Il viaggio - Charles Baudelaire
VII.
Che amara esperienza si fa con i viaggi! Oggi, come ieri e domani, come sempre, il mondo, piccolo e monotono, riflette la nostra immagine; un'oasi d'orrore nel deserto della noia!
Cos'č meglio? Partire? Restare? Resta, se puoi; parti, s'č necessario. C'č chi corre, e c'č chi inganna, nascosto, quel nemico che vigila funesto, il Tempo! Chi poi viaggia senza posa
come l'Ebreo errante e come l'apostolo al quale non basta vascello o treno per sottrarsi all'infame reziario; c'č chi infine sa ucciderlo senza lasciare la sua casa.
Quando poi ci metterā il piede sulla schiena, potremo sperare e gridare: <<Avanti!>> E Come quando partivamo per la Cina, gli occhi fissi al largo e i capelli al vento,
c'imbarcheremo sul mare delle Tenebre col cuore allegro d'un passeggero giovane. Senti come cantano certe voci deliziose e funebri: <<Per di qua, voi che volete in pasto
il Loto profumato! E' qui che si vendemmiano i frutti prodigiosi di cui ha fame il vostro cuore! Venite a inebriarvi della dolcezza strana di questo pomeriggio senza fine!>>
Lo riconosci, eh, dall'accento quello spettro! Guarda come ci tendono le braccia i nostri Piladi! Quella a cui un tempo baciavamo le ginocchia dice: <<Nuota verso la tua Elettra per rinfrescarti il cuore!>> |
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