Primo volume "La battaglia di Sekigahara è finita...
l'ho persa" (Takezo) È su di un campo di battaglia che si apre il fumetto di Inoue.
"Ti chiedo scusa madre. Me ne sono adato da Sakushu
sperando di intraprendere la carriera di samurai....
ora sto per morire nel nulla..." (Matahachi) 21 ottobre 1960
"Ce ne siamo andati da Sakushu sperando di riuscire a tagliare la testa a un gran generale della truppa nemica e di fare una bella carriera nella vita ma... invece della testa abbiamo tagliato solo l'erbaccia per liberare la strada. Tenevamo più spesso nelle mani la falce che la lancia. Alla fine siamo stati sconfitti. Sento che la mia vita non durerà ancora molto."
(Matahachi) Takezo e Matahachi giacciono sul campo di battaglia, ancora vivi, in mezzo ai cadaveri dei samurai, ma il tempo per la commiserazione è breve. Soldati delle truppe vincitrici si aggirano in cerca di sopravvissuti a cui dare il colpo di grazia. "Se muoio, Takezo, prenditi cura di Otsu"
(Matahachi) Otsu è la promessa sposa di Matahachi ed avrà un ruolo importante più avanti nel fumetto. Sentendo la morte vicina, il ragazzo la affida all'amico ma Takezo non è più in ascolto perché... "Sei della truppa sconfitta?"
Questa la domanda rituale che i cacciatori di superstiti pongono a Matahachi. Lo scontro che ne segue è descritto molto crudamente dai disegni di Inohue, con dovizia di sangue che sgorga. Il confronto fra il comportamento di Matahachi e quello di Takezo in questa battaglia denota già chiaramente la differenza fra i due personaggi. Matahachi, disarmato di fronte all'avversario schiva i colpi e fugge, sconvolto, in cerca dell'amico. Al contrario Takezo, disarmato anch'esso di fronte ad un uomo con la katana, si difende cercando lo scontro fisico in una prova di forza fra lui e l'avversario. Takezo non si difende solo, combatte per uccidere ed uccide i nemici con determinazione e senza pietà.
"Io, Takezo Shinmen, non posso permettermi di morire"
"Io sono Matahaci Honiden. Avremo successo nella vita" I due ragazzi vengono trovati e soccorsi da Akemi, una ragazza che vive con la madre, Oko, nei pressi del villaggio Fuwa. Il padre, nonché marito di Oko, è stato ucciso da un nobushi ed ora le due donne sopravvivono recandosi sui campi di battaglia per depredare i cadaveri dei soldati. In realtà quest'ultimo particolare viene svelato nel fumetto a poco a poco e con una suggestiva scena dal taglio, a mio dire, cinematografico.
"Restate quanto volete Takesan. Uno di voi potrebbe avere intenzione di sposarsi con Akemi e rimanere qui per sempre? (...) Oh, Mata-san pensi che Akemi non sia degna di essere tua sposa? (In realtà Matahaci è già fidanzato) Ah, se ne è andata (Akemi, che aveva ascoltato in silenzio è uscita dalla stanza) Uffa, è rimasta una bambina."
Durante una spedizione in cerca di funghi dove Takezo dimostra che la sua inettitudine nello scegliergli è pari alla sua bravura in battaglia, viene introdotto il personaggio di Tenma Tsujikaze "Non me lo chiedi Takezo?"
"Cosa intendi?" "Non mi chiedi che lavoro fate? Quanti anni hai? Non c'è tuo padre, perché vivi con tua madre sole in un luogo circondato da monti come questo, che senso ha quel sonaglio?" "Ho capito. Matahachi ti fa queste domande vero? "Già, ogni giorno, insistentemente" "..." "..." "La tua età?" "15" "Sei una bambina" "Zitto. Takezo, quanti anni hai?" "17" "...!! Pensavo ne avessi 30. Un'altra domanda?" "Chi è quello?" Attraverso il bosco si sta facendo strada Tenma Tsujikaze, capo di un gruppo di nobushi che imperversa per quei monti. Akemi, appena lo scorge inizia a tirargli dei sassi. Quando Takezo la ferma lei ne approfitta per ripararsi fra le sue braccia. Takezo è sorpreso di sentirla tremare. "È colui che ha ucciso mio padre"
Accortosi della presenza di Akemi, Tenma ne approfitta per minacciarla sotto forma di ultimatum
dato a lei ed a Oko. Le dice chiaramente che avranno una lezione dalla famiglia Tsujikaze se
continueranno a rubare sui campi di battaglia senza il loro permesso.
Quella sera i quattro tengono un festino a base di sakè dove Matahachi svela le sue intenzioni di tornare dalla fidanzata al villaggio natio. Oko, venuto a conoscenza dell'informazione si comporta con fredda cortesia "Sei fidanzato? Oh... mi spiace di averti trattenuto tanto tempo qui. Puoi andartene non ti fermerò"
Takezo, che non regge l'alcool cade a terra addormentato. Tramite il suo sogno veniamo a conoscenza di un pezzo della sua infanzia.
[Flash Back]
"Padre, padre, non si trova la madre... dov'è"
Il padre di Takezo colpisce il ragazzo sulla guancia. Quanto il rapporto Takezo e suo padre sia
freddo lo si può chiaramente capire anche dal fatto che durante tutta la scena il padre volta sempre le spalle al figlio.
"Non sei virile, quella donna non è più tua madre."
Takezo, caduto a terra, guarda il padre con astio, il quale gli dice
"Tu, che razza di sguardo maledetto hai. I tuoi occhi sono come quelli quelli di una bestia.
[Fine Flash Back]
Quando Takezo si risveglia trova Oko seduta accanto a lui. Le intenzioni della donna sono piuttosto chiare "Takesan... che hai? Zotico, non capisci perch'è mi prendo così cura di te? Potresti immaginarlo, no?"
La domanda e l'appellativo di Oko sono spiegati dal fatto che Takezo è rimasto impietrito di fronte al tentativo di seduzione, tanto da ordinare "Smettila!"
La donna, respinta, si rivolge duramente al ragazzo "Takezo... come hai potuto disonorarmi...?"
il quale resta interdetto, non capendo come il rifiuto di far sesso possa comportare ad Oko disonore.
"SIAMO LA FAMIGLIA TSUJIKAZE!"
Il clan dei nobushi, capitanato da Tenma, è venuto per ribadire la propria supremazia sul territorio e per cercare il bottino accumulato da Oko e Akemi. "Anche il mondo dei nobushi ha le sue leggi. Visto che le avete trasgredite dobbiamo perquisire la vostra casa."
Ma il bottino non è la sola cosa che ha attirato Tenma in casa di Oko "Se diventi la mia donna non avrai bisogno di condurre una vita così povera"
Ma Oko rifiuta sdegnosamente "Credi che esista una donna che voglia essere protetta dall'uomo che ha ammazzato suo marito? La tua faccia... mi fa venire il vomito"
e con molta poca diplomazia, vista la situazione. Intanto la perquisizione non sta dando risultati, finchè Tenma, che fino a quel momento avrebbe forse anche voluto proteggere Oko, non ordina di controllare anche la soffitta. Nel frattempo alcuni uomini, aprendo un armadio, scoprono Akemi che vi si era nascosta dentro "C'è una bambina!"
"Stupratela" Dato l'ordine, che ha sorpreso anche i propri uomini, Tenma si dirige verso Oko con intenzioni discutibili ma nascosti nella stanza ci sono Takezo e Matahachi, pronti alla battaglia. Tenma scopre il trucco e attacca i due ragazzi imponendosi nella prima parte dello scontro, ma Takezo non ha la minima intenzione di perdere lo scontro e lancia la sua sfida a Tenma "Ho fatto bene a lasciare il mio villaggio, perchè questo mi ha permesso di incontrarti. Anche se sei solo un nobushi sei lo stesso un capo.
È la tua testa quello che voglio." Matahachi non è da meno, armato di katana ha ben presto la meglio sugli sgherri dei Tsujikaze. Tenma, vedendo che la situazione si volge al peggio, decide per una ritirata strategica e fugge, inseguito da Takezo "L'ho sottovalutato. Pensavo che fosse solo un banale ragazzo... devo scappare, ripasserò un'altra volta. Quei suoi occhi, non ho mai visto degli occhi così maligni, sono come quelli di un oni o... quelli di una bestia."
Takezo è armato solo di una katana di legno ma non per questo meno micidiale. Raggiunto Tenma lo attacca con forza e aggressività fino ad ucciderlo.
"I nobushi non sono un grachè, com'era quel capo?"
"Era banale" I due ragazzi lanciano grida di esaltazione "Siamo Matahachi Honiden e Takezo Shinmen del villaggio Miyamoto della regione Sakushu. Attaccateci quando volete."
"Li abbiamo uccisi tutti e quattro!" Oko, assistendo alla scena non può fare a meno di meditare Sono come bambini che giocano... col sangue
Dopo lo scontro Oko prende la decisione di abbandonare quella regione. "A questo punto dobbiamo abbandonare la nostra casa perchè non voglio che ci uccida mentre dormiamo"
"Chi verrà a uccidervi?" "Kohei Tsujikaze" Fine primo volume
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