Il regno dei cieli

Un po' di esegesi liturgica

di Basello Gian Pietro
Incontro ministranti 16/IX/1999
XXV domenica del tempo ordinario A

Regno dei cieli: espressione usata quasi sempre da Matteo. Gli altri evangelisti usano in genere regno di Dio.

Premessa - Alcuni versetti sul Regno dei Cieli

I versetti sono volutamente dati alla rinfusa.
IEP = Traduzione delle edizioni Paoline 1995 usata per la comodità del formato digitale.

 

IEP Luca 16:16 "La legge e i profeti arrivano fino a Giovanni; da allora in poi il regno di Dio viene annunziato ed ognuno fa di tutto per entrarci.

IEP Luca 4:43 Ma egli disse loro: "Bisogna che io annunzi la bella notizia del regno di Dio anche alle altre città: per questo sono stato mandato".

IEP Matteo 3:2 [Giovanni il Battista] dicendo: "Convertitevi, poiché vicino è il regno dei cieli!".

IEP Matteo 4:17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, poiché è vicino il regno dei cieli".

IEP Matteo 5:3 "Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

IEP Matteo 7:21 "Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

IEP Matteo 10:7 Durante il cammino predicate dicendo: "E' vicino il regno dei cieli".

IEP Matteo 11:12 Dal tempo di Giovanni il Battista fino ad ora il regno dei cieli è oggetto di violenza, e i violenti vogliono impadronirsene.

IEP Matteo 13:52 Egli disse loro: "Per questo ogni scriba istruito nel regno dei cieli è simile a un padre di famiglia che trae fuori dal suo scrigno cose nuove ed antiche".

*Lo scriba istruito nel regno dei cieli cioé lo studioso cristiano delle scritture (ma anche il semplice credente attento alla Parola) tira fuori dalla Bibbia cose antiche (l'antico testamento) e cose nuove (il nuovo testamento). Lo scriba fariseo era fermo all'antico testamento e non riusciva neppure a rivisitarlo alla luce delle parole di Gesù.

IEP Matteo 18:3 e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli.

IEP Matteo 19:12 Vi sono infatti eunuchi che nacquero così dal seno della madre, e vi sono eunuchi i quali furono resi tali dagli uomini, e vi sono eunuchi che si resero tali da sé per il regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda".

*Eunuco: dallo Zingarelli "Uomo privo delle facoltà virili per difetto organico o per evirazione". Nel vicino Oriente antico l'eunuco ricopriva spesso cariche importanti alla corte reale (2Re 18:17; Atti 8:27...). Questo versetto si può riferire ai nostri sacerdoti.

IEP Matteo 19:23 Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.

IEP Matteo 23:13 "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; infatti, voi non entrate e trattenete coloro che vorrebbero entrarci .

Domande

Da chi è preannunciato il regno di Dio?

Da chi è portato?

Quando è cominciato/comincia/comincierà il regno dei cieli [secondo me c'é un momento ben preciso]?

Dov'é il regno dei cieli oggi?

Matteo 20:1-16 - La parabola degli operai mandati nella vigna

Questo brano è un vivace spaccato della società al tempo di Gesù. La vendemmia era un grande evento e c'era bisogno di mano d'opera straordinaria.

All'alba: alle 5 di mattino; alle 6 iniziava la giornata lavorativa.

Denaro: in argento di 3.85 grammi (più o meno una moneta da 200 lire). Allora era una paga equa per una giornata di lavoro visto il maggior potere d'acquisto dei metalli preziosi. Calcola quanto vale oggi in lire utilizzando il cambio oro/lire (si trova sui quotidiani) e sapendo che allora l'argento valeva 1/10 dell'oro (oggi l'argento è molto più svalutato dell'oro).

Ore 9, 12, 3, 5: nel testo all'ora terza, sesta, nona (le tre ore dell'ora media) e undicesima (un'ora prima della fine della giornata di lavoro che terminava alla sera cioé alle 6 di pomeriggio).

Disoccupati: letteralmente inoperosi. Un operaio inoperoso è un operaio che non opera cioé inutile in quanto non esegue il servizio per cui è preparato.

Il caldo: per via del clima, in Israele la vendemmia avviene già ad agosto.

Nota che è il padrone ad uscire di persona per chiamare gli operai. La paga viene data invece tramite il fattore; il padrone è comunque presente.

Domande

Chi è il padrone? Chi è il fattore?

[D'ora in poi possono esserci almeno due "serie" parallele di risposte: una (quella che non seguiremo noi) è in accordo con la prospettiva di Matteo 21:33-46]

Chi sono gli operai della prima ora?

Che cosa indica la piazza?

Che cosa rappresenta la vigna?

Cosa significa lavorare nella vigna?

Questo brano spiega, secondo me, il segreto della vita del cristiano.

Se è vero che il padrone non fa torto perché non dà meno di quanto pattuito, è anche vero che Dio (cioé il padrone) è giusto: quindi deve per forza dare qualcosa in più agli operai della prima ora, a meno che non prendiamo alla lettera quanto dice Isaia nella prima lettura:

IEP Isaia 55:8 Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri e le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. 9 Quanto il cielo si eleva sopra la terra, così sono elevate le mie vie sopra le vostre vie e i miei pensieri sopra i vostri pensieri.

Domande

Cosa rappresenta la paga di un denaro uguale per tutti gli operai [evidentemente non è possibile fare graduatorie al momento della paga; o si ha lavorato o no]?

Qual'è la differenza fra gli operai della prima ora e quelli dell'ultima? Qual'è il "di più" che ricevono gli operai della prima ora?

Pensaci prima di continuare a leggere.

La differenza è proprio una questione di orario. Il "di più" (la ricompensa) sono quelle 11 ore di lavoro in più nella vigna del Signore.

Lasciamo che sia la stessa liturgia a trarre le conclusioni per noi...

Dalla liturgia

Colletta anno A

O Padre, giusto e grande nel dare all'ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre vie quanto il cielo dalla terra [Isaia 55:9 prima lettura]; apri il nostro cuore all'intelligenza [=comprensione] delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l'impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino. Per il nostro Signore...

Prefazio delle domeniche del tempo ordinario VI

[Protocollo iniziale: sempre simile, è una formula di passaggio dal dialogo introduttivo] E' veramente cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l'inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l'universo riceve esistenza, energia e vita.

[Embolismo: variabile, dà il tono alla celebrazione] Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi, e un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risuscitato Gesù Cristo dai morti, e viviamo nell'attesa che si compia la beata speranza nella Pasqua eterna del tuo regno.

[Protocollo finale: unione fra liturgia celeste e terrena] Per questo mistero di salvezza, insieme agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce l'inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo...

Leggi anche...

1) sussidio Emmaus 1997 [è proprio su questo brano di vangelo e riporta una buona traduzione];

2) Luca 15:25-32 [in negativo, l'atteggiamento del figlio maggiore nella parabola del figliol prodigo (prodigo=che spende senza misura)];

3) Matteo 21:33-46 [parabola dei vignaioli omicidi dove la prospettiva è un po' diversa];

4) Giovanni 18:33-38 [dialogo con Pilato sulla regalità].


a cura di Basello Gian Pietro <gpbasello@eudoramail.com>
san Giovanni in Persiceto, 21/XI/2000