Premessa
Queste note
sono tratte da un articolo che ho scritto per il Notiziario del Club
Modellismo Plastico Ravenna n° 4/00 e sono state preparate con il
consenso del direttore del Club.
Quanto
qui riportato vuole solo descrivere la mia opinione e la mia personale
esperienza nei confronti della costruzione del modello in scala 1/48 di
uno dei più belli e significativi aerei della Regia Aeronautica nella
II° Guerra Mondiale; non ha quindi alcuna pretesa di essere
definitivo e critiche migliorative documentate penso non possano fare
altro che bene, nell’interesse di tutti i modellisti interessati ai
nostri aerei di tempi passati.
Costruzione
Sul
Notiziario CMPR n°23 del 1975 comparvero i disegni quotati originali di
fabbrica relativi al Macchi C205; non prendendo in considerazione
i particolari che differiscono dal C202, ho utilizzato questi dati per
verificare per scrupolo i disegni riprodotti in scala 1/48 sul fascicolo
n°2 della serie Ali d’Italia, dedicato appunto al C202.
La
lunghezza della fusoliera, escluso l’ogiva, (particolare questo
differente fra i due aerei) è riportata essere 8250 mm che in scala 1/48, corrisponde a
171.87 mm: dato perfettamente corrispondente al disegno, nei
limiti della precisione consentita da una squadretta millimetrata; ho
verificato anche altre misure, ma in particolare la mia attenzione è
stata richiamata dalla distanza asse dell’aereo, passante per il
centro dell’ogiva, - altezza della struttura anticappottamento: questa
misura è di 990 mm, come quota originale, pari a 20.62 in scala 1/48:
con il calibro ho rilevato 20.6 sul disegno.
Per
completezza mi sembra giusto riportare le dimensioni reali e quelle in
scala:
lunghezza
(mm) 8850 (reale)
184.37 (1/48)
apertura
alare (mm) 10580(reale)
220.04 (1/48)
queste
dimensioni mi sembra siano riportate abbastanza correttamente nel
suddetto disegno in scala, nei limiti di approssimazione dell’ultima
cifra apprezzabile con la squadretta e/o con il calibro, come chiunque
può verificare..
A
questo punto ho iniziato a confrontare il kit 1/48 dell’Hasegawa con i
disegni suddetti, partendo dalla semifusoliera sinistra, facendo
coincidere la parte anteriore del muso ed il profilo superiore;
ho
potuto notare le discrepanze seguenti:
·
La
fusoliera è più corta di circa 2.3 mm;
·
L’altezza
della struttura anticappottamento rispetto alla sponda dell’abitacolo
dovrebbe essere 9.4 mm; risulta invece 8.7 mm;
·
Leggera
magrezza inferiormente, nella parte posteriore della fusoliera.
Personalmente ho deciso di
apportare le correzioni necessarie ad eliminare le prime due piccole
imprecisioni, perché, a mio avviso, specie quella relativa
all’altezza della struttura anticappottamento, falsano la linea
dell’aereo.
Per
prima cosa ho provveduto a staccare dalle due semifusoliere le due parti
relative al timone, che andranno rimontate in posizione “mossa” per
maggiore realismo.
Ho
tagliato prima la semifusoliera sinistra 3 mm. davanti al foro di
sollevamento; ho quindi incollato orizzontalmente dei rettangoli di
plasticard di spessore di
circa 0.5 mm sulla parte contenente l’abitacolo, in modo che
sporgessero più di 2.3 mm, e, una volta fissati, l’ho posizionata sul
disegno ed incollato alla distanza corretta sui listelli di plasticard sporgenti,la parte della semifusoliera
contenente la coda. Ho poi riempito la fossetta così rimasta con
listelli di plasticard opportunamente piegati secondo l’andamento del
profilo della semifusoliera.
Foto n° 1
La
foto n°1 mostra
la semifusoliera sinistra allungata nel modo suddetto, posizionata sul
disegno, in modo da far combaciare la lunghezza del kit con quella del
disegno.
Ho
ripetuto l’operazione per la semifusoliera destra, controllando la posizione relativa dei pezzi,
affiancandole durante l’incollaggio.
Foto n° 2
Nella
foto n°2 è
visibile il raccordo effettuato all’interno della fusoliera destra. Ho
completato il lavoro con lo stucco e, con una punta, ho ripristinato le
incisioni..
A
questo punto ho abbassato la sponda dell’abitacolo, tenendo unite le
due semifusoliere e verificando, durante l’operazione, la posizione
del parabrezza. Ad essere pignoli, il parabrezza è leggermente
sottodimensionato rispetto al disegno; ho pensato di evitare di
ristamparlo raccordando, al momento del successivo montaggio del parabrezza, la parte posteriore inferiore del
parabrezza con la sponda dell’abitacolo con piccoli pezzetti di strip
Evergreen.
Messo
da parte il parabrezza, ho preso il pavimento fornito dal kit ed ho
eliminato il poggiapiedi e l’appoggio del sedile ed ho voluto
verificare che il pavimento entrasse correttamente nel suo alloggio,
chiudendo a secco le due semifusoliere.
Lo
spessore delle pareti del sedile va ridotto con carta abrasiva.
Il
soggetto da me scelto per la riproduzione è uno della III° serie e, guardando gli interni riprodotti alle pagg. 50 e 51 del
fascicolo dell’Ali d’Italia, ho pensato che la struttura che
sostiene il sedile fosse ancora quella tipo C200 (foto pag. 51), mentre
l’altra dovrebbe essere dalla IV° serie in avanti: per questo ho
completato la struttura fornita dal kit con rod da 0.5 mm, come quella
di pag. 51. Ho poi inserito
le fotoincisioni del kit Eduard n° 48-163, dedicato appunto al C202
Hasegawa, relative al pavimento, sul pavimento stesso, verificando il
posizionamento all’interno della fusoliera chiusa; successivamente ho
autocostruito con sprue e rod da 0.5 mm la bombola dell’ossigeno da
posizionare sotto la struttura del seggiolino. Prima di posizionare la
bombola ho incollato i
fotoincisi relativi alle sezioni dei poggiapiedi e la pedaliera
arricchita dalle cinghie costruite
con carta un po’ spessa.
Ho
verniciato il tutto con verde anticorrosione della Lifecolor UA 116 (FS
34558). Si potrebbe a questo punto fare obiezioni circa la colorazione
dell’interno dell’abitacolo: infatti, sul libro GMT-CMPR-GAVS
“Colori
e schemi mimetici della Regia Aeronautica 1935-1943” a pag.47 è
riportato l’uso dei colori previsto dalla Tavola 10 e per le superfici
interne della fusoliera è previsto il Grigio Azzurro Chiaro; è
probabile però che questa prescrizione non fosse spesso applicata, per
cui credo che al modellista rimanga un ampio margine di scelta; se altri
avranno in proposito informazioni più precise, penso che tutti i
modellisti che si occupano di questo periodo della nostra Aeronautica
saranno ben contenti di conoscerle. Per quanto riguarda la bombola
dell’ossigeno, stando alla tabella VI a pag. 68 del suddetto libro,
dovrebbe essere in Bianco neve 6; se torniamo alla foto a pag.51 in
basso del citato libro dell’Ali d’Italia, sembra che solo la parte
superiore della bombola sia di suddetto colore, per cui ho dipinto in
bianco la parte superiore, in alluminio la parte con il rubinetto e
l’uscita e ho usato dei grigi di diversa tonalità per il corpo e la
banda.
Successivamente
ho posizionato la cloche con
i relativi cavetti. Per il
cruscotto, ho usato quello del kit Eduard mentre per le pareti laterali,
ho preferito usare quelle del kit, facendo riferimento per la colorazione alle foto a colori
relative al C202/C205 comparse sul fascicolo dell’Aero Details
n°15, dedicato appunto ai caccia Macchi. A questo punto ho posizionato sulla semifusoliera destra il
poggiatesta corazzato, dopo averlo assottigliato in spessore e forato
per far passare la catenella che regge le cinture di sicurezza, per le
quali ho usato il foglio fotoinciso della RCR , dedicato alle cinture
della Regia Aeronautica in 1/48. Facendo riferimento alle suddette foto
a pag. 51 ho costruito con plasticard la struttura di protezione
posteriore al sedile, sagomata e forata come nelle foto, e l’ho
vincolata alla parte posteriore del pavimento (foto n°3).
Foto n° 3
Aiutandomi
con un profilometro, ho costruito la parte superiore del pezzo C17, che
costituisce la sezione su cui poggia l’incastellatura del motore;
siccome non volevo rappresentare nessuna parte aperta, e avendo deciso
di non autocostruire le protezioni antisabbia, che potevano chiudere
l’interno del
vano carrelli, per proteggere il motore, ho costruito un simulacro del
motore con un parallelepipedo in plasticard dipinto di nero e l’ho
ancorato alla fusoliera. Ho poi prolungato le aste inferiori del
castello motore (pezzo C16) e le ho incollate superiormente al simulacro
del motore. A questo punto, facendo riferimento alle foto dell’interno
del vano carrelli del C202 che compaiono sul citato Aero Detail 15,
usando cavetti elettrici di vario colore, filo di stagno per saldature
con filo elettrico sottile avvolto intorno e pezzetti di sprue, ho
costruito l’interno del vano carrelli. Ricordo che tutto questo è
stato fatto sempre con la fusoliera aperta, appoggiandosi ora ad una metà,
ora ad un’altra, ma sempre appoggiandole l’una a l’altra ogni
tanto, per controllare che l’effetto a fusoliera chiusa fosse
corretto: chiaramente per la costruzione dell’interno del vano
carrelli, ho fatto ricorso anche ad un controllo a secco della parte
inferiore delle ali.
A
questo punto ho montato il sedile, dopo averne assottigliato le pareti
dopo averlo dipinto in alluminio. Ho autocostruito il cuscino, per il
quale ho usato un pezzo del bordo di un vecchio asciugamano e montato le
cinghie.
Ultima
cosa, ho forato, dipinto e montato gli scarichi del motore, poi ho
chiuso la fusoliera, intervenendo con lo stucco ove necessario.
Con
una punta di trapano di 0.4 mm ho evidenziato le chiusure dei pannelli
per l’ispezione delle armi. Poiché la presenza di bugne sul cofano
motore poteva variare a seconda che fosse montato il motore originale
tedesco o quello italiano costruito su licenza, mi sono rifatto alla
documentazione fotografica; volendo rappresentare l’aereo 91-3 del
Cap. Ruspoli, è possibile vedere che su questo erano assenti la bugna
più vicina all’elica e quella più arretrata, che ho provveduto ad
eliminare.
Passando
alle ali, vanno eliminate i due portellini più esterni, stuccando in
maniera opportuna; ho poi eliminato gli ipersostentatori del kit,
lasciando gli alloggi per le cerniere, per poter successivamente
inserire i flaps fotoincisi
della Eduard, kit 48-164. Nella parte inferiore delle semiali ho
eliminato la struttura che si trova internamente all’ala, nella
striscia di separazione fra i due vani e l’ho sostituita con le
corrispondenti parti 15 e 60 del kit Eduard 48 – 163, facendo
corrispondere la sua posizione rispetto ai cavi del vano carrelli come
nelle foto del libro Aero Detail citato. Ho montato le semiali inferiori
e quindi le superiori, dopo avere eliminato da quest’ultime la armi
alari da 7.7 mm; ho però lasciato nelle semiali inferiori le aperture
degli scarichi dei bossoli, perché gli aerei potevano avere la
predisposizione al montaggio delle armi alari.
A
questo punto ho assemblato i flaps fotoincisi, inserendo l’asta di rod
da 0.5 mm nei fori dei primi due e inserendola nei successivi uno alla
volta, via via che venivano montati, per facilitare l’allineamento.
L’aereo da me prescelto montava sull’ala destra una fotocamera Robot
per le riprese; ho trovato in una sequenza presente nella serie di
videotape “ La Guerra del Duce” i particolari di come questa camera fosse posizionata sull’ala per un C200; inoltre, anche
se il disegno non è esatto, per la posizione mi sono aiutato con i
disegni relativi al C200 (praticamente un’ala molto simile a parte
l’attacco degli alettoni) apparsi su Ali e Colori n°2 pag.18; quindi,
sull’ala destra, ho posizionato un tubicino di 2 mm di diametro, di lunghezza 3.5 mm, appena sporgente rispetto
al bordo di entrata alare e con l’asse distante 1.8 cm dall’attaccatura dell’ala alla fusoliera, misurati sul
bordo d’entrata; dietro a questo, sull’ala, in asse rispetto
all’asse del tubicino, ho posizionato un rettangolo di plasticard di
spessore 0.2 mm, di dimensioni 4 mm x 3 mm., per simulare il coperchio
del vano che alloggia la fotocamera. L’interno del tubicino va dipinto
in nero e , a verniciatura ultimata, andrà inserito del Kristal Kleer per simulare il vetro di chiusura. Altra cosa da
montare a questo punto sono le piastre di fissaggio delle ali alla
fusoliera: si può usare quelle del kit Eduard o autocostruirsele con plasticard di spessore 0.2 mm.
Il
montaggio dei filtri dell’olio e dell’acqua sotto la fusoliera non
presentano particolari difficoltà e possono essere dettagliati con le
suddette fotoincisioni.
Arrivato
al montaggio dei carrelli, ho limato la parte delle ruote che va al
contatto con il terreno, ed ho simulato con stucco bicomponente il
rigonfiamento della ruota, in corrispondenza appunto alla superficie di
appoggio.
Colorazione
Per
la colorazione: come ho già
detto, volevo rappresentare l’aereo del 4° Stormo 91 – 3 del cap.
Ruspoli; questo aereo fu oggetto di un articolo con tavola a colori sul
Notiziario CMPR n°25 del 1975; nell'articolo si faceva notare come la
mimetica delle superfici superiori si estendesse anche sotto il muso e
sotto la parte della fusoliera posteriore alle ali: questo fatto è
verificabile, per lo meno per quanto riguarda il muso, anche su foto a
colori di recente pubblicazione: Il Grigio Azzurro chiaro interessa
quindi solo la superficie inferiore delle ali, estendendosi anche a
quella del radiatore dell’acqua e quella degli alettoni di coda: Per realizzare questo colore ho
usato l’XF19 della Tamiya con aggiunta del XF27, fino ad ottenere una
tonalità simile al FS 36307.
Le
superfici superiori sono in Verde Oliva scuro con chiazze fitte di
Nocciola Chiaro.
Recentemente
su più testi si è definita questa mimetizzazione “ metropolitana”,
ma si tratta di un errore: infatti se si va a riprendere le disposizioni
ufficiali della Tavola 10, si vede che l’applicazione del Nocciola
chiaro è specificata per “ quando è richiesto, chiazze sulle
superfici dorsali degli aeroplani impiegati in colonia”. Solo
successivamente, con la disposizione 12413 del giugno 1942, viene
invertita la disposizione delle tinte. Questo fatto era ben sottolineato
da due disegni a colori nella prima edizione del libro sulle mimetiche
del CMPR e dalla citazione
della disposizione a pag.34.
Per
realizzare questo, e cioè le chiazze applicate sul Verde Oliva scuro,
come è evidente anche dalle foto dell’aereo, ho dipinto prima le
superfici superiori con il Nocciola chiaro (Gunze H-310) poi con una
matita molto morbida ho disegnato i profili delle chiazze .
A
questo punto ho dipinto lo spazio fra le chiazze in Verde Oliva scuro (Tamiya
XF27 o Gunze H-65) lasciando contornate le chiazze; in questo
modo però si vede che il colore Nocciola è “sotto”, per cui ho
ripreso ciascuna chiazza con detto colore e mi è parso di avere
ottenuto l’effetto desiderato.
Per
le decals: i fasci alari ed il fascio di fusoliera provengono dal foglio
dedicato alle insegne di nazionalità della Tauromodel, lo stesso per la
croce di coda; le scritte sul timone e la matricola MM 7844 provengono
dal foglio della prima scatola Tauromodel del C202: lì la matricola era
attribuita all’aereo del Ten. Reiner; non so se questo è vero, cioè
se l’aereo ha cambiato pilota, ma senz’altro dalle foto presenti
anche nel suddetto Notiziario, quella è la matricola del 91 – 3.
Infine
le insegne e la numerazione di squadriglia provengono dal foglio
Skymodels dedicato al C202.
Conclusione
Questo
è tutto e spero così di poter dare il mio contributo, fornendo
possibili spunti, così come, nel corso degli anni e tutt’oggi altri
modellisti li hanno forniti e li forniscono a me.
Riccardo
Trotta