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PARTE SECONDA
LIBRO V INDAGINI PRELIMINARI E
UDIENZA PRELIMINARE
TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI
Art.326 Finalità delle indagini
preliminari
1. Il pubblico ministero (50 s.) e la polizia giudiziaria (55 s.) svolgono,
nell'ambito delle rispettive attribuzioni, le indagini necessarie per le
determinazioni inerenti all'esercizio dell'azione penale.
Art.327 Direzione delle indagini preliminari [95]
1. Il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della polizia
giudiziaria (58) che, anche dopo la comunicazione della notizia di reato,
continua a svolgere attività di propria iniziativa secondo le modalità
indicate nei successivi articoli.
Art.327-bis Attività investigativa del difensore [96]
1. Fin dal momento dell'incarico professionale, risultante da atto scritto, il
difensore ha facoltà di svolgere investigazioni per ricercare ed individuare
elementi di prova a favore del proprio assistito, nelle forme e per le finalità
stabilite nel titolo VI-bis del presente libro.
2. La facoltà indicata al comma 1 può essere attribuita per l'esercizio del
diritto di difesa, in ogni stato e grado del procedimento, nell'esecuzione
penale e per promuovere il giudizio di revisione.
3. Le attività previste dal comma 1 possono essere svolte, su incarico del
difensore, dal sostituto, da investigatori privati autorizzati e, quando sono
necessarie specifiche competenze, da consulenti tecnici.
Art.328 Giudice per le indagini preliminari
1. Nei casi previsti dalla legge, sulle richieste del pubblico ministero, delle
parti private e della persona offesa dal reato, provvede il giudice per le
indagini preliminari (105 att.).
1-bis. Quando si tratta di procedimenti per i delitti indicati nell'art. 51
comma 3-bis, le funzioni di giudice per le indagini preliminari sono esercitate,
salve specifiche disposizioni di legge, da un magistrato del tribunale del
capoluogo del distretto nel cui ambito ha sede il giudice competente .
Art.329 Obbligo del segreto
1. Gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero (358 s.) e dalla polizia
giudiziaria (348 s.) sono coperti dal segreto fino a quando l'imputato non ne
possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini
preliminari (405).
2. Quando è necessario per la prosecuzione delle indagini, il pubblico
ministero può, in deroga a quanto previsto dall'art. 114, consentire, con
decreto motivato, la pubblicazione di singoli atti o di parti di essi. In tal
caso, gli atti pubblicati sono depositati presso la segreteria del pubblico
ministero.
3. Anche quando gli atti non sono più coperti dal segreto a norma del comma 1,
il pubblico ministero, in caso di necessità per la prosecuzione delle indagini,
può disporre con decreto motivato:
a) l'obbligo del segreto per singoli atti, quando l'imputato lo consente o
quando la conoscenza dell'atto può ostacolare le indagini riguardanti altre
persone;
b) il divieto di pubblicare (414) il contenuto di singoli atti o notizie
specifiche relative a determinate operazioni.
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TITOLO II NOTIZIA DI REATO
Art.330 Acquisizione delle notizie di reato
1. Il pubblico ministero e la polizia giudiziaria prendono notizia dei reati di
propria iniziativa e ricevono le notizie di reato presentate o trasmesse a norma
degli articoli seguenti.
Art.331 Denuncia da parte di pubblici ufficiali e incaricati di un pubblico
servizio
1. Salvo quanto stabilito dall'art. 347, i pubblici ufficiali (357 c.p.) e gli
incaricati di un pubblico servizio (358 c.p.) che nell'esercizio o a causa delle
loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di
ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la
persona alla quale il reato è attribuito.
2. La denuncia è presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero
(51) o a un ufficiale (57) di polizia giudiziaria (107 att.; 221 coord.).
3. Quando più persone sono obbligate alla denuncia per il medesimo fatto, esse
possono anche redigere e sottoscrivere un unico atto.
4. Se, nel corso di un procedimento civile o amministrativo, emerge un fatto nel
quale si può configurare un reato perseguibile di ufficio, l'autorità che
procede redige e trasmette senza ritardo la denuncia al pubblico ministero (106
att.).
Art.332 Contenuto della denuncia
1. La denuncia contiene la esposizione degli elementi essenziali del fatto e
indica il giorno dell'acquisizione della notizia nonché le fonti di prova già
note. Contiene inoltre quando è possibile, le generalità, il domicilio e
quanto altro valga alla identificazione della persona alla quale il fatto è
attribuito, della persona offesa e di coloro che siano in grado di riferire su
circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.
Art.333 Denuncia da parte di privati
1. Ogni persona che ha notizia di un reato perseguibile di ufficio può farne
denuncia. La legge determina i casi in cui la denuncia è obbligatoria (364
c.p.) .
2. La denuncia è presentata oralmente o per iscritto, personalmente o a mezzo
di procuratore speciale (122), al pubblico ministero (51) o a un ufficiale di
polizia giudiziaria (57); se è presentata per iscritto, è sottoscritta dal
denunciante o da un suo procuratore speciale.
3. Delle denuncie anonime (108 att.; 5 reg.) non può essere fatto alcun uso,
salvo quanto disposto dall'art. 240.
Art.334 Referto
1. Chi ha l'obbligo del referto (365 c.p.) deve farlo pervenire entro
quarantotto ore o, se vi è pericolo nel ritardo immediatamente al pubblico
ministero (51) o a qualsiasi ufficiale di polizia giudiziaria (57) del luogo in
cui ha prestato la propria opera o assistenza ovvero, in loro mancanza
all'ufficiale di polizia giudiziaria più vicino.
2. Il referto indica la persona alla quale è stata prestata assistenza e, se è
possibile, le sue generalità, il luogo dove si trova attualmente e quanto altro
valga a identificarla nonché il luogo, il tempo e le altre circostanze
dell'intervento; dà inoltre le notizie che servono a stabilire le circostanze
del fatto, i mezzi con i quali è stato commesso e gli effetti che ha causato o
può causare.
3. Se più persone hanno prestato la loro assistenza nella medesima occasione,
sono tutte obbligate al referto, con facoltà di redigere e sottoscrivere un
unico atto.
Art.334-bis. Esclusione dell'obbligo di denuncia nell'ambito dell'attività di
investigazioni difensiva [97]
1. Il difensore e gli altri soggetti di cui all'articolo 391-bis non hanno
obbligo di denuncia neppure relativamente ai reati dei quali abbiano avuto
notizia nel corso delle attività investigative da essi svolte.
Art.335 Registro delle notizie di reato
1. Il pubblico ministero iscrive immediatamente (109, 110 att.), nell'apposito
registro custodito presso l'ufficio, ogni notizia di reato che gli perviene o
che ha acquisito di propria iniziativa nonché, contestualmente o dal momento in
cui risulta, il nome della persona alla quale il reato stesso è attribuito .
2. Se nel corso delle indagini preliminari muta la qualificazione giuridica del
fatto ovvero questo risulta diversamente circostanziato, il pubblico ministero
cura l'aggiornamento delle iscrizioni previste dal comma I senza procedere a
nuove iscrizioni.
3. Ad esclusione dei casi in cui si procede per uno dei delitti di cui
all'articolo 407, comma 2 lettera a), le iscrizioni previste dai commi 1 e 2
sono comunicate alla persona alla quale il reato é attribuito, alla persona
offesa e ai rispettivi difensori, ove ne facciano richiesta.
3-bis. Se sussistono specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine, il
pubblico ministero, nel decidere sulla richiesta, può disporre, con decreto
motivato, il segreto sulle iscrizioni per un periodo non superiore a tre mesi e
non rinnovabile.
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TITOLO III CONDIZIONI DI
PROCEDIBILITA'
Art.336 Querela
1. La querela (120 s. c.p.) è proposta mediante dichiarazione nella quale,
personalmente o a mezzo di procuratore speciale (122), si manifesta la volontà
che si proceda in ordine a un fatto previsto dalla legge come reato.
Art.337 Formalità della querela
1. La dichiarazione di querela è proposta, con le forme previste dall'art. 333
comma 2, alle autorità alle quali può essere presentata denuncia (331) ovvero
a un agente consolare all'estero. Essa, con sottoscrizione autentica, può
essere anche recapitata da un incaricato o spedita per posta in piego
raccomandato.
2. Quando la dichiarazione di querela è proposta oralmente, il verbale in cui
essa è ricevuta è sottoscritto dal querelante o dal procuratore speciale.
3. La dichiarazione di querela proposta dal legale rappresentante di una persona
giuridica, di un ente o di una associazione deve contenere la indicazione
specifica della fonte dei poteri di rappresentanza.
4. L'autorità che riceve la querela provvede all'attestazione della data e del
luogo della presentazione, all'identificazione della persona che la propone e
alla trasmissione degli atti all'ufficio del pubblico ministero (107 att.).
Art.338 Curatore speciale per la querela
1. Nel caso previsto dall'art. 121 c.p., il termine per la presentazione della
querela (124 c.p.) decorre dal giorno in cui è notificato al curatore speciale
il provvedimento di nomina.
2. Alla nomina provvede, con decreto motivato, il giudice per le indagini
preliminari del luogo in cui si trova la persona offesa, su richiesta del
pubblico ministero.
3. La nomina può essere promossa anche dagli enti che hanno per scopo la cura,
l'educazione, la custodia o l'assistenza dei minorenni.
4. Il curatore speciale ha facoltà di costituirsi parte civile nell'interesse
della persona offesa (77).
5. Se la necessità della nomina del curatore speciale sopravviene dopo la
presentazione della querela, provvede il giudice per le indagini preliminari o
il giudice che procede.
Art.339 Rinuncia alla querela
1. La rinuncia espressa alla querela è fatta personalmente o a mezzo di
procuratore speciale (122), con dichiarazione sottoscritta, rilasciata
all'interessato o a un suo rappresentante. La dichiarazione può anche essere
fatta oralmente a un ufficiale di polizia giudiziaria (57) o a un notaio, i
quali, accertata l'identità del rinunciante, redigono verbale. Questo non
produce effetti se non è sottoscritto dal dichiarante.
2. La rinuncia sottoposta a termini o a condizioni non produce effetti.
3. Con la stessa dichiarazione può essere fatta rinuncia anche all'azione
civile (74) per le restituzioni e per il risarcimento del danno.
Art.340 Remissione della querela
1. La remissione della querela (152-156 c.p.) è fatta e accettata personalmente
o a mezzo di procuratore speciale (122), con dichiarazione ricevuta
dall'autorità procedente o da un ufficiale di polizia giudiziaria (57) che deve
trasmetterla immediatamente alla predetta autorità.
2. La dichiarazione di remissione e quella di accettazione sono fatte con le
forme previste per la rinuncia espressa alla querela (339).
3. Il curatore speciale previsto dall'art. 155 comma 4 c.p. è nominato a norma
dell'art. 338.
4. Le spese del procedimento sono a carico del remittente, salvo che nell'atto
di remissione sia stato convenuto che siano in tutto o in parte a carico del
querelato.
Art.341 Istanza di procedimento
1. L'istanza di procedimento (130 c.p.) è proposta dalla persona offesa con le
forme della querela (337).
Art.342 Richiesta di procedimento
1. La richiesta di procedimento (127-129 c.p.) è presentata al pubblico
ministero con atto sottoscritto dall'autorità competente.
Art.343 Autorizzazione a procedere
1. Qualora sia prevista l'autorizzazione a procedere , il pubblico ministero ne
fa richiesta a norma dell'art. 344.
2. Fino a quando non sia stata concessa l'autorizzazione, è fatto divieto di
disporre il fermo (384) o misure cautelari personali (280-290, 312, 313) nei
confronti della persona rispetto alla quale è prevista l'autorizzazione
medesima nonché di sottoporla a perquisizione personale o domiciliare
(249-251), a ispezione personale (245), a ricognizione (213, 214), a
individuazione (361), a confronto (211, 212), a intercettazione di conversazioni
o di comunicazioni (266 s.). Si può procedere all'interrogatorio (65) solo se
l'interessato lo richiede.
3. Gli atti previsti dal comma 2 sono consentiti, anche prima della richiesta di
autorizzazione, quando la persona è colta nella flagranza di uno dei delitti
indicati nell'art. 380 commi 1 e 2. Tuttavia, se la necessità
dell'autorizzazione concerne un membro del Parlamento o della Corte
Costituzionale , non possono essere compiuti atti diversi dall'arresto o dalle
perquisizioni personali o domiciliari, ai quali può procedersi soltanto in caso
di flagranza (382) di un delitto non colposo consumato o tentato, nei casi
indicati nell'art. 380 commi 1 e 2 lett. a), b), d), i), nonché lett. c), f),
g), h) se la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel massimo
a dieci anni.
4. Gli atti compiuti in violazione di quanto stabilito nei commi 2 e 3 non
possono essere utilizzati.
5. L'autorizzazione a procedere, una volta concessa, non può essere revocata.
Art.344 Richiesta di autorizzazione a procedere
1. Il pubblico ministero chiede l'autorizzazione (111 att.) prima di procedere a
giudizio direttissimo (4495, 566) o di richiedere il giudizio immediato (454),
il rinvio a giudizio (405), il decreto penale di condanna (4591, 5543) o di
emettere il decreto di citazione a giudizio (5541). La richiesta deve, comunque,
essere presentata entro trenta giorni dalla iscrizione nel registro delle
notizie di reato (335) del nome della persona per la quale è necessaria
l'autorizzazione (4054).
2. Se la persona per la quale è necessaria l'autorizzazione è stata arrestata
in flagranza, il pubblico ministero richiede l'autorizzazione a procedere
immediatamente e comunque prima della udienza di convalida (391).
3. Il giudice sospende il processo e il pubblico ministero richiede senza
ritardo l'autorizzazione a procedere qualora ne sia sorta la necessità dopo che
si è proceduto a giudizio direttissimo ovvero dopo che sono state formulate le
richieste previste dalla prima parte del comma 1. Se vi è pericolo nel ritardo,
il giudice provvede all'assunzione delle prove richieste dalle parti.
4. Quando si procede nei confronti di più persone per alcune delle quali
soltanto è necessaria l'autorizzazione e questa tarda ad essere concessa, si
può procedere separatamente (18) contro gli imputati per i quali
l'autorizzazione non è necessaria.
Art.345 Difetto di una condizione di procedibilità. Riproponibilità
dell'azione penale
1. Il provvedimento di archiviazione (409, 411) e la sentenza di proscioglimento
(529) o di non luogo a procedere (425), anche se non più soggetta a
impugnazione, con i quali è stata dichiarata la mancanza della querela (336)
della istanza (341), della richiesta (342) o dell'autorizzazione a procedere
(343), non impediscono l'esercizio dell'azione penale per il medesimo fatto e
contro la medesima persona se è in seguito proposta la querela, l'istanza, la
richiesta o è concessa l'autorizzazione ovvero se è venuta meno la condizione
personale che rendeva necessaria l'autorizzazione.
2. La stessa disposizione si applica quando il giudice accerta la mancanza di
una condizione di procedibilità diversa da quelle indicate nel comma 1.
Art.346 Atti compiuti in mancanza di una condizione di procedibilità
1. Fermo quanto disposto dall'art. 343, in mancanza di una condizione di
procedibilità che può ancora sopravvenire, possono essere compiuti gli atti di
indagine preliminare necessari ad assicurare le fonti di prova (348; 112 att.)
e, quando vi è pericolo nel ritardo, possono essere assunte le prove previste
dall'art. 392.
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TITOLO
IV ATTIVITA' A INIZIATIVA DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA
Art.347 Obbligo di riferire la notizia del reato
1. Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo,
riferisce al pubblico ministero, per iscritto (108-bis att.), gli elementi
essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le
fonti di prova e le attività compiute, delle quali trasmette la relativa
documentazione .
2. Comunica, inoltre, quando è possibile, le generalità, il domicilio e quanto
altro valga alla identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte
le indagini, della persona offesa e di coloro che siano in grado di riferire su
circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.
2-bis. Qualora siano stati compiuti atti per i quali è prevista l'assistenza
del difensore (350, 352, 3532, 354) della persona nei cui confronti vengono
svolte le indagini (61), la comunicazione della notizia di reato è trasmessa al
più tardi entro quarantotto ore dal compimento dell'atto, salve le disposizioni
di legge che prevedono termini particolari .
3. Se si tratta di taluno dei delitti indicati nell'art. 275, comma 3, e, in
ogni caso, quando sussistono ragioni di urgenza, la comunicazione della notizia
di reato è data immediatamente anche in forma orale. Alla comunicazione orale
deve seguire senza ritardo quella scritta con le indicazioni e la documentazione
previste dai commi 1 e 2.
4. Con la comunicazione la polizia giudiziaria indica il giorno e l'ora in cui
ha acquisito la notizia (221 coord.).
Art.348 Assicurazione delle fonti di prova
1. Anche successivamente alla comunicazione della notizia di reato, la polizia
giudiziaria continua a svolgere le funzioni indicate nell'art. 55 raccogliendo
in specie ogni elemento utile alla ricostruzione del fatto e alla individuazione
del colpevole .
2. Al fine indicato nel comma 1, procede, fra l'altro:
a) alla ricerca delle cose e delle tracce pertinenti al reato nonché alla
conservazione di esse e dello stato dei luoghi;
b) alla ricerca delle persone in grado di riferire su circostanze rilevanti per
la ricostruzione dei fatti;
c) al compimento degli atti indicati negli articoli seguenti.
3. Dopo l'intervento del pubblico ministero, la polizia giudiziaria compie gli
atti ad essa specificamente delegati a norma dell'articolo 370, esegue le
direttive del pubblico ministero ed inoltre svolge di propria iniziativa,
informandone prontamente il pubblico ministero, tutte le altre attività di
indagine per accertare i reati ovvero richieste da elementi successivamente
emersi e assicura le nuove fonti di prova [98].
4. La polizia giudiziaria, quando, di propria iniziativa o a seguito di delega
del pubblico ministero, compie atti od operazioni che richiedono specifiche
competenze tecniche, può avvalersi di persone idonee le quali non possono
rifiutare la propria opera.
Art.349 Identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le
indagini e di altre persone
1. La polizia giudiziaria procede alla identificazione della persona nei cui
confronti vengono svolte le indagini e delle persone in grado di riferire su
circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.
2. Alla identificazione della persona nei cui confronti vengono svolte le
indagini può procedersi anche eseguendo, ove occorra, rilievi dattiloscopici,
fotografici e antropometrici nonché altri accertamenti.
3. Quando procede alla identificazione la polizia giudiziaria invita la persona
nei cui confronti vengono svolte le indagini a dichiarare o a eleggere il
domicilio per le notificazioni a norma dell'art. 161. Osserva inoltre le
disposizioni dell'art. 66.
4. Se taluna delle persone indicate nel comma 1 rifiuta di farsi identificare
ovvero fornisce generalità o documenti di identificazione in relazione ai quali
sussistono sufficienti elementi per ritenerne la falsità la polizia giudiziaria
la accompagna nei propri uffici e ivi la trattiene per il tempo strettamente
necessario per la identificazione e comunque non oltre le dodici ore.
5. Dell'accompagnamento e dell'ora in cui questo è stato compiuto è data
immediata notizia al pubblico ministero il quale, se ritiene che non ricorrono
le condizioni previste dal comma 4, ordina il rilascio della persona
accompagnata.
6. Al pubblico ministero è data altresì notizia del rilascio della persona
accompagnata e dell'ora in cui esso è avvenuto.
Art.350 Sommarie informazioni dalla persona nei cui confronti vengono svolte le
indagini
1. Gli ufficiali di polizia giudiziaria (57) assumono, con le modalità previste
dall'art. 64, sommarie informazioni utili per le investigazioni dalla persona
nei cui confronti vengono svolte le indagini che non si trovi in stato di
arresto o di fermo a norma dell'art. 384.
2. Prima di assumere le sommarie informazioni, la polizia giudiziaria invita la
persona nei cui confronti vengono svolte le indagini a nominare un difensore di
fiducia e, in difetto, provvede a norma dell'art. 97 comma 3.
3. Le sommarie informazioni sono assunte con la necessaria assistenza del
difensore, al quale la polizia giudiziaria dà tempestivo avviso. Il difensore
ha l'obbligo di presenziare al compimento dell'atto.
4. Se il difensore non è stato reperito o non è comparso, la polizia
giudiziaria richiede al pubblico ministero di provvedere a norma dell'art. 97
comma 4.
5. Sul luogo o nell'immediatezza del fatto, gli ufficiali di polizia giudiziaria
possono, anche senza la presenza del difensore, assumere dalla persona nei cui
confronti vengono svolte le indagini, anche se arrestata in flagranza o fermata
a norma dell'art. 384, notizie e indicazioni utili ai fini della immediata
prosecuzione delle indagini.
6. Delle notizie e delle indicazioni assunte senza l'assistenza del difensore
sul luogo o nell'immediatezza del fatto a norma del comma 5 è vietata ogni
documentazione e utilizzazione.
7. La polizia giudiziaria può altresì ricevere dichiarazioni spontanee dalla
persona nei cui confronti vengono svolte le indagini, ma di esse non è
consentita la utilizzazione nel dibattimento, salvo quanto previsto dall'art.
503, comma 3.
Art.351 Altre sommarie informazioni
1 [99]. La polizia giudiziaria assume sommarie informazioni dalle persone che
possono riferire circostanze utili ai fini delle indagini. Si applicano le
disposizioni del secondo e terzo periodo del comma 1 dell'articolo 362.
1 bis. All'assunzione di informazioni da persona imputata in un procedimento
connesso ovvero da persona imputata di un reato collegato a quello per cui si
procede nel caso previsto dall'art. 371, comma 2 lett. b) (210), procede un
ufficiale di polizia giudiziaria. La persona predetta, se priva del difensore,
è avvisata che è assistita da un difensore di ufficio, ma che può nominarne
uno di fiducia. Il difensore deve essere tempestivamente avvisato e ha diritto
di assistere all'atto .
Art.352 Perquisizioni
1. Nella flagranza del reato (382) o nel caso di evasione (385 c.p.), gli
ufficiali di polizia giudiziaria (57) procedono a perquisizione personale o
locale (247 s.) quando hanno fondato motivo di ritenere che sulla persona si
trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato che possono essere
cancellate o disperse ovvero che tali cose o tracce si trovino in un determinato
luogo o che ivi si trovi la persona sottoposta alle indagini o i evaso.
2. Quando si deve procedere alla esecuzione di un'ordinanza che dispone la
custodia cautelare (284-286, 292) o di un ordine che dispone la carcerazione
(656) nei confronti di persona imputata o condannata per uno dei delitti
previsti dall'art. 380 ovvero al fermo di una persona indiziata di delitto
(384), gli ufficiali di polizia giudiziaria (113 att.) possono altresì
procedere a perquisizione personale o locale se ricorrono i presupposti indicati
nel comma 1 e sussistono particolari motivi di urgenza che non consentono la
emissione di un tempestivo decreto di perquisizione.
3. La perquisizione domiciliare può essere eseguita anche fuori dei limiti
temporali dell'art. 251 quando il ritardo potrebbe pregiudicarne l'esito.
4. La polizia giudiziaria trasmette senza ritardo, e comunque non oltre le
quarantotto ore, al pubblico ministero del luogo dove la perquisizione è stata
eseguita il verbale delle operazioni compiute. Il pubblico ministero, se ne
ricorrono i presupposti, nelle quarantotto ore successive, convalida la
perquisizione.
Art.353 Acquisizione di plichi o di corrispondenza
1. Quando vi è necessità di acquisire plichi sigillati o altrimenti chiusi,
l'Ufficiale di polizia giudiziaria (57) li trasmette intatti al pubblico
ministero per l'eventuale sequestro.
2. Se ha fondato motivo di ritenere che i plichi contengano notizie utili alla
ricerca e all'assicurazione di fonti di prova che potrebbero andare disperse a
causa del ritardo, l'ufficiale di polizia giudiziaria informa col mezzo più
rapido il pubblico ministero il quale può autorizzarne l'apertura immediata.
3. Se si tratta di lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi o altri oggetti
di corrispondenza (616 c.p.) per i quali è consentito il sequestro a norma
dell'art. 254, gli ufficiali di polizia giudiziaria, in caso di urgenza,
ordinano a chi è preposto al servizio postale di sospendere l'inoltro. Se entro
quarantotto ore dall'ordine della polizia giudiziaria il pubblico ministero non
dispone il sequestro, gli oggetti di corrispondenza sono inoltrati.
Art.354 Accertamenti urgenti sui luoghi, sulle cose e sulle persone. Sequestro
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria curano che le tracce e le
cose pertinenti al reato siano conservate e che lo stato dei luoghi e delle cose
non venga mutato prima dell'intervento del pubblico ministero.
2. Se vi è pericolo che le cose le tracce e i luoghi indicati nel comma 1 si
alterino o si disperdano o comunque si modifichino e il pubblico ministero non
può intervenire tempestivamente ovvero non ha ancora assunto la direzione delle
indagini, gli ufficiali di polizia giudiziaria (113 att.) compiono i necessari
accertamenti e rilievi sullo stato dei luoghi e delle cose. Se del caso,
sequestrano il corpo del reato e le cose a questo pertinenti (253) [100].
3. Se ricorrono i presupposti previsti dal comma 2, gli ufficiali di polizia
giudiziaria compiono i necessari accertamenti e rilievi sulle persone diversi
dalla ispezione personale (13 Cost.; 245).
Art.355 Convalida del sequestro e suo riesame
1. Nel caso in cui abbia proceduto a sequestro, la polizia giudiziaria enuncia
nel relativo verbale il motivo del provvedimento e ne consegna copia alla
persona alla quale le cose sono state sequestrate. n verbale è trasmesso senza
ritardo, e comunque non oltre le quarantotto ore (229 coord), al pubblico
ministero del luogo dove il sequestro è stato eseguito.
2. Il pubblico ministero, nelle quarantotto ore successive, con decreto motivato
convalida il sequestro se ne ricorrono i presupposti ovvero dispone la
restituzione delle cose sequestrate. Copia del decreto di convalida è
immediatamente notificata alla persona alla quale le cose sono state
sequestrate.
3. Contro il decreto di convalida, la persona nei cui confronti vengono svolte
le indagini e il suo difensore, la persona alla quale le cose sono state
sequestrate e quella che avrebbe diritto alla loro restituzione possono
proporre, entro dieci giorni dalla notifica del decreto ovvero dalla diversa
data in cui l'interessato ha avuto conoscenza dell'avvenuto sequestro, richiesta
di riesame, anche nel merito, a norma dell'art. 324.
4. La richiesta di riesame non sospende l'esecuzione del provvedimento (588).
Art.356 Assistenza del difensore
1. Il difensore della persona nei cui confronti vengono svolte le indagini (114
att.) ha facoltà di assistere, senza diritto di essere preventivamente
avvisato, agli atti previsti dagli artt. 352 e 354 oltre che all'immediata
apertura del plico autorizzata dal pubblico ministero a norma dell'art. 353
comma 2.
Art.357 Documentazione dell'attività di polizia giudiziaria
1. La polizia giudiziaria annota (115 att.) secondo le modalità ritenute idonee
ai fini delle indagini, anche sommariamente, tutte le attività svolte, comprese
quelle dirette alla individuazione delle fonti di prova.
2. Fermo quanto disposto in relazione a specifiche attività (1232, 1611, 268,
2931, 2951, 383, 386), redige verbale dei seguenti atti:
a) denuncie (333), querele (337) e istanze (341) presentate oralmente;
b) sommarie informazioni rese e dichiarazioni spontanee ricevute dalla persona
nei cui confronti vengono svolte le indagini;
c) informazioni assunte, a norma dell'art. 351;
d) perquisizioni e sequestri;
e) operazioni e accertamenti previsti dagli artt. 349, 353 e 354;
f) atti, che descrivono fatti e situazioni, eventualmente compiuti sino a che il
pubblico ministero non ha impartito le direttive per lo svolgimento delle
indagini.
3. Il verbale è redatto da ufficiali o agenti di polizia giudiziaria nelle
forme e con le modalità previste dall'art. 373.
4. La documentazione dell'attività di polizia giudiziaria è posta a
disposizione del pubblico ministero.
5. A disposizione del pubblico ministero sono altresì poste le denuncie, le
istanze e le querele presentate per iscritto, i referti (334), il corpo del
reato e le cose pertinenti al reato (253).
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TITOLO V ATTIVITA' DEL
PUBBLICO MINISTERO
Art.358 Attività di indagine del pubblico ministero
1. Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati
nell'art. 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore
della persona sottoposta alle indagini .
Art.359 Consulenti tecnici del pubblico ministero
1. Il pubblico ministero, quando procede ad accertamenti, rilievi segnaletici,
descrittivi o fotografici e ad ogni altra operazione tecnica per cui sono
necessarie specifiche competenze, può nominare e avvalersi di consulenti (233;
73 att.), che non possono rifiutare la loro opera.
2. Il consulente può essere autorizzato dal pubblico ministero ad assistere a
singoli atti di indagine.
Art.360 Accertamenti tecnici non ripetibili
1. Quando gli accertamenti previsti dall'art. 359 riguardano persone, cose o
luoghi il cui stato è soggetto a modificazione (116, 117 att.), il pubblico
ministero avvisa, senza ritardo, la persona sottoposta alle indagini, la persona
offesa dal reato e i difensori del giorno, dell'ora e del luogo fissati per il
conferimento dell'incarico e della facoltà di nominare consulenti tecnici
(233).
2. Si applicano le disposizioni dell'art. 364 comma 2.
3. 1 difensori nonché i consulenti tecnici eventualmente nominati hanno diritto
di assistere al conferimento dell'incarico, di partecipare agli accertamenti e
di formulare osservazioni e riserve.
4. Qualora, prima del conferimento dell'incarico, la persona sottoposta alle
indagini formuli riserva di promuovere incidente probatorio (392 s.), il
pubblico ministero dispone che non si proceda agli accertamenti salvo che
questi, se differiti, non possano più essere utilmente compiuti.
5. Se il pubblico ministero, malgrado l'espressa riserva formulata dalla persona
sottoposta alle indagini e pur non sussistendo le condizioni indicate
nell'ultima parte del comma 4, ha ugualmente disposto di procedere agli
accertamenti, i relativi risultati non possono essere utilizzati nel
dibattimento .
Art.361 Individuazione di persone e di cose
1. Quando è necessario per la immediata prosecuzione delle indagini, il
pubblico ministero procede alla individuazione di persone, di cose o di quanto
altro può essere oggetto di percezione sensoriale (213-217).
2. Le persone, le cose e gli altri oggetti sono presentati ovvero sottoposti in
immagine a chi deve eseguire la individuazione.
3. Se ha fondata ragione di ritenere che la persona chiamata alla individuazione
possa subire intimidazione o altra influenza dalla presenza di quella sottoposta
a individuazione, il pubblico ministero adotta le cautele previste dall'art. 214
comma 2.
Art.362 Assunzione di informazioni
1. Il pubblico ministero assume informazioni dalle persone che possono riferire
circostanze utili ai fini delle indagini. Alle persone già sentite dal
difensore o dal suo sostituto non possono essere chieste informazioni sulle
domande formulate e sulle risposte date [101]. Si applicano le disposizioni
degli articoli 197, 197-bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 [102].
Art.363 Interrogatorio di persona imputata a un procedimento connesso
1. Le persone imputate in un procedimento connesso a norma dell'art. 12 sono
interrogate dal pubblico ministero sui fatti per cui si procede nelle forme
previste dall'art. 210 commi 2, 3, 4 e 6 [103].
2. La disposizione del comma 1 si applica anche alle persone imputate di un
reato collegato a quello per cui si procede, nel caso previsto dall'art. 371
comma 2 lett. 6).
Art.364 Nomina e assistenza del difensore
1. Il pubblico ministero, se deve procedere a interrogatorio (64, 65), ovvero a
ispezione (244) o confronto (211) cui deve partecipare la persona sottoposta
alle indagini, la invita a presentarsi a norma dell'art. 375.
2. La persona sottoposta alle indagini priva del difensore è altresì avvisata
che è assistita da un difensore di ufficio, ma che può nominarne uno di
fiducia.
3. Al difensore di ufficio o a quello di fiducia in precedenza nominato è dato
avviso almeno ventiquattro ore prima del compimento degli atti indicati nel
comma 1 e delle ispezioni a cui non deve partecipare la persona sottoposta alle
indagini.
4. Il difensore ha in ogni caso diritto di assistere agli atti indicati nei
commi 1 e 3 fermo quanto previsto dall'art. 245.
5. Nei casi di assoluta urgenza, quando vi è fondato motivo di ritenere che il
ritardo possa pregiudicare la ricerca o l'assicurazione delle fonti di prova, il
pubblico ministero può procedere a interrogatorio, a ispezione o a confronto
anche prima del termine fissato dandone avviso al difensore senza ritardo e
comunque tempestivamente. L'avviso può essere omesso quando il pubblico
ministero procede a ispezione e vi è fondato motivo di ritenere che le tracce o
gli altri effetti materiali del reato possano essere alterati. E' fatta salva,
in ogni caso, la facoltà del difensore d'intervenire.
6. Quando procede nei modi previsti dal comma 5, il pubblico ministero deve
specificamente indicare, a pena di nullità (181), i motivi della deroga e le
modalità dell'avviso.
7. E' vietato a coloro che intervengono agli atti di fare segni di approvazione
o disapprovazione. Quando assiste al compimento degli atti, il difensore può
presentare al pubblico ministero richieste, osservazioni e riserve delle quali
è fatta menzione nel verbale.
Art.365 Atti ai quali il difensore ha diritto di assistere senza avviso
1. Il pubblico ministero, quando procede al compimento di atti di perquisizione
(247 s.) o sequestro (253 s.), chiede alla persona sottoposta alle indagini, che
sia presente, se è assistita da un difensore di fiducia e, qualora ne sia
priva, designa un difensore di ufficio a norma dell'art. 97 comma 3.
2. Il difensore ha facoltà di assistere al compimento dell'atto, fermo quanto
previsto dall'art. 249.
3. Si applicano le disposizioni dell'art. 364 comma 7.
Art.366 Deposito degli atti cui hanno diritto di assistere i difensori
1. Salvo quanto previsto da specifiche disposizioni, i verbali degli atti
compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria ai quali il
difensore ha diritto di assistere (350, 352, 3532, 354, 360, 364, 365), sono
depositati nella segreteria del pubblico ministero entro il terzo giorno
successivo al compimento dell'atto con facoltà per il difensore di esaminarli
ed estrarne copia nei cinque giorni successivi. Quando non è stato dato avviso
del compimento dell'atto, al difensore è immediatamente notificato l'avviso di
deposito e il termine decorre dal ricevimento della notificazione. Il difensore
ha facoltà di esaminare le cose sequestrate nel luogo in cui esse si trovano e,
se si tratta di documenti, di estrarne copia [104].
2. Il pubblico ministero con decreto motivato, può disporre, per gravi motivi,
che il deposito degli atti indicati nel comma 1 e l'esercizio della facoltà
indicata nel terzo periodo dello stesso comma siano ritardati, senza pregiudizio
di ogni altra attività del difensore, per non oltre trenta giorni. Contro il
decreto del pubblico ministero la persona sottoposta ad indagini ed il difensore
possono proporre opposizione al giudice, che provvede ai sensi dell'articolo 127
[105].
Art.367 Memorie e richieste dei difensori
1. Nel corso delle indagini preliminari, i difensori hanno facoltà di
presentare memorie e richieste scritte al pubblico ministero.
Art.368 Provvedimenti del giudice sulla richiesta di sequestro
1. Quando, nel corso delle indagini preliminari, il pubblico ministero ritiene
che non si debba disporre il sequestro richiesto dall'interessato, trasmette la
richiesta con il suo parere, al giudice per le indagini preliminari (328).
Art.369 Informazione di garanzia
1. Solo quando deve compiere un atto al quale il difensore ha diritto di
assistere, il pubblico ministero invia per posta, in piego chiuso raccomandato
con ricevuta di ritorno, alla persona sottoposta alle indagini e alla persona
offesa una informazione di garanzia con indicazione delle norme di legge che si
assumono violate, della data e del luogo del fatto e con invito a esercitare la
facoltà di nominare un difensore di fiducia.
2. Qualora ne ravvisi la necessità ovvero l'ufficio postale restituisca il
piego per irreperibilità del destinatario, il pubblico ministero può disporre
che l'informazione di garanzia sia notificata a norma dell'art. 151.
Art.369-bis Informazione della persona sottoposta alle indagini sul diritto di
difesa [106]
1. Al compimento del primo atto a cui il difensore ha diritto di assistere e,
comunque, prima dell'invito a presentarsi per rendere l'interrogatorio ai sensi
del combinato disposto degli articoli 375, comma 3, e 416, il pubblico
ministero, a pena di nullità degli atti successivi, notifica alla persona
sottoposta alle indagini la comunicazione della nomina del difensore d'ufficio.
2. La comunicazione di cui al comma 1 deve contenere:
a) l'informazione della obbligatorietà della difesa tecnica nel processo
penale, con l'indicazione della facoltà e dei diritti attribuiti dalla legge
alla persona sottoposta alle indagini;
b) il nominativo del difensore d'ufficio e il suo indirizzo e recapito
telefonico;
c) l'indicazione della facoltà di nominare un difensore di fiducia con
l'avvertimento che, in mancanza, l'indagato sarà assistito da quello nominato
d'ufficio;
d) l'indicazione dell'obbligo di retribuire il difensore d'ufficio ove non
sussistano le condizioni per accedere al beneficio di cui alla lettera e) e
l'avvertimento che, in caso di insolvenza, si procederà ad esecuzione forzata;
e) l'indicazione delle condizioni per l'ammissione al patrocinio a spese dello
Stato.
Art.370 Atti diretti e atti delegati
1. Il pubblico ministero compie personalmente ogni attività di indagine. Può
avvalersi della polizia giudiziaria per il compimento di attività di indagine e
di atti specificamente delegati, ivi compresi gli interrogatori ed i confronti
cui partecipi la persona sottoposta alle indagini che si trovi in stato di
libertà, con l'assistenza necessaria del difensore.
2. Quando procede a norma del comma 1, la polizia giudiziaria osserva le
disposizioni degli artt. 364, 365 e 373.
3. Per singoli atti da assumere nella circoscrizione di altro tribunale, il
pubblico ministero, qualora non ritenga di procedere personalmente, può
delegare, secondo la rispettiva competenza per materia, il pubblico ministero
presso il tribunale del luogo.
4. Quando ricorrono ragioni di urgenza o altri gravi motivi, il pubblico
ministero delegato a norma del comma 3 ha facoltà di procedere di propria
iniziativa anche agli atti che a seguito dello svolgimento di quelli
specificamente delegati appaiono necessari ai fini delle indagini.
Art.371 Rapporti tra diversi uffici del pubblico ministero
1. Gli uffici diversi del pubblico ministero che procedono a indagini collegate,
si coordinano tra loro (118 bis att.) per la speditezza, economia ed efficacia
delle indagini medesime. A tali fini provvedono allo scambio di atti e di
informazioni nonché alla comunicazione delle direttive rispettivamente
impartite alla polizia giudiziaria. Possono altresì procedere, congiuntamente,
al compimento di specifici atti.
2. Le indagini di uffici diversi del pubblico ministero si considerano
collegate:
a) se i procedimenti sono connessi a norma dell'art. 12 [107];
b) se si tratta di reati dei quali gli uni sono stati commessi in occasione
degli altri, o per conseguirne o assicurarne al colpevole o ad altri il
profitto, il prezzo, il prodotto o l'impunità, o che sono stati commessi da
più persone in danno reciproco le une delle altre, ovvero se la prova di un
reato o di una sua circostanza influisce sulla prova di un altro reato o di
un'altra circostanza [108].
c) se la prova di più reati deriva, anche in parte, dalla stessa fonte.
3. Salvo quanto disposto dall'art. 12, il collegamento delle indagini non ha
effetto sulla competenza.
Art.371-bis Attività di coordinamento del procuratore nazionale antimafia
1. Il procuratore nazionale antimafia (76-bis ord. giud.) esercita le sue
funzioni in relazione ai procedimenti per i delitti indicati nell'art. 51 comma
3-bis. A tal fine dispone della direzione investigativa antimafia (70 bis ord.
giud.) e dei servizi centrali e interprovinciali delle forze di polizia e
impartisce direttive intese a regolarne l'impiego a fini investigativi.
2. Il procuratore nazionale antimafia esercita funzioni di impulso nei confronti
dei procuratori distrettuali al fine di rendere effettivo il coordinamento delle
attività di indagine (371; 118-bis att.), di garantire la funzionalità
dell'impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni e di
assicurare la completezza e tempestività delle investigazioni.
3. Per lo svolgimento delle funzioni attribuitegli dalla legge, il procuratore
nazionale antimafia, in particolare:
a) d'intesa con i procuratori distrettuali interessati, assicura il collegamento
investigativo anche per mezzo dei magistrati della Direzione nazionale antimafia
(76-bis 4 e 5 ord. giud.);
b) cura, mediante applicazioni temporanee dei magistrati della Direzione
nazionale e delle direzioni distrettuali antimafia (110-bis ord. giud.), la
necessaria flessibilità e mobilità che soddisfino specifiche e contingenti
esigenze investigative o processuali;
c) ai fini del coordinamento investigativo e della repressione dei reati
provvede all'acquisizione e all'elaborazione di notizie informazioni e dati
attinenti alla criminalità organizzata (117);
d) soppresso;
e) soppresso;
f) impartisce ai procuratori distrettuali specifiche direttive alle quali
attenersi per prevenire o risolvere contrasti riguardanti le modalità secondo
le quali realizzare il coordinamento nell'attività di indagine;
g) riunisce i procuratori distrettuali interessati al fine di risolvere i
contrasti che malgrado le direttive specifiche impartite, sono insorti e hanno
impedito di promuovere o di rendere effettivo il coordinamento;
h) dispone con decreto motivato, reclamabile al procuratore generale presso la
Corte di Cassazione, l'avocazione delle indagini preliminari relative a taluno
dei delitti indicati nell'art. 51 comma 3-bis quando non hanno dato esito le
riunioni disposte al fine di promuovere o rendere effettivo il coordinamento
(372) e questo non è stato possibile a causa della:
1) perdurante e ingiustificata inerzia nella attività di indagine;
2) ingiustificata e reiterata violazione dei doveri previsti dall'art. 371 ai
fini del coordinamento delle indagini;
3) soppresso;
4. Il procuratore nazionale antimafia provvede alla avocazione dopo aver assunto
sul luogo le necessarie informazioni personalmente o tramite un magistrato della
Direzione nazionale antimafia all'uopo designato. Salvi casi particolari, il
procuratore nazionale antimafia o il magistrato da lui designato non può
delegare per il compimento degli atti di indagine altri uffici del pubblico
ministero.
Art.372 Avocazione delle indagini
1. Il procuratore generale presso la corte di appello dispone con decreto
motivato, e assunte, quando occorre, le necessarie informazioni, l'avocazione
delle indagini preliminari quando:
a) in conseguenza dell'astensione o della incompatibilità del magistrato
designato non è possibile provvedere alla sua tempestiva sostituzione (53);
b) il capo dell'ufficio del pubblico ministero ha omesso di provvedere alla
tempestiva sostituzione del magistrato designato per le indagini nei casi
previsti dall'art. 36 comma 1 lett. a), b), d), e).
1-bis. Il procuratore generale presso la corte di appello, assunte le necessarie
informazioni, dispone altresì con decreto motivato l'avocazione delle indagini
preliminari relative ai delitti previsti dagli artt. 270-bis, 280, 285, 286, 289
bis, 305, 306, 416 nei casi in cui è obbligatorio l'arresto in flagranza e 422
c.p. quando, trattandosi di indagini collegate, non risulta effettivo il
coordinamento delle indagini previste dall'art. 371 comma 1 e non hanno dato
esito le riunioni per il coordinamento disposte o promosse dal procuratore
generale anche d'intesa con altri procuratori generali interessati (371-bis;
118-bis att.) .
Art.373 Documentazione degli atti
1. Salvo quanto disposto in relazione a specifici atti è redatto verbale:
a) delle denunce (333), querele (337) e istanze (341) di procedimento presentate
oralmente;
b) degli interrogatori e dei confronti (364, 374, 388) con la persona sottoposta
alle indagini;
c) delle ispezioni (244 s.), delle perquisizioni (247 s.) e dei sequestri (253
s.);
d) delle sommarie informazioni assunte a norma dell'art. 362;
d-bis) dell'interrogatorio assunto a norma dell'art. 363;
e) degli accertamenti tecnici compiuti a norma dell'art. 360.
2. Il verbale è redatto secondo le modalità previste nel Titolo III del Libro
II.
3. Alla documentazione delle attività di indagine preliminare, diverse da
quelle previste dal comma 1, si procede soltanto mediante la redazione del
verbale in forma riassuntiva (140) ovvero, quando si tratta di atti a contenuto
semplice o di limitata rilevanza, mediante le annotazioni (119 att.) ritenute
necessarie.
4. Gli atti sono documentati nel corso del loro compimento ovvero immediatamente
dopo quando ricorrono insuperabili circostanze, da indicarsi specificamente, che
impediscono la documentazione contestuale.
5. L'atto contenente la notizia di reato (330 s.) e la documentazione relativa
alle indagini sono conservati in apposito fascicolo presso l'ufficio del
pubblico ministero assieme agli atti trasmessi dalla polizia giudiziaria a norma
dell'art. 357.
6. Alla redazione del verbale e delle annotazioni provvede l'ufficiale di
polizia giudiziaria o l'ausiliario che assiste il pubblico ministero. Si applica
la disposizione dell'art. 142.
Art.374 Presentazione spontanea
1. Chi ha notizia che nei suoi confronti sono svolte indagini, ha facoltà di
presentarsi al pubblico ministero e di rilasciare dichiarazioni.
2. Quando il fatto per cui si procede è contestato a chi si presenta
spontaneamente e questi è ammesso a esporre le sue discolpe, l'atto così
compiuto equivale per ogni effetto all'interrogatorio. In tale ipotesi, si
applicano le disposizioni previste dagli artt. 64, 65 e 364.
3. La presentazione spontanea non pregiudica l'applicazione di misure cautelari
(280 s.).
Art.375 Invito a presentarsi
1. Il pubblico ministero invita la persona sottoposta alle indagini a
presentarsi quando deve procedere ad atti che ne richiedono la presenza (360,
361, 364, 365).
2. L'invito a presentarsi contiene:
a) le generalità o le altre indicazioni personali che valgono a identificare la
persona sottoposta alle indagini;
b) il giorno, l'ora e il luogo della presentazione nonché l'autorità davanti
alla quale la persona deve presentarsi;
c) il tipo di atto per il quale l'invito è predisposto;
d) l'avvertimento che il pubblico ministero potrà disporre a norma dell'art.
132 l'accompagnamento coattivo in caso di mancata presentazione senza che sia
stato addotto legittimo impedimento.
3. Quando la persona è chiamata a rendere l'interrogatorio, l'invito contiene
altresì la sommaria enunciazione del fatto quale risulta dalle indagini fino a
quel momento compiute. L'invito può inoltre contenere, ai fini di quanto
previsto dall'art. 453 comma 1, l'indicazione degli elementi e delle fonti di
prova e l'avvertimento che potrà essere presentata richiesta di giudizio
immediato .
4. L'invito a presentarsi è notificato almeno tre giorni prima di quello
fissato per la comparizione, salvo che, per ragioni di urgenza, il pubblico
ministero ritenga di abbreviare il termine, purché sia lasciato il tempo
necessario per comparire.
Art.376 Accompagnamento coattivo per procedere a interrogatorio o a confronto
1. Quando si tratta di procedere ad atti di interrogatorio o confronto,
l'accompagnamento coattivo (46 att.) è disposto dal pubblico ministero su
autorizzazione del giudice (328).
Art.377 Citazioni di persone informate sui fatti
1. Il pubblico ministero può emettere decreto di citazione quando deve
procedere ad atti che richiedono la presenza della persona offesa e delle
persone in grado di riferire su circostanze utili ai fini delle indagini.
2. Il decreto contiene:
a) le generalità della persona;
b) il giorno, l'ora e il luogo della comparizione nonché l'autorità davanti
alla quale la persona deve presentarsi;
c) l'avvertimento che il pubblico ministero potrà disporre a norma dell'art.
133 l'accompagnamento coattivo in caso di mancata comparizione senza che sia
stato addotto legittimo impedimento.
3. Il pubblico ministero provvede allo stesso modo per la citazione del
consulente tecnico (225, 233, 359, 360), dell'interprete (143) e del custode
delle cose sequestrate
Art.378 Poteri coercitivi del pubblico ministero
1. Il pubblico ministero ha, nell'esercizio delle sue funzioni, i poteri
indicati nell'art. 131.
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TITOLO VI ARRESTO IN
FLAGRANZA E FERMO
Art.379 Determinazione della pena
1. Agli effetti delle disposizioni di questo Titolo la pena è determinata a
norma dell'art. 218.
Art.380 Arresto obbligatorio in flagranza
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria (57) procedono all'arresto
di chiunque è colto in flagranza (382) di un delitto non colposo, consumato o
tentato, per il quale la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della
reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti anni
2. Anche fuori dei casi previsti dal comma 1, gli ufficiali e gli agenti di
polizia giudiziaria procedono all'arresto di chiunque è colto in flagranza di
uno dei seguenti delitti non colposi, consumati o tentati:
a) delitti contro la personalità dello Stato previsti nel Titolo I del Libro II
del Codice Penale per i quali è stabilita la pena della reclusione non
inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni;
b) delitto di devastazione e saccheggio previsto dall'art. 419 c.p.;
c) delitti contro l'incolumità pubblica previsti nel Titolo VI del Libro II del
Codice Penale per i quali è stabilita la pena della reclusione non inferiore
nel minimo a tre anni o nel massimo a dieci anni;
d) delitto di riduzione in schiavitù previsto dall'art. 600 c.p.;
e) delitto di furto, quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall'art.
4 della L. 8 agosto 1977 n. 533 o quella prevista dall'articolo 625, primo
comma, numero 2), prima ipotesi, del codice penale, salvo che, in quest'ultimo
caso, ricorra la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma,
numero 4), del codice penale [109];
e-bis) delitti di furto previsti dall'articolo 624-bis del codice penale, salvo
che ricorra la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma,
numero 4), del codice penale [110];
f) delitto di rapina previsto dall'art. 628 c.p. e di estorsione previsto
dall'art. 629 c.p.;
g) delitti di illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in
vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di
armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine
nonché di più armi comuni da sparo escluse quelle previste dall'art. 2, comma
terzo, della L. 18 aprile 1975, n. 110 ;
h) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope puniti a norma
dell'art. 73 del Testo Unico approvato con D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, salvo
che ricorra la circostanza prevista dal comma 5 del medesimo articolo
i) delitti commessi per finalità di terrorismo anche internazionale o di
eversione dell'ordine costituzionale per i quali la legge stabilisce la pena
della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci
anni [111];
l) delitti di promozione, costituzione, direzione e organizzazione delle
associazioni segrete previste dall'art. 1 della L. 25 gennaio 1982 n. 17, delle
associazioni di carattere militare previste dall'art. 1 della L. 17 aprile 1956
n. 561, delle associazioni dei movimenti o dei gruppi previsti dagli artt. 1 e 2
della L. 20 giugno 1952 n. 645, delle organizzazioni, associazioni, movimenti o
gruppi di cui all'art. 3, comma 3 della L. 13 ottobre 1975, n. 654;
l-bis) delitti di partecipazione, promozione, direzione e organizzazione della
associazione di tipo mafioso prevista dall'art. 416 bis c.p.;
m) delitti di promozione, direzione, costituzione e organizzazione della
associazione per delinquere prevista dall'art. 416 commi 1 e 3 c.p., se
l'associazione è diretta alla commissione di più delitti fra quelli previsti
dai comma l o dalle lett. a), b), c) d), f), g), i) del presente comma.
3. Se si tratta di delitto perseguibile a querela (120 c.p.), l'arresto in
flagranza è eseguito se la querela viene proposta, anche con dichiarazione resa
oralmente (337) all'ufficiale o all'agente di polizia giudiziaria presente nel
luogo. Se l'avente diritto dichiara di rimettere la querela (340), l'arrestato
è posto immediatamente in libertà (389).
Art.381 Arresto facoltativo in flagranza
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria (57) hanno facoltà di
arrestare chiunque è colto in flagranza di un delitto non colposo, consumato o
tentato, per il quale la legge stabilisce la pena (379) della reclusione
superiore nel massimo a tre anni ovvero di un delitto colposo per il quale la
legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque
anni .
2. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria hanno altresì facoltà di
arrestare chiunque è colto in flagranza di uno dei seguenti delitti :
a) peculato mediante profitto dell'errore altrui previsto dall'art. 316 c.p.;
b) corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio prevista dagli artt. 319
(comma 4) e 321 c.p.;
c) violenza o minaccia a un pubblico ufficiale prevista dall'art. 336 comma 2
c.p.;
d) commercio e somministrazione di medicina guasti e di sostanze alimentari
nocive previsti dagli artt. 443 e 444 c.p.;
e) corruzione di minorenni prevista dall'art. 530 c.p.;
f) lesione personale prevista dall'art. 582 c.p.;
g) furto previsto dall'art. 624 c.p.;
h) danneggiamento aggravato a norma dell'art. 635 comma 2 c.p.;
i) truffa prevista dall'art. 640 c.p.;
l) appropriazione indebita prevista dall'art. 646 c.p.;
m) alterazione di armi e fabbricazione di esplosivi non riconosciuti previste
dagli artt. 3 e 24 comma 1 della L. 18 aprile 1975 n. 110.
3. Se si tratta di delitto perseguibile a querela (120 c.p.), l'arresto in
flagranza può essere eseguito se la querela viene proposta, anche con
dichiarazione resa oralmente (337) all'ufficiale o all'agente di polizia
giudiziaria presente nel luogo. Se l'avente diritto dichiara di rimettere la
querela (340), l'arrestato è posto immediatamente in libertà (389).
4. Nelle ipotesi previste dal presente articolo si procede all'arresto in
flagranza soltanto se la misura è giustificata dalla gravità del fatto ovvero
dalla pericolosità del soggetto desunta dalla sua personalità o dalle
circostanze del fatto.
4-bis. Non é consentito l'arresto della persona richiesta di fornire
informazioni dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero per reati
concernenti il contenuto delle informazioni o il rifiuto di fornirle.
Art.382 Stato di flagranza
1. E' in stato di flagranza chi viene colto nell'atto di commettere il reato
ovvero chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria dalla
persona offesa o da altre persone ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle
quali appaia che egli abbia commesso il reato immediatamente prima.
2. Nel reato permanente lo stato di flagranza dura fino a quando non è cessata
la permanenza.
Art.383 Facoltà di arresto da parte dei privati
1. Nei casi previsti dall'art. 380 ogni persona è autorizzata a procedere
all'arresto in flagranza, quando si tratta di delitti perseguibili di ufficio.
2. La persona che ha eseguito l'arresto deve senza ritardo consegnare
l'arrestato e le cose costituenti il corpo del reato (253) alla polizia
giudiziaria la quale redige il verbale della consegna e ne rilascia copia.
Art.384 Fermo di indiziato di delitto
1. Anche fuori dei casi di flagranza (230 coord.), quando sussistono specifici
elementi che, anche in relazione alla impossibilità di identificare
l'indiziato, fanno ritenere fondato il pericolo di fuga, il pubblico ministero
dispone il fermo della persona gravemente indiziata di un delitto per il quale
la legge stabilisce la pena (379) dell'ergastolo o della reclusione non
inferiore nel minimo a due anni e superiore nel massimo a sei anni ovvero di un
delitto concernente le armi da guerra e gli esplosivi [112].
2. Nei casi previsti dal comma 1 e prima che il pubblico ministero abbia assunto
la direzione delle indagini, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria
(57) procedono al fermo di propria iniziativa.
3. La polizia giudiziaria procede inoltre al fermo di propria iniziativa qualora
sia successivamente individuato l'indiziato ovvero sopravvengano specifici
elementi che rendano fondato il pericolo che l'indiziato sia per darsi alla fuga
e non sia possibile, per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento
del pubblico ministero.
Art.385 Divieto di arresto o di fermo in determinate circostanze
1. L'arresto o il fermo non è consentito quando, tenuto conto delle circostanze
del fatto, appare che questo è stato compiuto nell'adempimento di un dovere o
nell'esercizio di una facoltà legittima (51-53) ovvero in presenza di una causa
di non punibilità.
Art.386 Doveri della polizia giudiziaria in caso di arresto o di fermo
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria (57) che hanno eseguito
l'arresto o il fermo (120 att.) o hanno avuto in consegna l'arrestato (383), ne
danno immediata notizia al pubblico ministero del luogo dove l'arresto o il
fermo è stato eseguito. Avvertono inoltre l'arrestato o il fermato della
facoltà di nominare un difensore di fiducia.
2. Dell'avvenuto arresto o fermo gli ufficiali e gli agenti di polizia
giudiziaria informano immediatamente il difensore di fiducia eventualmente
nominato ovvero quello di ufficio designato dal pubblico ministero a norma
dell'art. 97.
3. Qualora non ricorra l'ipotesi prevista dall'art. 389 comma 2, gli ufficiali e
gli agenti di polizia giudiziaria pongono l'arrestato o il fermato a
disposizione del pubblico ministero al più presto e comunque non oltre
ventiquattro ore dall'arresto o dal fermo. Entro il medesimo termine trasmettono
il relativo verbale, salvo che il pubblico ministero autorizzi una dilazione
maggiore. Il verbale contiene l'eventuale nomina del difensore di fiducia,
l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui l'arresto o il fermo è
stato eseguito e l'enunciazione delle ragioni che lo hanno determinato .
4. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria pongono l'arrestato o il
fermato a disposizione del pubblico ministero mediante la conduzione nella casa
circondariale o mandamentale del luogo dove l'arresto o il fermo è stato
eseguito.
5. Il pubblico ministero può disporre che l'arrestato o il fermato sia
custodito, in uno dei luoghi indicati nel comma 1 dell'art. 284 ovvero, se ne
possa derivare grave pregiudizio per le indagini, presso altra casa
circondariale o mandamentale.
6. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria trasmettono il verbale di
fermo anche al pubblico ministero che lo ha disposto, se diverso da quello
indicato nel comma 1.
7. L'arresto o il fermo diviene inefficace se non sono osservati i termini
previsti dal comma 3 .
Art.387 Avviso dell'arresto o del fermo ai familiari
1. La polizia giudiziaria, con il consenso dell'arrestato o del fermato, deve
senza ritardo dare notizia ai familiari dell'avvenuto arresto o fermo.
Art.388 Interrogatorio dell'arrestato o del fermato
1. Il pubblico ministero può procedere all'interrogatorio dell'arrestato o del
fermato, dandone tempestivo avviso al difensore di fiducia ovvero, in mancanza,
al difensore di ufficio.
2. Durante l'interrogatorio, osservate le forme previste dall'art. 64, il
pubblico ministero informa l'arrestato o il fermato del fatto per cui si procede
e delle ragioni che hanno determinato il provvedimento comunicandogli inoltre
gli elementi a suo carico e, se non può derivarne pregiudizio per le indagini,
le fonti.
Art.389 Casi di immediata liberazione dell'arrestato o del fermato
1. Se risulta evidente che l'arresto o il fermo è stato eseguito per errore di
persona o fuori dei casi previsti dalla legge o se la misura dell'arresto o del
fermo è divenuta inefficace a norma degli artt. 386 comma 7 e 390 comma 3, il
pubblico ministero dispone con decreto motivato che l'arrestato o il fermato sia
posto immediatamente in libertà.
2. La liberazione è altresì disposta prima dell'intervento del pubblico
ministero dallo stesso ufficiale di polizia giudiziaria (57; 120 att.), che ne
informa subito il pubblico ministero del luogo dove l'arresto o il fermo è
stato eseguito.
Art.390 Richiesta di convalida dell'arresto o del fermo
1. Entro quarantotto ore dall'arresto o dal fermo il pubblico ministero, qualora
non debba ordinare la immediata liberazione dell'arrestato o del fermato (121
att.), richiede la convalida (122 att.) al giudice per le indagini preliminari
(328) competente in relazione al luogo dove l'arresto o il fermo è stato
eseguito.
2. Il giudice fissa l'udienza di convalida al più presto e comunque entro le
quarantotto ore successive dandone avviso, senza ritardo, al pubblico ministero
e al difensore.
3. L'arresto o il fermo diviene inefficace se il pubblico ministero non osserva
le prescrizioni del comma 1.
3-bis. Se non ritiene di comparire, il pubblico ministero trasmette al giudice,
per l'udienza di convalida, le richieste in ordine alla libertà personale con
gli elementi su cui le stesse si fondano .
Art.391 Udienza di convalida
1. L'udienza di convalida si svolge in camera di consiglio (127; 123 att.) con
la partecipazione necessaria del difensore dell'arrestato o del fermato.
2. Se il difensore di fiducia o di ufficio non è stato reperito o non è
comparso, il giudice provvede a norma dell'art. 97 comma 4.
3. Il pubblico ministero, se comparso, indica i motivi dell'arresto o del fermo
e illustra le richieste in ordine alla libertà personale. Il giudice procede
quindi all'interrogatorio (2941) dell'arrestato o del fermato, salvo che questi
non abbia potuto o si sia rifiutato di comparire; sente in ogni caso il suo
difensore .
4. Quando risulta che l'arresto o il fermo è stato legittimamente eseguito e
sono stati osservati i termini previsti dagli art. 386 comma 3 e 390 comma 1, il
giudice provvede alla convalida con ordinanza. Contro l'ordinanza che decide
sulla convalida, il pubblico ministero e l'arrestato o il fermato possono
proporre ricorso per cassazione.
5. Se ricorrono le condizioni di applicabilità previste dall'art. 273 e taluna
delle esigenze cautelari previste dall'art. 274, il giudice dispone
l'applicazione di una misura coercitiva a norma dell'art. 291. Quando l'arresto
è stato eseguito per uno dei delitti indicati nell'articolo 381 comma 2, ovvero
per uno dei delitti per i quali è consentito anche fuori dai casi di flagranza,
l'applicazione della misura è disposta anche al di fuori dei limiti di pena
previsti dagli articoli 274, comma 1, lettera c), e 280 [113].
6. Quando non provvede a norma del comma 5, il giudice dispone con ordinanza la
immediata liberazione dell'arrestato o del fermato .
7. Le ordinanze previste dai commi precedenti, se non sono pronunciate in
udienza, sono comunicate o notificate a coloro che hanno diritto di proporre
impugnazione. Le ordinanze pronunciate in udienza sono comunicate al pubblico
ministero e notificate all'arrestato o al fermato se non comparsi. I termini per
l'impugnazione decorrono dalla lettura del provvedimento in udienza ovvero dalla
sua comunicazione o notificazione. L'arresto o il fermo cessa di avere efficacia
se l'ordinanza di convalida non è pronunciata o depositata nelle quarantotto
ore successive al momento in cui l'arrestato o il fermato è stato posto a
disposizione del giudice.
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TITOLO VI BIS
INVESTIGAZIONI DIFENSIVE [114]
Art.391-bis Colloquio, ricezione di dichiarazione e assunzione di
informazioni da parte del difensore [115]
1. Salve le incompatibilità previste dall'articolo 197, comma 1, lettere c) e
d), per acquisire notizie il difensore, il sostituto, gli investigatori privati
autorizzati o i consulenti tecnici possono conferire con le persone in grado di
riferire circostanze utili ai fini dell'attività investigativa. In questo caso,
l'acquisizione delle notizie avviene attraverso un colloquio non documentato.
2. Il difensore o il sostituto possono inoltre chiedere alle persone di cui al
comma 1 una dichiarazione scritta ovvero di rendere informazioni da documentare
secondo le modalità previste dall'articolo 391-ter.
3. In ogni caso, il difensore, il sostituto, gli investigatori privati
autorizzati o i consulenti tecnici avvertono le persone indicate nel comma 1:
a) della propria qualità e dello scopo del colloquio;
b) se intendono semplicemente conferire ovvero ricevere dichiarazioni o assumere
informazioni indicando, in tal caso, le modalità e la forma di documentazione;
c) dell'obbligo di dichiarare se sono sottoposte ad indagini o imputate nello
stesso procedimento, in un procedimento connesso o per un reato collegato;
d) della facoltà di non rispondere o di non rendere la dichiarazione;
e) del divieto di rivelare le domande eventualmente formulate dalla polizia
giudiziaria o dal pubblico ministero e le risposte date;
f) delle responsabilità penali conseguenti alla falsa dichiarazione.
4. Alle persone già sentite dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero
non possono essere richieste notizie sulle domande formulate o sulle risposte
date.
5. Per conferire, ricevere dichiarazioni o assumere informazioni da una persona
sottoposta ad indagini o imputata nello stesso procedimento, in un procedimento
connesso o per un reato collegato, è dato avviso, almeno ventiquattro ore
prima, al suo difensore la cui presenza è necessaria. Se la persona è priva di
difensore, il giudice, su richiesta del difensore che procede alle
investigazioni, dispone la nomina di una difensore di ufficio ai sensi
dell'articolo 97.
6. Le dichiarazioni ricevute e le informazioni assunte in violazione di una
delle disposizioni di cui ai commi precedenti non possono essere utilizzate. La
violazione di tali disposizioni costituisce illecito disciplinare ed è
comunicata dal giudice che procede all'organo titolare del potere disciplinare.
7. Per conferire, ricevere dichiarazioni o assumere dichiarazioni da persona
detenuta, il difensore deve munirsi di specifica autorizzazione del giudice che
procede nei confronti della stessa, sentiti il suo difensore ed il pubblico
ministero. Prima dell'esercizio dell'azione penale l'autorizzazione è data dal
giudice per le indagini preliminari. Durante l'esecuzione della pena provvede il
magistrato di sorveglianza.
8. All'assunzione di informazioni non possono assistere la persona sottoposta
alle indagini, la persona offesa e le altre parti private.
9.Il difensore o il sostituto interrompono l'assunzione di informazioni da parte
della persona non imputata ovvero della persona non sottoposta alle indagini,
qualora essa renda dichiarazioni dalle quali emergano indizi di reità a suo
carico. Le precedenti dichiarazioni non possono essere utilizzate contro la
persona che le ha rese.
10. Quando la persona in grado di riferire circostanze utili ai fini
dell'attività investigativa abbia esercitato la facoltà di cui alla lettera d)
del comma 3, il pubblico ministero, su richiesta del difensore, ne dispone
l'audizione che fissa entro sette giorni dalla richiesta medesima. Tale
disposizione non si applica nei confronti delle persone sottoposte ad indagini o
imputate nello stesso procedimento e nei confronti delle persone sottoposte ad
indagini o imputate in un diverso procedimento nelle ipotesi previste
dall'articolo 210. L'audizione si svolge alla presenza del difensore che per
primo formula le domande. Anche con riferimento alla informazioni richieste dal
difensore si applicano le disposizioni dell'articolo 362.
11. Il difensore, in alternativa all'audizione di cui al comma 10, può chiedere
che si proceda con incidente probatorio all'assunzione della testimonianza o
all'esame della persona che abbia esercitato la facoltà di cui alla lettera d)
del comma 3, anche al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 392, comma
1.
Art.391-ter Documentazione delle dichiarazioni e delle informazioni [116]
1. La dichiarazione di cui al comma 2 dell'articolo 391-bis, sottoscritta dal
dichiarante, è autenticata dal difensore o da un suo sostituto, che redige una
relazione nella quale sono riportati:
a) la data in cui ha ricevuto la dichiarazione;
b) le proprie generalità e quelle della persona che ha rilasciato la
dichiarazione;
c) l'attestazione di aver rivolto gli avvertimenti previsti dal comma 3
dell'articolo 391-bis;
d) i fatti sui quali verte la dichiarazione.
2. La dichiarazione è allegata alla relazione.
3. Le informazioni di cui al comma 2 dell'articolo 391-bis sono documentate dal
difensore o da un suo sostituto che possono avvalersi per la materiale redazione
del verbale di persone di loro fiducia. Si osservano le disposizioni contenute
nel Titolo III del Libro Secondo, in quanto applicabili.
Art.391-quater Richiesta di documentazione alla pubblica amministrazione
[117]
1. Ai fini delle indagini difensive, il difensore può chiedere i documenti in
possesso della pubblica amministrazione e di estrarne copia a sue spese.
2. L'istanza deve essere rivolta all'amministrazione che ha formato il documento
o lo detiene stabilmente.
3. In caso di rifiuto da parte della pubblica amministrazione si applicano le
disposizioni degli articoli 367 e 368.
Art.391-quinquies Potere di segretazione del pubblico ministero [118]
1. Se sussistono specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine, il
pubblico ministero può, con decreto motivato, vietare alle persone sentite di
comunicare i fatti e le circostanze oggetto dell'indagine di cui hanno
conoscenza. Il divieto non può avere una durata superiore a due mesi.
2. Il pubblico ministero, nel comunicare il divieto di cui al comma 1 alle
persone che hanno rilasciato le dichiarazioni, le avverte delle responsabilità
penali conseguenti all'indebita rivelazione delle notizie.
Art.391-sexies Accesso ai luoghi e documentazione [119]
1. Quando effettuano un accesso per prendere visione dello stato dei luoghi e
delle cose ovvero per procedere alla loro descrizione o per eseguire rilievi
tecnici, grafici, planimetrici, fotografici o audiovisivi, il difensore, il
sostituto e gli ausiliari indicati nell'articolo 391-bis possono redigere un
verbale nel quale sono riportati:
a) la data ed il luogo dell'accesso;
b) le proprie generalità e quelle delle persone intervenute;
c) la descrizione dello stato dei luoghi e delle cose;
d) l'indicazione degli eventuali rilievi tecnici, grafici, planimetrici,
fotografici o audiovisivi eseguiti, che fanno parte integrante dell'atto e sono
allegati al medesimo. Il verbale è sottoscritto dalle persone intervenute.
Art.391-septies Accesso ai luoghi privati o non aperti al pubblico [120]
1. Se è necessario accedere a luoghi privati o non aperti al pubblico e non vi
è il consenso di chi ne ha la disponibilità, l'accesso, su richiesta del
difensore, è autorizzato dal giudice, con decreto motivato che ne specifica le
concrete modalità.
2. Nel caso di cui al comma 1, la persona presente è avvertita della facoltà
di farsi assistere da persona di fiducia, purché questa sia prontamente
reperibile e idonea a norma dell'articolo 120.
3. Non è consentito l'accesso ai luoghi di abitazione e loro pertinenze, salvo
che sia necessario accertare le tracce e gli altri effetti materiali del reato.
Art.391-octies Fascicolo del difensore [121]
1. Nel corso delle indagini preliminari e nell'udienza preliminare, quando il
giudice deve adottare una decisione con l'intervento della parte privata, il
difensore può presentargli direttamente gli elementi di prova a favore del
proprio assistito.
2. Nel corso delle indagini preliminari il difensore che abbia conoscenza di un
procedimento penale può presentare gli elementi difensivi di cui al comma 1
direttamente al giudice, perché ne tenga conto anche nel caso in cui debba
adottare una decisione per la quale non è previsto l'intervento della parte
assistita.
3. La documentazione di cui ai commi 1 e 2, in originale o, se il difensore ne
richiede la restituzione, in copia, è inserita nel fascicolo del difensore, che
è formato e conservato presso l'ufficio del giudice per le indagini
preliminari. Della documentazione il pubblico ministero può prenderne visione
ed estrarre copia prima che venga adottata una decisione su richiesta delle
altre parti o con il loro intervento. Dopo la chiusura delle indagini
preliminari il fascicolo del difensore è inserito nel fascicolo di cui
all'articolo 433.
4. Il difensore può, in ogni caso, presentare al pubblico ministero gli elemnti
di prova a favore del proprio assistito.
Art.391-nonies Attività investigativa preventiva [122]
1. L'attività investigativa prevista dall'articolo 327-bis, con conclusione
degli atti che richiedono l'autorizzazione o l'intervento dell'autorità
giudiziaria, può essere svolta anche dal difensore che ha ricevuto apposito
mandato per l'eventualità che si instauri un procedimento penale.
2. Il mandato è rilasciato con sottoscrizione autenticata e contiene la nomina
del difensore e l'indicazione dei fatti ai quali si riferisce.
Art.391-decies Utilizzazione della documentazione delle investigazioni
difensive [123]
1. Delle dichiarazioni inserite nel fascicolo del difensore le parti possono
servirsi a norma degli articoli 500, 512 e 513.
2. Fuori del caso in cui è applicabile l'articolo 234, la documentazione di
atti non ripetibili compiuti in occasione dell'accesso ai luoghi, presentata nel
corso delle indagini preliminari o nell'udienza preliminare, è inserita nel
fascicolo previsto dall'articolo 431.
3. Quando si tratta di accertamenti tecnici non ripetibili, il difensore deve
darne avviso, senza ritardo, al pubblico ministero per l'esercizio delle
facoltà previste, in quanto compatibili, dall'articolo 360. Negli altri casi di
atti non ripetibili di cui al comma 2, il pubblico ministero, personalmente o
mediante delega alla polizia giudiziaria, ha facoltà di assistervi.
4. Il verbale degli accertamenti compiuti ai sensi del comma 3 e, quando il
pubblico ministero ha esercitato la facoltà di assistervi, la documentazione
degli atti compiuti ai sensi del comma 2 sono inseriti nel fascicolo del
difensore e nel fascicolo del pubblico ministero. Si applica la disposizione di
cui all'articolo 431, comma 1, lettera c).
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TITOLO VII INCIDENTE PROBATORIO
Art.392 Casi
1. Nel corso delle indagini preliminari il pubblico ministero e la persona
sottoposta alle indagini possono chiedere al giudice che si proceda con
incidente probatorio:
a) all'assunzione della testimonianza (194 s.) di una persona, quando vi è
fondato motivo di ritenere che la stessa non potrà essere esaminata nel
dibattimento per infermità o altro grave impedimento;
b) all'assunzione di una testimonianza quando, per elementi concreti e
specifici, vi è fondato motivo di ritenere che la persona sia esposta a
violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro o di altra utilità affinché‚
non deponga o deponga il falso;
c) all'esame della persona sottoposta alle indagini su fatti concernenti la
responsabilità di altri;
d) all'esame delle persone indicate nell'art. 210;
e) al confronto (211) tra persone che in altro incidente probatorio o al
pubblico ministero hanno reso dichiarazioni discordanti, quando ricorre una
delle circostanze previste dalle lett. a) e b);
f) a una perizia (220 s.) o a un esperimento giudiziale (218 s.), se la prova
riguarda una persona, una cosa o un luogo il cui stato è soggetto a
modificazione non evitabile;
g) a una ricognizione (213 s.), quando particolari ragioni di urgenza non
consentono di rinviare l'atto al dibattimento.
1-bis. Nei procedimenti per i delitti di cui agli articoli 609-bis, 609-ter,
609-quater, 609-quinquies e 609-octies del codice penale il pubblico ministero o
la persona sottoposta alle indagini possono chiedere che si proceda con
incidente probatorio all'assunzione della testimonianza di persona minore degli
anni sedici, anche al di fuori delle ipotesi previste dal comma 1.
2. Il pubblico ministero e la persona sottoposta alle indagini possono altresì
chiedere una perizia che, se fosse disposta nel dibattimento, ne potrebbe
determinare una sospensione superiore a sessanta giorni (477).
Art.393 Richiesta
1. La richiesta è presentata entro i termini per la conclusione delle indagini
preliminari e comunque in tempo sufficiente per l'assunzione della prova prima
della scadenza dei medesimi termini e indica:
a) la prova da assumere, i fatti che ne costituiscono l'oggetto e le ragioni
della sua rilevanza per la decisione dibattimentale (493, 495);
b) le persone nei confronti delle quali si procede per i fatti oggetto della
prova;
c) le circostanze che, a norma dell'art. 392, rendono la prova non rinviabile al
dibattimento.
2. La richiesta proposta dal pubblico ministero indica anche i difensori delle
persone interessate a norma del comma 1 lett. b), la persona offesa (91) e il
suo difensore.
2-bis. Con la richiesta di incidente probatorio di cui all'articolo 392, comma
1-bis, il pubblico ministero deposita tutti gli atti di indagine compiuti.
3. Le disposizioni dei commi 1 e 2 si osservano a pena di inammissibilità.
4. Il pubblico ministero e la persona sottoposta alle indagini possono chiedere
la proroga del termine delle indagini preliminari (405-407) ai fini
dell'esecuzione dell'incidente probatorio. Il giudice provvede con decreto
motivato, concedendo la proroga per il tempo indispensabile all'assunzione della
prova quando risulta che la richiesta di incidente probatorio non avrebbe potuto
essere formulata anteriormente. Nello stesso modo il giudice provvede se il
termine per le indagini preliminari scade durante l'esecuzione dell'incidente
probatorio. Del provvedimento è data in ogni caso comunicazione al procuratore
generale presso la corte di appello.
Art.394 Richiesta della persona offesa
1. La persona offesa (90, 91) può chiedere al pubblico ministero di promuovere
un incidente probatorio.
2. Se non accoglie la richiesta, il pubblico ministero pronuncia decreto
motivato e lo fa notificare alla persona offesa.
Art.395 Presentazione e notificazione della richiesta
1. La richiesta di incidente probatorio è depositata nella cancelleria del
giudice per le indagini preliminari (328), unitamente a eventuali cose o
documenti ed è notificata a cura di chi l'ha proposta, secondo i casi, al
pubblico ministero e alle persone indicate nell'art. 393 comma 1 lett. b). La
prova della notificazione è depositata in cancelleria.
Art.396 Deduzioni
1. Entro due giorni dalla notificazione della richiesta, il pubblico ministero
ovvero la persona sottoposta alle indagini può presentare deduzioni
sull'ammissibilità e sulla fondatezza della richiesta, depositare cose,
produrre documenti nonché indicare altri fatti che debbano costituire oggetto
della prova e altre persone interessate a norma dell'art. 393 comma 1 lett. b).
2. Copia delle deduzioni è consegnata dalla persona sottoposta alle indagini
alla segreteria del pubblico ministero, che comunica senza ritardo al giudice le
indicazioni necessarie per gli avvisi. La persona sottoposta alle indagini può
prendere visione ed estrarre copia delle deduzioni da altri presentate.
Art.397 Differimento dell'incidente probatorio
1. Il pubblico ministero può chiedere che il giudice disponga il differimento
dell'incidente probatorio richiesto dalla persona sottoposta alle indagini
quando la sua esecuzione pregiudicherebbe uno o più atti di indagine
preliminare. Il differimento non è consentito quando pregiudicherebbe
l'assunzione della prova.
2. La richiesta di differimento è presentata a pena di inammissibilità nella
cancelleria del giudice entro il termine previsto dall'art. 396, comma 1, e
indica:
a) l'atto o gli atti di indagine preliminare che l'incidente probatorio
pregiudicherebbe e le cause del pregiudizio;
b) il termine del differimento richiesto.
3. Il giudice, se non dichiara inammissibile o rigetta la richiesta di incidente
probatorio, provvede entro due giorni con ordinanza con la quale accoglie,
dichiara inammissibile o rigetta la richiesta di differimento. L'ordinanza di
inammissibilità o di rigetto è immediatamente comunicata al pubblico
ministero.
4. Nell'accogliere la richiesta di differimento il giudice fissa l'udienza per
l'incidente probatorio non oltre il termine strettamente necessario a,
compimento dell'atto o degli atti di indagine preliminare indicati nel comma 2
lett. a). L'ordinanza è immediatamente comunicata al pubblico ministero e
notificata per estratto alle persone indicate nell'art. 393 comma 1 lett. b). La
richiesta di differimento e l'ordinanza sono depositate all'udienza.
Art.398 Provvedimenti sulla richiesta di incidente probatorio
1. Entro due giorni dal deposito della prova della notifica e comunque dopo la
scadenza del termine previsto dall'art. 396, comma 1, il giudice pronuncia
ordinanza con la quale accoglie dichiara inammissibile o rigetta la richiesta di
incidente probatorio. L'ordinanza di inammissibilità o di rigetto è
immediatamente comunicata al pubblico ministero e notificata alle persone
interessate.
2. Con l'ordinanza che accoglie la richiesta (124 att.) il giudice stabilisce:
a) l'oggetto della prova nei limiti della richiesta e delle deduzioni;
b) le persone interessate all'assunzione della prova individuate sulla base
della richiesta e delle deduzioni;
c) la data dell'udienza.
Tra il provvedimento e la data dell'udienza non può intercorrere un termine
superiore a dieci giorni.
3. Il giudice fa notificare alla persona sottoposta alle indagini, alla persona
offesa (90, 91) e ai difensori avviso del giorno dell'ora e del luogo in cui si
deve procedere all'incidente probatorio almeno due giorni prima della data
fissata con l'avvertimento che nei due giorni precedenti l'udienza possono
prendere cognizione ed estrarre copia delle dichiarazioni già rese dalla
persona da esaminare. Nello stesso termine l'avviso è comunicato al pubblico
ministero.
3-bis. La persona sottoposta alle indagini e i difensori delle parti hanno
diritto di ottenere copia degli atti depositati ai sensi dell'articolo 393,
comma 2-bis.
4. Se si deve procedere a più incidenti probatori, essi sono assegnati alla
medesima udienza, sempre che non ne derivi ritardo.
5. Quando ricorrono ragioni di urgenza e l'incidente probatorio non può essere
svolto nella circoscrizione del giudice competente, quest'ultimo può delegare
il giudice per le indagini preliminari del luogo dove la prova deve essere
assunta.
5-bis. Nel caso di indagini che riguardano ipotesi di reato previste dagli
articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater e 609-octies del codice penale, il
giudice, ove fra le persone interessate all'assunzione della prova vi siano
minori di anni sedici, con l'ordinanza di cui al comma 2, stabilisce il luogo,
il tempo e le modalità particolari attraverso cui procedere all'incidente
probatorio, quando le esigenze del minore lo rendono necessario od opportuno. A
tal fine l'udienza può svolgersi anche in luogo diverso dal tribunale,
avvalendosi il giudice, ove esistano, di strutture specializzate di assistenza
o, in mancanza, presso l'abitazione dello stesso minore. Le dichiarazioni
testimoniali debbono essere documentate integralmente con mezzi di produzione
fonografica o audiovisiva. Quando si verifica una indisponibilità di strumenti
di riproduzione o di personale tecnico, si provvede con le forme della perizia
ovvero della consulenza tecnica. Dell'interrogatorio ‚ anche redatto verbale
in forma riassuntiva. La trascrizione della riproduzione ‚ disposta solo se
richiesta dalle parti.
Art.399 Accompagnamento coattivo della persona sottoposta alle indagini
1. Se la persona sottoposta alle indagini, la cui presenza è necessaria per
compiere un atto da assumere con l'incidente probatorio, non compare senza
addurre un legittimo impedimento, il giudice ne ordina l'accompagnamento
coattivo (132).
Art.400 Provvedimenti per i casi di urgenza
1. Quando per assicurare l'assunzione della prova è indispensabile procedere
con urgenza all'incidente probatorio, il giudice dispone con decreto motivato
che i termini previsti dagli articoli precedenti siano abbreviati nella misura
necessaria.
Art.401 Udienza
1. L'udienza si svolge in camera di consiglio con la partecipazione necessaria
del pubblico ministero e del difensore della persona sottoposta alle indagini.
Ha altresì diritto di parteciparvi il difensore della persona offesa
2. In caso di mancata comparizione del difensore della persona sottoposta alle
indagini, il giudice designa altro difensore a norma dell'art. 97 comma 4.
3. La persona sottoposta alle indagini e la persona offesa hanno diritto di
assistere all'incidente probatorio quando si deve esaminare un testimone o
un'altra persona. Negli altri casi possono assistere previa autorizzazione del
giudice.
4. Non è consentita la trattazione e la pronuncia di nuovi provvedimenti su
questioni relative all'ammissibilità e alla fondatezza della richiesta.
5. Le prove sono assunte con le forme stabilite per il dibattimento (496 s.). Il
difensore della persona offesa può chiedere al giudice di rivolgere domande
alle persone sottoposte ad esame.
6. Salvo quanto previsto dall'art. 402, è vietato estendere l'assunzione della
prova a fatti riguardanti persone diverse da quelle i cui difensori partecipano
all'incidente probatorio. E' in ogni caso vietato verbalizzare dichiarazioni
riguardanti tali soggetti.
7. Se l'assunzione della prova non si conclude nella medesima udienza, il
giudice ne dispone il rinvio al giorno successivo non festivo, salvo che lo
svolgimento delle attività di prova richieda un termine maggiore.
8. Il verbale, le cose e i documenti acquisiti nell'incidente probatorio sono
trasmessi al pubblico ministero. I difensori hanno diritto di prenderne visione
ed estrarne copia.
Art.402 Estensione dell'incidente probatorio
1. Se il pubblico ministero o il difensore della persona sottoposta alle
indagini chiede che la prova si estenda ai fatti o alle dichiarazioni previsti
dall'art. 401 comma 6, il giudice, se ne ricorrono i requisiti dispone le
necessarie notifiche a norma dell'art. 398 comma 3 rinviando l'udienza per il
tempo strettamente necessario e comunque non oltre tre giorni. La richiesta non
è accolta se il rinvio pregiudica l'assunzione della prova.
Art.403 Utilizzabilità nel dibattimento delle prove assunte con incidente
probatorio
1. Nel dibattimento le prove assunte con l'incidente probatorio sono
utilizzabili soltanto nei confronti degli imputati i cui difensori hanno
partecipato alla loro assunzione.
1-bis. Le prove di cui al comma 1 non sono utilizzabili nei confronti
dell'imputato raggiunto solo successivamente all'incidente probatorio da indizi
di colpevolezza se il difensore non ha partecipato alla loro assunzione, salvo
che i suddetti indizi siano emersi dopo che la ripetizione dell'atto sia
divenuta impossibile.
Art.404 Efficacia dell'incidente probatorio nei confronti della parte civile
1. La sentenza pronunciata sulla base di una prova assunta con incidente
probatorio a cui il danneggiato dal reato non è stato posto in grado di
partecipare non produce gli effetti previsti dall'art. 652, salvo che il
danneggiato stesso ne abbia fatta accettazione anche tacita.
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TITOLO VIII
CHIUSURA DELLE INDAGINI PRELIMINARI
Art.405 Inizio dell'azione penale. Forme e termini
1. Il pubblico ministero, quando non deve richiedere l'archiviazione, esercita
l'azione penale (129 att.), formulando l'imputazione, nei casi previsti nei
Titoli II, III, IV e V del Libro VI ovvero con richiesta di rinvio a giudizio
(416, 555).
2. Salvo quanto previsto dall'articolo 415-bis, il pubblico ministero richiede
il rinvio a giudizio entro sei mesi dalla data in cui il nome della persona alla
quale è attribuito il reato è iscritto nel registro delle notizie di reato. n
termine è di un anno se si procede per taluno dei delitti indicati nell'art.
407, comma 2, lett. a).
3. Se è necessaria la querela (336) l'istanza (341) o la richiesta di
procedimento (342), il termine decorre dal momento in cui queste pervengono al
pubblico ministero.
4. Se è necessaria l'autorizzazione a procedere (343), il decorso del termine
è sospeso dal momento della richiesta a quello in cui l'autorizzazione perviene
al pubblico ministero .
Art.406 Proroga del termine [124]
1. Il pubblico ministero, prima della scadenza, può richiedere al giudice (328;
2584 trans.), per giusta causa, la proroga del termine previsto dall'art. 405
(3934, 5532). La richiesta contiene l'indicazione della notizia di reato (330
s., 369) e l'esposizione dei motivi che la giustificano.
2. Ulteriori proroghe possono essere richieste dal pubblico ministero nei casi
di particolare complessità delle indagini ovvero di oggettiva impossibilità di
concluderle entro il termine prorogato.
2-bis. Ciascuna proroga può essere autorizzata dal giudice per un tempo non
superiore a sei mesi (407; 240-bis coord.).
3. La richiesta di proroga è notificata, a cura del giudice, con l'avviso della
facoltà di presentare memorie entro cinque giorni dalla notificazione, alla
persona sottoposta alle indagini nonché alla persona offesa dal reato (90, 91)
che, nella notizia di reato o successivamente alla sua presentazione, abbia
dichiarato di volere esserne informata (4082). Il giudice provvede entro dieci
giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle memorie.
4. Il giudice autorizza la proroga del termine con ordinanza emessa in camera di
consiglio senza intervento del pubblico ministero e dei difensori.
5. Qualora ritenga che allo stato degli atti non si debba concedere la proroga,
il giudice, entro il termine previsto dal comma 3 secondo periodo, fissa la data
dell'udienza in camera di consiglio e ne fa notificare avviso al pubblico
ministero, alla persona sottoposta alle indagini nonché, nella ipotesi prevista
dal comma 3, alla persona offesa dal reato (90, 91). Il procedimento si svolge
nelle forme previste dall'art. 127.
5-bis. Le disposizioni dei commi 3, 4 e 5 non si applicano se si procede per
taluno dei delitti indicati nell'art. 51 comma 3-bis e nell'articolo 407, comma
2, lettera a), numeri 4 e 7-bis. In tali casi, il giudice provvede con ordinanza
entro dieci giorni dalla presentazione della richiesta, dandone comunicazione al
pubblico ministero.
6. Se non ritiene di respingere la richiesta di proroga, il giudice autorizza
con ordinanza il pubblico ministero a proseguire le indagini.
7. Con l'ordinanza che respinge la richiesta di proroga, il giudice, se il
termine per le indagini preliminari è già scaduto, fissa un termine non
superiore a dieci giorni per la formulazione delle richieste del pubblico
ministero a norma dell'art. 405.
8. Gli atti di indagine compiuti dopo la presentazione della richiesta di
proroga e prima della comunicazione del provvedimento del giudice sono comunque
utilizzabili, sempre che, nel caso di provvedimento negativo, non siano
successivi alla data di scadenza del termine originariamente previsto per le
indagini.
Art.407 Termini di durata massima delle indagini preliminari
1. Salvo quanto previsto dall'art. 393 comma 4, la durata delle indagini
preliminari non può comunque superare diciotto mesi.
2. La durata massima è tuttavia di due anni se le indagini preliminari
riguardano:
a) i delitti appresso (169) indicati (3012-bis, 3042, 3353, att. 112):
1) 1) delitti di cui agli articoli 285, 286, 416-bis e 422 del codice penale,
291-ter, limitatamente alle ipotesi aggravate previste dalle lettere a), d) ed
e) del comma 2, e 291-quater, comma 4, del testo unico approvato con decreto del
Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43 [125];
2) 2) delitti consumati o tentati di cui agli articoli 575, 628, terzo comma,
629, secondo comma, e 630 dello stesso codice penale [126];
3) 3) delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis
del codice penale ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni
previste dallo stesso articolo;
4) 4) delitti commessi per finalità di terrorismo anche internazionale o di
eversione dell'ordinamento costituzionale per i quali la legge stabilisce (278)
la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a
dieci anni, nonché delitti di cui agli articoli 270, terzo comma, 270-bis,
secondo comma, e 306, secondo comma, del codice penale [127];
5) 5) delitti di illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in
vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di
armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine
nonché di più armi comuni da sparo escluse quelle previste dall'articolo 2,
comma terzo, della legge 18 aprile 1975, n.110;
6) 6) delitti di cui agli articoli 73, limitatamente alle ipotesi aggravate ai
sensi dell'articolo 80, comma 2, e 74 del Testo unico delle leggi in materia di
disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e
riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto
del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.309, e successive
modificazioni;
7) 7) delitto di cui all'articolo 416 del codice penale nei casi (3802m) in cui
è obbligatorio l'arresto in flagranza (Trans. 2423);
7-bis) dei delitti previsto dagli articoli 600-bis, comma 1, 600-ter, comma 1,
601, 609-bis nelle ipotesi aggravate previste dall'articolo 609-ter, 609-quater,
609-octies del codice penale. [128]
b) notizie di reato che rendono particolarmente complesse le investigazioni per
la molteplicità di fatti tra loro collegati ovvero per l'elevato numero di
persone sottoposte alle indagini o di persone offese (175);
c) indagini che richiedono il compimento di atti all'estero (727 ss.);
d) procedimenti in cui è indispensabile mantenere il collegamento tra più
uffici del pubblico ministero a norma dell'art. 371.
3. Salvo quanto previsto dall'articolo 415-bis, qualora il pubblico ministero
non abbia esercitato l'azione penale o richiesto l'archiviazione nel termine
stabilito dalla legge o prorogato dal giudice, gli atti di indagine compiuti
dopo la scadenza del termine non possono essere utilizzati.
Art.408 Richiesta di archiviazione per infondatezza della notizia di reato
1. Entro i termini previsti dagli articoli precedenti, il pubblico ministero, se
la notizia di reato è infondata (125 att.), presenta al giudice (328) richiesta
di archiviazione. Con la richiesta è trasmesso il fascicolo contenente la
notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali
degli atti compiuti davanti al giudice per le indagini preliminari .
2. L'avviso della richiesta è notificato, a cura del pubblico ministero alla
persona offesa (90, 91) che, nella notizia di reato o successivamente alla sua
presentazione, abbia dichiarato di volere essere informata circa l'eventuale
archiviazione (126 att.).
3. Nell'avviso è precisato che, nel termine di dieci giorni, la persona offesa
può prendere visione degli atti e presentare opposizione con richiesta motivata
di prosecuzione delle indagini preliminari.
Art.409 Provvedimenti del giudice sulla richiesta di archiviazione
1. Fuori dei casi in cui sia stata presentata l'opposizione prevista dall'art.
410, il giudice, se accoglie la richiesta di archiviazione, pronuncia decreto
motivato e restituisce gli atti al pubblico ministero. Il provvedimento che
dispone l'archiviazione è notificato alla persona sottoposta alle indagini se
nel corso del procedimento è stata applicata nei suoi confronti la misura della
custodia cautelare [129].
2. Se non accoglie la richiesta, il giudice fissa la data dell'udienza in camera
di consiglio e ne fa dare avviso al pubblico ministero, alla persona sottoposta
alle indagini e alla persona offesa dal reato (90, 91). Il procedimento si
svolge nelle forme previste dall'art. 127. Fino al giorno dell'udienza gli atti
restano depositati in cancelleria con facoltà del difensore di estrarne copia
[130].
3. Della fissazione dell'udienza il giudice dà inoltre comunicazione al
procuratore generale presso la corte di appello (412).
4. A seguito dell'udienza, il giudice, se ritiene necessarie ulteriori indagini,
le indica con ordinanza al pubblico ministero fissando il termine indispensabile
per il compimento di esse.
5. Fuori del caso previsto dal comma 4, il giudice, quando non accoglie la
richiesta di archiviazione, dispone con ordinanza che, entro dieci giorni, il
pubblico ministero formuli l'imputazione. Entro due giorni dalla formulazione
dell'imputazione, il giudice fissa con decreto l'udienza preliminare. Si
osservano, in quanto applicabili, le disposizioni degli artt. 418 e 419 (128
att.).
6. L'ordinanza di archiviazione è ricorribile per cassazione solo nei casi di
nullità previsti dall'art. 127 comma 5.
Art.410 Opposizione alla richiesta di archiviazione
1. Con l'opposizione alla richiesta di archiviazione la persona offesa dal reato
(90, 91) chiede la prosecuzione delle indagini preliminari indicando, a pena di
inammissibilità, l'oggetto della investigazione suppletiva e i relativi
elementi di prova.
2. Se l'opposizione è inammissibile e la notizia di reato è infondata, il
giudice dispone l'archiviazione con decreto motivato e restituisce gli atti al
pubblico ministero.
3. Fuori dei casi previsti dal comma 2, il giudice provvede a norma dell'art.
409 commi 2, 3, 4 e 5, ma, in caso di più persone offese, l'avviso per
l'udienza è notificato al solo opponente.
Art.411 Altri casi di archiviazione
1. Le disposizioni degli artt. 408, 409 e 410 si applicano anche quando risulta
che manca una condizione di procedibilità (345), che il reato è estinto (150
s. c.p.) o che il fatto non è previsto dalla legge come reato.
Art.412 Avocazione delle indagini preliminari per mancato esercizio dell'azione
penale
1. Il procuratore generale presso la corte di appello dispone con decreto
motivato l'avocazione delle indagini preliminari se il pubblico ministero non
esercita l'azione penale o non richiede l'archiviazione nel termine stabilito
dalla legge o prorogato dal giudice (127 att.). Il procuratore generale svolge
le indagini preliminari indispensabili e formula le sue richieste entro trenta
giorni dal decreto di avocazione.
2. Il procuratore generale può altresì disporre l'avocazione a seguito della
comunicazione prevista dall'art. 409 comma 3.
Art.413 Richiesta della persona sottoposta alle indagini o della persona offesa
dal reato
1. La persona sottoposta alle indagini o la persona offesa dal reato (90, 91)
può chiedere al procuratore generale di disporre l'avocazione a norma dell'art.
412 comma 1.
2. Disposta l'avocazione, il procuratore generale svolge le indagini preliminari
indispensabili e formula le sue richieste entro trenta giorni dalla richiesta
proposta a norma del comma 1.
Art.414 Riapertura delle indagini
1. Dopo il provvedimento di archiviazione emesso a norma degli articoli
precedenti, il giudice (328) autorizza con decreto motivato la riapertura delle
indagini su richiesta del pubblico ministero motivata dalla esigenza di nuove
investigazioni .
2. Quando è autorizzata la riapertura delle indagini, il pubblico ministero
procede a nuova iscrizione a norma dell'art. 335.
Art.415 Reato commesso da persone ignote [131]
1. Quando è ignoto l'autore del reato il pubblico ministero, entro sei mesi
dalla data della registrazione della notizia di reato, presenta al giudice
richiesta di archiviazione ovvero di autorizzazione a proseguire le indagini.
2. Quando accoglie la richiesta di archiviazione ovvero di autorizzazione a
proseguire le indagini, il giudice pronuncia decreto motivato e restituisce gli
atti al pubblico ministero. Se ritiene che il reato sia da attribuire a persona
già individuata ordina che il nome di questa sia iscritto nel registro delle
notizie di reato.
3. Si osservano, in quanto applicabili, le altre disposizioni di cui al presente
titolo.
4. Nell'ipotesi di cui all'articolo 107-bis delle norme di attuazione, di
coordinamento e transitorie, la richiesta di archiviazione ed il decreto del
giudice che accoglie la richiesta sono pronunciati cumulativamente con
riferimento agli elenchi trasmessi dagli organi di polizia con l'eventuale
indicazione delle denunce che il pubblico ministero o il giudice intendono
escludere, rispettivamente, dalla richiesta o dal decreto.
Art.415-bis Avviso all'indagato della conclusione delle indagini preliminari
[132]
1. Prima della scadenza del termine previsto dal comma 2 dell'articolo 405, il
pubblico ministero, il pubblico ministero, se non deve formulare richiesta di
archiviazione ai sensi degli articoli 408 e 411, fa notificare alla persona
sottoposta alle indagini e al difensore avviso della conclusione delle indagini
preliminari.
2. L'avviso contiene la sommaria enunciazione del fatto per il quale si procede,
delle norme di legge che si assumono violate, della data e del luogo del fatto,
con l'avvertimento che la documentazione relativa alle indagini espletate è
depositata presso la segreteria del pubblico ministero e che l'indagato e il suo
difensore hanno facoltà di prenderne visione ed estrarne copia.
3. L'avviso contiene altresì l'avvertimento che l'indagato ha facoltà, entro
il termine di venti giorni, di presentare memorie, produrre documenti,
depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al
pubblico ministero il compimento di atti di indagine, nonché di presentarsi per
rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.
Se l'indagato chiede di essere sottoposto ad interrogatorio il pubblico
ministero deve procedervi.
4. Quando il pubblico ministero, a seguito delle richieste dell'indagato,
dispone nuove indagini, queste devono essere compiute entro trenta giorni dalla
presentazione della richiesta. Il termine può essere prorogato dal giudice per
le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, per una sola volta
e per non più di sessanta giorni.
5. Le dichiarazioni rilasciate dall'indagato, l'interrogatorio del medesimo ed i
nuovi atti di indagine del pubblico ministero, previsti dai commi 3 e 4, sono
utilizzabili se compiuti entro il termine stabilito dal comma 4, ancorché sia
decorso il termine stabilito dalla legge o prorogato dal giudice per l'esercizio
dell'azione penale o per la richiesta di archiviazione.
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TITOLO IX UDIENZA PRELIMINARE
Art.416 Presentazione della richiesta del pubblico ministero [133]
1. La richiesta di rinvio a giudizio è depositata dal pubblico ministero nella
cancelleria del giudice (328). La richiesta di rinvio a giudizio è nulla se non
è preceduta dall'avviso previsto dall'articolo 415-bis, nonché dall'invito a
presentarsi per rendere l'interrogatorio ai sensi dell'articolo 375, comma 3,
qualora la persona sottoposta alle indagini abbia chiesto di essere sottoposta
ad interrogatorio entro il termine di cui all'articolo 415-bis comma 3.
Art.417 Requisiti formali della richiesta di rinvio a giudizio
1. La richiesta di rinvio a giudizio contiene:
a) le generalità dell'imputato o le altre indicazioni personali che valgono a
identificarlo nonché le generalità della persona offesa dal reato (90, 91)
qualora ne sia possibile l'identificazione;
b) l'enunciazione, in forma chiara e precisa, del fatto, delle circostanze
aggravanti e di quelle che possono comportare l'applicazione di misure di
sicurezza, con l'indicazione dei relativi articoli di legge [134];
c) l'indicazione delle fonti di prova acquisite;
d) la domanda al giudice di emissione del decreto che dispone il giudizio (429);
e) la data e la sottoscrizione.
Art.418 Fissazione dell'udienza
1. Entro cinque giorni dal deposito della richiesta, il giudice fissa con
decreto il giorno, l'ora e il luogo dell'udienza in camera di consiglio
provvedendo a norma dell'art. 97 quando l'imputato è privo di difensore di
fiducia.
2. Tra la data di deposito della richiesta e la data dell'udienza non può
intercorrere un termine superiore a trenta giorni.
Art.419 Atti introduttivi
1. Il giudice fa notificare all'imputato e alla persona offesa (90, 91), della
quale risulti agli atti l'identità e il domicilio, l'avviso del giorno,
dell'ora e del luogo dell'udienza, con la richiesta di rinvio a giudizio
formulata dal pubblico ministero e con l'avvertimento all'imputato che non
comparendo sarà giudicato in contumacia [135].
2. L'avviso è altresì comunicato al pubblico ministero e notificato al
difensore dell'imputato con l'avvertimento della facoltà di prendere visione
degli atti e delle cose trasmessi a norma dell'art. 416 comma 2 e di presentare
memorie e produrre documenti (131 att.).
3. L'avviso contiene inoltre l'invito a trasmettere la documentazione relativa
alle indagini eventualmente espletate dopo la richiesta di rinvio a giudizio
[136].
4. Gli avvisi sono notificati e comunicati almeno dieci giorni prima della data
dell'udienza. Entro lo stesso termine è notificata la citazione del
responsabile civile (83 s.) e della persona civilmente obbligata per la pena
pecuniaria (89).
5. L'imputato può rinunciare all'udienza preliminare e richiedere il giudizio
immediato (453) con dichiarazione presentata in cancelleria, personalmente o a
mezzo di procuratore speciale (122), almeno tre giorni prima della data
dell'udienza. L'atto di rinuncia è notificato al pubblico ministero e alla
persona offesa dal reato (90, 91) a cura dell'imputato.
6. Nel caso previsto dal comma 5, il giudice emette decreto di giudizio
immediato (456).
7. Le disposizioni dei commi 1 e 4 sono previste a pena di nullità (178-181).
Art.420 Costituzione delle parti
1. L'udienza si svolge in camera di consiglio con la partecipazione necessaria
del pubblico ministero e del difensore dell'imputato.
2. Il giudice procede agli accertamenti relativi alla costituzione delle parti
ordinando la rinnovazione degli avvisi, delle citazioni, delle comunicazioni e
delle notificazioni di cui dichiara la nullità.
3. Se il difensore dell'imputato non è presente il giudice provvede a norma
dell'articolo 97, comma 4.
4. Il verbale dell'udienza preliminare è redatto di regola in forma riassuntiva
a norma dell'articolo 140, comma 2; il giudice, su richiesta di parte, dispone
la riproduzione fonografica o audiovisiva ovvero la redazione del verbale con la
stenotipia.
Art.420-bis Rinnovazione dell'avviso [137]
1. Il giudice dispone, anche di ufficio, che sia rinnovato l'avviso dell'udienza
preliminare a norma dell'articolo 419, comma 1, quando è provato o appare
probabile che l'imputato non ne abbia avuto effettiva conoscenza, sempre che il
fatto non sia dovuto a sua colpa e fuori dei casi di notificazione mediante
consegna al difensore a norma degli articoli 159, 161 comma 4, e 169.
2. La probabilità che l'imputato non abbia avuto conoscenza dell'avviso è
liberamente valutata dal giudice. Tale valutazione non può formare oggetto di
discussione successiva né motivo di impugnazione.
Art.420-ter Impedimento a comparire dell'imputato o del difensore [138]
1. Quando l'imputato, anche se detenuto, non si presenta all'udienza e risulta
che l'assenza è dovuta ad assoluta impossibilità di comparire per caso
fortuito, forza maggiore o altra legittimo impedimento, il giudice, con
ordinanza, anche d'ufficio, rinvia ad una nuova udienza e dispone che sia
rinnovato l'avviso all'imputato, a norma dell'articolo 419, comma 1.
2. Con le medesime modalità di cui al comma 1 il giudice provvede quando appare
probabile che l'assenza dell'imputato sia dovuta ad assoluta impossibilità di
comparire per caso fortuito o forza maggiore. Tale probabilità è liberamente
valutata dal giudice e non può formare oggetto di discussione successiva né
motivo di impugnazione.
3. Quando l'imputato, anche se detenuto, non si presenta alle successive udienze
e ricorrono le condizioni previste dal comma 1, il giudice rinvia anche
d'ufficio l'udienza, fissa con ordinanza la data della nuova udienza e ne
dispone la notificazione all'imputato.
4. In ogni caso la lettura dell'ordinanza che fissa la nuova udienza sostituisce
la citazione e gli avvisi per tutti coloro che sono o devono considerarsi
presenti.
5. Il giudice provvede a norma del comma 1 nel caso di assenza del difensore,
quando risulta che l'assenza stessa è dovuta ad assoluta impossibilità di
comparire per legittimo impedimento, purché prontamente comunicato. Tale
disposizione non si applica se l'imputato è assistito da due difensori e
l'impedimento riguarda uno dei medesimi ovvero quando il difensore impedito ha
designato un sostituto o quando l'imputato chiedo che si proceda in assenza del
difensore impedito.
Art.420-quater Contumacia dell'imputato [139]
1. Se l'imputato, libero o detenuto, non compare all'udienza e non ricorrono le
condizioni indicate negli articoli 420 comma 2, 420-bis e 420-ter, commi 1 e 2,
il giudice, sentite le parti, ne dichiara la contumacia.
2. L'imputato, quando si procede in sua contumacia, è rappresentato dal suo
difensore.
3. Se l'imputato compare prima che il giudice adotti i provvedimenti di cui al
comma 1 dell'articolo 424, il giudice revoca l'ordinanza che ha dichiarato la
contumacia. In tal caso l'imputato può rendere dichiarazioni spontanee e
chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.
4. L'ordinanza dichiarativa di contumacia è nulla se al momento della pronuncia
vi è la prova che l'assenza dell'imputato è dovuta a mancata conoscenza
dell'avviso a norma dell'articolo 420-bis ovvero ad assoluta impossibilità di
comparire per caso fortuito, forza maggiore od altro legittimo impedimento.
5. Se la prova dell'assenza indicata nel comma 4 perviene dopo la pronuncia
dell'ordinanza prevista dal comma 1, ma prima dei provvedimenti cui al comma 1
dell'articolo 424, il giudice revoca l'ordinanza medesima e, se l'imputato non
è comparso, rinvia anche d'ufficio l'udienza. Restano comunque validi gli atti
compiuti in precedenza, ma se l'imputato ne fa richiesta e dimostra che la prova
è pervenuta con ritardo senza sua colpa, il giudice dispone l'assunzione o la
rinnovazione degli atti che ritiene rilevanti ai fini dei provvedimenti di cui
al comma 1 dell'articolo 424.
6. Quando si procede a carico di più imputati, si applicano le disposizioni
dell'articolo 18, comma 1, lettere c) e d).
7. L'ordinanza dichiarativa della contumacia è allegata al decreto che dispone
il giudizio. Nel decreto è in ogni caso indicato se l'imputato è contumace o
assente.
Art.420-quinquies Assenza e allontanamento volontario dell'imputato [140]
1. Le disposizioni degli articoli 420-bis e 420-ter non si applicano quando
l'imputato, anche se impedito, chiede o consente che l'udienza preliminare
avvenga in sua assenza o, se detenuto, rifiuta di assistervi. L'imputato in tali
casi è rappresentato dal difensore.
2. L'imputato che, dopo essere comparso, si allontana dall'aula di udienza è
considerato presente ed è rappresentato dal difensore.
Art.421 Discussione
1. Conclusi gli accertamenti relativi alla costituzione delle parti il giudice
dichiara aperta la discussione.
2. Il pubblico ministero espone sinteticamente i risultati delle indagini
preliminari e gli elementi di prova che giustificano la richiesta di rinvio a
giudizio. L'imputato può rendere dichiarazioni spontanee e chiedere di essere
sottoposto all'interrogatorio, per il quale si applicano le disposizioni degli
articoli 64 e 65. Su richiesta di parte, il giudice dispone che l'interrogatorio
sia reso nelle forme previste dagli articoli 498 e 499. Prendono poi la parola,
nell'ordine, i difensori della parte civile (76 s.), del responsabile civile (83
s.) della persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria (89) e
dell'imputato che espongono le loro difese. Il pubblico ministero e i difensori
possono replicare una sola volta.
3. Il pubblico ministero e i difensori formulano e illustrano le rispettive
conclusioni utilizzando gli atti contenuti nel fascicolo trasmesso a norma
dell'art. 416 comma 2 nonché‚ gli atti e i documenti ammessi dal giudice
prima dell'inizio della discussione.
4. Se il giudice ritiene di poter decidere allo stato degli atti, dichiara
chiusa la discussione.
Art.421-bis Ordinanza per l'integrazione delle indagini [141]
1. Quando non provvede a norma del comma 4 dell'articolo 421, il giudice, se le
indagini preliminari sono incomplete, indica le ulteriori indagini, fissando il
termine per il loro compimento e la data della nuova udienza preliminare. Del
provvedimento è data comunicazione al procuratore generale presso la corte
d'appello.
2. Il procuratore generale presso la corte d'appello può disporre con decreto
motivato l'avocazione delle indagini a seguito della comunicazione prevista dal
comma 1. Si applica, in quanto compatibile, la disposizione dell'articolo 412,
comma 1.
Art.422 Attività di integrazione probatoria del giudice [142]
1. Quando non provvede a norma del comma 4 dell'articolo 421, ovvero a norma
dell'articolo 421-bis, il giudice può disporre, anche d'ufficio l'assunzione
delle prove delle quali appare evidente la decisività ai fini della sentenza di
non luogo a procedere.
2. II giudice, se non è possibile procedere immediatamente all'assunzione delle
prove, fissa la data della nuova udienza e dispone la citazione dei testimoni,
dei periti, dei consulenti tecnici e delle persone indicate nell'articolo 210 di
cui siano stati ammessi l'audizione o l'interrogatorio.
3. L'audizione e l'interrogatorio delle persone indicate nel comma 2 sono
condotti dal giudice. Il pubblico ministero e i difensori possono porre domande,
a mezzo del giudice, nell'ordine previsto dall'articolo 421, comma 2.
Successivamente, il pubblico ministero e i difensori formulano e illustrano le
rispettive conclusioni.
4. In ogni caso l'imputato può chiedere di essere sottoposto
all'interrogatorio, per il quale si applicano le disposizioni degli articoli 64
e 65. Su richiesta di parte, il giudice dispone che l'interrogatorio sia reso
nelle forme previste dagli articoli 498 e 499.
Art.423 Modificazione dell'imputazione
1. Se nel corso dell'udienza il fatto risulta diverso da come è descritto
nell'imputazione (516) ovvero emerge un reato connesso a norma dell'art. 12
comma 1 lett. b) o una circostanza aggravante (517), il pubblico ministero
modifica l'imputazione e la contesta all'imputato presente. Se l'imputato non è
presente, la modificazione della imputazione è comunicata al difensore, che
rappresenta l'imputato ai fini della contestazione.
2. Se risulta a carico dell'imputato un fatto nuovo non enunciato nella
richiesta di rinvio a giudizio, per il quale si debba procedere di ufficio, il
giudice ne autorizza la contestazione se il pubblico ministero ne fa richiesta e
vi è il consenso dell'imputato (518).
Art.424 Provvedimenti del giudice
1. Subito dopo che è stata dichiarata chiusa la discussione, il giudice procede
alla deliberazione pronunciando sentenza di non luogo a procedere (425) o
decreto che dispone il giudizio (429).
2. Il giudice dà immediata lettura del provvedimento. La lettura equivale a
notificazione per le parti presenti.
3. II provvedimento è immediatamente depositato in cancelleria (128). Le parti
hanno diritto di ottenerne copia.
4. Qualora non sia possibile procedere alla redazione immediata dei motivi della
sentenza di non luogo a procedere, il giudice provvede non oltre il trentesimo
giorno da quello della pronuncia (544).
Art.425 Sentenza di non luogo a procedere [143]
1. Se sussiste una causa che estingue il reato o per la quale l'azione penale
non doveva essere iniziata o non deve essere proseguita, se il fatto non è
previsto dalla legge come reato ovvero quando risulta che il fatto non sussiste
o che l'imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato o che
si tratta di persona non punibile per qualsiasi causa, il giudice pronuncia
sentenza di non luogo a procedere, indicandone la causa nel dispositivo.
2. Ai fini della pronuncia della sentenza di cui al comma 1, il giudice tiene
conto delle circostanze attenuanti. Si applicano le disposizioni dell'articolo
69 del codice penale.
3. Il giudice pronuncia sentenza di non luogo a procedere anche quando gli
elementi acquisiti risultano insufficienti, contraddittori o comunque non idonei
a sostenere l'accusa in giudizio.
4. II giudice non può pronunciare sentenza di non luogo a procedere se ritiene
che dal proscioglimento dovrebbe conseguire l'applicazione di una misura di
sicurezza diversa dalla confisca [144].
5. Si applicano le disposizioni dell'articolo 537.
Art.426 Requisiti della sentenza
1. La sentenza contiene:
a) l'intestazione "in nome del popolo italiano" e l'indicazione
dell'autorità che l'ha pronunciata;
b) le generalità dell'imputato o le altre indicazioni personali che valgono a
identificarlo nonché le generalità delle altre parti private;
c) l'imputazione (417, 423);
d) l'esposizione sommaria dei motivi di fatto e di diritto su cui la decisione
è fondata;
e) il dispositivo, con l'indicazione degli articoli di legge applicati;
f) la data e la sottoscrizione del giudice.
2. In caso di impedimento del giudice, la sentenza è sottoscritta dal
presidente del tribunale previa menzione della causa della sostituzione.
3. Oltre che nel caso previsto dall'art. 125 comma 3, la sentenza è nulla se
manca o è incompleto nei suoi elementi essenziali il dispositivo ovvero se
manca la sottoscrizione del giudice.
Art.427 Condanna del querelante alle spese e ai danni
1. Quando si tratta di reato per il quale si procede a querela della persona
offesa (336 s.), con la sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non
sussiste o l'imputato non lo ha commesso il giudice condanna il querelante al
pagamento delle spese del procedimento anticipate dallo Stato .
2. Nei casi previsti dal comma 1 il giudice, quando ne è fatta domanda condanna
inoltre il querelante alla rifusione delle spese sostenute dall'imputato e, se
il querelante si è costituito parte civile (76 s.), anche di quelle sostenute
dal responsabile civile (83 s.) citato o intervenuto. Quando ricorrono giusti
motivi, le spese possono essere compensate in tutto o in parte.
3. Se vi è colpa grave, il giudice può condannare il querelante a risarcire i
danni all'imputato e al responsabile civile che ne abbiano fatto domanda.
4. Contro il capo della sentenza di non luogo a procedere che decide sulle spese
e sui danni possono proporre impugnazione, a norma dell'art. 428, il querelante,
l'imputato e il responsabile civile.
5. Se il reato è estinto per remissione della querela, si applica la
disposizione dell'art. 340 comma 4.
Art.428 Impugnazione della sentenza di non luogo a procedere
1. Salvo quanto previsto dall'art. 593, comma 3, contro la sentenza di non luogo
a procedere possono proporre appello:
a) il procuratore della Repubblica e il procuratore generale;
b) l'imputato, salvo che con la sentenza sia stato dichiarato che il fatto non
sussiste o che l'imputato non lo ha commesso.
2. Sull'impugnazione decide la corte di appello in camera di consiglio con le
forme previste dall'art. 127.
3. La persona offesa dal reato (90, 91) può ricorrere per cassazione nei casi
di nullità previsti dall'art. 419 comma 7.
4. Il procuratore della Repubblica, il procuratore generale e l'imputato possono
proporre ricorso immediato per cassazione a norma dell'art. 569.
5. Se la sentenza è inappellabile (593), il procuratore generale, il
procuratore della Repubblica e l'imputato possono ricorrere per cassazione.
6. In caso di appello del procuratore della Repubblica o del procuratore
generale, la corte di appello, se non conferma la sentenza, pronuncia decreto
che dispone il giudizio (429) ovvero sentenza di non luogo a procedere (425) con
formula meno favorevole all'imputato.
7. In caso di appello dell'imputato, la corte di appello, se non conferma la
sentenza, pronuncia sentenza di non luogo a procedere con formula più
favorevole all'imputato.
8. Contro la sentenza di non luogo a procedere pronunciata in grado di appello
possono ricorrere per cassazione l'imputato e il procuratore generale.
9. In ogni caso la corte di cassazione decide un camera di consiglio con le
forme previste dall'art. 611.
Art.429 Decreto che dispone il giudizio
1. Il decreto che dispone il giudizio contiene:
a) le generalità dell'imputato e le altre indicazioni personali che valgono a
identificarlo nonché le generalità delle altre parti private, con
l'indicazione dei difensori;
b) l'indicazione della persona offesa dal reato (90, 91) qualora risulti
identificata;
c) l'enunciazione, in forma chiara e precisa, del fatto, delle circostanze
aggravanti e di quelle che possono comportare l'applicazione di misure di
sicurezza (199 s.), con l'indicazione dei relativi articoli di legge (417, 423);
d) l'indicazione sommaria delle fonti di prova e dei fatti cui esse si
riferiscono;
e) il dispositivo, con l'indicazione del giudice competente per il giudizio (132
att.);
f) l'indicazione del luogo, del giorno e dell'ora della comparizione, con
l'avvertimento all'imputato che non comparendo sarà giudicato in contumacia
(487);
g) la data e la sottoscrizione del giudice e dell'ausiliario che l'assiste.
2. Il decreto è nullo se l'imputato non è identificato in modo certo ovvero se
manca o è insufficiente l'indicazione di uno dei requisiti previsti dal comma 1
lett. c) e f).
3. Tra la data del decreto e la data fissata per il giudizio deve intercorrere
un termine non inferiore a venti giorni.
4. Il decreto e' notificato all'imputato contumace nonché all'imputato e alla
persona offesa comunque non presenti alla lettura del provvedimento di cui al
comma 1 dell'articolo 424 almeno venti giorni prima della data fissata per il
giudizio [145].
Art.430 Attività integrativa di indagine del pubblico ministero e del difensore
[146]
1. Successivamente all'emissione del decreto che dispone il giudizio, il
pubblico ministero e il difensore possono, ai fini delle proprie richieste al
giudice del dibattimento, compiere attività integrativa di indagine, fatta
eccezione degli atti per i quali è prevista la partecipazione dell'imputato o
del difensore di questo.
2. La documentazione relativa all'attività indicata nel comma 1 è
immediatamente depositata nella segreteria del pubblico ministero con facoltà
delle parti di prenderne visione e di estrarne copia.
Art.430-bis Divieto di assumere informazioni [147]
1. È vietato al pubblico ministero, alla polizia giudiziaria e al difensore
assumere informazioni dalla persona ammessa ai sensi dell'articolo 507 o
indicata nella richiesta di incidente probatorio o ai sensi dell'articolo 422,
comma 2, ovvero nella lista prevista dall'articolo 468 e presentata dalle altre
parti processuali. Le informazioni assunte in violazione del divieto sono
inutilizzabili.
2. Il divieto di cui al comma 1 cessa dopo l'assunzione della testimonianza e
nei casi in cui questa non sia ammessa o non abbia luogo.
Art.431 Fascicolo per il dibattimento [148]
1. Immediatamente dopo l'emissione del decreto che dispone il giudizio, il
giudice provvede nel contraddittorio delle parti alla formazione del fascicolo
per il dibattimento. Se una delle parti ne fa richiesta il giudice fissa una
nuova udienza, non oltre il termine di quindici giorni, per la formazione del
fascicolo. Nel fascicolo per il dibattimento sono raccolti:
a) gli atti relativi alla procedibilità dell'azione penale e all'esercizio
dell'azione civile;
b) i verbali degli atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria;
c) i verbali degli atti non ripetibili compiuti dal pubblico ministero e dal
difensore;
d) i documenti acquisiti all'estero mediante rogatoria internazionale e i
verbali degli atti non ripetibili assunti con le stesse modalità;
e) i verbali degli atti assunti nell'incidente probatorio;
f) i verbali degli atti, diversi da quelli previsti dalla lettera d), assunti
all'estero a seguito di rogatoria internazionale ai quali i difensori sono stati
posti in grado di assistere e di esercitare le facoltà loro consentite dalla
legge italiana;
g) il certificato generale del casellario giudiziario e gli altri documenti
indicati nell'articolo 236;
h) il corpo del reato e le cose pertinenti al reato, qualora non debbano essere
custoditi altrove.
2. Le parti possono concordare l'acquisizione al fascicolo per il dibattimento
di atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero, nonché della
documentazione relativa all'attività di investigazione difensiva.
Art.432 Trasmissione e custodia del fascicolo per il dibattimento
1. Il decreto che dispone il giudizio è trasmesso senza ritardo, con il
fascicolo previsto dall'art. 431 e con l'eventuale provvedimento che abbia
disposto misure cautelari in corso di esecuzione, alla cancelleria del giudice
competente per il giudizio.
Art.433 Fascicolo del pubblico ministero
1. Gli atti diversi da quelli previsti dall'art. 431 sono trasmessi al pubblico
ministero con gli atti acquisiti all'udienza preluminare unitamente al verbale
dell'udienza (19 Reg.) .
2. I difensori hanno facoltà di prendere visione ed estrarre copia, nella
segreteria del pubblico ministero, degli atti raccolti nel fascicolo formato a
norma del comma 1.
3. Nel fascicolo del pubblico ministero è altresì inserita la documentazione
dell'attività prevista dall'art. 430 quando di essa le parti si sono servite
per la formulazione di richieste al giudice del dibattimento e quest'ultimo le
ha accolte.
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TITOLO X
REVOCA DELLA SENTENZA DI NON LUOGO A PROCEDERE
Art.434 Casi di revoca
1. Se dopo la pronuncia di una sentenza di non luogo a procedere (425)
sopravvengono o si scoprono nuove fonti di prova che, da sole o unitamente a
quelle già acquisite, possono determinare il rinvio a giudizio, il giudice per
le indagini preliminari, su richiesta del pubblico ministero, dispone la revoca
della sentenza.
Art.435 Richiesta di revoca
1. Nella richiesta di revoca il pubblico ministero indica le nuove fonti di
prova, specifica se queste sono già state acquisite o sono ancora da acquisire
e richiede, nel primo caso, il rinvio a giudizio (416, 417) e, nel secondo, la
riapertura delle indagini.
2. Con la richiesta sono trasmessi alla cancelleria del giudice gli atti
relativi alle nuove fonti di prova.
3. Il giudice, se non dichiara inammissibile la richiesta, designa un difensore
all'imputato che ne sia privo, fissa la data dell'udienza in camera di consiglio
e ne fa dare avviso al pubblico ministero, all'imputato, al difensore e alla
persona offesa. Il procedimento si svolge nelle forme previste dall'art. 127.
Art.436 Provvedimenti del giudice
1. Sulla richiesta di revoca il giudice provvede con ordinanza.
2. Quando revoca la sentenza di non luogo a procedere, il giudice, se il
pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio, fissa l'udienza preliminare
(418), dandone avviso agli interessati presenti e disponendo per gli altri la
notificazione; altrimenti ordina la riapertura delle indagini.
3. Con l'ordinanza di riapertura delle indagini, il giudice stabilisce per il
loro compimento un termine improrogabile non superiore a sei mesi.
4. Entro la scadenza del termine, il pubblico ministero, qualora sulla base dei
nuovi atti di indagine non debba chiedere l'archiviazione, trasmette alla
cancelleria del giudice la richiesta di rinvio a giudizio (416, 417).
Art.437 Ricorso per cassazione
1. Contro l'ordinanza che dichiara inammissibile o rigetta la richiesta di
revoca il pubblico ministero può proporre ricorso per cassazione solamente per
i motivi indicati all'articolo 606, comma 1, lettere b), d) ed e) [149].
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