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Archivio Fotografico di Giorgio Croce
- San Michele di Ruta - 2 -











Note storiche
La attuale chiesa romanica è la ricostruzione di una chiesa altomedioevale che la tradizione vuole fondata dal vescovo di Tarragona Prospero, profugo dalla conquista araba della Spagna e giunto in zona coi diaconi Fruttuoso (fondatore di S. Fruttuoso di Capodimonte) e Giorgio (fondatore di San Giorgio di Portofino).
Tuttavia l'intitolazione a San Michele - venerato in particolare dei Longobardi - inuno strategico punto di passaggio suggerisce la presenza di una comunità arimannica in funzione antibizantina.
In seguito la chiesa ebbe un ruolo di ricovero per i pellegrini e probabilmente fece parte di una delle "mansiones" dislocate lungo l'Aurelia romana.
Le prime notizie certe risalgono all'edificio romanico, al 1143. Per la sua collocazione nei secoli XII e XIII ebbe funzioni pievane su un'area che includeva ValleChristi e il versante recchese del rilievo di Ruta.
A cento metri a Levante dalla chiesa nell'XI secolo fu costruito l'"ospitale de rua" che verso il 1343 ospitò ilPetrarca di passaggio; all'epoca del resto ogni pieve e ponte aveva nelle vicinanze l'ospedale con funzioni di ricovero per viandanti.
La decadenza inziò nel XV secolo. San Michele fu prima aggregata a San Lorenzo della Costa, poi a Camogli, fino a che con la realizzazione nel 1627 della Chiesa Nuova di Ruta fu abbandonata.
In completa rovina nell'Ottocento fu adibita a fienile, e il generale Massena nella sua ritirata (1800) la diede alle fiamme.
I ruderi furono infine ricomposti in un restauro del 1906, la cui troppa libertà però non può che lasciare molto dubbi. Questo ripristino aggiunse il falso romanicheggiante della sagristia del fianco meridionale e demolì l'originario pavimento e le lastre tombali. La seconda navata è precedente, ma sempre postmedioevale, mentre la facciata attuale risulta arretrata rispetto all'originale e scomparsa facciata romanica.
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Collocazione Territoriale e percorsi
San Michele si trova sul valico che dal passo di Ruta immette sull'antico percorso che, alterantivo all'attuale statale, arriva a Rapallo, e sul quale più a fondovalle sorsero i complessi religiosi - ora in rovina di San Tommaso e del gotico-duecentesco monastero di Vallechristi.
Da San Michele inoltre partivano anche le mulattiere per le valli interne del Bisagno o della Fontanabuona e quindi per la Val Trebbia, direzioni lungo le quali sorse, una decina di chilometri a nord, la chiesa plebana romanica di Uscio.







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elaborazione grafica
Giorgio Croce
mailto:giorgio.croce@libero.it
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