per Don Domenico

...e tutti gli altri

 

La sua fede ed appartenenza al partito "....di maggioranza relativa" lo hanno più volte fatto prendere carta e penna e bacchettare a destra e a manca.
In questo roteare di "clava" non ha risparmiato l'allora parroco di S.Benedetto: Don Domenico Calicchia. Erano una sorta di Peppone e Don Camillo fuori dalle brume della Val Padana.Ma a differenza dei personaggi di Guareschi, i nostri erano schierati dalla stessa parte della barricata ( politica): tutti e due DC , ma uno parteggiava per l'On. Natali e l'altro per l'On. Gaspari.

Ecco una raccolta di queste " péllicce "

AL NOSTRO PARROCO DON DOMENICO CALICCHIA

CAMPANARO

I' MONUMENTE DI' PRETE

LA CONCHE DELLA DISCORDJE

VUTEME CHIJJ NOSTRE

'N MESE DOPE

AL NOSTRO PAREOCO DON DOMENICO CALICCHIA

 

"PERDONA LORO PERCHE' NON SANNO QUELLO CHE FANNO" "AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO", "FATE QUELLO CHE VI DIRANNO E NON GUARDATE ALLE LORO OPERE" "SEPOLCRI IMBIANCATI" "A CHI PIU' SARA' DATO PIU' SARA' CHIESTO" "NON FARE AD ALTRI QUEL CHE NON VORRESTI FOSSE FATTO A TE".
Ho voluto ricordare queste massime affinché Lei voglia pensarci sopra e riflettere
sull' alto significato , perché penso che quando é un pò, meno indaffarato per le cose terrene, qualche volta, sia pure raramente, la lucidità mentale torna il Lei, almeno voglio sperarlo, rifletta a queste cose. I suoi abiti talari sono il simbolo della Carità Cristiana, dell'umiltà, dell'amore verso il prossimo e non dell'ipocrisia, dell'odio, del seminatore di zizzania, che è lo sterco del diavolo.
Il suo alto Ministero da compiere, in mezzo all'umanità è quello di aiutare i poveri, di visitare e confortare i malati, di ricondurre all'ovile la pecorella smarrita, consolare gli afflitti, perdonare chi ti fa del male, di somministrare i Sacramenti, di mettere in pratica la parola di Cristo, di elevare lo spirito ai tiepidi, di affratellare gli uomini, di elevarli alla dignità che Dio Le ha conferito per il bene delle anime, di mettere da parte i rancori, d'invitare i cristiani alla preghiera, di non far pensare male di Lei, perché è particolarmente guardato da tutti, di non calunniare,dì " non fare ad altri quel che non vorresti fosse fatto a te",di non essere interessato a guardare con occhio sereno i Suoi parrocchiani, di lottare con tutte le Sue forze contro il male, di organizzare l'Azione Cattolica per farsi aiutare nell'organizzazione dlla Chiesa,di accarezzare i paffuti volti dei bambini,di predicare e mettere in pratica il Vangelo. Di dare il buono esempio e non quello di aiutare chi è meno bisognoso, per ragioni d'interessi personali, non quello di dimenticare del tutto chi da anni giace malato, non quello di allontanare i cristiani dalla Chiesa che ottemperano ai doveri festivi, non quelli di non sprecare una parola per chi soffre, non quello di odiare anche chi non fa del male, non quello di esercitare pressioni, secondo le sue ntenzioni,tramite la confessione, non quello di dimenticare del tutto quello che pochi minuti prima ha detto in chiesa perché letto nel Vangelo non quello di abbattere lo spirito anche di chi crede fermamente non quello di allontanare gli uomini tra loro con bugie e raggiri nei confronti dell'uno o dell'altro, non quello di abbassarsi sino all'imo scandalizzando anche i cristiani più preparati, non quello di vendicarsi per piccole terrene soddisfazioni, non quello di disturbare i cristiani quando sono in chiesa con le sue inopportune sparate, non quello di far pensare di Lei molte cose, che per non essere cattivo non cito. Ma Lei potrebbe benissimo evitare con piccoli accorgimenti senza alcun sacrificio, non quello di buttare fango su persone oneste per la sadica umana soddisfazione non quello di essere attaccato, prima no, ma ora in modo sfacciato "allo sterco del diavolo" con la scusa di doversi preoccupare per quando è vecchio eppure Gesù ha detto:.." Gli uccelli dell'aria non seminano, non mietono eppure vivono, i fiori dei campi non tessono ed hanno i più bei vestiti e voi vi preoccupate per il domani ...".Non quello di non guardare chi per la strada la ossequia non quello di non guardare dov'è il vero marciume facendo finta di non accorgersene anzi cercando di ricoprirlo con la sua zimarra, non quello di abbandonare completamènte le organizzazioni della Chiesa, lasciando i cristiani in balia di se stessi, mai in certi periodi si è parlato della fede, dello spirito, chiarire dei dubbi che continuamente assillano gli uomini, non quello di schiaffeggiare continuamente i bambini alquanto irrequieti."Lasciate che i pargoli vengano a me".
Ma quello di predicare in chiesa attaccando personalmente l'uno o l'altro senza alcuna ragione, soltanto per futili motivivi anzi inesistenti, asseverati con illogiche bugie.
Politicamente io ho fatto il manovale, ho portato qualche callarella di calce,qualche mattone sulle impalcature dove stavano i maestri a costruire i muri portanti per l'edificio della cittadella democratica dove oggi noi siamo liberi inquilini.
Questo oggi mi riempie di gioia e d'orgoglio per la mia modesta prestazione. Ci sono stati tempi duri di contrasti politici con gli avversari e anche con gli "amici" dello stesso partito.
Noi,per esempio,le elezioni politiche le abbiamo sempre vinte,le amministrative invece non sempre a causa di discordie interne. A San Benedetto grossi dissapori tra Nataliani e Gaspariani, questi ultimi non una sola volta hanno presentato liste di disturbo con il preciso scopo di far perdere, nelle elezioni amministrative, alla lista dello Scudo Crociato, presentata dalla sezione D.C. Perché? Perché loro erano minoranza e pretendevano di essere maggioranza. Mentre, come dicevo, alle elezioni politiche si lavorava di più, presso gli elettori, per ottenere i voti di preferenza in favore del candidato della corrente di appartenenza. Infatti la D.C. ha sempre vinto. Io di questo do la colpa all'immaturità politica e all'intolleranza di chi voleva, a tutti i costi, comandare e amministrare la cosa pubblica senza avere alcun titolo per farlo, ma pretendeva di farlo sol perché vestiva l'abito talare,o perché era amico del capo dell'altra corrente.
Non mi fa piacere parlare in questo modo, ma purtroppo è la cruda verità. E' l'irresponsabilità che si è incarnata nella mente di colui che voleva sottomettere i cattolici democratici cristiani alla sua volontà autoritaria.
Quale sono state le conseguenze di questo inaudito attegiamento?
Più volte la sconfitta del nostro partito che doveva essere aiutato principalmente da un sacerdote del Cristianesimo, sapendo che così facendo da va una mano al partito comunista anti cristiano e anti clericale.
Speriamo che il buon Dio lo perdoni.
Duili
o

sopra

I' MONUMENTE DI' PRETE


" Me só' 'mpegnate,ma ce l'ha só' fatte,
séme perdute nu',ma pure lóre.
Pe' llóre ne credève 'na disfatte,
mèntre é succésse all 'uldena mézzóre .
Ma queste j' l'aveve già previste!
Hanno venciute sòle i comuniste.

Nu' vulavame quéste,pe despétte!
Cumme 'na Pasque mò séne cuntente.
'Sti quattre 'mpjastre m'hnne date rétte,
j' mò ci'ulésse fa' 'n mònuménte.
J' senza nase 'n bacce i senza specchje,
che mmane 'ne martéjje i 'na sarrécchje.

Abbirritate a 'na bandiera rósce,
ma che se véde pure la zimarre,
sennò chi guarde n' mme rechenòsce
cumm'organizzatóre de gazzarre,
i att6rne att6rne tutte belle ruche
i piú ddellà 'na piante de sammuche.

La piante de sammmche,le sapete?
Fu quélle, dópe fatte i' misfatte,
Giude appiccate ce stirétte i péte.
Inméce j' sò' tutte soddisfatte.
Quinde n' nc' servesse manghe quélle,
pérò la scene,inzòmme,vé' più bbèlle."

Queste ha pensate i' préte, m'hanne ditte,
fusse 'n monuménte che jì fiòcche
misse alla piazze de San Beneditte,
éspóste bíjje camme 'n berlòcche
facesse bella nostre ! Pe lle spése
baste la busselétte della cchjése.

La ggente passe i véde quiste còse
i se recòrde sèmpre de ji prete,
revéde de striscià,tutte peluse,
le ruche che s'é misse sotte i péte.
'Pò dice : sci, é state malamente,
pérò ci ha regalate i' monuménte!


Draigl je giugno 1980

sopra

CAMPANARO


Nel giorno dell'inaugurazione della messa in opera delle nuove campane dove furono incisi i nomi dei "festaroli",anziché quelli dei caduti in guerra.


Campanaro tu che suoni a mano
sotto un capo partigiano,
con un colpo solo tuo maldestro
puoi stonar la Mattutina
ed il popol non sarà più lieto
e non darà la grana
e sarà la sua rovina,
la sua voce sarà sempre vana.

Din! Don! Dan!

Suona triste il campanil che il muratore.

Din! Don! Don!

Innalzò con tanta fede e ardore.
Campanaro di San Benedetto,
per chi suona la campana?
Il paese interamente adesso
non sa più dove cammina,sente sì,
ma non distinque bene la tua voce arcana,
la tua musica divina
si disperde e se ne va lontana.

Din! Don! Dan!

Tornerà se tutto questo malumore

Din! Don! Dan!

Cambierà con puro e santo amore.

Campanaro delle"trenta voci"
per chi suoni la campana?
Non ricordi tu tutti gli eroi,
perché privi di quattrini,
hai dato onori e gloria ad altri
co' 'na mossa insana.
Tu lo sai che son fasulli
e per te forse saranno mine.

Din! Don! Dan!

Li hai visti qualche volta tu pregare?

Din! Don! Dan!

Molti non conoscono l' Altare.

Campanaro,quegli eroi assenti,
perché mai non son, presenti.

Din! Don; Dan!

Duilio

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LA CONCHE DELLA DISCORDJE

Chi c' po bève a quèlla conca strane
fatte d' bèche, d'odje',d' discordje',
remposte èllo'che dalle ddu' suttane
i ch' s' règge p' misèricordje?
Cerchéte d' s'canzarve ca v' 'mbonne
i n'è ch' v' rassughe ch' la vonne.

C' sta a veni' 'n dubbje troppe grosse!
Chi l'ha rempijte d'acque quélla conghe?
S' l'hanne cote dèntre a quacche fosse
l'acque é RUSCIASTRE quinde la sa ...longhe!?
I chi j'addopre,dope, i manère?
Soltante i sole quije forèstière,

Ch' nc' n' 'mporte d'i paèse nostre,
ch' v a d'accorde ch' i comuniste
sennò n' l' facéve quèlle...giostre,
sennò n' la facéve quèlla liste,
La PACE, la CONCORDJE so' l' spare
abbirritate attorne a j' cuncare.

Ha sementate l'odje a più non posse,
ha fatte litiga' tra patre i fije,
non sole, quèsta conche,fa l' mosse
perchè c' ha separate l' famijé.
E' soddisfatte più d'i comunisti
perchè ca cumpinnate quèsta sbiste.

Pérò s'è fatte i cunte sènza l'oste,
i sa ca sta a giuca' 'na brutta carte
i tènde d' rescirce a tutte i coste'.
Pèro la ggènte sta da quèsta parte!
I quèsta voteé l'occasiona bbone
p' darce finalmènte 'na lèzzione,

Case p' case, 'mpiazze, p' le vije
adèma ésse tutte quante unite,
n'èma da' rètte a cèrte...pazzerije
ch' circhene soltante a mètte lite.
SCUDE CROCIATE i baste. E' tante BBEIJE!
Contre la Conche, la Falce i j' Martèije.


(a cura della Sezione D.C, di S,Benedetto dei Marsi)


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. VUTEME CHIJJ NOSTRE


Ma dentre nce remorde la cuscenze
vedé quiste squallore Marsicane?
Nu' sementéme quéste bbèlle lenze
i a rraccolle vinne da luntane,
intrene cumma vanne a Ila campagne,
Fùcene e deventate la cuccagne.

J' me recorde prime,anticamènte,
nu' tenavame ddu',tré députate
che stivene pe' nnu' a j' ParlamÉnte
i sèmpre i Senatore a j' Sénate.
D'allore séme jte sempre pégge!
I quiste mò é state 'n desfrégge.

Quist'é 'n schjaffe 'mbacce a mman'apèrte
date vigliaccamente a j Marsicane,
ci jhanne date tutta ggènte èspèrte,
sapenne ca nu' séme bon cristjane.
Ma pure Criste, irato a tanto scempio,
scacciò i mercanti fuori dal suo Tempio.

I pure nu' adéma réaggi':
ema vuta' soltante chij] nostre,
le fanne apposte pe ce fa' spari',
ci'unne fa' dice solo i Patrenostre.
Ma nci'ha da' colle la rassegnazione!
Unite tutte, cumme a lla reggione.

P' cunte nostre nu' vutéme Sèrge
i n'atre pure che c'è più amiche,
almine quacche sante ce protègge
p' nn' manna' all'erarje la fatiche
c'ha fatte i ffa, vu' tutte le sapete,
p' ffa 'na targhe che la A i la Zete.

DuigLje

10. 5.1987


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'N MESE DOPE


Nu' i dovére da démocristjane
i' seme fatte fine a j' sacrifice
sperènne che ce dìssene 'na mane,
ma l'hanna fa' nn' l'hanna sole dice.
N' zéme seguite manghe le corrente,
le séme fatte sole p' la ggènte.

A nnu' n' nc' remorde la cuscénze,
ma a quacchedune déntre ce se ciorchje
i lla da' supperta' che la pacénzje,
nn' lla po' careca' sopre i rimorchje
i jrle ascareca' pe lle campagne,
oppure scarecarle déntre i bbagne;

L' ha da' purta' sèmpre appiccate 'ncanne,
perché nn'ha fatte quélle ch'eva fa',
a pparte i risultate, ma l'inganne
sicuramènte n' nz'ì pó scurda',
l'ha fatte solamente p'ubbidi'
a chi ci'ha ditte: vute contre a ttì,

contre la tèrra tè i j' Marsicane,
vigliaccamente sénze alcun pudore!
'Ste cose nn' nze fanne manghe a j' cane!
S'essa costituì' nnanze i pretore
i dirce: J' vojj'esse cundannate,
perché so' ite contre addò so' nnate.

Facésse a ttémpe, pure se nn' rrègge,
a ffa' i pentite i farse perduna',
putésse apprufitta' de quésta lègge
pe rremane' nella legalità.
Séme disposte pure a suppertàrrje
i forse forse pure a rabbracciarrje.

Ema bbesogne pure di chist'ècche,
perché la lotte va continuate,
ormaje bbaste ch'i' salamelécche
dope che ci'hanne sempre maltrattate.
N' nc' éma scuraggi', già le so' dditte,
éma parla', nn' nc'éma sta' più zzitte.

S'é necessarje pure che lla forze,
con décisione, sénz' avé paure,
sennò nc' danne manghe più le scorze.
Sole accuscì putéme sta' sicure
d'avé succésse,ma ces'ha da' crete
a quélla targhe che la A i lla ZETE.

Duiglje

20.6.1987.¬


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