Gli
induttori sono il cuore di un sistema a radio frequenza, essi posso
decidere l'andamento dei risultati, quindi devono essere selezionati,
misurandone le caratteristiche elettriche, prima di montarli nel
circuito.Nella foto sottostante è rappresentata la misura sull'induttore dell'adattatore tramite NanoVna.Originalmente questo induttore aveva più spire e presentava una induttanza di 2.7uH,
poi, come ho scritto sopra, le ho dovute diminuire e attualmente è
montato sulla scheda con un valore di 2.38uH e con una ESR di 0.98
ohm. Questa resistenza è dovuta sia all'effetto pelle che a
quello di prossimità (ovviamente anche dal tipo e dalla qualità del
materiale usato, in questo caso banale rame smaltato commerciale).
Un'altra cosa che bisogna verificare è l'auto risonanza della bobina
che deve essere il più possibile lontana dalla frequenza di funzionamento, in questo caso essa è di 75 MHz.Adesso occorre fare
qualche considerazione sul diametro del filo anche se in questo
contesto, dato che la potenza in uscita è bassa, non servirebbe.
Può comunque risultare utile conoscere la massima corrente che
può sopportare un filo di un certo diametro a certe frequenze dove
l'effetto pelle e di prossimità si fa sentire (come in questo caso).Bisogna
innanzi tutto conoscere la massima corrente che circola nell'induttore
quando il circuito adattatore è accordato. Nella figura seguente c'è lo
schema elettrico rappresentativo della sola sezione di uscita.Per
conoscere la corrente che circola nella induttanza occorre sapere il
valore della impedenza composta dal gruppo C11, C13 e LOAD. Per fare
questo ci sono due metodi, uno con i numeri complessi e l'altro con il
Q resistenza-capacità. Il secondo è di gran lunga più semplice da
eseguire anche perché ci sono programmi on line che permettono di fare
i calcoli in modo semplice e veloce tipo quello al seguente indirizzo:http://wcalc.sourceforge.net/cgi-bin/parallel_rc.cgiBisogna prima convertire la serie C13-LOAD in parallelo RC come nella seguente figura.Si sommano poi le due capacità in parallelo e si converte il parallelo RC ottenuto in serie RC.Ora
la corrente che circola in R è la stessa che circola in L2, dato che
tutta la potenza erogata dal finale deve essere dissipata in R con la
seguente formula si determina il valore di questa corrente:I = sqrt(Pout / LOAD) = sqrt(1.5 / 14.2) = 0.325A
La
bobina L2 è composta da un filo AWG 18 lungo 0.66 mt e presenta, per
questa lunghezza, una resistenza di 0.98 ohm che al metro
lineare risulta essere:RB = 0.98 / 0.66 = 1.48 ohm / metro
La potenza dissipata dal filo di rame per un metro lineare è:Pdiss = RB * I^2 = 0.98 * 0.325^2 = 0.105 watt
Nelle
tabelle dei fili commerciali l'AWG 18 presenta una resistenza di
RF = 0.0209 ohm / metro e può portare una corrente IF da
16A (chassis wiring) a 2.3A (power transmission) a 30 C° TA .
Ovviamente non esiste una tabella che tenga conto di tutti i fattori che
influenzano la massima portata del filo (tipo materiale, tipo
isolamento, aumento temperatura ambiente, distanza tra le spire...)
Comunque anche considerando la classica portata di 500 CM per A che corrisponde ad una corrente di 3.24A, la
potenza che può dissipare l'AWG18 è maggiore di quella dissipata
dalla nostra bobina:Pd = RF * IF^2 = 0.0209 * 3.24^2 = 0.219 watt
e si può stare quindi tranquilli.Un altro
elemento importante è la RFC, essa dovrebbe essere infinita per il
segnale e dovrebbe permettere il passaggio della sola corrente continua con
la minima caduta di tensione. Qui di seguito alcune misure sulla RFC commerciale che ho usato:Il
suo valore è 10uH e la massima corrente è 4A (dato costruttore).Tanta
pazienza ci è voluta per il trasformatore TR1, esso è molto critico e
inoltre basta muoverlo da una posizione, che vedremo essere ideale per
il buon funzionamento, per fare impazzire il PLL. La colpa di questo è mia
perché nella scheda finale ho dimenticato di inserire tra l'oscillatore
e l'ingresso della porta che si trova sul modulo PLL un buffer, chiedo scusa.
Comunque il sistema funziona bene ugualmente se si fa aderire
il trasfomatorino alla scheda, però non ho capito perché.Le
spire primarie devono essere 10, le secondarie conviene aumentarle una
alla volta partendo da 5 fino ad ottenere 1.5 watt in uscita.
Il numero delle spire secondarie dipende anche dalla posizione del
trasformatore, conviene quindi sollevarlo fare un giro di spira
riabbassarlo e misurare la potenza in uscita.OSCILLATORE
Sull'oscillatore
c'è poco da dire, è un Colpitts dove sul suo collettore, anziché
sull'emettitore, ho prelevato il segnale. La progettazione
dell'oscillatore è stata fatta sperimentalmente per tentativi
sostituendo i vari componenti a rotazione fino ad ottenere un innesco
veloce e un buon livello di segnale.
MISURE SUL FINALE
Livello di tensione su collettore senza modulazione = 25V, con modulazione = 50V @ 1.5 watt.Picco negativo tensione VBE = -1V.Rendimento = 70%
Corrente di picco = 1.45A
Corrente continua circolante nella RFC @ 12V = 0.178A