15 MINUTI
FOLLIA OMICIDA A NEW YORK
(15 Minutes)
USA - 2001
 

RECENSIONI/ARTICOLI


 
 
Articolo tratto da CIAK, Marzo 2001 pag 86 e 87

15 minuti
Follia omicida a New York

Mai profezia si rivelò più azzeccata: "In futuro tutti saranno famosi per 15 minuti". Così parlò l'artista pop Andy Warhol, il quale già forse immaginava il boom dei reality show: grandi fratelli, novelli Robinson Crusoe per denaro, drammatiche confessioni in diretta, inseguimenti, incidenti e omicidi serviti caldi in pasto a un pubblico sempre più affamato di verità. Se questa è la moda imperante dell'intrattenimento televisivo, il cinema non può che adeguarsi, cercando di riannodarvi sopra i generi. Così, dopo i recenti The Truman Show e EdTv, il lungo flirt tra grande e piccolo schermo (da Un volto nella folla a Quinto Potere, fino a Mad City) prosegue: mentre si attende l'uscita del controverso Serie 7 - The Contenders, che estremizza il discorso immaginando un game-show in cui i concorrenti devono farsi la pelle per portare a casa il premio in palio, esce in contemporanea con gli Usa 15 minuti, poliziesco mozzafiato ambientato in una New York bollente.
Quando i resti di due cadaveri vengono ritrovati in un appartamento completamente bruciato, il pluridecorato e celebre ispettore della Omicidi Eddie Flemming (Robert De Niro) è costretto ad allearsi con il compassato investigatore della sezione incendi dolosi Jordy Warsaw (Ed Burns). Gli autori del duplice delitto sono due criminali russi dalle differenti personalità: lo spietato Emil (l'attore cecoslovacco Karel Roden), disposto a qualsiasi azione per di recuperare un bottino che gli appartiene, e il sognatore Oleg (il russo Oleg Taktarov) che, acquistata una videocamera, sogna di diventare famoso, trasformando in film le riprese delle efferatezze compiute dal primo. Criminali e poliziotti sono destinati a incontrarsi mentre seguono le tracce di Daphne (l'affascinante Vera Farmiga), testimone dell'omicidio, mentre l'indagine si complica per l'interessamento dell'anchor man televisivo Robert Hawkins (Kelsey Grammer, vera star del telefilm Frasier), disposto a qualsiasi bassezza pur di riuscire a descriverne ogni particolare scabroso all'interno del suo rotocalco scandalistico. A raccontare il pericoloso intreccio tra esercizio di una violenza senza freni, ansia di protagonismo e uso spregiudicato dei media c'è John Herzfeld, già apprezzato all'esordio con il noir Due giorni senza respiro, autore della sceneggiatura di 15 minuti e teorizzatore di un nuovo senso del Sogno Americano: "In passato il sogno corrispondeva all'idea di approdare negli Usa e costruire, con il sudore, il proprio successo. Nella società di oggi, dominata dalla cultura della celebrità, tutti pretendono riconoscimento senza fatica. E quando la televisione è pronta ad amplificare i comportamenti violenti, seguendo il ragionamento per cui la violenza genera audience, la gente è disposta a fare qualsiasi cosa pur di calcare le scene della notorietà".
Il film, che procede lungo i binari consolidati del thriller, in cui l'estenuante caccia all'uomo è inframmezzata da alcune sequenze ironiche (De Niro insieme a un'indaffaratissima giornalista televisiva alla quale non riesce mai a dare l'anello di fidanzamento), segue anche tracce inesplorate del crimine, ovvero quegli incendi dolosi spesso utilizzati per coprire reati ben più gravi. Robert De Niro, che aveva già interpretato un ispettore dei vigili del fuoco in Fuoco assassino, lascia stavolta il ruolo ad Ed Burns, onorato di recitare a fianco a quello che nell'ambiente è considerato un vero mostro sacro: "Qualsiasi giovane attore si taglierebbe un braccio per girare una sola scena al fianco di Bob; quando ho scoperto che aveva accettato la parte, non stavo più nella pelle". E durante l'indagine si stabilisce tra loro una complicità simile a quella tra un padre e un figlio, nonostante il secondo non condivida l'inclinazione del collega più anziano a sfruttare i media per accrescere il proprio prestigio personale.
Ambientato nei più riconoscibili luoghi della Grande Mela, il film è stato in parte girato negli studi di posa di Los Angeles, dove lo scenografo Mayne Berke (The Fan - Il Mito, Dal tramonto all'alba) ha ricostruito in modo davvero sbalorditivo gli edifici arsi dalle fiamme.

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