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Sostantivi maschili in piemontese e femminili in italiano
Come ultima osservazione si richiama l'attenzione sul sostantivo maschile invariante capitani che significa capitano (grado militare), che è tanto singolare che plurale, pur avendo forma plurale. Questo non si applica ad altri gradi militari. Per curiosità questi sono (esercito):
I nomi degli alberi e degi animali. In Piemontese gli alberi possono essere maschili o femminili ma,ma in modo diverso dall'Italiano. Se qiesti poi sono alberi da frutto, allora albero e frutto sono dello stesso genere, a differnza dell'italiano. Infatti, in Italiano, se melo è l'albero, il frutto è la mela, mentre in Piemontese l'albero è il "pomé" e il frutto è il "pom". Riportiamo questo in una tabella quì sotto.
Per quanto si riferisce agli animali, notiamo che vi è una categoria di questi che parte dal nome maschile e fà un normale femminile per indicare l'animale femmina.
Nomi alterati Per quanto riguarda i sostantivi, occorre ancora considerare le alterazioni in Accrescitivi, Diminuitivi, Vezzeggiativi, Dispregiativi, nonchè qualche altra cosetta. Accrescitivi (Chërsativ) Vengono utilizzate in piemontese le desinenze on, on-a. Con parole terminanti per consonante, la desinenza viene semplicemente aggiunta al nome: cit = bambino -> citon = bambinone Altimenti la desinenza sostituisce la vocale finale: cita = bambina -> citon-a = bambinona Diminuitivi (Diminutiv) Vengono utilizzate in piemontese le desinenze et, ëtta, eta oppure in, in-a Valgono le stesse regole (come norma usuale), con variazioni eufonoche in alcune parole. Si nota che queste variazioni (o eccezioni), non sono casuali, ma seguono regole di formazione delle parole che sono caratteristiche della lingua piemontese. Ricordiamo che il diminuitivo in eta è di origine provenzale. gal = gallo -> galet = galletto fieul = ragazzo -> fiolin = ragazzino banca = panca -> banchëtta = panchina pòrta = porta -> portin-a = portina viòla = viola -> violëtta oppure violeta= violetta Si nota che se l'ultimo suono vocale della radice è eu \[oe]\ questo si trasforma in o (pron. \u\). Questo è sistematico e dipende da un interessante meccanismo di formazione delle parole, che per brevità non viene qui trattato. paireul = paiolo -> pairolin = piccolo paiolo Vezzeggiativi (Carëssativ) Utilizzano le desinenze: in, in-a ; òt, òto, òta ; ucio, ucia ; uss, ussa. Come sopra. Alcuni esempi sono riportati qui sotto: paisan-a = di paese, contadina -> paisanòta = contadinella véj = vecchio -> vejòto = vecchietto gal = gallo -> galucio = galletto (detto di persona che "fa il galletto") Vi sono poi termini vezzeggiativi specifici come ad esempio pocionin = tesoruccio, e simili (delicato modo di chiamare l'innamorata). Dispregiativi (Dispresiativ) Le desinenze utilizzate sono: ass, assa ; astr, astra ; um , am aja in senso collettivo paisan = di paese-> paisanass = villanaccio mare = madre -> marastra = matrigna gent = gente -> gentaja = gentaglia Non tutte le forme del dispregiativo sono semanticamente dispregiative, ad esempio: bonòm = buon uomo, ingenuo -> bonomass = bravuomo Anche in italiano è presente un meccanismo di questo tipo, benchè riferibile ad altri sostantivi. Non esiste (o non è usato) ad esempio il corrispondente italiano buonomaccio, ma esiste poveraccio non dispregiativo, che non ha corrispondente piemontese (ove si usa, invece, pòvr òm). Alterazioni composte Si possono associare ad esempio diminitivo e vazzeggiativo, utilizzando desinenze come inòt, inòta ; etin, etin-a inin, inin-a otin, otin-a Un altro caso è l'associazione di dispregiativo ed accrescitivo, con le desinenze asson, assona ; onass, onassa mòra = mora, bruna -> moretin-a = morettina crin = maiale -> crinasson = porcaccione Alterazioni irregolari I nomi che terminano con à (accentata), inseriscono una d eufonica tra radice e desinenza (e mantengono la a). Analogamente succede ad alcuni nomi terminanti in ò accentata grave. In questo caso si nota che l'accento si sposta sulla desinenza e la ò diventa o, pronunciata \ u \. I nomi che terminano con é (accento acuto), inseriscono una r eufonica tra radice e desinenza (e mantengono la e) s-ciairà = (una) guardata -> s-ciairadin-a = guardatina ciò = chiodo -> ciodin = chiodino bergé = pastore -> bergeròt = pastorello Inoltre, alcuni nomi presentano alterazioni un po' particolari; sgiaf = schiaffo -> sgiaflon = schiaffone fòl = scemo -> folaton = stupidone masnà = bambino/a/i/e -> masnajòta = bambinetto/a ; -> masnajòte = bambinetti/e strà = strada -> strajòla = stradina Nel caso di "masnà" notiamo che l'accrescitivo è declinato come segue: masnajon = bambinone ; masnajon-a= bambinona, bambinone (m. s.); masnajon-e= bambinone (f. p.) E così via. Si nota che quando nella alterazione di un nome contenente la ò \ o \ questa perde l'accento, la corrispondente pronuncia diventa \ u \ come da regola. Inoltre, come già accadeva nella formazione del femminile, le finali in "...cc, ...ch, ...gg, ...gh" suppongono modifiche per la coerenza della pronuncia, mentre questo non capita, in questo caso, per la finale in "...n". Diamo giusto qualche esempio: ròch \ r'ok \ = pietra -> rocon \ ruc'u[ng] \ = pietrone (si perde la "h") baricc \ b&r'i[ch] \ = strabico -> bariciass \ b&ri[ch]'&s \ = strabicaccio (si perde una "c" e si aggiunge una "i") man \ m&[ng] \ = mano -> manùcia \ m&n'[ue][ch]i& \ = manuccia, manina (la "n" non cambia) False alterazioni Come anche in italiano, esistono parole che appaiono come forme alterate e non lo sono. Ad esempio: cassa tra l'altro, è un mestolo grande (quello più piccolo si chiama cassùl); la parola cassin-a non è un'altra varietà di mestolo piccolo, ma è la cascina. Allo stesso modo baron = mucchio non è un grosso bar. Diminuitivi con diversa radice Come in molte altre lingue (italiano compreso), il diminuitivo di alcuni nomi è un nome diverso oppure vi è anche un nome diverso: beu = bue -> bocin = vitello vaca = mucca -> vitéla = vitella
Allora si hanno espressioni del tipo: Madama Pautass a l'é pròpi na sgnora. ; Sgnor avocat, monsù Pautass a ciàma ëd vëdd-Ve. Per inciso, nel piemontese classico la forma di rispetto rivolgendosi ad una persona molto importante oppure avanti con gli anni è il "Voi" (2^ pers. plur.). Per le normali relazioni non confidenziali si usa il "Chiel, Chila" (3^ pers. sing.). Infine, per le relazioni confidenziali si usa il "Ti" (2^ pers. sing.). Ultima nota: Madamin è un nome femminile, anche se appare come un diminuitivo maschile (non lo è). Toton invece è proprio un accrescitivo ed è proprio maschile (nessuna allusione?!). Si riprende questo argomento in Sintassi.
Allora si ha che: Rossi, Rosso diventa Ross \ rus \ Manzoni, Manzone diventa Manson \ m&[ng]zu[ng] \ Rizzotto, Rizzotti diventa Risòt \ rizot \ Quaglia diventa Quaja \ [qu]&y& \ Cappello, Capello diventa Capél \ c&p'el \ Pautasso diventa Pautass \ p&ut'&s \ e così via.
Caterina = Catlin-a Giovanni, Giovanna = Gioan, Gioan-a (diminuitivo = Gioanin) Francesco = Fransesch Pietro, Piero = Pero (attenzione però che San Pietro non è San Pero ma SanPé) Giuseppe, Giuseppino = Giusep, Giuspin (diminuitivo = Pinin, Pinòt) Giacomo, Giacomino = Giaco, Giacolin Lucia = Lussìa Giorgio = Giòrs Tommaso = Tomà Luigi = Luis Bartolomeo = Bërtromé (diminuitivo = Tromlin) Margherita = Margrita (diminuitivo = Margritin, Ghitin) Maddalena = Madlen-a (diminuitivo = Madlinin) Carlo = Carlo (diminuitivo = Carlucio) Vittorio = Vitòrio (abbreviaz. = Tòio) Camillo = Camilo (abbreviaz. = Milo) Lorenzo = Lorens (abbreviaz. = Rens) Agnés = Agnese (diminutivo = Nisin-a) .
Qualche esempio: Vercelli -> Versej (pr. \ værs'æy \) Cuneo -> Coni (pr. \ c'uni \) Asti -> Ast (pr. \ '&st \) Pinerolo -> Pinareul (pr. \ pin&r'[oe]l \) Lanzo -> Lans (pr. \ l'&[ng]s \) Alessandria -> Lissàndria (pr. \ lis'&ndri& \) Bardonecchia -> Bardonécia (pr. \ b&rdun'e[ch]i& \) Venezia -> Venéssia (pr. \ ven'esi& \) Napoli -> Nàpoli (pr. \ n'&uli \) Parigi -> Paris (pr. \ p&r'iz \) Lione -> Lion (pr. \ li'u[ng] \) Due note: - A Torino il duomo è intitolato a S Giovanni Battista e per tutti, a Torino, si tratta della "Cesa 'd San Gioan", oppure semplicemente del "Dòm". Ma a Torino vi è anche la chiesa con annesso Istituto Salesiano di San Giovanni Evangelista, per tutti, a Torino, questa è la "Cesa 'd San Gioanin" (chiesa di San Giovannino) e così si chiama anche il relativo Istituto Salesiano. A proposito poi del fondatore dei Salesiani (San Giovanni Bosco) a Torino viene sempre e solo chiamato semplicemente "Don Bòsch". - Il nome Pero = Pietro non viene usato, di solito per San Pietro che invece viene tradotto San Pé. Per altre particolarità si veda la parte di Sintassi. |
Valle Stretta
La testata della Valle Stretta (Bardonecchia) vista dalla aerea cima della Guglia Rossa -
(foto R. Robiglio)