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Santa Maria in Vescovio
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Torri in Sabina - Santa Maria di VescovioSanta Maria in Vescovio, Cattedrale dei sabini fino al XV secolo, è stata il fondamentale punto di riferimento della vita religiosa e civile della Sabina durante Medioevo. L'edificio di Santa Maria in Vescovio sorge isolato, in zona pianeggiante disseminata di ruderi, fra cipressi e presenta la facciata a capanna semplice, parzialmente coperta dalla torre campanaria sviluppata su cinque ordini, con unico portale preceduto da un cortile quadrangolare al quale si accede da altra porta del XVl secolo e sul quale si affacciano costruzioni più tarde.
L'edificio è stato realizzato in più epoche. Vi si riconoscono almeno tre fasi costruttive principali, la più antica delle quali si deve far risalire all'VIII-IX secolo. In seguito, molto probabilmente nel XII secolo, la chiesa fu sopraelevata, fu costruito il campanile e ristrutturata la cripta ad oratorio; infine, nell'ultimo decennio del Duecento, Santa Maria in Vescovio ebbe la sua sistemazione definitiva ad opera del cardinal Gerardo Bianco allora vescovo della Sabina.

L'originaria chiesa, chiamata Sabinenisis Cathedra Ursaciana, sarebbe costruita da Aurelio Ursacio, ricordato in una scritta di un grande sarcofago conservato a Vescovio.
Durante le invasioni saracene, la Cattedrale sabina dovette essere abbandonata e trasferita per 58 anni nella Collegiata di Toffia. Dopo vari tentativi si pervenne alla ricostruzione della chiesa. Ma non fu possibile impedire la decadenza di questo importantissimo vescovado.

Nel 1495, Alessandro VI trasferì a Magliano il titolo di Cattedrale sabina e nel 1521 Leone X ricostituì la Cattedrale di Vescovio, imponendo al vescovo di prendere possesso anche di questa chiesa, ma, nel 1733, si fu costretti a ricostituire l'unica sede di Magliano.
"Ecclesia Cat hedralis Sabinorum
" è la scritta che si legge sul portale di accesso all'atrio. L'interno è a croce latina, a unica navata monoabsidato. Le pareti sono affrescate con Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento e, sulla controfacciata con un giudizio universale. Si tratta di affreschi del XII secolo


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