1. | Sono considerati miglioramenti le seguenti operazioni: |
| a. | decespugliamento e/o diradamento delle piante arboree da eseguirsi almeno ogni tre anni; |
| b. | trasformazione in alto fusto del bosco, secondo un progetto di conversione, privilegiando il rilascio delle matricine e delle specie simbionti con i tartufi; |
| c. | sarchiatura annuale della tartufaia e/o delle singole cave; |
| d. | potatura delle piante simbionti; |
| e. | pacciamatura parziale o totale sulle superfici delle cave, da eseguirsi ogni anno durante il periodo estivo; |
| f. | graticciate trasversali sulla superficie delle cave per evitare erosioni superficiali quando la pendenza è eccessiva e rinnovamento delle stesse ogni qualvolta sia necessario, o comunque ogni dieci anni; |
| g. | drenaggio e governo delle acque superficiali; |
| h. | irrigazioni di soccorso sulla superficie delle cave. |
2. | I miglioramenti vanno eseguiti a regola d'arte e ripetuti nei tempi prescritti, nell'ambito della superficie delle tartufaie, secondo le previsioni del piano triennale di miglioramento delle tartufaie. Il piano è presentato dal conduttore all'atto della richiesta di riconoscimento. |
3. | Le operazioni colturali e gli interventi devono essere realizzati entro tre anni dal rilascio dell'attestato di riconoscimento. |
4. | Le operazioni colturali di cui al comma 3 valgono anche ai fini delle prescrizioni di massima e di polizia forestale per i boschi e terreni di montagna sottoposti a vincoli, ai sensi della vigente normativa regionale. |
5. | È considerato incremento della tartufaia la messa a dimora di piante tartufigene, nel numero e nella qualità ritenuti idonei rispetto alle potenzialità della tartufaia e alla natura del terreno. La messa a dimora deve essere effettuata nel rispetto delle tecniche colturali e delle previsioni del piano triennale. |
6. | Le operazioni colturali da effettuare, in relazione alle specie di tartufo presenti, vengono individuate dal competente ufficio della Direzione regionale dell'agricoltura, mediante sopralluogo. |
1. | La ricerca e la raccolta dei tartufi devono essere effettuate in modo da non arrecare danno alle tartufaie. |
2. | La raccolta dei tartufi è consentita esclusivamente con l'impiego del «vanghetto» o «vanghella» o dello «zappetto» aventi la lama di lunghezza non superiore ai centimetri 15 e di larghezza in punta non superiore a centimetri 8 ed è limitata ai seguenti periodi: |
| a. | Tuber magnatum, dal 1° Ottobre al 31 Dicembre; |
| b. | Tuber melanosporum, dal 15 Novembre al 15 Marzo; |
| c. | Tuber brumale var. moschatum, dal 15 Novembre al 15 Marzo; |
| d. | Tuber aestivum, dal 1° Maggio al 30 Novembre; |
| e. | Tuber uncinatum, dal 1° Ottobre al 31 Dicembre; |
| f. | Tuber brumale, dal 1° Gennaio al 15 Marzo; |
| g. | Tuber albidum o Borchii, dal 15 Gennaio al 30 Aprile; |
| h. | Tuber macrosporum, dal 1° Settembre al 31 Gennaio; |
| i. | Tuber mesentericum, dal 1° Settembre al 31 Gennaio. |
3. | La Giunta regionale può provvedere, con propria deliberazione, su proposta della Direzione regionale dell'agricoltura, alla variazione del calendario di raccolta. |
4. | È vietata la raccolta dei tartufi immaturi o avariati. |
5. | La ricerca e la raccolta dei tartufi sono vietate durante le ore notturne, da un'ora dopo il tramonto ad un'ora prima della levata del sole. |
6. | Le buche o le forate aperte per l'estrazione devono essere riempite subito dopo con il medesimo terreno di scavo. |
7. | È permesso per ogni raccoglitore l'uso contemporaneo di due cani da ricerca di tartufi. |
8. | Il cane da ricerca dei tartufi, ai fini dell'iscrizione all'anagrafe, deve essere munito di un codice di riconoscimento integrato con un segno distintivo. |
1. | Per ottenere l'autorizzazione alla raccolta del tartufo, il raccoglitore deve sostenere un esame di idoneità presso la Direzione regionale dell'agricoltura, che istituirà apposita commissione. Tale commissione sarà composta da un rappresentante della Direzione regionale dell'agricoltura, designato dal Direttore regionale, che fungerà da presidente, un rappresentante delle associazioni micologiche regionali, un rappresentante delle organizzazioni degli agricoltori ed un segretario individuato fra i dipendenti del Servizio delle produzioni vegetali della Direzione regionale dell'agricoltura. |
2. | Le materie di esame riguarderanno le tecniche di raccolta dei tartufi e di miglioramento delle tartufaie, le vigenti normative nazionali e regionali, la biologia ed il riconoscimento delle varie specie di tartufo. |
3. | Il rilascio dell'autorizzazione è documentato con apposito tesserino recante le generalità e la fotografia del titolare. |
4. | Ai sensi dell'articolo 5 della Legge 16 Dicembre 1985, n. 752, il tesserino è valido per tutto il territorio nazionale ed è rilasciato dalla Direzione regionale dell'agricoltura. |
5. | Non sono soggetti agli obblighi di cui al comma 1 i raccoglitori di tartufi sui fondi di loro proprietà o comunque da essi condotti. |
6. | In via transitoria, ed al fine di promuovere la raccolta, la coltivazione, la conservazione ed il commercio dei tartufi, l'obbligo dell'autorizzazione decorrerà dall'1° Gennaio 2001. |
7. | Per coloro che, entro sei mesi da tale data, avranno ottenuto un attestato dichiarante la qualità di raccoglitore di tartufi da una delle associazioni micologiche appositamente autorizzate dalla Direzione regionale dell'agricoltura, non sarà necessario l'esame di idoneità di cui al comma 1. |
1. | La Regione promuove e sostiene iniziative pubbliche ritenute utili per l'approfondimento e la divulgazione delle conoscenze tecnico-scientifiche, nonché per la tutela e la valorizzazione del patrimonio tartuficolo e per l'incremento della produzione dei tartufi, attraverso l'Ente regionale per la promozione e lo sviluppo
dell'agricoltura (ERSA). A tal fine, sulla base di piani annuali predisposti dall'ERSA può finanziare, mediante contributi: |
| a. | attività di ricerca, sperimentazione, dimostrazioni anche per scopi scientifici e assistenza tecnica anche in collaborazione con gli istituti universitari e con i centri indicati nell'articolo 2 della Legge 16 Dicembre 1985, n. 752; |
| b. | iniziative promozionali, pubblicitarie, informative e culturali, in materia di tartuficoltura; |
| c. | attività formativa, di qualificazione e di aggiornamento del personale tecnico e di quello preposto alla vigilanza. |
2. | I vivai gestiti dagli Ispettorati dipartimentali delle foreste, possono provvedere alla produzione di piante tartufigene idonee, per incrementare le tartufaie controllate, per realizzare tartufaie coltivate e per la valorizzazione delle specifiche situazioni territoriali ed ambientali a vocazione tartufigena. |
3. | La Regione può inoltre concedere contributi ad associazioni micologiche ed a privati che assumano iniziative per la valorizzazione del patrimonio tartuficolo e la promozione di corsi di preparazione alla raccolta e di addestramento dei cani, qualora dette iniziative vengano previamente presentate e recepite dai piani annuali dell'ERSA di cui al comma 1. |
1. | Le sanzioni amministrative per ciascuna delle violazioni di cui all'articolo 18 della Legge 16 Dicembre 1985, n. 752 sono determinate nelle misure seguenti: |
| a. | raccolta senza il tesserino previsto: |
| | 1. | da Lire 200.000 a Lire 600.000, se il tesserino non è stato conseguito; |
| | 2. | da Lire 10.000 a Lire 30.000, se, pur avendolo conseguito, non si è in grado di esibirlo; |
| b. | raccolta in periodo vietato, o senza l'ausilio del cane addestrato, o senza attrezzo idoneo, o commercio di tartufi freschi fuori periodo di raccolta: da Lire 300.000 a Lire 900.000; |
| c. | raccolta di tartufi con lavorazione andante del terreno, per ogni decana o frazione del terreno lavorato: da Lire 300.000 a Lire 900.000; |
| d. | apertura di buche in soprannumero o mancato riempimento con la terra prima estratta, per ogni cinque buche o frazione di cinque aperte e non riempite a regola d'arte: da Lire 100.000 a Lire 300.000; |
| e. | raccolta abusiva di tartufi in tartufaie coltivate o controllate riconosciute: da Lire 1.000.000 a Lire 3.000.000; |
| f. | raccolta di tartufi immaturi: da Lire 10.000 a Lire 30.000; |
| g. | vendita al mercato pubblico dei tartufi senza l'osservanza delle norme prescritte: da Lire 300.000 a Lire 900.000; |
| h. | messa in commercio di tartufi conservati senza l'osservanza delle norme prescritte: da Lire 300.000 a Lire 900.000. |
2. | Gli agenti che procedono alla confisca del prodotto, ai sensi dell'articolo 18 della Legge 16 Dicembre 1985, n. 752, redigono apposito verbale di confisca contenente le indicazioni della specie, numero e peso dei tartufi confiscati. |
3. | Al trasgressore viene rilasciata copia del detto processo verbale contestualmente al processo verbale di accertamento della violazione. Stante la deperibilità del prodotto, gli stessi agenti procedono alla sua vendita al miglior offerente, previa allegazione al rapporto di cui all'articolo 17 della Legge 24 Novembre 1981, n. 689, di due offerte di acquisto da acquisire presso commercianti o ristoratori della zona. L'importo ricavato dalla vendita, al netto delle spese di versamento, sarà versato alla Tesoreria regionale e verrà eventualmente restituito all'avente diritto nel caso in cui venga accertato che la violazione non sussiste. |
4. | Per le violazioni della presente Legge è ammesso il pagamento con effetto liberatorio per tutti gli obbligati di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista, entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione personale o, se questa non vi sia stata, dalla notificazione. Detta oblazione è esclusa nei casi in cui non è consentita dalle norme penali. |
1. | Le entrate derivanti dall'applicazione di quanto disposto all'articolo 19 sono accertate e riscosse sul capitolo 965 (3.5.0) che si istituisce «per memoria» nello stato di previsione dell'entrata del bilancio pluriennale per gli anni 1999-2001 e del bilancio per l'anno 1999 al Titolo III - Categoria 3.5 - con la denominazione: «Proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all'articolo 19 della Legge Regionale (n. 45) in materia di disciplina di raccolta, coltivazione, conservazione e commercio dei tartufi». |
2. | Gli oneri derivanti dal comma 1 dell'articolo 12, fanno carico, a decorrere dall'anno 2001, al capitolo 150 dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale per gli anni 1999-2001, che presenta sufficiente disponibilità. |
3. | Per le finalità previste dai commi 1 e 3 dell'articolo 15, è autorizzata la spesa di Lire 100 milioni a carico del capitolo 6804 (2.1.155.2.10.10) che si istituisce nello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale per gli anni 1999-2001 e del bilancio per l'anno 1999 - alla Rubrica n. 25 - programma 0.20.3 - spese correnti - Categoria 1.5 - Sezione X - con la denominazione «Finanziamenti all'Ente regionale per la promozione lo sviluppo dell'agricoltura (ERSA) per la concessione di contributi per l'attività di ricerca, sperimentazione, dimostrazione anche per scopi scientifici e assistenza tecnica e iniziative promozionali in materia di tartuficoltura, nonché per attività formativa, di qualificazione e formazione del personale tecnico e di quello preposto alla vigilanza e per la concessione di contributi ad associazioni micologiche e a privati per iniziative di valorizzazione del patrimonio tartuficolo e la promozione di corsi di preparazione alla raccolta e ad addestramento dei cani» e con lo stanziamento di Lire 100 milioni per l'anno 1999. |
4. | Per le finalità previste dal comma 2 dell'articolo 15, è autorizzata la spesa di Lire 50 milioni a carico del capitolo 6998 (2.1.210.3.10.10) che si istituisce nello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale per gli anni 1999-2001 e del bilancio per l'anno 1999 - alla Rubrica n. 25 - programma 0.20.3 - spese d'investimento - Categoria 2.1 - Sezione X - con la denominazione «Spese per la produzione di piante tarufigene idonee, per incrementare le tartufaie controllate, per realizzare tartufaie coltivate e per la valorizzazione delle specifiche situazioni territoriali ed ambientali a vocazione tartufigena» e con lo stanziamento di Lire 50 milioni per l'anno 1999. |
5. | All'onere complessivo di Lire 150 milioni per l'anno 1999 derivante dalle autorizzazioni di spesa di cui ai commi 3 e 4 si provvede mediante prelevamento di pari importo dall'apposito Fondo globale iscritto nel capitolo 9710 (partita n. 99 dell'elenco n. 7 allegato al bilancio predetto). |
6. | Ai sensi dell'articolo 4 della Legge Regionale 16 aprile 1999, n. 7, la spesa relativa agli anni successivi viene determinata in sede di Legge finanziaria. |