IL PRINCIPIO
DELLA CREAZIONE DI DIO
Traduzioni di Rivelazione 3,14
Nell'apocalisse
l'apostolo Giovanni descrive Gesù come "l'Amen, il testimone fedele e
verace, il principio (αρχή= principio, capo o
mezzo) della creazione di Dio" (Apocalisse 3,14).
Cristo è sicuramente il “principio
della creazione di Dio”, essendo stato generato prima della creazione del
mondo ed avendo collaborato attivamente alla creazione di tutte le cose
(Giovanni 1,1-1,3; Colossesi 1,15-1,18; Ebrei 1,2). In tal senso la traduzione di αρχή
con “principio” è esatta. Non si può e non si deve negare che Cristo sia stato
realmente generato prima di tutte le cose: le creature però vennero create dal
nulla, mentre il Figlio Unigenito[1] fu generato,
cioè separato dal seno del Padre prima della creazione del mondo (Giovanni
1,18). Di fatto, "tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste" (Giovanni 1,3), segno evidente che il Logos
non è parte della creazione né rientra nella categoria delle cose create. Alcuni Padri della
Chiesa (Atanasio, Gregorio di Nissa, Cirillo di Alessandria, Teodoro e Augustino), seppur convinti da tale semplice spiegazione,
hanno interpretato in chiave allegorica le espressioni “Primogenito di tutte le creature” (Colossesi 1,15), "Principio" (Colossesi 1,18) e "Principio della creazione di Dio" (Apocalisse 3,14), cioè nel senso di
“primogenito o principio della nuova creazione di Dio”.
Se comunque pensiamo che la creazione vada intesa in senso ampio, comprendendo la produzione diretta del Logos (prima) e la creazione dell'Universo tramite il Logos (dopo) non abbiamo bisogno di cercare spiegazioni teologiche o linguistiche particolari. L'errore di molti è pensare che si possano separare i due eventi: Dio produce prima la sua Parola e tramite essa crea il Mondo e tutto questo fa parte di un'unica opera creatrice. La generazione del Verbo è diversa dalla creazione perché sgorga direttamente dalla mente dell'Eterno, senza artefici, architetti, collaboratori o intermediari.
Occorre pertanto
onestamente riconoscere che Gesù Cristo:
·
fu "generato" prima
di tutte le creature (Proverbi 8,22; Colossesi 1,15; Apocalisse 3,14);
·
fu "il mezzo e lo strumento della creazione di Dio"
(Giovanni 1,1-3; Colossesi 1,15-16; Ebrei 1,2);
·
è stato "la primizie di coloro che resuscitano, il primogenito dai
morti, il principio della nuova creazione" (1 Corinzi 15,20; Colossesi
1,18; Apocalisse 1,5; Apocalisse 1,18);
·
è "il Capo, il Leader, il Signore della creazione" (Atti
2,36; Romani 10,9; 1 Corinzi 8,6; Filippesi 2,11; Apocalisse 17,14; Apocalisse
19,16).
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA ARCHÉ
Secondo la
grammatica greca, in Colossesi 1,18 e Apocalisse 3,14 la parola αρχή
"arché" potrebbe legittimamente tradursi con:
·
capo, re, principe;
·
principio;
·
mezzo o strumento.
La parola
greca αρχή "arché" ha infatti molti
significati e, solo nel Nuovo Testamento, è presente ben 58 volte con
traduzioni molto diverse:
·
primo o principio applicato al Padre (Apocalisse 1,8[2];
e Apocalisse 21,6);
·
primo o principio applicato al Figlio (Apocalisse 22,13);
·
autorità o magistrato (Luca 12,11; Luca 20,20; Romani 8,38; 1
Corinzi 15,24
·
inizio, origine, primo periodo (Matteo 24,21; Marco 10,6; Giovanni
1,1; Giovanni 2,11;
·
primitivo, antico, originario, primiero (Giuda 6);
·
estremità di un lenzuolo (Atti 10,11 e Atti 11,5).
LA PAROLA ARCHÉ SEGUITA DA GENITIVO
Secondo alcune analisi statistiche
condotte sul testo greco del Nuovo Testamento la parola
αρχή seguita da
genitivo avrebbe sempre il senso di principio o capo e mai quello di causa
o strumento. Risulta pertanto debole la tesi di coloro che continuano a
tradurre "arché" con mezzo, strumento, origine, causa attiva,
sorgente primaria, autore, iniziatore. Per alcuni studiosi l'uso del genitivo
denoterebbe poi sicuramente l'appartenenza al gruppo o alla categoria
successiva: l'αρχή della creazione farebbe pertanto parte
del creato e rientrerebbe così inevitabilmente nel regno delle creature. Evidentemente
chi sostiene tale tesi ignora (o preferisce ignorare) il fatto che, in greco
come in tutte le lingue, esistono genitivi partitivi e genitivi di relazione.
Per comprendere il genitivo di relazione [3]
non occorre aver fatto studi profondi. La realtà presente e passata fornisce
infatti abbondanti esempi di genitivi di relazione quando si fa riferimento a
capi, dirigenti, leader e condottieri. Basta, a tal proposito, considerare che
spesso un leader è tale anche in relazione ad un gruppo di soggetti rispetto a
lui eterogenei: il capo degli schiavi era infatti spesso un liberto (o un uomo
libero) e non uno schiavo, nelle forze armate il capo dell'esercito è oggi
normalmente un politico e non un militare, in un ospedale il capo dei medici è
quasi sempre un dirigente amministrativo e non un tecnico, in un cantiere edile
il capo dei muratori è un geometra (o un architetto) e non un semplice
capomastro. Un esempio biblico di genitivo di relazione è contenuto in Esodo
12,29 dove si parla del "primogenito del prigioniero": qui si parla
certamente di "uno dei figli del carcerato" ma è estremamente
difficile che anch'egli sia "un prigioniero" [4]
[5].
Inoltre, a parte le perplessità che incontrano
le analisi statistiche sul testo greco del Nuovo Testamento (ciò che vale nella maggioranza dei casi non è
detto che sia sempre vero), occorre notare come nel testo greco della Versione
dei Settanta esistono innumerevoli casi in cui αρχή
seguito da genitivo ha senso di "capo" o "primo",
traduce l'ebraico ראש (rash) e non può essere
assolutamente inteso come "principio" o "causa".
Si veda ad esempio:
·
Genesi 40,20 (il capo dei
coppieri);
·
Esodo 6,25 (i capi delle famiglie dei leviti);
·
Geremia 22,6 (le vette del Libano);
·
Daniele 11,41 (i capi dei figli di Ammon);
·
Amos 6,1 (i notabili della prima tra le nazioni);
·
Michea 3,1 (capi di Giacobbe);
·
Giobbe 40,19 (il primo della creazione di Dio).
Si noti come nella Versione dei
Settanta la parola
αρχή (arché) sia usata in Giobbe 40,19 per indicare l'ippopotamo
(il Behemot ebraico) che viene chiamato αρχή
πλασματος
κυριου (primo della creazione di Dio), traducendo
così l'ebraico ראשית דרך
אל (El derek rashit). La parola ראשית
(rashit) però non vuole mai dire "causa" o "strumento"
ma significa "capo" o "principio". La
traduzione "principio" (nel senso di creato per primo) è priva di
senso perché la Bibbia testimonia chiaramente che l'ippopotamo non fu creato
per primo (Genesi 1,20-24). Esso é detto αρχή (arché) in
quanto si tratta dell'essere più forte e più potente di tutto l'universo.
Di fatto, Dio creò per primi gli animali acquatici, i mostri marini e gli
uccelli del cielo (Genesi 1,20-21) e, solo in seguito, il bestiame, i rettili e
le bestie selvatiche (Genesi 1,24). Che poi l'ippopotamo (o Behemot) non
sia un animale marino (come il Leviatan) risulta chiaramente leggendo il
libro di Giobbe. Sta infatti scritto: "Ecco, l'ippopotamo, che io ho
creato al pari di te, mangia l'erba come il bue. Guarda, la sua forza è nei
fianchi e il suo vigore nel ventre. Rizza la coda come un cedro, i nervi delle
sue cosce s'intrecciano saldi, le sue vertebre, tubi di bronzo, le sue ossa
come spranghe di ferro. Esso è la prima delle opere di Dio; il suo creatore lo
ha fornito di difesa. I monti gli offrono i loro prodotti e là tutte le bestie
della campagna si trastullano. Sotto le piante di loto si sdraia, nel folto del
canneto della palude. Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici, lo circondano i
salici del torrente. Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema, è calmo,
anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca. Chi potrà afferrarlo per gli
occhi, prenderlo con lacci e forargli le narici?" (Giobbe 40,15-24).
Sempre nella Versione dei Settanta la parola ebraica משרח
(misrah), che vuol dire sovranità, comando o impero, è
tradotta con αρχή (arché) nella famosa profezia di Isaia,
applicata dapprima ad Ezechia ed in chiave messianica a Gesù Cristo. "Poiché un
bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle sarà il comando (αρχή) e sarà chiamato
Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace;
grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul
regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia,
ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti". (Isaia 9,5-6)
Del resto anche la parola arcangelo
(derivante da αρχή e da aggeloς) significa "capo
degli angeli" e non "principio degli angeli" o, peggio ancora,
"causa, mezzo e strumento degli angeli".
Pertanto, sebbene la traduzione più
diffusa di αρχή (arché) in Apocalisse 3,14 sia
"principio" (della creazione di Dio), occorre onestamente riconoscere
che la parola αρχή è correttamente tradotta (sia dal punto
di vista teologico sia dal punto di vista grammaticale) con "capo, leader,
primo, signore, sovrano, governatore" (della creazione di Dio), anche se
non si può onestamente escludere che il termine αρχή
(arché) possa essere anche reso (con qualche forzatura e con modesta efficacia)
con "mezzo, strumento, origine, causa attiva, sorgente primaria,
autore" (della creazione di Dio).
Di fatto, il
concetto di:
·
leader o principe è presente in almeno un punto
dell'Apocalisse "il principe dei re della terra" (Apocalisse
1,5) ed è reso con la parola greca αρχων, derivata da
αρχή;
·
autore e capo è espresso dalla parola greca
αρχήγoς (derivata da αρχή)
che viene applicata quattro volte a
Cristo e in ben tre casi regge il genitivo; si veda Atti 3,15 (autore
della vita), Atti 5,31 (capo e
salvatore), Ebrei 2,10 (capo della salvezza) e Ebrei 12,2 (autore
e perfezionatore della fede);
·
mezzo o strumento è ribadito nel Nuovo Testamento
dalla parola greca "δια " (Giovanni 1,3; Colossesi
1,16; Ebrei 1,2) e nel Vecchio
Testamento da una parola ebraica
piuttosto rara (אמון = 'amown), che può
essere tradotta, in astratto, come artefice, mezzo e strumento e, in concreto,
come artigiano o architetto (Proverbi 8,30) [6].
In Apocalisse 3,14 la traduzione di
αρχή con capo, re o
principe (della creazione di Dio) non è contraria né alla logica, né alla grammatica
greca né alla teologia ed è condivisa da alcune autorevoli versioni bibliche (New
International Version, Young's Literal Translation, Revised Young's
Literal Translation, New Living Translation, Hebrew Names Version, Traduzione
Interconfessionale in Lingua Corrente).
Anche la traduzione di
αρχή con mezzo,
strumento, origine, causa attiva, sorgente primaria, autore, iniziatore,
oltre ad essere condivisa da versioni autorevoli (vedansi a tal proposito la
versione di Moffatt, la New American Bible, la New English
Bible, la Amplified Bible, la New Revised Standard Version ed
il lessico del Thayer), non sembra contraria né alla ragione né alla
teologia. Il vangelo di Giovanni inizia infatti così: "In principio era
il Verbo ed il Verbo era presso Dio ed il Verbo era Dio. Egli era in principio
presso Dio e tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui niente
è stato fatto di tutto ciò che esiste" (Giovanni 1,1-3). Ai colossesi
l'apostolo Paolo ricorda che Cristo " è l'immagine del Dio invisibile,
generato prima di ogni creatura; perché per mezzo di lui sono state
create tutte le cose; quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e
quelle invisibili" (Colossesi 1,15-16). Sempre l'apostolo Paolo scrive
agli ebrei che "Dio … in questi ultimi giorni ha parlato a noi per
mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo
del quale ha fatto il mondo" (Ebrei 1,2).
ESEMPI DI
VARIE TRADUZIONI IN LINGUA INGLESE
(sottolineate
le bibbie cattoliche)
1. BEGINNING
·
and
unto the angel of the church of the laodiceans write: these things saith the
amen, the faithful and true witness, the beginning of the creation of god (king james version 1611)
·
and to
the angel of the church of laodicea, write: these things saith the amen, the
faithful and true witness, who is the beginning of the creation of god (douay-rheims
bible 1899)
·
and to
the angel of the church in laodicea write: these things saith the amen, the
faithful and true witness, the beginning of the creation of god (american
standard version 1901)
·
and to
the angel of the assembly in laodicea write: these things says the amen, the
faithful and true witness, the beginning of the creation of god (darby holy
bible 1923)
·
and to
the angel of the church in laodicea write: the words of the amen, the faithful
and true witness, the beginning of god's creation (revised standard version
1952)
·
to the
angel of the church in
·
and to
the angel of the church of the laodiceans write: these things says the amen,
the faithful and true witness, the beginning of the creation of god (new king james version 1982)
2. CHIEF, HEAD, RULER
·
and to
the messenger of the assembly of the laodiceans write: these things saith the
amen, the witness - the faithful and true - the chief of the creation of god (young's
literal tranlation 1898)
·
to the
angel of the church in
·
write
this letter to the angel of the church in
·
to the
angel of the assembly in
3. ORIGIN, AUTHOR, PRIME SOURCE
·
to the
angel of the church in
·
and to
the angel of the church in
[1] Si noti come in Giovanni 1,18 i Codici Sinaitico e Vaticano portino la
forma "Unigenito Dio", mentre
il Codice Alessandrino porta "Figlio Unigenito".
[2] In Apocalisse 1,8 αρχή
και τελος è presente solo nel Codice
Sinaitico.
[3] Lo stesso discorso vale per
πρωτοτοκος di Colossesi 1,15 dove
non si ha per forza un genitivo
partitivo come sostiene invece qualche autorevole commentario biblico (si
veda ad esempio The New Thayer's
Greek-English Lexicon, 4a edizione, Maggio 2000, pag. 555). "Primogenito
della creazione" come “Principio
della creazione” sono infatti genitivi
di relazione, dove "Primogenito di tutte le creature " e “Principio della creazione di Dio”
rappresentano titoli onorifici in relazione a tutto il creato, senza che ciò
implichi per forza l’appartenenza alla creazione o la natura di creatura. Per amor del vero va comunque detto che i cattolici,
sebbene siano profondamente convinti che il Logos non risulti legato alla creazione come entità creata, non escludono affatto che i termini “Primogenito di tutte le creature” (Colossesi 1,15)
e “Principio della creazione di Dio” (Apocalisse 3,14) possano mettere in rapporto l’uomo Gesù Cristo con la creazione, della quale egli è, a tutti gli effetti, entrato a fare parte.....
Tale tesi è sicuramente legittima soprattutto se si riconosce che alcuni accenni alla generazione del Figlio (Salmo 2,7 e Ebrei 1,5) si riferiscono, molto probabilmente, all’entrata di Gesù uomo nella storia e nel mondo creato......
[4] A sostegno di questa tesi si veda, ad
esempio, D. B. Wallace, Greek Grammar
Beyond The Basic: An Exegetical Syntax of The New Testament, 1997, pp.
103-104. Wallace interpreta l’espressione prwtotokoς pashς ktisewς di Colossesi 1,15 come genitivo di subordinazione
cioè come “primogenito sopra tutte le creature”. La tesi che “primogenito della creazione” sia un genitivo di relazione e non un genitivo partitivo è pure condivisa
da autorevoli studiosi cattolici. Vedasi, ad esempio, John Henry
Newman, Select Treatises of St. Athanasius: Discours II,
Cap. XXI, nota M.
[5] Un esempio
molto semplice può aiutare a chiarire meglio le idee. In una fabbrica
tradizionale Achille è capo di tutti gli operai di uno stabilimento, mentre in
una fabbrica totalmente automatizzata Ettore è capo di tutti i robot addetti
alla produzione. Chi può garantire che Achille sia un operaio? E soprattutto chi
può affermare che Ettore sia un robot? Il fatto di essere capo non implica
infatti alcuna omogeneità funzionale né tanto meno ontologica con
gli elementi sottoposti.
[6] Per il termine ebraico אמון
= 'amown vedasi comunque anche
Geremia 52,15 e Cantico dei Cantici 7,1. Un cristiano dell'antichità notò come
alcuni falsi dottori tentassero di sminuire la potenza del Verbo di Dio e di
eliminare quasi totalmente lo Spirito Santo. Essi non esitavano, infatti, ad
attribuire a Cristo espressioni riservate a strumenti inanimati, non
vergognandosi di presentare l'"Artefice della creazione" con
espressioni idonee...ad una sega o ad un martello (Basilio, Lo Spirito Santo,
III, 5)