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Macchi C.205 in Detail

Aereo personale del Magg. ADRIANO VISCONTI

Modello, testo e foto di Paolo Pesaresi

Il presente articolo, in versione sintetizzata, è stato pubblicato sul n. 6/99 di Aerei ModelliSmo

- Macchi C.205 Veltro Serie III (M.M.92219) -

1° Squadriglia, 1° Gruppo Caccia, Aeronautica Nazionale Repubblicana - Reggio Emilia, ITALIA, Maggio 1944

Velivolo personale del Magg. Adriano VISCONTI

- Kit Hasegawa 1/48, by Paolo Pesaresi -

 

P  R  O  F  I  L  O         S  T  O  R  I  C  O

 

C205Visc 04 P650.jpg (19477 byte)                C205Visc 03 P650.jpg (27811 byte)        Mc205Visc18.jpg (28513 byte)        C205Visc 05 P650.jpg (29221 byte)

 

Cenni Storici

     Il Macchi C. 205 Veltro altro non era che il valido C. 202 Folgore rimotorizzato con il più potente FIAT RA 1050 R.C.58 Tifone da 1475 hp (costruzione su licenza del Daimler Benz DB 605A-1) ed a cui erano state apportate delle migliorie, alcune delle quali di dettaglio. I due velivoli, presentavano quindi una grande intercambialità di parti. Per l’armamento di lancio, a partire dalla serie III, ne era stato previsto un potenziamento costituito dalla sostituzione delle due mitragliatrici alari da 7.7 mm. (presenti anche sul Folgore a partire dalla serie VII) con altrettanti cannoni M.G. 151da 20 mm.

     L’aereo qui rappresentato apparteneva alla serie III e quindi l’armamento di lancio complessivo era costituito da due mitragliatrici Breda-SAFAT da 12.7 mm., con 370 colpi per arma, montate sul muso e da due cannoncini M.G. 151da 20 mm., con 250 colpi per arma, installati uno per ala.

     Con l’arrivo del Veltro, dall’aprile del 1943, i “cacciatori” italiani disponevano, finalmente, di un caccia potente e veloce con il quale affrontare ad armi pari i pariclasse avversari. Inoltre, con l’armamento della serie III, i piloti più abili riuscivano a contrastare efficacemente i bombardieri plurimotori nemici che costantemente martellavano il suolo italiano. Purtroppo l’industria italiana, al pari di altri velivoli, non riuscì mai a produrre un numero di velivoli sufficiente alle reali necessità. Infatti in totale furono consegnati ai reparti (R.A. e A.N.R.) soltanto 277 C. 205, più altri 29 ottenuti al Sud (presso l’Aeronautica Cobelligerante) per diretta trasformazione del C. 202 Folgore.

 

Collocazione  storico-geografica

     Dopo l’8 settembre del 43, Il potente Macchi C. 205 “Veltro”, equipaggiò, come già ricordato, alcune squadriglie della neonata Aeronautica Nazionale Repubblicana (squadriglie del 1° e 3° Gruppo) che continuava a combattere al nord a fianco dei tedeschi.

     L’aereo oggetto del presente articolo, contrassegnato dal codice 18-1,  e dalla m.m. 92219, era uno degli aerei personali del Magg. Adriano Visconti, Asso dell’aeronautica italiana, appartenente alla 1° squadriglia e comandante del 1° gruppo caccia “Asso di bastoni”. Il gruppo, nel maggio del 1944, era dislocato presso l’aeroporto di Reggio Emilia.

     L’A.N.R. all’epoca era duramente impegnata a difendere i cieli italiani dalle continue incursioni dei caccia e dei bombardieri angloamericani, che avevano come obiettivo le città italiane o che si dirigevano a bombardare la Germania nazista.

Il pilota

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     Il Magg. Adriano Visconti, Asso della Regia Aeronautica prima e dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana poi, utilizzò il C. 205 “Veltro” nel corso del 1944, a difesa dei cieli dell’Italia centro-settentrionale, ottenendo numerose vittorie aeree. In particolare con il “Veltro” gli sono stati confermati l’abbattimento di due P38 “Lightning” e di altrettanti P47 “Thunderbolt”, vittorie tutte ottenute tra il 3 gennaio del 1944 ed il 30 aprile dello stesso anno.

    La sua partecipazione al conflitto fu ininterrotta dal giorno della dichiarazione di guerra fino alla tragica conclusione. Assegnato inizialmente alla 23° squadriglia del 2° Gruppo Aviazione Presidio Coloniale dotata di Ca 309, presso Menastir, passò successivamente alla 159° squadriglia del 50° Stormo Assalto, basato a Tobruk, pilotando i Ca 310 ed i Ba 65.      

     Promosso tenente nel novembre 1940, fu inquadrato nella 76° squadriglia, del 7° Gruppo Caccia Terrestre, portando in combattimento prima il C. 200 "Saetta" e poi il più prestante C. 202 "Folgore" sui cieli maltesi e africani. Nel 1943, già capitano, gli fu affidato il comando della 310° Squadriglia Caccia Aerofotografica equipaggiata su C. 205 V nella speciale versione fotografica modificata a Guidonia. Il 9 settembre fu protagonista di un episodio eccezionale, quando riportò  il suo Veltro a Guidonia con a bordo ben tre specialisti stipati nell’abitcolo e nella fusoliera. Dopo l’8 settembre Visconti fu impegnato nella formazione dell’A.N.R., comandando inizialmente la 1° Squadriglia e successivamente, divenuto Maggiore,  il 1° Gruppo Caccia. Visconti partecipò a numerosi combattimenti aerei ottenendo varie vittorie che gli valsero l’attribuzione di quattro dei cosiddetti “premi del Duce” e di varie altre decorazioni.

     Come già detto, la conclusione del conflitto, per uno dei più popolari e decorati piloti italiani fu tragica. Fu infatti ucciso a tradimento, con una raffica di mitra alle spalle, assieme al suo aiutante S. Ten. Valerio Stefanini, nel cortile della caserma dell’ex “Savoia Cavalleria”, a Milano il 29 Aprile 1945, dopo la fine delle ostilità ed in circostanze mai completamente chiarite.

     Come ricordato da chi lo ha conosciuto, oltre ad essere stato un grande pilota ed un eccezionale comandante, Visconti rappresentava il coraggio, la lealtà ed il valore di un aviatore, che viene oggi ricordato anche nella galleria degli Assi del Museo Nazionale dell’Aria e dello Spazio di Washington.

 

P  R  O  F  I  L  O        M  O  D  E  L  L  I  S  T  I  C  O

 

 

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Montaggio

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     Il kit della ditta giapponese, composto da 76 pezzi più altri quattro trasparenti e con incisioni in negativo, è realizzato molto bene, risulta di facile assemblaggio e può essere tranquillamente montato “da scatola”, senza cioè aggiungere accessori o effettuare modifiche di alcun tipo, ottenendo comunque un ottimo risultato finale. E’ infatti nota a tutti la qualità dei kit Hasegawa. Eventualmente, unico appunto di rilievo che può essere mosso al kit è la discutibile scelta (anche se per ovvi motivi commerciali) di aver stampato ali e fusoliera con pannellature e particolari identici sia per il C 202 e sia per il C. 205.

     Il sottoscritto ha invece ritenuto opportuno apportare al modello diverse piccole modifiche e aggiungere alcuni dettagli, non presenti nella scatola, allo scopo di aumentarne ulteriormente la già buona fedeltà storica.

In particolare, oltre ad avere utilizzato accessori in resina e fotoincisione, per interni ed esterni, sono state effettuate le seguenti modifiche.  

Interni:  

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             Gli interni dell’abitacolo, presenti nel kit, sono stati sostituiti e integrati con parti in resina e fotoincisione, apportando poi alcune modifiche come la correzione dell’impugnatura della barra di controllo (cloche), in modo da simulare quella della serie III munita di pulsanti supplementari per il comando dei due cannoni alari da 20 mm, l’affinamento dei bordi dell’abitacolo ed altre piccole modifiche di dettaglio.

 

Fusoliera:  

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-            Le due mitragliatrici poste in fusoliera, assenti nel kit, sono state autocostruzione e posizionate, prima della chiusura delle due semifusoliere, in prossimità delle due apposite scanalature, così come è stato posizionato un piccolo segmento di sprue filato sul compensatore di bussola posto davanti alle armi in fusoliera.

-          Sono state eliminate le due bugne posteriori della cofanatura motore (una per lato) ed è stato rimosso il dipolo dell’antenna, posto sopra la gobba, in quanto non è presente in questa versione.

-          I portellini laterali di accesso alla radio ed alla cassetta di pronto soccorso, posti dietro l’abitacolo, sono stati orientati e ubicati diversamente da come riportato nel kit, in quanto sul C.205 l’apparato radio era stato leggermente arretrato al fine di bilanciare l’aumento di peso del motore Fiat RA 1050, un po’ più pesante dell’Alfa Romeo RA 1000 montato sul Folgore.

   La parte mobile del timone di direzione è stata separata da quella fissa e riposizionata “mossa”.

         Sono stati asottigliati i flabelli anteriori e posteriori del radiatore dell’acqua, è stata posizionata l’asta orizzontale posteriore e sono stati inseriti vari segmenti di sprue sui due lati esterni del radiatore.

         Le entrate e le uscite dei due radiatori dell’olio, posti sotto il muso, sono state leggermente allargate in modo da assottigliare le paretine circolari esterne.

-          Per quanto riguarda gli scarichi del motore, ho accorciato la copertura anteriore ed ho allargato i fori posti anteriormente, ho assottogliato i due scudi e ho quindi proceduto alla sostituzione dei terminali di scarico contenuti nella scatola con altrettanti in resina che risultavano di forma e dimensione più corretta.

-          Il foro d’ingresso del filtro aria è stato approfondito, con l’aiuto di una punta di trapano, ed è stato posizionato il flabello, ricavato con plasticard, di apertura/chiusura filtro, in posizione aperta.

-          Ho posizionato una doppia armatura a protezione della parte posteriore dell’abitacolo che, come mostrato in alcune foto dei velivoli dell’A.N.R., sembra presentare quella posteriore più spessa di quella anteriore.

-          Sono poi stati autocostruiti e posizionati i due mirini ottici posti sopra il muso, così come sono stati autocostruiti e posizionati i due pomelli di sgancio rapido del tettuccio. E’ stato anche aggiunto il cavo di tenuta del tettuccio (ricavato da sprue filato) in posizione aperta.

 

Ali:  

-          Le fessure per l’uscita dei bossoli, poste sulle superfici inferiori, sono quelle della serie I, quindi, per questa versione sono stati aperti dei fori supplementari e sono stati ampliati quelli esistenti, così da rappresentare correttamente le uscite dei bossoli e dei maglioni dei cannoni alari da 20 mm. Sono state anche realizzate due piccole bugne che servivano ad alloggiare il meccanismo di riarmo dei cannoni.

-          Le luci alari ed il fanalino di coda sono stati rifatti, previa asportazione della parte di plastica interessata, con una piccola goccia di colla vinilica, la quale una volta asciutta è stata dipinta con gli appositi colori trasparenti della Tamiya. Nelle pannellature superiori, vicino a quelle delle armi, ho realizzato un incisione ovale, poi dipinta in verde, indicante l’avvenuta fuoriuscita del carrello principale (il colore era rosso a carrello retratto).

 

Carrelli:  

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-          Sono state realizzate le svasature a forma di semiluna presenti sulle cartelle dei carrelli alari di questa versione e ne è stata corretta la curvatura. Lungo le gambe dei carrelli ho poi posizionato dei tubicini in rame di colore nero opaco e con il tratto terminale in azzurro, al fine di simulare le condutture del  sistema frenante.

-          La zona di attacco tra le cartelle di chiusura del ruotino posteriore e la fusoliera è stata modificata portandola a ”filo” e inoltre le due cartelle sono state rese di minore spessore.

Varie:  

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-          Ho inoltre realizzato vari fori in corrispondenza dei cannoni alari, delle prese d’aria poste sopra la cofanatura del motore, del tubo venturi, dell’ispezione filtro carburatore, dei punti di sollevamento, della parte anteriore dell’ogiva e del mozzo del ruotino posteriore. Il foro presente sopra lo scarico destro è stato chiuso e rifatto più in alto e di forma ovale, come era per questa versione del Macchi. 

Colorazione:  

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     La colorazione del modello è qualla classica della Luftwaffe del 1943-44 che consisteva nel dipingere chiazze geometriche di Dunkelgrau 74 (FS 36081) e Mittelgrau 75 (FS 36132) sulle superfici superiori delle ali, dei piani di coda e sul dorso della fusoliera, mentre in Hellgrau 76 (FS 35622) erano dipinte tutte le superfici inferiori e le fiancate, sulle quali erano riportate anche delle macchie sfumate dei due grigi 74 e 75.

     Nella verniciatura del modello, eseguita ad aerografo, ho utilizzato per le superfici inferiori una miscela di colori sintetici della Humbrol composta da tre parti di bianco Hu 34 ed una parte di grigio azzurro Hu 175, che secondo il sottoscritto, può rappresentare abbastanza fedelmente il colore RLM 76. Per le superfici superiori e le sfumature presenti ai lati della fusoliera, ho utilizzato i colori acrilici della Gunze, H 68 per il RLM 74 ed il H 69 per il RLM 75.

     Un’attenzione particolare è stata posta alla colorazione delle varie tubazioni e dei cablaggi presenti nel vano carrelli e nell’abitacolo, i quali avevano precisi colori che ne identificavano il tipo di impianto. Ho ritenuto utile riportare in un’apposita tabella la corrispondenza tra i vari colori ed il tipo di impianto.

     Le pale dell’elica sono state dipinte in nero con le estremità in giallo, mentre l’ogiva era bicolore in bianco e grigio. 

 

Insegne:  

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     Per quanto concerne le decals, fornite dalla ditta italiana Cartograf, bisogna precisare che nella scatola sono presenti fasci alari tutti destri e quindi bisogna procurarsene altri. Io mi sono avvalso di quelli della Turo Model, così come ho utilizzato le insegne di nazionalità della Tauro, in quanto da un attento esame delle fotografie dell’epoca, quelle presenti nella scatola, almeno per questo modello del Veltro, risultavano leggermente sottodimensionate. Per quanto riguarda il numero di matricola del velivolo, non presente nel foglio decals, l’ho riprodotto utilizzando singoli numeri ricavati da un ulteriore foglio decals.

 

Finitura:  

     Successivamente all’applicazione della vernice trasparente lucida, per favorire la stesura delle decals, e delle decals stesse, ho applicato, sempre ad aerografo, una mano di vernice opaca ed ho quindi iniziato la “lavatura”, “scrostatura” e “sporcatura” del modello, al fine di conferirgli una giusta finitura operativa, facendo riferimento a varie fotografie raffiguranti il C 205 dell’A.N.R.

     Al termine delle operazioni di invecchiamento, ho, come di consuetudine, steso sulle superfici del modello un ulteriore, ma leggera, mano di vernice trasparente opaca, mescolata con un poco di vernice lucida, per proteggere i trattamenti realizzati e per conferire al modello una finitura prevalentemente opaca con alcune parti leggermente semilucide.

     A questo punto, una volta ritoccati o inseriti alcuni piccoli particolari del modello (luci, antenne, tettino ecc.), il “piccolo” Veltro risulta terminato.

 

Riferimenti

Mc205Visc25.jpg (31348 byte)

- Adriano Visconti asso di guerra (Tuttostoria), - Aero Detail n. 15, - Macchi C.202/205 (Sq.Signal n. 41), - R.A. vol II (D’amico e Valentini), -  Aerei Modellismo (numeri vari), - Caccia e Bombardieri della R.A. (Delta), - Atlante del Modellismo Aereo vol II (Delta) - Storia Militare n. 14, - Dimensione Cielo D3, - Dim. Cielo: Caccia Italiani II G.M. - Storia dell’Aviazione n. 73 (Fabbri), - C. 205 (Mucchi), - C. 205 (Monografie aeronautiche), - Salò una storia per immagini, - Gli ultimi in grigio verde (Giorgio Pisanò), - Air War in North Italy 44-45, - Rivista Storica n. 6/91, - Ali Antiche, - L’Aeronautica Nazionale Repubblicana (Albertelli), - Uomini e macchine nei cieli (Editoriale Olimpia).

S C H E D A     T E C N I C A

MACCHI  C. 205 “VELTRO” -serie III-

 

Tipo: Caccia monoplano ad ala bassa a sbalzo, monomotore, monoposto e con struttura interamente metallica.

D I M E N S I O N I

P R E S T A Z I O N I

Apertura alare:

Lunghezza:

Altezza:

Superficie alare

Peso a vuoto:

Peso a pieno carico:

10,58 m

8,85 m

3,05 m

16,80 mq

2.581 Kg

 3.408 Kg

Motore:

 

Velocita’ di crociera:

Velocita’ massima:

Salita a 6000 m

Autonomia:

Tangenza massima:

Fiat RA 1050 RC.58 Tifone da 1475 Hp (Daimler Benz DB 605 A-1)

425-520 km/h

642 Km/h

in 5’53”

855 Km

11.500 m

A R M A M E N T O

- 2 cannoni Mauser MG-151/20a da 20 mm alari, con 250 colpi per arma;

- 2 mitragliatrici Breda-SAFAT MC 12,7 da 12.7 mm. montate in fusoliera con 370 colpi per arma;

- possibilità di portare 2 bombe da 160Kg.

T A B E L L A      D E L L E     C O L O R A Z I O N I

Corispondenza colori

Corrispondenza delle colorazioni delle tubazioni con relativi impianti

Nome

Verde Anticorrosione

Dunkelgrau RLM 74

Mittelgrau RLM 75

Hellgrau RLM 76

Bianco Neve 6

FS595B

34558

36081

36132

35622 

37925

Verde 9

Bruno 10

Azzurro 11

Bianco neve 6

Giallo cromo 7

Rosso 8

Nero 12

Liquido di raffreddamento

Lubrificante

Aria

Ossigeno

Carburante

Antincendio

Gas di scarico

 

Paolo Pesaresi

 

 

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