'odierna Francia del sud e la Lombardia, ma non vanta comunità forti e ben strutturate quanto quelle provenzali o lombarde. Quali sono le ragioni di questa discontinuità territoriale?

Duvernoy: "Bisogna deplorare la relativa rarità delle fonti italiane. Le informazioni date dall'inquisizione del Sud della Francia per il Piemonte riguardano solamente gli emigrati. La migliore fonte per l'Italia del Nord è quella di Raniero Sacconi, che purtroppo conosce bene solo la sua Chiesa di Concorrezzo.
Alla fine del XIII secolo, ad Acqui, Visone e Chieri, le diverse comunità avevano poi finito col mescolarsi".

D. 3: Sappiamo che il grado di consapevolezza dell'eretico di essere parte dell'eresia era generalmente basso, per quanto constatabile dalle fonti. Questo deficit può essere considerato uno dei freni alla spinta riformatrice ereticale, soprattutto per quanto riguardava la ridefinizione della società e dei suoi modelli?

Duvernoy: "Personalmente, la sola aspirazione dei catari era far superare il monachesimo dell'anno Mille, quella dei Valdesi far rispettare alla lettera i precetti sinottici sul giuramento, la povertà, la predicazione itinerante ecc... Nessuno dei due movimenti sognava una società del tutto catara o valdese".

D. 4: Un comune denominatore tra le diverse eresie è la rete di relazioni personali che legarono prima il dissenso religioso e successivamente l'ingresso nei movimeto ereticali. Cosa fa scattare il passaggio dal dissenso religioso all'adesione all'eresia? Quanto pesarono i rapporti personali nell'espansione ereticale?

Duvernoy: "Non credo che un'avversione religiosa sia all'origine dell'adesione all'eresia. Questa è sempre il risultato, per quel che ci dicono le fonti, di incontri, discussioni e predicazione, in particolare della predicazione basata sui Vangeli in lingua volgare".

D. 5: Quella eretica non era una resistenza al potere religioso né a quello politico, ma un'avversione silenziosa verso uno stato generale d'essere probabilmente assai diffuso che coinvolgeva tutta la società del tempo. In questo contesto l'eretico può essere definito come modello sociale, alla stregua di quello che era stato il monaco benedettino?

Duvernoy: "Il catarismo ha approfittato largamente della Riforma Gregoriana e della sua critica del clero. Non è un caso che fuori dalla Lombardia i catari siano definiti "patarini".

D. 6: Si può dire che l'adesione all'eresia abbia costituito in alcuni casi un elemento di identità locale/regionale? In che termini?

Duvernoy: "Le fonti sono troppo impari perché lo si possa provare. Se avessimo avuto altri inquisitori, forse Chieri sarebbe universalmente conosciuta come una città catara e Montaillou come un "villaggio occitano" come tanti altri".

D. 7: I luoghi comuni e le contaminazioni circa la storia ereticale del medioevo son ancora molti. Esoterismo, sette religiose, nostalgie tradizionaliste, magia e altro ancora storpiano la realtà storica dei movimenti ereticali. Qual é l'origine delle contaminazioni e quali sono stati i veicoli di trasmissione?

Duvernoy: "Questi fenomeni di moda variano molto a seconda dei paesi e delle scuole religiose o politiche. In Bulgaria il bogomilismo era presentato come puro Leninismo. Per i Luterani (Schimdt, Borst), i catari non erano cristiani. Per i calvinisti francesi, fino alla fine del XIXéme secolo erano protestanti. Le fantasie esoteriche sono soprattutto un fattore legato alla massoneria francese".

D. 8: Per il pensiero comune pare che le eresie siano scomparse nel nulla senza lasciar traccia. Qual è in realtà l'eredità lasciata dall'eterodossia medievale ai secoli successivi?

Duvernoy: "I catari erano già "arcaici" quando la repressione li ha fatti sparire. I Valdesi sono annegati nella Riforma abbandonando la loro originalità. Ma il settarismo molto stretto dei Mennoniti [1], che hanno ripreso il loro Credo, mostra che non rispondono più alle aspirazioni della gente".

D. 9: Quali sono le prospettive di ricerca? Che apporto possono dare discipline come l'antropologia e la sociologia, o comunque un approccio multidisciplinare, per migliorare le conoscenze sulla storia ereticale?

Duvernoy: "La ricerca e, soprattutto, la pubblicazione delle fonti sono entrambi elementi lontani dall'essere terminati. La lettura della documentazione di cui si dispone deve essere spesso migliorata. La prosopografia è particolarmente promettente. Penso si possa tirar fuori più dalla vita di Pungilupo che da tutta una biblioteca sul dualismo di Zoroastro".

 

1. setta cristiana anabattista nata in Europa agli inizi del XVI secolo.