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Part Two



geniale intuizione

Per dovere di informazione la pesca, anche se in forme primitive agli occhi di noialtri occidentali, non è pratica sconosciuta alle fiere popolazioni afgane, anzi i locali praticavano già prima dell' arrivo dei master-codatopisti a stelle e striscie una particolare tecnica denominata in dialetto Pashtun "mahallak-mahallik kelà ciapanhcass" che possiamo liberamente tradurre (molto liberamente) come Pesca a Moschea.
Detta tecnica che ricorda molto vagamente il nostro "spinning" viene attuata tramite l' uso di un arnese facente grossomodo le funzioni del nostro "cucchiaino". L' avvento del regime talebanico ha però portato alcune sostanziali modifiche, imposte dagli stessi "studenti" che (sia detto per inciso) considerano la pesca sportiva attività "leggera" e di puro divertimento e in quanto tale poco consona allo spirito integral-islamico da loro imposto. In breve, per il corretto svolgimento della pesca secondo i dettami talebanici il "cucchiaino" doveva essere a forma di 1/2 luna, almeno un lato dello stesso doveva essere di colore verde-coranico e soprattutto riportare un incisione con scritto: "Allah è grande, Maometto è il suo profeta...(altre 18 righe di versetti sui quali soprassediamo) ...Allah facci pescà"
Per farci stare il tutto la dimensione della mezzaluna era quasi la stessa di quella che noi usiamo per preparare il trito del soffritto di cipolle il che se addizionato al fatto che il pescatore "in grazia di Dio" recitava a voce alta i sacri testi e ogni quarto d' ora si raccoglieva in preghiera (anche con il pesce in "canna") rendeva la tecnica a Moschea poco produttiva.
pesca a moschea...
i "segni" bianchi sulla 1/2 luna da pesca sono i "versetti"...


pesci afgani

Dopo queste indispensabili note di storia della pesca in salsa afgana, veniamo ad una parte che certo interesserà maggiormente i pescatori: i pesci che popolano le acque locali. Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare l' Afganistan (grande il doppio dell' Italia +/-) è ricco di fiumi (almeno 3). Il più interessante è senz' altro il Kurukush, che in dialetto di etnia pseudo-kirghisa vuol dire "fiume pieno di pesci disposti ad abboccare e a fare divertire il pescatore e pure buoni sia lessi che arrosto un pò meno fritti..."
A prescindere dall' esattezza dell' informazione non possiamo non ammirare la capacità di sintesi dell' idioma locale. Il Kurukush è ricco (parola che da queste parti ha scarso significato) di Trote Afgane (salmo trutta turbantis) specie che ricorda per certi aspetti la nostra fario. E' un animale territoriale, diffidente e di indole estremamente combattiva, pensate che i pescasportivi locali invece di guadinarla le sparano una raffica di Kalashnikov prima di recuperarla ( il che spiega la frequente intossicazione da piombo nelle famiglie dei pescatori).
Il maschio si difende con grande tenacia sfruttando ogni sasso e buca del fondo e nonostante le dimensioni generalmente non eccezionali impegna pescatore ed attrezzature notevolmente. La femmina della T.A. risulta di difficilissima cattura, animale quanto mai schivo, stà rintanata tutto il giorno e solo all' alba ed al tramonto esce, generalmente con altre femmine.
Dimensioni: i maschi sono più grossi delle femmine, ma talvolta le femmine più grosse sono maggiori dei maschi più piccoli.
trota a. femmina
Sono presenti pure la Al-bohrell (alburno afgano) e la Skaardollha (carasso del casso) pesci che però hanno scarso interesse per il pescasportivo di scuola occidentale.


pesci afgani

Il fiume palcoscenico di "Pesca a Mosca Duratura" è il già citato Kurukush che scorre nel nord del paese in direzione est, ma talvolta ovest, nord o sud (mai in salita, comunque). Il Kurukush si snoda nella valle di Pheska-war e presenta condizioni di corrente variabili tra il "sostenuta", il "molto sostenuta" e il "tipo Vajont", pur non mancando qua è là (più là che qua) delle interessanti "lame" (da taglio).
L' assoluta mancanza di vegetazione agevola i lanciatori meno esperti, mentre bisogna scegliere con cura il tratto di riva da cui esercitare l' azione di pesca. Diffidare dei tratti sabbiosi, alcuni celano sabbie mobili, in quelli apparentemente più abbordabili è facile pestare qualche mina antiuomo; preferibili i greti sassosi, fare attenzione a "sassi" di forma oblunga (spesso sono granate arrugginite dei tempi della guerra con i sovietici).
Pescando in acqua si minimizzano questi inconvenienti, al massimo si viene trascinati via dalla forte corrente. Interessante pure il clima: di giorno si raggiungono i 40 gradi C. al sole (di ombra neanche a parlarne), in compenso appena Febo si nasconde dietro le montagne il termometro scende fulmineamente allo "0" o giù di lì.
Insomma un fiume per chi ama un Flyfishing "tosto" e senza compromessi (mica siamo al "Ramo dei Muftì").

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