Vagabond

 

Copertina del primo numero

Capitolo 18
L'albero della vergona
Capitolo 19
Figlio di oni
Capitolo 20
La morte
Capitolo 21
Un posto luminoso
Capitolo 22
Musashi Miyamoto
Capitolo 23
I primi passi di un provinciale

 
 
         
Quarto volume

"Take-san, di nascosto ho tenuto da parte una palla di riso"

Otsu, disobbedendo agli ordini di Takuan porta del cibo a Takezo. La ragazza ha collocato la palla di riso su una lunga asta di bambu' e tenta di imboccare il ragazzo ma i suoi tentativi di raggiungere Takezo appeso in alto si rivelano decisamente fallimentari.
Quando il monaco appare per scoprire la causa del trambusto Otsu si è già defilata ma Takezo, scorgendo Takuan gli rivolge sempre la stessa silenziosa richiesta

"Uccidimi"

La vecchia Osughi appare come di consueto per assistere alla vergogna del rovinatore di primo geniti ma stavolta la sua visita al tempio ha anche un altro e piu' nobile scopo, e riguarda Otsu

"Come non vuoi?! Ti ho chiesto di lasciare questo tempio e di cominciare a vivere con noi della famiglia Honiden. Voglio che tu viva con noi come nuora!! Non capisci la mia generosità? Ti ho compatita per essere stata abbandonata al tempio e ti ho fatto tanti favori. Ora ti sto dicendo che ti accetterò volentieri come nuora nella famiglia Honiden nonostante tu sia un'orfana!!"
"Non dimenticherò mai le sue intenzioni nei miei confronti. Volevo diventare un membro della famiglia Honiden ma ora non lo voglio piu'. Odio Matahachi perché è un traditore. Per cui non posso piu' volere bene neanche a sua madre."

Takezo, dalla sua posizione sull'albero segue il discorso e approva il comportamento di Otsu. Quando il monaco esce per controllare le sue condizioni il ragazzo, senza voce, inizia ad agitarsi. Non può parlare ma la sua richiesta è chiara ed è sempre la stessa

"Uccidimi, maledetto monaco, uccidimi!! Ammazzami! perché non mi lasci morire dignitosamente come un samurai? In ogni caso la mia morte non è di alcuna importanza per nessuno"

Ma Takuan fa orecchie da mercante di fronte all'insistenza di Takezo. Il suo scopo non è uccidere il ragazzo ma ben altro

"Forse ti sei annoiato a guardare sempre giu' no? Ora prova a guardare dentro te stesso"
Credi che ci sia qualcosa qui dentro? Non c'è niente altro che tenebre.
"Sei deciso a morire decorosamente come un samurai? Non fare i capricci. Anche quelli che hai ucciso avevano le loro vite. Alcuni avevano dei figli piccoli, alcuni avevano dei cani, alcuni avevano dei sogni. Benché tu abbia sacrificato le loro vite per sopravvivere ora vuoi morire nel modo che piu' ti piace."

Sempre penzolante dall'albero e dietro i rimproveri di Takuan, Takezo sogna di tutte le vittime che ha mietuto e sogna anche di suo padre e del suo duro (e a mio dire psicotica) modo di educare il figlio.

[Flash Back]
"Prendi una katana, vuoi uccidemi no?"
"Non ho detto così"
"Sei l'unico discendente che io Munisai Shinmen abbia. Takezo, tu diventerai sicuramente forte. Un giorno rappresenterai una minaccia per me. Mi chiedo se devo ucciderti prima che sia troppo tardi."

Dopo di che il padre tira un fendente con la sua catana al volto del figlio. La catana taglia la frangia di capelli senza ferirlo. Takezo, non si muove, non batte neanche ciglio ma un liquido caldo corre fra le sue gambe fino al pavimento, unico segno del terrore del bambino.
[Fine Flash Back]

"È una sorpresa che tu sia ancora vivo, Takezo, in mezzo a tanta vergogna."
Kohei Tsujikaze...
"Se esistono il paradiso e l'inferno sono già destinato all'inferno. Anche tu finirai nelle tenebre come me, almeno muori nella gloria del sangue"

Kohei, ancora una volta, è venuto a trarre d'impiccio Takezo nel suo solito e particolare modo. Il suo scopo è quello di dare all'avversario una morte dignitosa, una morte sotto la katana. Taglia la corda che teneva Takezo appeso al ramo e fa per dargli il colpo di grazia quando sente alle sue spalle un'aurea talmente minacciosa che gli appare davanti agli occhi non la figura di Takuan ma quella di un Dio Guerriero. Kohei scappa, avendo capito che Takuan l'avrebbe sicuramente ucciso.

Ora la corda, il cordone ombelicale che costringeva Takezo a guardarsi dentro è reciso. È il primo passo verso una nuova nascita. Takuan infatti non ha intenzione di riappendere di nuovo Takezo se lo carica invece in spalla e si allontana dal villaggio.
Secondo la versione ufficiale Takezo è morto a causa della caduta quando la corda si è spezzata ed il corpo è stato consegnato al castello di Himeji come criminale. La vecchia Osughi non si fa ingannare, ha capito benissimo che la corda non si è spezzata ma è stata tagliata e che non le viene contata giusta ma non può farci niente. Takuan, Otsu e il cadavere di Takezo sono scomparsi.

Takuan ha portato Takezo su un'altura dalla quale si vede il villaggio Miyamoto. È un bellissimo paesaggio. Takuan adagia il ragazzo contro alcune pietre e lo disseta ma i suoi insegnamenti non sono ancora finiti. È deciso piu' che mai a scuotere una volta per tutte il ragazzo.

"Hai uno sguardo lugubre, addolorato e triste. Ridi allegramente Takezo, ora stai per morire come volevi."
Takuan schiaffeggia Takezo per farlo reagire
"Ad alta voce dichiara: 'Io ho ucciso chiunque mi si parasse davanti brandendo la katana e ora muoio sotto la katana di un monaco. Io ho vissuto la mia vita come volevo. Banzai alla mia vita!! è tutto come desideravo ah ah ah ah'. RIPETI."
"Uccidimi"
"DICHIARALO. Hai ammazzato, sei contento di averlo fatto, DILLO"
"Non puoi essere un monaco..."
"No, io sono un monaco dannato."

Takezo, ancora legato, si alza in piedi. Ora sono l'immagine della madre e del padre che ha nella mente. Con violenza sbatte la testa contro la roccia.

Perché mi hai fatto nascere, se avevi intenzione di abbandonarmi... se volevi uccidermi? Io sono solo sgradevole, spaventoso e odioso agli occhi degli altri. Ho solo ucciso, solo ammazzato. perché sono nato?

Clicca l'immagine se pensi di non commuoverdi davanti ad un piccolo filosofo ^_^

Takezo fa per colpire di nuovo la roccia ma la mano di Takuan si para davanti, facendo da barriera fra la fronte del ragazzo e la dura pietra che lo avrebbe ucciso.

"Hai intenzione di abbandonare la tua vita qui, Takezo? Una vita tenace, fatta solo per uccidere è il tuo vero desiderio, Takezo? NON è VERO. Non sei fatto così"
Dici sul serio... Takuan? Mi permetterai di vivere?

Clicca l'immagine se vuoi assistere alla rinascita di Takezo.

"Chi non conosce le tenebre non può vedere la luce. Vivi abbracciando le tenebre Takezo... un giorno vedrai la luce. Takezo Shinmen è morto qui. Ma non dimenticare questo posto dove sei nato e cresciuto. Vivi tenendo il villaggio Miyamoto nel cuore, Takezo. Da oggi in poi ti chiamerai
Musashi Miyamoto."

****

Kyo (antico nome di Tokyo)

Musashi Miyamoto ha ventuno anni e gira per il paese in cerca di avversari forti con cui confrontarsi. Si trova a Kyo con lo scopo di sfidare Seijyuro Yoshioka, la cui fama di spadaccino è riconosciuta in tutto il Giappone. Mentre cammina per le vie della città assiste ad una scena che lo lascia perplesso. Un giovane samurai sta rincorrendo scherzosamente delle prostitute giocando a fargli il solletico. Quando incrocia la sua strada il ragazzo, senza che Musashi abbia aperto bocca, riconosce subito Miyamoto come un sumurai errante in cerca di sfide.

"Samurai errante vai alla Yoshioka? Ti consiglio di non farlo. Morirai"
"Sono pronto a morire ma non ho intenzione di buttare via la mia vita facilmente"

è la pronta risposta di Musashi ma, improvvisamente, scopre che il ragazzo ha estratto la katana e gli è già arrivato alla gola. La punta affilata è a qualche millimetro dalla sua pelle, il ragazzo è stato tanto veloce che Musashi non solo non ha avuto il tempo di reagire ma non si è neanche accorto che l'avversario si è mosso.

"Ecco, sei morto."

Sono le uniche parole del giovane samurai, dopodiché rinfodera la katana gridando

"SCAPPIAMOOO"

e torna a correre per la via delle prostitute continuando il suo gioco. Alcune donne si rivolgono a Musashi chiedendogli di perdonare il ragazzo, giustificandolo in quanto ubriaco. Una volta raggiuntolo le donne lo rimproverano

"Ha esagerato con gli scherzi, quello di prima è stato davvero troppo! Che paura abbiamo avuto"
"Siete fastidiose"
"Dove va? Ancora da quella ragazza? Chissà cosa gli piace così tanto di lei, ultimamente ci tiene molto"
"AKEMIII!! Sto arrivando!"

L'incontro con il giovane samurai, ed il fatto di essere stato colto così di sorpresa, ha colpito molto Musashi ma la sua determinazione di sfidare Yoshioka non è affatto crollata. Musashi è ancora deciso a recarsi al dojo malgrado tutti glielo sconsiglino, perfino un oste tenta di dissuaderlo e con parole piuttosto schiette

"Ti chiedo scusa, ma devo dirti che non conosci molto del mondo. Nessuno è riuscito a uscire sano e salvo dopo essere entrat nel dojo della Yoshioka. Invece tu, armato solo di una katana di legno hai intenzione di farlo senza esitare. Mi sembri addirittura ridicolo. Lo dico per il tuo bene, non farlo."

Eh sì, l'aspetto di Musashi, se confrontato con i raffinati abitanti di Kyo, è piuttosto rozzo. È il classico campagnolo a prima vista, perciò, quando infine giunge al famoso dojo della famiglia Yoshioka della scuola Kyohachi al servizio dell'Istituto di Strategia del Combattimento autorizzato dallo Shogun affermando

"Shinmem...anzi...Io, Musashi Miyamoto voglio sfidare il signor Seijyuro Yoshioka."

I samurai presenti all'interno del dojo non lo prendono affatto sul serio. L'intenzione sarebbe quella di cacciarlo via ma Musashi ha lanciato una sfida e il diretto interessato Seijyuro Yoshioka non si trova nel dojo, sembra sia ancora al quartiere dei bordelli. Così il samurai piu' alto in comando al momento, un giovane generale di nome Ryohei Ueda accoglie Musashi spiegandogli che prima di incontrare il giovane maestro dovrà battersi con alcuni allievi per testare che sia veramente uno spadaccino di valore. Gli chiede inoltre, un pò anche a mò di trucco psicologico

"Avete qualcuno che venga a ritirare il vostro cadavere?"
"Se ti sconfiggo posso combattere contro il signor Seijyuro vero Uedasan?"
"Sei davvero sicuro di te stesso Miyamotosan!!"
"Se muoio buttate il mio corpo sulla montagna Toribe o gettatelo nel fiume Kamo. Sistematelo come vi pare"
Sentito questo, Ueda si appella agli allievi
"Ehi. Combattete sul serio."

Intanto nel quartiere delle prostitute il giovane samurai incontrato da Musashi in strada si trova con Akemi

"Akemi, posso mettere le mani dentro?"
"No." Me lo chiede ma non lo fa mai. Quest'uomo non mi dispiace.
"Akemi, che ne dici di andartene via da Kyo con me?"
"Siete il signor Seijyuro Yoshioka, non dovete dire una cosa del genere." Ripete sempre lo stesso discorso. Non mi dispiace.

Oko, Akemi e Matahachi sono finiti a Kyo. Matahachi ha finito con il diventare un ubriacone e non riuscendo a mantenere le due donne, sono Oko e Akemi a portare in casa i soldi. Fuori dalla porta della casa sta aspettando un altro samurai, Toji Ghion, uno degli allievi migliori della Yoshioka. Oko gli va incontro chiedendogli di entrare in casa. È chiaro che la donna non disdegnerebbe affatto le attenzioni del bel samurai e quando Matahachi, in un impeto di gelosia la trascina via, la donna gli rinfaccia il suo fallimento come marito

"Da quando avevi diciasette anni, dopo essere sopravvissuto alla battaglia di Sekigahara da cui sei fuggito, hai vissuto con i soldi che abbiamo guadagnato io e Akemi. Non è forse così?"
"Lavorerò io. Ti dico sempre che provvederò a mantenerci, anche se saremo poveri, lavorando come portatore di pietre per costruire il castello o facendo qualche altro lavoro. Ma tu dici che vuoi mangiare bene, che non vuoi abitare in una povera nagaya. Fai sempre i capricci."
"Sei un campagnolo della regione Sakushu. Vivere sfacchinando sotto il peso delle pietre o facendo altri lavori faticosi ti starebbe bene. Io non ti trattengo, vattene quando vuoi."

La storia di Matahachi e Otsu non ha avuto un lieto fine. Il giovane è lo spettro del ragazzo allegro e ottimista che era un tempo. Dopo il litigio con la moglie, Matahachi vaga pieno di rimpianti per le strade di Kyo, rammaricandosi di non essere tornato al villaggio Miyamoto per sposare Otsu e diventare capofamiglia. Quando si rende conto che il suo peregrinare senza meta lo porta davanti al dojo Yoshioka, Matahachi non può fare a meno di pensare a come sua moglie desideri Toji Ghion e, in un impulso di vendetta, decide di bruciare la scuola. Quando si avvicina però un frastuono lo sommerge. Dentro al dojo infatti, un ronin vestito rozzamente e armato solo di una katana di legno si sta battendo con gli allievi della prestigiosa scuola.


Fine quarto volume
         
 

 

 
         
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