Premessa
Oltre un anno fa in vetrina
di un negozio di modellismo notavo una pila di scatole di SM.79 Airfix
con sopra scritto: "Ultime disponibili per cessata
produzione". Sarebbe troppo lungo descrivere la sensazione che ho
provato davanti a quello che era stato il primo modello
"italiano" che offriva il mercato in quella nella notte dei
tempi e montato dal sottoscritto in almeno tre esemplari a distanza di
tempo. Preso quindi da questi ricordi ne acquistai ben tre scatole
deciso a montarne immediatamente un’esemplare per quanto possibile
degno di salutare la benemerita riproduzione.
Tornato a casa mi accingevo a
rimettere insieme la documentazione in mio possesso completata
soprattutto importunando un amico sempre ben documentato e
disponibile: Di questa ricerca di fondamentale aiuto mi sono apparsi i
due fascicoli di :"Ali d’Italia" n° 9 ed 11 dedicati
al’S.79 e l’ottima monografia n°20 del C.M.P.R. del 1975. Già
sfogliando gli articoli mi rendevo conto di quanto si sia evoluta la
tecnica modellistica e ahimè quanto lavoro mi attendeva per tentare
di cavarne un modello accettabile rischiando anche di rovinare tutto
con tecniche per me abbastanza impegnative. Decidevo cosi di
riprodurre uno degli Sparvieri utilizzato da Carlo Emanuele Buscaglia
pur non essendo quello maggiormente da lui usato ossia il 281-4,
quindi sceglievo per la maggiore documentazione reperita l’esemplare
la cui foto è riprodotta a pag.22 di Ali d’Italia n°11 MM.23838
codice 281-5 e in seconda copertina della stessa pubblicazione che ne
mostra bene la complessa mimetizzazione caratterizzata da una
sovrapposizione di grigio-azzurro chiaro sulle precedenti vernici
mimetiche, dato sulla parte anteriore della fusoliera fino
all’inizio della gobba e sul bordo di attacco alare per renderlo
meno visibile negli attacchi sul mare; un’altra particolarità
consiste nella sovrapposizione della scritta 281-5 alla ancora
visibile insegna della 68° squadriglia da cui proveniva l’aereo.
Costruzione
Per ovviare in parte alla
carenza di dettagli interni ed errori presenti sono ricorso a
l’acquisto delle fotoincisioni della Eduard, i motori in metallo
bianco della Tauro Model, riproducendo infine la struttura e altri
particolari in plasticard e profilati Evergreen.
Confrontando il contenuto del
Kit con il trittico iniziavo a correggere quasi ogni pezzo tanto che a
modello ultimato praticamente niente era più uguale all’originale,
sostanzialmente asportando materiale dove in eccesso con tagliabalsa,
limette e carta abrasiva aggiungendo striscette di plasticard
modellate e stucco per quelle in difetto; conseguentemente provvedevo
a carteggiare le incisioni, tutte in positivo e di pura fantasia
nell’originale rincidendole e cercando di rendere l’idea dei
diversi materiali tela, compensato e alluminio di cui l’aereo era
composto.
Le principali modifiche sono
state: accorciamento della fusoliera, dello sportello di copertura
superiore al vano bombe poi riprodotto termoformato, modifica alla
linea della gobba con conseguente temoformatura dei trasparenti per
adattarli alle nuove dimensioni, correzione della posizione e
dimensione di tutte le finestrature, aggiunta dell’anello conico fra
fusoliera e cappottatura del motore anteriore, sostituzione faro
atterraggio, attacchi siluro e ricostruzione del siluro stesso,
antenne radio e goniometrica, rettifica gondola puntamento, correzione
carenatura rotino, ritocco di tutte le superfici di governo e
costruzione delle cerniere, correzione della carenatura fra ala e
fusoliera e adattamento alla nuova corda alare.
Passando all’ala: riduzione
della corda alare, inserimento di un longherone di rinforzo lungo
tutta l’apertura per ovviare a un noto difetto che portano le ali di
questo modello a piegarsi verso il basso, due falsi longheroni per
dare appoggio agli alettoni e ai flaps, riproduzione della struttura
dei vani carrello accorciamento dei vani e portelli di chiusura ,
modifica del profilo dell’estremità posteriore della gondola
(poppino) e applicazione di due bugne sulla parte superiore,
ricostruzione di tutte le superfici mobili e delle loro cerniere,
correzione della forma delle estremità alari, allargamento del
diametro del foro anteriore delle cappottature dei motori,
assottigliamento delle due laterali verso la parte posteriore per
rendere svasate e non parallele, assottigliamento interno e
adattamento al diametro dei nuovi motori, ricostruzioni tubi di
scarico, foratura dei mozzi delle eliche per adattarle ai nuovi
motori, foratura dei radiatori olio sul bordo di entrata e dorso
alare.
Colorazione
Per la verniciatura data la
difficoltà che ho trovato a reperire i colori con le tonalità
necessarie nei negozi di Firenze ho dovuto usare colori acrilici di
diverse marche normalmente in commercio, malgrado nelle prove avessi
avuto esiti accettabili, sul modello sono apparse crettature e pallini
evidenti che sono riuscito a mimetizzare a lavoro finito solo con una
leggera passata di uno spazzolino duro ma soprattutto più mani
abbondanti di trasparente opaco della Humbrol.
Per le decal applicate su una
mano di trasparente lucido e trattate con liquidi ammorbidenti, sono
ricorso a svariati fogli della Tauro Model ricavando la matricola
militare e i codici di reparto con tagli, collage e sovrapposizioni.
Conclusione
Cosa concludere..... forse il
lavoro richiesto e il molto tempo impiegato non è stato pienamente
gratificato se paragonato a quanto si può ottenere con una moderna
scatola di montaggio, comunque a me sembra un modello accettabile e
molto "mio", tanto che dopo una necessaria rigenerazione con
un paio di Kit di quelli che si montano "scuotendo la
scatola" sento un irresistibile attrazione (avendo ancora una
scatola intera più gli avanzi delle altre due), per ’S.79 corsa
I-BISE riprodotto in seconda copertina del volume Ali d’Italia n°9
nella sua sgargiante livrea.....Qualche amico per piacere mi distolga
dall’idea gli sarò molto grato.
Roberto
Bianchi
Gruppo
Plastimodellismo Fiorentino
IPMS
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