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Masera
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Le ubertose e verdeggianti pendici montane, i terrazzamenti e le campagne favoriscono la coltivazione della vite, che dà un vino di pregevole fattura il “PRUNENT” vino nobile piemontese discendente dai vitigni Barolo e Spanna (come risulta anche da antiche pergamene dell’archivio della chiesa collegiata di Domodossola risalenti al 1309).
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

MASERA 

Le prime menzioni storiche di MASERA risalgono a documenti del X secolo e precisamente in una pergamena di permuta del giugno 970 nella quale si legge che il Vescovo di Novara Aupaldo diede al prete Dododei del luogo di Vogogna (feudo capitale dell’Ossola Inferiore) un appezzamento di terra situato “in loco et feudo Maxerie”, altra menzione si  ha nel 994 in un documento di vendita. Nel XII secolo Masera faceva parte dell’agro novarese che apparteneva al conte Guido di Biandrate, come risulta da un diploma di conferma dell’Imperatore Federico I del 1152; dopo la pace di Costanza MASERA, con l’Ossola Inferiore, venne a formare una giurisdizione che prese il nome di “Vicariatus Ossolae” .In un documento del 1278 si ha la prima menzione della chiesa parrocchiale.

Con l’affermarsi della signoria Visconti a Milano , MASERA venne a trovarsi nella giurisdizione del Vescovo Giovanni ; alla sua morte il territorio novarese venne assegnato al nipote Galeazzo; durante la sua signoria vennero approvasti gli statuti; successivamente nel 1439 MASERA passa sotto il dominio del Conte Vitaliano Borromeo fedele tesoriere del Duca Filippo Maria Visconti .  

 

L’ingresso in MASERA dall’imbocco della Valle Vigezzo è segnato dalla presenza dell’antico oratorio di S.Abbondio eretto su di uno scoglio e caratteristico per il suo campanile romanico del secolo XI recentemente restaurato; a poca distanza sorge la chiesa parrocchiale di S. Martino in stile gotico lombardo a tre navate venne costruita nel 1883 sull’area della vetusta chiesa di puro stile lombardo del secolo XIV; la nuova chiesa venne decorata dal pittore Bottini di Milano, l’affresco di S. Martino sopra l’architrave della porta principale  è invece opera del pittore A. Cotti ; nell’ancona dell’altare di sfondo della navata settentrionale si conserva un trittico dipinto in legno raffigurante la Madonna con il Figlio, S. Rocco e S. Sebastiano, attribuito alla scuola di Gaudenzio Ferrari.

E’ pure da ricordare per l’arte l’oratorio di S. Rocco in frazione Ranco recante preziosi affreschi del 1402; nei pressi della stessa frazione è ancora conservato un vetusto torrione di segnalazione risalente alla fine del XV secolo. Degni di menzione sono pure gli oratori di S. Maria ed Elisabetta in località Piazza risalente alla prima metà del 1400,  di S. Antonio in località Ariola  del 1500 abbellito con affreschi del pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis; l’oratorio di S. Giulio in località Rivoria posto su di una balconata naturale con splendida vista sull’intera vallata, datato presumibilmente XV secolo, decorato con stucchi, capitelli e lesene di buona fattura e di elegante disposizione , reca, all’esterno, un affresco attribuito al pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis; l’oratorio di S. Giovanni Battista in Bosco si trova a metà costa sulla montagna, straordinariamente ampio era meta di frequenti processioni propiziatorie, contiene preziosi affreschi; la tradizione vuole che la sua costruzione sia originata da un voto degli abitanti in occasione del formarsi di un enorme frana nella località ove venne costruito l’oratorio; di fatto questa frana non progredì… L’oratorio di S. Bernardo a Cresta esisteva già nel secolo XVI; altri oratori minori che non mancano di interesse sono la Cappella di Madonna delle Grazie del 1500 meta di parecchi devoti, come fanno fede i molti ex voto che decorano le pareti; la cappella dedicata alla Madonna della Neve all’Alpe Pescia posta tra meravigliose abetaie e prati smeraldini. Esistono anche altri oratori privati in località Menogno e Caglia . Degne di menzione sono pure l’antica casa comunale sita in località Carale recante stemmi affrescati dei casati Visconti, Sforza, Borromeo e l’asilo comunale , palazzo in stile neoclassico recentemente restaurato grazie alla generosità degli abitanti di MASERA. 

Dalle numerose frazioni emergono ville e case agresti di notevole pregio che sono testimonianza di agiatezza e buon gusto della borghesia ossolana di un tempo e di emigrati ossolani che ritornavano a godersi il frutto delle loro intraprendenti attività; alcune sono ancora in ottimo stato di conservazione e attualmente utilizzate , altre invece attendono di essere riportate agli antichi splendori come la “Villa Caselli edificata nella seconda metà del 1800, in stile neoclassico,  da emigranti vigezzini orefici in Parigi, la villa costruita su di un poggio dominante MASERA  e la vallata ossolana è contornata da un grande parco con flora molto particolare che si può osservare percorrendo i viali panoramici, la villa presenta sale riccamente decorate con pitture stucchi e tessuti da pareti e pavimentazioni alla veneziana o in listoni di legno, il monumentale scalone in marmo, le decorazioni “trompe l’oeil” le vetrate decorate. Complesso monumentale, questo, che fa parte del patrimonio comunale e per il quale è in corso un’indagine conoscitiva con presentazione di proposte da parte di partners privati al fine del suo recupero con possibili  scopi sociali.

 

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